Dettagli Recensione
Verso l'infinito - Ottavio Pattacini
Due mondi, due culture, due stili di vita, un’unica soluzione..
“Molti erano gli ologiornalisti che avevano definito quel periodo il peggiore della storia dopo l’epidemia di peste nera del 1348”. Steve, politico di professione e figlio di un noto astronomo, proferisce questa frase emblematica a suo padre in riferimento al periodo storico in cui i due vivono. Una congiuntura complicata, in cui la politica guarda alla dèbacle della Terra cercando nel progetto Galileo la soluzione alla crisi occupazionale che la attanaglia da secoli.
Un pianeta ormai esausto, distrutto dall’indisciplinata industrializzazione che ha ingabbiato il sistema climatico in una confusione perenne tra giorno e notte: il Mondo ha, dunque, dimenticato, come una forma di ribellione alla violenza subita dall’uomo, la scansione tra la luce ed il buio che cadenza lo scorrere del tempo, ma l’alternarsi del giorni è impercettibile perchè tutte le ore sono accompagnate da una luce verdastra e fioca.
Non si scorgono più le stelle, i bei tramonti e la vegetazione, ma il Pianeta è una discarica a cielo aperto.
Siamo nel terzo decennio del XXII secolo ed, in questa cornice politico-ambientale e sociale così complicata, che sembra quasi portare agli eccessi la recessione economica che oggi, nel XXI secolo, stiamo vivendo, l’unica soluzione prospettata, a causa della fortissima disoccupazione e dell’ inquinamento che avevano innalzato il tasso di mortalità ad un livello pari a quello del XIV secolo, è rappresentata dallo spostamento della macchina industriale umana su altri Pianeti in modo da arrestare la decadenza del sistema ecologico terrestre. Tali sono i punti programmatici del progetto Galileo che prima ho citato: forse l’ultimo tentativo di riparare a secoli di sfruttamento sfrenato ed immorale. L’umanità, negli ultimi tre secoli, si è comportata come un virus che ha distrutto tutte le risorse del Pianeta, su cui ha posato lo sguardo, portandolo a trasformarsi dall’Eden biblico a deserto contaminato e privo di vita.
Proprio in questo quadro apocalittico una nuova notizia sconvolge la vita dei protagonisti e confonde le idee di tutti: la presenza di una sonda che è entrata nel nostro sistema solare di origine sconosciuta. Un oggetto, dunque, che sembra essere la risposta definitiva ed inconfutabile ad un millenario quesito che si è posto l’umanità: siamo soli nell’universo? Pur nella sua straordinarietà, questa notizia è foriera di preoccupazioni in Steve, che rappresenta la politica, e, al contrario, di entusiasmo in Samuel, suo padre, che rappresenta la scienza.
Chi ha costruito la sonda e per quale fine? Sono dei semplici esploratori o hanno delle finalità belliche? Tali fantomatici costruttori, abitanti di Adrais, sono anch’essi alle prese con una situazione ai limiti dell’estinzione. Non l’inquinamento, non la disoccupazione, ma la lenta ed inesorabile disidratazione del loro Pianeta. Una crisi così violenta che ha portato ad una pace forzata, adornata da un’altrettanta forzata cooperazione, tra le due grandi Nazioni, che fino a quel momento erano state in guerra tra secoli, e che rappresentano la razza rettiloide evolutasi su Adrais.
Cosa accadrà quando rettiloidi e umani si incontreranno braccati dall’estinzione imminente e spinti dal desiderio di sopravvivenza?
Di certo non posso rilevare altro su una trama elaborata e che procede con suspence, altrimenti toglierei il gusto della lettura di questo romanzo di esordio di Ottavio Pattacini, ma vorrei aggiungere delle considerazioni riguardanti lo stile e l’iter narrativo.
Forti sono le influenze di Asimov quanto all’interazione dei personaggi ed alla descrizione di luoghi effettivamente mai visti, come la superficie di Marte o di Titano, che risultano accurate ed assolutamente verosimili.
L’iter narrativo è alternato tra momenti di pathos fortemente emotivi e pagine in cui l’autore sembra voler dare al lettore il tempo necessario per riprendere fiato.
Essendo un romanzo d’esordio, mostra quei fisiologici limiti propri di uno stile ancora da limare, ma, nel complesso, il romanzo è adeguato a trascorrere ore immersi in un nuovo mondo che affonda nella nostra epoca attuale i semi della sua esistenza.
La grafica stampata sulla copertina, tuttavia, è più adeguata ad un testo universitario di astrofisica che ad un libro di narrativa senza profonde pretese scientifiche ed indirizzato ad un pubblico che vuole solo leggere una storia. Sarebbe stato meglio aggiungere qualche particolare, riguardante la vicenda raccontata, così da rendere più stuzzicante l’immagine di copertina.