Il libro del destino
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PUNTI DI VISTA
Allora. Ho spulciato parecchie critiche prima di giungere alla conclusione che forse era il caso di esporre anche io il mio parere. Piccola premessa: ho letto questo libro qualche anno fa, a dodici anni forse.
Quando lessi "Il Libro del Destino" me lo mangiai letteralmente. Lo finii in poco più di una settimana, credo. Ero molto presa dalla trama, molto coinvolgente, e dai personaggi, semplici, è vero, ma divertenti. Mi batteva il cuore all'impazzata all'arrivo dei Mohrger, ho pianto con Eynis alla morte di Ferd, e mi sono infastidita come Bedwyr per l'atteggiamento dei suoi amici. Ma è pur vero che avevo dodici anni.
Sono assolutamente d'accordo con il parere dei più: trama scontata e vista e stra vista. Non parlerei proprio di plagio, è chiaro che Elisa Rosso (avendo comunque scritto il libro da giovanissima e amante del genere fantasy) sia stata condizionata da quel che aveva letto, e soprattutto da "Il Signore degli Anelli".
E questa ne è la prova:
Compagnia delle Cinque Razze Libere = Compagnia dell'Anello;
Mohrger = Nazgul;
Amorphi = Orchi;
Principe e Daylin = Legolas;
Galdwin = Aragorn (o perlomeno ci prova) e un po' di Gandalf;
Nabrik = Gimli (che in realtà è mille volte più simpatico, Nabrik si sa solo lamentare).
In più Eynis e Bedwyr ricordano molto gli Hobbit che devono essere scortati, Jadifh è tale e quale a Edward Cullen (bellissimo, non vuole stare vicino a Eynis-Bella per paura di farle del male, odia sè stesso e la sua natura), ma si avvicina molto anche a Jacob (che va in giro a torso nudo a causa del caldo), e il drago ricorda "Eragon". Quindi si vede benissimo che la scrittrice è stata influenzata da libri già scritti e già letti. Influenzata un po' troppo, per la mia modesta opinione.
Lasciando da parte i personaggi, vorrei analizzare la trama in sè, davvero troppo troppo scontata e piena di incongruenze:
1) Già la parola Mezzelfo stona. Non vi dice nulla? Mezzosangue in "Harry Potter", Mezzosangue in "Percy Jackson", Mezzelfo in Licia Troisi. E basta mezzi! Vogliamo personaggi tutti d'un pezzo!
2) Eynis-la-bambina-prodigio. E' veramente troppo perfetta. Non esiste che in un libro uno dei personaggi più importanti sappia fare benissimo tutto! Stufa dopo un po'. E poi non è riconducibile alla realtà. Va bene che il genere si chiama "fantasy", ma non esageriamo! Ha quattordici anni e: caccia perfettamente; sa tirare con l'arco (anche se è mille volte più pesante di lei); gira in casacca e pantaloni (ed è l'unica che non indossa la gonnella, non vi pare un po' strano?); è, naturalmente, bellissima, con un corpo perfetto e bla bla bla; ha tutti i ragazzi ai suoi piedi (compresi un futuro re come Bedwyr e un figone come Jadifh); è, ovviamente, amata da tutti (compresi lupi, draghi, e compagnia cantante); sa leggere, scrivere e parlare in elfico SENZA AVERLO MAI STUDIATO IN VITA SUA; ha le orecchie a punta ma nessuno se n'è mai accorto in quattordici anni PERCHE' ERANO COPERTE DAI CAPELLI (è nata direttamente con i capelli folti e lunghi? non li ha mai legati in quattordici anni di vita?); spuntano i fiori ovunque lei passi; sa evocare le ninfe (e chi glielo avrebbe insegnato?); e preferisco non andare avanti...
3) Eynis scopre di essere stata adottata e parte alla ricerca delle sue origini. Allora, scusate un attimo. Volete dirmi che Eynis non si era mai accorta di avere le orecchie a punta? Va bene, facciamo finta che sia normale che nessuno se ne sia mai accorto. Ma lei stessa? NON SI E' MAI GUARDATA LE ORECCHIE IN QUATTORDICI ANNI? E poi, scusatemi anche questo, arriva un completo sconosciuto che le dice "Tu hai un sacco di doti. Parti con noi!" e lei lo segue? Perchè vuole scoprire le sue origini? Lo trovo alquanto improbabile.
