Dettagli Recensione
Capisco COME, ma non capisco PERCHE’
Winston Smith trentanove anni e un’ulcera varicosa alla caviglia destra. Una figura piccola, fragile, una magrezza del corpo appena accentuata dalla tuta azzurra che costituisce l’uniforme del Partito. Ha i capelli biondi, il colorito del volto sanguigno, la pelle resa ruvida dal sapone grezzo, dalle lamette smussate e dal freddo dell’inverno appena trascorso.
Lavora all’Archivio del Miniver, il Ministero della Verità, rifabbrica il passato, altera le notizie. Chiedo scusa: lo aggiorna.
Una enorme struttura piramidale di cemento bianco sulla cui facciata sono stampati i tre slogan del partito:
LA GUERRA E’ PACE
LA LIBERTA’ E’ SCHIAVITU’
L’IGNORANZA E’ FORZA
Questo edificio e altri tre racchiudono l’intero apparato governativo:
Miniver Ministero della Verità si occupa di informazione, divertimenti, istruzione e belle arti;
Minipax, Ministero della Pace si occupa della guerra;
Miniamor Ministero dell’ Amore mantiene la legge e l’ordine pubblico;
Miniabb Ministero dell’Abbondanza responsabile per gli affari economici.
Il romanzo è raccapricciante. Proseguo nella lettura e resto sorpresa nello scoprire che pur cercando di immaginare il peggior epilogo possibile la mia mente non può veramente immaginarlo. Quando tutte le tessere vanno al loro posto e le persone non sono più ciò che appaiono, l’incubo è già in pieno svolgimento.
E’ impossibile spiegare la sensazione provata.
Far cambiare il pensiero. Per sempre e davvero.
Impossibile mentire o fingere.
Unico desidero: desiderare una veloce morte. Perché ti hanno trovato. E’ notte o è giorno?. Il tempo non è mai esistito.
Confessione. Deve essere autentica.
Polverizzazione nella stratosfera. E del tuo nome non resterà traccia alcuna.
Ma la tua mente non potrà mai cancellare. Non potrà mai non ricordare.
E nonostante ciò, è altro a farmi venir voglia di non proseguire nella lettura, uscire, camminare liberamente ascoltando musica ad occhi aperti. Un paio di dettagli, passaggi impossibili da spiegare; riguardano i bambini - già piccoli spietati esponenti della Psicopolizia - e il rapporto con i loro genitori…paura, sospetto e infine certezza…mi annichiliscono.
“…l’uomo sulla sessantina, magro e ricurvo, con un paio di occhi buoni, distorti da occhiali assai spessi. Benché i capelli fossero quasi bianchi, le sopracciglia erano folte e nere. Gli occhiali uniti ai suoi movimenti gentili e precisi e al fatto che indossava una vecchia giacca di velluto nero, gli conferivano una certa aria da intellettuale…”
La ragazza del Reparto Finzione, Julia,ventisei anni….
“…E’ certo che alla fine ci separeremo. Nessuno di noi due saprà mai se l’altro è vivo o morto. Non potremo fare nulla. E comunque, l’unica cosa che conta è che nessuno di noi tradisca l’altro.”
“Confessare non è tradire. Non importa quello che dici o non dici, ciò che conta sono i sentimenti. Se riuscissero a fare in modo che io non ti ami più..quello sarebbe tradire. …. Non lo possono fare. Non possono entrare dentro di te. Ciò che è nascosto in fondo al cuore è inespugnabile.”
E il tuo peggior incubo qual è?
Fine.