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Fahrenheit 451
Qualche giorno fa, su un noto quotidiano, ho letto dell'invenzione di una televisione talmente sottile da poter essere attaccata alle pareti e ricoprirle, proprio come un quadro. Sotto l'articolo vi era l'immagine di numerosissime persone che la guardavano rapiti. E' stato come un lampo, improvviso e inquietante. Sì, perchè quella foto sembrava la concretizzaione di ciò che succedeva nel libro. Ho pensato "Se solo le persone leggessero Fahrenheit 451...".
Questo libro va letto, perchè non è un semplice romanzo, anzi. Fahrenheit 451 è l'affresco più crudo della società attuale, scritto da un genio che ha saputo indagare la società, prevedendola e raccontandocela spietatamente. Vero, il libro inizia lento (ma molto meno di tanti altri), appare surreale, onirico, incredibile. Si pensa "che catastrofista, che esagerazione, non sarà mai realtà". Questo perchè tutti siamo portati a nascondere i difetti dell'umanità, a giustificarli per non sentirci colpevoli. Ma chiudendo gli occhi saremmo irresponsabili, ed è proprio ciò che sta accadendo. Proseguendo con la lettura, infatti, ci si sente disarmati, impotenti, paralizzati dalla triste certezza che la storia del romanzo è già realtà. Fa male continuare, ma è necessario, imprescindibile. Man mano che si procede, il surreale diviene realtà, per poi divenire un' inquietante denuncia. Perchè se scompaiono i libri, scompaiono le basi della nostra società. Diventiamo schiavi, burattini interessati soltanto alla "Famiglia" (estrema degradazione di una delle reltà più solide della nostra società) e privi di qualsiasi capacità di critica. Resta però la speranza, senza la quale non si può né sopravvivere, né cambiare. Bisogna andare avanti verso nuovi orizzonti e non farsi cogliere dalla disperazione. Perchè in fondo l'uomo è consapevole dei suoi errori, e con la volontà li può correggere. Siamo solidali, sempre pronti a ripartire, ma l'obiettivo non DEVE essere ricostruire la società (e la cultura), bensì svilupparla ed accrescerla.
Fahrenheit 451, che temperatura inquietante, la temperatura a cui brucia la carta. Non vorrei mai più osservare, la forza di questi 451°F. Per fortuna l'uomo è capace di porsi domande (è proprio per la domanda "E' vero che in un lontano passato, i pompieri non accendevano il fuoco, ma lo spegnevano?" che Montang inizia ad indigare e leggere nonché dubitare): saranno le domande a salvare la nostra società, non le risposte, perché queste sono pura ingordigia. Faherenheith 451 è il mio primo romanzo distopico, ma certamente non sarà l'ultimo.
(Non mi sono dilungato sulla trama, ma quale importanza hanno la fabula e l'intreccio, quando si parla di un romanzo che trova nei fatti un pretesto per denunciare il progresso imperante e la degradazione morale-culturale?)
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Mi piace quando c'è molta analisi nella recensione.
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complimenti!