4) La tipa che si trasforma in uccello. Scusate ma questa non l'ho ancora capita.
5) Luoghi scontati, c'è sempre il boschetto, c'è sempre la città con due cinte di mura, c'è sempre il fiumiciattolo etc etc.
6) La battaglia dei lupi adesso COSA C'ENTRA? Non hanno già abbastanza da fare questi qui? Devono pure mettersi a fare il tifo ai lupi come se fossero squadre di calcio?
7) I dialoghi. A parte il fatto che spesso siano inutili e poco elaborati, ma io volevo soffermarmi sui segni di interpunzione. "Il Libro del Destino" è un romanzo o un fumetto? Tutti questi "?!?!?!?" "!!!" "???" da dove saltan fuori? Sono davvero insopportabili.
8) Rooth (mi dispiace dirlo perchè mi sta simpatico) è il classico amico stupidotto di chi se la tira. Di chi si crede figo ma non lo è, allora va in giro con quello brutto, grasso, scemo. La guardia del corpo di Bedwyr, inzomma.
9) Anche su Bedwyr devo spendere qualche parola. MA E' IN MENOPAUSA? No perchè sembra proprio una donna in menopausa. Cambia umore in un batter d'occhio, ce l'ha con il mondo intero, appena non si trova al centro dell'attenzione sostiene di essere escluso dagli altri. Poche manie di protagonismo, il ragazzo!
10) Infine l'avventura è un po' la solita, c'è poco o niente di originale in tutto ciò.
C'è davvero qualquadra che non cosa (scusate, non mi sono trattenuta) in questo romanzo.
Ma magari sono stata troppo pignola e ho messo i puntini su troppe i. Comunque ci sono lo stesso aspetti positivi nel "Libro del Destino" (come la rivelazione del coraggio di Rooth, o la commuovente e impressionante morte di Daylin). In qualunque caso io mi sono emozionata molto leggendolo, è veloce, leggero e piacevole, il linguaggio è semplicissimo e non pesa affatto. Alcune parti (come le descrizioni dei piani per rubare le pagine alle truppe in trasferta) sono scritte molto bene, e sono cariche di suspance. Comunque io lo consiglio (a ragazzi dai 10 ai 15 anni massimo), magari come libro da portarsi in spiaggia e leggere sotto l'ombrellone, per vivere un po' di avventura semplice e scontata, ma comunque avventura.
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Il libro del destino
In un regno lontano abitava Elisa Rosso, una sedicenne che in un giorno come tanti ha deciso di realizzare il suo sogno: diventare scrittrice. così cominciò ogni giorno a scrivere. Scrisse, scrisse, fino a quando un giorno concluse il libro. Andò allora dalla Piemme e così... In questo modo inizia la favola di Elisa Rosso, un'emergente scrittrice italiana considerata come l'erede di Licia Troisi. Purtroppo però devo dire che l'abbiamo un po' sopravvalutata. Basta leggere il Libro del Destino per capirlo. Devo ammettere che non mi dispiace come libro. La trama, anche se si riprende troppo spesso a temi già affrontati in altri fantasy, è coinvolgente, essendo semplice non pesa molto leggerlo e non mancano spunti originali. Dal punto di vista del contenuto presenta però grandi carenze: i dialoghi sono a tratti banali, i personaggi cambiano umore un po' troppo spesso e secondo me a tratti tutto gira attorno a Eynis o al suo rapporto con Bedwir. Prevedere il finale non è difficile dato che troppo spesso la Rosso lascia poco spazio all'immaginazione. Concludo dicendo che spero che la Rosso si basi sugli errori (parecchi) presenti ne "Il Libro del Destino" per migliorarsi, perché nonostante tutto i suoi libri non sono pessimi
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Il libro del destino
Questa giovane scrittrice sta inseguendo il suo sogno, cioè di metter su carta una storiella ricorrente nei suoi pensieri.
L'intento è nobile, per carità, ma c'è da dire che di narrazioni simili ce ne sono già parecchie, e dopo un pò ci si stufa di leggere sempre le medesime cose.
Eynis e Bedwyr, insieme alla compagnia delle cinque razze libere, partiranno alla ricerca di un libro capace di modificare i loro destini e quello del regno...
