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Assumere lontano dai pasti
Sempre in cerca di libri originali, che sappiano stupirmi, mi sono imbattuta in "Sirene", consigliato come distopico decisamente insolito per tono e tematiche. Posso confermare senza dubbio che la storia immaginata da Pugno è riuscita a sorprendermi ben più di quanto mi aspettassi, e anche a disgustarmi come pochi altri titoli. E nonostante la mia voglia di originalità possa dirsi soddisfatta, temo che la sensazione di disgusto rimarrà quella predominante ora che ho concluso la lettura.
Il mondo descritto dalla cara Laura è ad un passo dall'apocalisse: le risorse della Terra sono esaurite, un'epidemia incurabile ha decimato la popolazione e vivere alla luce del sole è una condanna a morte. In questo contesto ogni nuova possibilità viene sfruttata senza ritegno, e così succede infatti alle sirene, scoperte solo da qualche decennio ma già portate quasi all'estinzione dagli umani, che le allevano a ritmi innaturali per potersi cibare della loro pregiata carne e non solo. In uno di questi stabilimenti lavora come sorvegliante Samuel, alle dipendenze della yakuza; spinto da un desiderio al quale neanche lui sa dare un nome, l'uomo si accoppia con una delle sirene, dando vita ad una nuova specie.
Sembra proprio l'inizio di una storia avvincente, vero? Sì, peccato che questo sia in pratica l'intero contenuto del libro a livello d'intreccio, e che venga dettagliatamente anticipato già nella sinossi. Ci sarebbero anche dei tentativi di rendere la trama più complessa, ma vanno a naufragare contro gli scogli del foreshadowing: come posso essere in ansia per la sorte di un personaggio, se già so per certo che è stato scoperto dai suoi nemici? Assieme ad uno stile fin troppo asettico per trasmettere un'emozione diversa dal disgusto, queste anticipazioni azzerano purtroppo la tensione narrativa.
Il disgusto è certamente voluto, e deriva non solo dalle scene raccapriccianti mostrate o raccontate, ma anche dalla caratterizzazione del protagonista. In realtà, questo è l'ennesimo mondo futuristico popolato soltanto da persone orribili, quindi il caro Samuel non dovrebbe spiccare più di tanto, invece è riuscito a nausearmi dalla prima all'ultima pagina. Ripeto, sicuramente era proprio quello l'intento dell'autrice, però a mio parere si esagera un po' con il gore, soprattutto per la ripetitività e se si tiene conto di quant'è breve il volume.
Tra un brivido e l'altro, questo titolo mi ha dato anche qualche appiglio per salvarlo. Innanzitutto scopriamo un world building forse non sempre chiarissimo ma con tanti elementi originali, in particolare nell'ottica di una fantascienza non troppo lontana dal nostro presente. Approvo poi in pieno la critica all'allevamento intensivo e all'oggettificazione femminile, rappresentata in modo abbastanza chiaro dal personaggio di Sadako come pure dalle sirene tenute in cattività dagli uomini. Rimango però convinta che -con questi spunti- si potesse fare qualcosa di più, magari strutturando una trama più articolata: le idee alla base non mancavano.
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