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Il dramma dell'impotenza
Ancora una volta Matheson si cimenta con le paure e le ipocondrie tipicamente umane. In questo caso, il timore di scomparire.
Scott Carey è una vittima, vittima delle manipolazioni radioattive e deve scontare il suo personale inferno sulla terra. Con il ritmo ossessivo e inesorabile di tre millimetri al giorno, egli sta scomparendo dalla faccia della terra. Un'aberrazione, una situazione anomala e paradossale quella a cui Matheson ci mette di fronte. E l'occhio è puntato nuovamente sulle relazioni interpersonali, sul rapporto con l'altro, esattamente come in Io sono leggenda. Scott diventerà zimbello dei più, oggetto del ludibrio della società e uno scomodo membro della famiglia. Verrà emarginato, perché il diverso non trova posto nelle fila di una società razionale e ordinata. Allora, esautorato dal ruolo di pater familias, inizierà la lotta per sopravvivere alle mostruose presenze della cantina.
Un romanzo potente, che fatichiamo a ingabbiare nel filone fantascientifico, se non per l'irrealtà della vicenda. Ma il messaggio, l'analisi introspettiva e le tematiche affrontate sono molto sociologiche. Si parla di distanza fisica e morale, del ruolo che riveste la dignità del singolo, della lotta quotidiana per la sopravvivenza, dell'indifferenza dei più. Un romanzo assolutamente attuale, per quanto scritto nel 1956.
Consigliatissimo