Inutile dire che la compagnia e la ricerca dell'oggetto magico si sono già sentiti. La trama è "classica" (per questo genere di narrazione), il linguaggio estremamente semplice; i personaggi sono fisicamente ben descritti, ma non si può dire lo stesso per ciò che riguarda il carattere. Le descrizioni dei luoghi sono sintetiche, e a volte imperfette, e la metà dei discorsi è banale o scontata. Ovviamente ci sono anche sprazzi d'originalità che non hanno nulla a vedere con i pilastri del fantasy già noti, una vena romantica marcata (eccessiva secondo me) e genealogie purtroppo troppo facili da collegare.
Ahinoi, il mistery e la suspence sono praticamente assenti.
E' una lettura leggera, adatta soprattutto per chi alle "prime armi" con i libri.
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Che schifo!
No, no e poi no. Non ci siamo per niente. Ho persino riletto due volte entrambi i libri per non avere dubbi, ma ora lo so: è il più brutto fantasy che abbia mai letto. Perchè?
1)La trama è banalissima, già sentita e risentita miliardi di volte: gli orfani alla ricerca del loro passato, la compagnia, il destino, il superkattivo, gli elfi perfettini... Insomma, basta!
2)I personaggi sono odiosi, tutti uguali, tutti con la stessa voce e profondi quanto una pozzanghera: Bedwyr e Galdwin sono uno più cretino dell'altro e si capisce subito che hanno molto in comune. Infatti, CASUALMENTE, Bedwyr è orfano e ha 15 anni, mentre Galdwin non ricorda più, sempre PER PURO CASO, i primi 15 anni della sua vita (forse a causa di un trauma...?). Jadifh (tra parentesi: che senso ha mettere quell'acca alla fine?) è il classico "Sono-bello-e-lo-so", piazzato nella storia solo perchè è figo; inoltre la storia con Eynis è identica a quella di Bella ed Edward, e per di più Jadifh sta sempre a torso nudo per il caldo come Jacob... Gli elfi sono perfetti come quelli di Tolkien. Pseudos è un cattivo piuttosto inverosimile, e inoltre i Mohrger (ma per caso la Rosso ha la sindrome da Sonohra??) e gli Amorphi ricordano troppo i Nazgul. Per non parlare di Eynis, poi! Su di lei avrei così tante cose da dire che potrei scriverci un romanzo! Si è mai vista una Mary-Sue più Mary-Sue di lei (escludendo Nihal)?
I nomi scelti per i personaggi, tanto per cambiare, sono troppo stile "Signore degli Anelli", ma con una sostanziale differenza: tutte quelle J,K,W,Y,H messe come capita li fanno suonare solo ridicoli.
3)I dialoghi fanno pena a dir poco. Sono troppo scontati ed inverosimili: che senso ha mettere tutte le volte il nome della persona a cui ci si rivolge?
4)Un altro punto debole sono gli errori logici e le incongruenze: il "piccione alato", nessuno che si accorge delle orecchie a punta di Eynis (ho letto la spiegazione di Elisa di qualche post fa, ma non mi ha convinto: visto che a Nadesh esistono gli Elfi, a qualcuno un qualche dubbio sarà pur venuto, no?), il drago che fa un volo impossibile (come caspita fa Eynis a rimanere in groppa durante un avvitamento o un giro della morte?), una biblioteca fornitissima in una città di contadini, armaioli che spuntano come funghi, Eynis che usa senza problemi un arco pesantissimo, Galdwin che prende al volo la freccia senza scorticarsi una mano, ...potrei andare avanti per ore.
5) Per concludere, il finale è pietoso: gli Amorphi saranno pure idioti, ma mi pare un po' strano che a nessuno venga l'idea di controllare le pagine del libro per vedere se sono quelle giuste e non semplici FOGLI BIANCHI! Poteva sforzarsi per trovare un finale un po' più realistico, la nostra "scrittrice prodigio"!
6)Inoltre, le scopiazzature da altri libri fantasy sono veramente troppe: le “Cinque razze libere” ricordano la Compagnia dell’anello, Eynis che va a caccia con l’arco è un’idea già vista in Eragon, Nabrik è identico a Gimli, così come gli Elfi.
Sinceramente, come fanno i fan sfegatati/e del LdD a giudicare "bellissimo" o "strepitoso" un libro pieno di errori come questi?
Comunque, spero per Elisa (e soprattutto per il povero fantasy italiano, che ormai non ha più speranze di rinascere) che il 3° libro sia un po' migliore dei primi due.
