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Guida galattica per gli autostoppisti
2012-08-20 16:45:22
Mombelli
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Per chi ama viaggiare con la mente.
Questo è uno di quei libri che riesce a sorprenderti fino all'ultimo capoverso: le avventure di Arthur e Ford (inimmaginabili per chi non conosca la sinossi o abbia letto qualche recensione) sono inarrestabili e irriverenti, avventure che non hanno nulla di "normale". Un libro che riesce a dissacrare le grandi domande dell'uomo insegnando che non è necessario crucciarsi sul proprio futuro ma vivere il presente, l'unica realtà vera. Douglas Adams ha una scrittura piacevole e scorrevole, uno spiccato senso dell'umorismo e ironia da vendere, qualità che si rispecchiano nel (purtroppo) breve romanzo. Consigliato a chi desidera una lettura piacevole, divertente che tra una risata e l'altra riesca a far riflettere.
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Guida galattica per gli autostoppisti
Un libro la cui qualità è inversamente proporzionale al successo editoriale acquisito.
Premettendo che a me il genere fantascientifico non piace, anzi fa proprio schifo, probabilmente il presente commento sarà influenzato da questo fatto.
Tant'è, ma de gustibus...
La NON trama si trascina suppergiù in codesto viluppo:
la Terra, la distruzione della stessa, gli alieni con le astronavi verdi, i due amici - l'uno alieno l'altro no - che vengono miracolosamente salvati dalla catastrofe totale, riduzione e riedizione in chiave moderna e rivisitata dell'Arca di Noè, il tetrarca bicefalo onnipotente che viaggia sulla Cuore d'Oro in compagnia della superfiga tecnologica di turno.
Infine il libro, o meglio l'ipertecnologico aggeggio informatico digitale superminiaturizzato, il vademecum del clochard spaziale: la Guida galattica per gli autostoppisti.
Un condensato di sapienza intergalattica indispensabile nel caso probabilissimo e ordinario in cui si venga rapiti e sottoposti a inquisizione post domenicana astrale da parte di psicogendarmi tonitruanti aspiranti al grado di colonnello.
Da profano azzardo che non so se chi scrive di fantascienza lo faccia per non guardare in faccia la realtà quotidiana, per evadere da un che di claustrofobico e castrante, da un lavoro routinario di cacca, da un coniuge alcolizzato, da uno suocero da manicomio, da un vicino di pianerottolo in perenne contrasto per questioni primarie di gerani sfioriti, dal fatto di deresponsabilizzarsi da tutto, dalla logica in primis.
Io non lo so e non mi interessa.
Dico solo che vi sono misteri insondabili su questa terra senza andare a cercarne altri altrove.
Anche perché, sommessamente, per me l'altrove non esiste.
Uno di questi grandi e insondabili misteri è il successo planetario (interplanetario non è dato a sapere) di questo romanzo datato 1979.
Il quale è una accozzaglia di baloccanti amenità per visionari di complemento, per ubriachi di storielle venusiane, discovolantisti domenicali e beoti con la costellazione della Vergine tatuata là.
Ho letto il primo della serie.
Neanche con la promessa di diventare l'Uomo Ragno leggeri la serie completa.
La mia opinione è strettamente personale, credo dettata da un pregiudizio, uno dei tanti che ci portiamo appresso.
Il fatto però non giustifica eventuali commenti irriguardosi tantomeno catechesi sul fatto di non aver compreso il libro etc., etc.
Grazie.
Voto N.C.