Dettagli Recensione

 
Berlin. I fuochi di Tegel
 
Berlin. I fuochi di Tegel 2017-06-14 16:13:48 Em
Voto medio 
 
1.5
Stile 
 
1.0
Contenuto 
 
1.0
Piacevolezza 
 
2.0
Opinione inserita da Em    14 Giugno, 2017

Una patetica imitazione

Ho letto questo libro per la scuola e l'ho trovato davvero imbarazzante. Vuole assomigliare a uno dei grandi fenomeni americani, ma ciò che ne è venuto fuori non è altro che un'ombra sbiadita. Il libro è ambientato a Berlino, anche se io non ho "sentito" Berlino attraverso la lettura, non ci sono descrizioni o dialoghi che ti teletrasportano nel luogo dove avviene la storia; e questa è la prima grande pecca. Poi, il libro modifica la storia del muro di Berlino: mi sembra una grande mancanza di rispetto.
La trama non c'è, i personaggi sono solo un nome su un pezzo di carta, non hanno personalità e non prendono vita nella mente del lettore. Il tutto sembra un orribile mix di Maze Runner (per il virus), Divergent (per le fazioni) e Hunger Games (per la sopravvivenza).
Gli autori non sono stati in grado di snodare una "trama" elementare e quasi inesistente, in quanto hanno ricorso a degli escamotage scontati e banali. Un esempio? I ragazzi non possono vivere le loro meravigliose avventure se ci sono gli adulti, i genitori, a bloccarli e ostacolarli. Gli autori decidono di toglierli di mezzo in modo facile e veloce, uccidendo tutti coloro al di sopra del 18 anni. Scherziamo? Questo virus non può esistere nella realtà (e parliamo di un libro ambientato nella realtà). Come fa un virus a colpire esattamente chi compie 18 anni?! Prima di tutto, i 18 anni sono una convenzione e non c'è un'età precisa da superare per diventare adulti, ma poi perché il virus dovrebbe colpire proprio gli adulti, con un sistema immunitario più forte, e non i bambini??? Mah!!!
Lo stile è elementare e poco incalzante, gli errori grammaticali sono un'infinità. Gli autori non sanno dell'esistenza del congiuntivo e fanno errori di ortografia a palate. Un esempio: "OK" o "Okay" nel libro è scritto "Occhei". Ogni volta che lo leggevo mi scappava una risata.
Davvero sconcertante. Una patetica imitazione dei campioni d'incassi americani.

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Per la scuola? Se il libro è così imbarazzante...
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