Cara Elisa, se hai 12 e rischi di scrivere libri pieni di errori perchè sei ancora inesperta nella scrittura, NON DEVI PUBBLICARE! Continua a scrivere e a cercare di migliorarti, ma non pubblicare! E' inutile pensare "Ma tanto mi leggeranno lo stesso, anche se fa schifo, solo perchè sono giovane"!
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Ingenuo ma bello
Dunque, io lo sto leggendo e sono quasi alla fine. Nel complesso mi piace, anche se presenta qualche piccola ingenuità, ma soprattutto si legge davvero tutto d'un fiato. La trama base è abbastanza semplice (draghi, elfi, tutte cose un po' viste) ma chi ama il fantasy non si stanca mai di viaggi e avventure di questo tipo. Io sono una fanatica di fantasy e lo sto apprezzando. Il personaggio di Eynis mi attira molto (d'accordo, sembra un po' una super ragazza...ma la stimo per questo! xD) anche se il mio preferito rimane Jadifh! Bella la scelta di Bedwyr come protagonista, è originale: non fa che lamentarsi e mi fa ridere spesso! Un po' meno belli tutti questi nomi troppo "Signoredeglianelliggianti", però nel complesso il libro non è male. Lo finirò, comprerò il secondo e aspetterò il terzo. Faccio i miei complimenti all'autrice, perchè è stata davvero in gamba, soprattutto per essere così giovane! Le auguro di continuare a migliorare!
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il libro del destino
libro molto piacevole a mio parere (e penso di evre letto abbastanza fantasy)... scorrevole e semplice, un fantasy a tutti gli effetti.
l'avventura non manca... i personaggi sono abbastanza ironici e il libro approfondisce anche sul carattere più che sull'aspetto di questi.
è vero che trovo molte somiglianze con i libri di altri scrittori e giustifico Elisa Rosso perchè:
il suo fantasy, a dispetto di quanto detto da alcuni, è molto bello.
perchè è giovane.
e perchè comunque nei fantasy c'è sempre un minimo di copia da quelli importanti scritti in passato.
sono d'accordo sul fatto che Eynis sia molto dotata, e forse anche più importante rispetto agli altri, ma ciò è dato anche dal fatto che lei sia un importante elfa, e quindi è ovvio che abbia queste caratteristiche.
in compenso un libro che si legge in breve tempo e con molto entusiasmo e coinvolgimento.
aspetterò comunque con ansia che esca il secondo volume.
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plagio?
la lettura di questo libro è stata senz'altro veloce e piacevole, ma vi sono parecchi difetti.
innanzitutto il fatto che è un plagio bell'e buono, perchè riunisce in se gli elementi di altre saghe fantasy già esistenti. in particolare sembra una fusione tra Il Signore degli Anelli ed Eragon. certo, ammetto che dopo il capolavoro di Tolkien sia difficile produrre un fantasy assolutamente originale, ma questo è veramente ai limiti dell'accettabile. tutti i personaggi, tutti i luoghi e tutte le situazioni non erano capaci di stupire. tutto troppo ovvio, strausato.
in aggiunta, lo stile di scrittura non era dei migliori.
resta poi il mistero del sottotitolo "L'erede di Ahina Sohul". come mai l'autrice non ha scritto "Eynis, la ragazza prodigio"? A parte il fatto di comparire per primo, Bedwir viene chiaramente drascurato in favore della "piccola Eynis".
il personaggio di Eynis non è credibile. quattordici anni, intelligente, dotata di poteri magici incredibili, più brava degli uomini in battaglia, superiore alle altre donne in gonnella, l'ultima della stirpe forse più importante degli elfi, amata da lupi e draghi, memore di luoghi che non ha mai visto, immancabilmente bellissima e corteggiata da tutti i giovincelli che le capitano sotto tiro, arriva persino a far crescere i fiorellini dove posa i piedi. e io mi chiedo... dove sta l'umanità di questa ragazza? d'accordo, è un elfo, ma è impensabile leggere questo libro senza inarcare un sopracciglio o semplicemente scoppiare a ridere di fronte alla superiorità continuamente ostentata dalla quattordicenne.
per il resto i personaggi non presentano nulla di innovativo, anche se il caso più eclatante è senz'altro quello del nano Nabrik, che chiunque avrà riconosciuto nel celeberrimo Gimli, camuffatosi sotto un falso nome Narniano.
detto questo, aspetto comunque di leggere il seguito, sperando che la crescita della giovane autrice (a cui vanno comunque riconosciuti i suoi meriti) porti a una maturazione del contenuto.
