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Il mondo che non vorremmo Atto II
Presentato come il seguito di "The Giver" in realtà è il racconto di un altro piccolo mondo distopico . Siamo in un futuro senza una precisa collocazione temporale, le vecchie civiltà tecnologiche sono andate distrutte, l'atmosfera è quella di un nuovo Medioevo dell'anima. Nel villaggio della giovane Kira regnano sovrani l'egoismo, la meschinità, la violenza, ogni essere umano vive per se stesso , chi non è ritenuto in grado di badare a se stesso per una qualunque menomazione fisica o un sopravvenuto impedimento , viene confinato in un misterioso posto : la landa, dove vivono "le bestie". Tutta la società vive con il continuo sottofondo di questa atavica paura , se non lavori, se ti fai male, se ti ammali verrai portato via , nella landa e li dovrai sopravvivere alle bestie, tutta la vita del villaggio è sottoposta all'insindacabile giudizio del potente consiglio dei guardiani, ognuno lotta ogni giorno per ottenere qualcosa a discapito di un altro, si collabora solo per fare del male. I bambini sono le prime vittime di questa grettezza d'animo , trattati come un fastidioso intoppo sul percorso della vita dei miserabili genitori, vengono addirittura tenuti in un recinto con i polli , a significare che la loro importanza nella società è allo stesso livello. La giovane Kira, zoppa dalla nascita e strappata alla sorte degli imperfetti solo dalla determinazione della madre, rimane orfana , e quando sembra che il suo destino sia segnato dalla sua menomazione fisica, viene insperatamente assegnata a un importante compito: dovrà restaurare la tunica del cantore. Ogni anno viene celebrata una festa durante la quale il cantore per tutto il giorno canta la storia del villaggio fin dai tempi più antichi, sul suo bastone la storia è scolpita sulla tunica è disegnata, Kira dovrà, quando sarà finita la festa, iniziare a ricamare sulla tunica la storia che il consiglio dei guardiani le detterà , la piccola Jo dovrà cantare la canzone che le verrà insegnata, il futuro è già scritto senza che la gente lo sappia .Kira ora vive in un bel palazzo dove non mancano acqua e cibo , comodità precluse agli altri abitanti del villaggio, con Thomas l'intagliatore e la piccola JO, il nuovo cantore designato. Il racconto è pieno di simbolismo, i colori , ottenuti dalla lavorazione delle piante che si trovano in natura, sono una parte integrante della storia.
Kira con l'aiuto dei suoi giovani amici e grazie al suo cuore puro e libero capisce di vivere in un mondo ingiusto , senza valori. La piccola Jo canta canzoni che le nascono dentro e sono diverse da quelle che le vogliono far imparare, Kira vuole che le sue mani ricamino una storia che non sia già scritta, quelle di Thomas intagliano seguendo un loro impulso e non a comando. Sulla tunica del cantore è sbiadito del tutto il blu, questo colore è il simbolo della speranza infatti al villaggio non si trova, ma... BUONA LETTURA!. La grande differenza con The Giver sta nella diversa scelta della protagonista su come affrontare il mondo da incubo in cui vive. Il racconto è meno patinato e affascinante e ha meno atmosfera di The Giver, è decisamente più duro con un finale aperto perchè il senso di tutto è la speranza.