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Poetico
L'ABC della fantascienza è costituito da Asimov,Bradbury,Clarke, di cui il secondo è quello più poetico; non a caso cita spesso nei suoi racconti Edgar Alan Poe. La parola fantascienza è costituita da due termini: fantasia e scienza; ma per Bradbury, forse, questo termine non è completo. In Asimov troviamo uno stile scientifico, alla Doyle, in cui il racconto è un perfetto meccanismo che stimola il ragionamento, la logica. La fantasia si applica alla tecnologia supersviluppata del futuro.
In Clarke si prova a volare con la fantasia in tempi talmente lontani dal nostro da essere forse improbabili, ma anche piacevoli per le domande che ti lasciano.
In Bradbury i racconti sono carichi di suggestioni di poesia cupa, che si insinua nelle crepe dell'umana imperfezione, svegliando paure ancestrali ben nascoste nel subconscio.
I terrestri che popolano questo romanzo sono l'archetipo dell'americano medio degli anni '40, tradizionalista, discendente dei pionieri del vecchio west, razzista e bigotto. Poi ci sono i marziani, che non sono mostri orribili con teste enormi e tentacoli elettrificati, ma sono esseri umanoidi, che però vivono in civiltà molto più evolute della nostra. Per evoluzione non si intende tecnologia, ma civiltà nel senso più nobile del termine. Particolarmente bello è il racconto in cui un padre missionario cerca di contattare dei marziani per liberarli dal peccato, ed invece ne riceve insegnamento, scoprendo che essi vivono già in uno stato di beatitudine divina.
Molto bello