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Solo per ragazzi
Un bel libro, ma solo per bambini/ragazzi. Si sente che la scrittrice è giovane, poichè il vocabolario è un pò carente e talvolta il contenuto è banale, già visto, anche se ciò non toglie che la lettura sia scorrevole e piacevole.
Un libro molto carino per i più giovani, magari da leggere prima di avventurarsi in libri come "Il Signore degli Anelli".
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una bimba...
io ho letto tanti libri fantasy, e adoro questo genere... ma qui no! il vocabolario è bassino e lo stile inesistente, non c'è niente di personale che la contraddistingua come scrittrice. si legge velocemente ma perchè sono pagine vuote. alcune fasi sono senza senso (possibile che ogni volta che Eynis si sveglia di notte, Jadif è sempre lì bello sveglio?!?!) esiti prevedibili e banalotti. mostro che vuole ribellarsi della sua natura: jadif (simile ai vampiri di twilight che non vogliono essere assassini); compagnia delle 5 razze (compagnia dell'anello). unica nota positiva, i personaggi rispecchiano il mondo adolescenziale e i dialoghi sono coloriti.
lotta fra bene e male ovvia.
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ma per favore....
stile scarsino per confrontarsi con altri fantasy. se l'editore l'avesse pubblicato nella sua ben fornita categoria per ragazzi avrei capito, magari a fianco di Ulysses Moore o di Deltora(!) ma così non ha fatto un gran favore allla giovane autrice... certo non è tutto da buttare. la rosso è giovane, ma questo non può essere usato come una scusante... i dialoghi sono bambineschi e tutti sullo stesso taglio, per non dire della conclusione con quelle pagine vuote... bah! A volte gli scambi sono privi di qualsiasi senso. descrizioni mancanti. cadute in volo che si risolvono in tre, quattro righi e vengono subito dimenticate... unico pregio, ogni tanto, qualche battuta da manga il che appunto è un pregio ma anche un difetto perché questo nonè un manga. niente immagini in aiuto delle poche parole... non lo consiglio.
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Un Libro Unico
è fantastico. l' autrice ha usato autoironia e semplicità nella descrizione dei suoi personaggi, ma sopratutto sarcasmo.
Si potrebbe dire che la storia è sempre la stessa, il cattivo, i mostri, la ricerca e che palle!!! secondo me , però, non è così: questo libro è unico nel suo genere per le emozioni intense che vengono continuamente riprese attraverso ognuno dei personaggi. Un altro motivo, per il quale è diverso da ogni altro libro, è quello "del protagonista", cioè si potrebbe dire che sia solo Bedwyr il personaggio più importante, che debba avere lui la maggior importanza (come scritto anche nel titolo del libro).... invece no. Direi che hanno avuto quasi più rilievo i personaggi di Eynis, Jadifh e Galdwin; e questo lo ha reso unico.
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Carino, purtroppo però...
Allora, questo libro mi è stato consigliato dal mio ragazzo, che ha 16 anni, e gli è piaciuto parecchio. L'ho letto anch'io ed è piaciuto anche a me! è scritto piuttosto bene, va via veloce, e c'è molta autoironia, si capisce che l'autrice si prende in giro da sola a volte... a me stanno sulle scatole quelli che se la menano o che si prendono troppo sul serio, quindi ho apprezzato! i personaggi sono belli, mi sono piaciuti, soprattutto eynis e... jadifh! (è un figo *ç*).
ma c'è una nota dolente: la storia è sempre la stessa: il viaggio, il cattivo, gli eroi, i mostriciattoli, la ricerca! dopo un po' non se ne può più cavolo! nonostante questo però l'autrice non rende la storia banale perchè i personaggi non sono banali ed hanno un modo di porsi rispetto alla vicenda molto interessante! resta comunque il solito fantasy. Ma lo consiglio a tutti lo stesso!
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Il libro del destino
Dallo stile scorrevole, a tratti ironico. Molto visivo, sa trascinarti nelle situazioni e coinvolgere il lettore. I personaggi sono insoliti e ben tratteggiati, con qualche richiamo al mondo dei comics e dei manga. Un libro per ragazzi, ma piacevole anche per gli adulti. Si perdona volentieri qualche ingenuità... e il fatto che la vicenda non si concluda del tutto e resti in sospeso. Aspetteremo il seguito! Interessante anche per avere uno sguardo sul mondo degli adolescenti.
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