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La corruzione del potere spirituale
“…Insomma, in alcuni casi lo Ior sembra un’autentica e impenetrabile lavanderia di denaro sporco. Il bancomat privilegiato per gli affari più spregiudicati. L’approdo sicuro per triangolare miliardi di lire nei paradisi offshore…”. In queste brevi parole si può racchiudere il senso del dossier di Gianluigi Nuzzi sui lati oscuri della banca pontificia. L’autore conduce un’accurata analisi dei circa quattromila documenti riservatissimi contenuti nell’archivio segreto di una delle figure di maggior spicco delle gerarchie dell’istituto, il monsignor Dardozzi, ormai accessibili a chiunque. Si parte dagli anni ’60: le casse vaticane non sono per niente floride e per risanarle Paolo VI si affida a Marcinkus, un prete americano in forte ascesa grazie alla spinta del cardinale Spellman, potente gestore dei rapporti tra Usa e Santa Sede. Con l’aiuto di due banchieri laici collusi con la mafia, il siciliano Sindona e il milanese Calvi, Marcinkus non solo risana il bilancio della banca, ma ne riempie le casse in maniera spropositata, grazie a tutta una serie di torbide operazioni finanziarie e di traffici illeciti di capitali tra Italia, Svizzera, Stati Uniti e Vaticano cui partecipano anche Cosa Nostra e la P2 di Gelli, con volumi d’affari incalcolabili. Quando la magistratura italiana cercherà di far luce in questa storia incontrerà diversi intoppi, primo tra tutti l’articolo 11 dei patti lateranensi che di fatto impedisce al nostro paese di giudicare e arrestare chiunque lavori nelle strutture centrali dello Stato Pontificio. Marcinkus riesce quindi a farla franca, forte soprattutto della protezione incondizionata di Giovanni Paolo II, che proprio dallo Ior attinge i fondi per finanziare il suo caro sindacato polacco antisovietico Solidarnosc e per fronteggiare l’ascesa comunista in America latina. Quando negli anni ’90 l’americano si fa da parte il testimone passa al monsignore lucano Donato de Bonis che non solo continua l’opera poco pulita del suo predecessore ma, sfruttando il nuovo statuto varato da Wojtyla che estende la clientela dell’istituto anche a laici e stranieri, lo supera creando una sorta di Ior parallelo fondato su un sistema di finte fondazioni di beneficenza e di impenetrabili conti criptati. Tra i clienti illustri spicca il nome di un certo Giulio Andreotti. Il sistema de Bonis è il mezzo con cui viene gestita la mazzetta più famosa e cospicua della storia della politica italiana: la maxitangente Enimont. Scoppia Tangentopoli e l’indagine arriva fino alle mura leonine, ma ovviamente anche in questo caso la magistratura italiana non riuscirà a far luce per intero sulla vicenda, andando a sbattere contro una porta chiusa a doppia mandata dal solito articolo 11 e da un atteggiamento di finta collaborazione da parte dei vertici vaticani che in realtà è un vero e proprio depistaggio. Deposto de Bonis si cerca di cambiare rotta, ma la situazione intorno alla banca del papa resta tuttora poco limpida. Insomma, mezzo secolo di finanza sporca mascherata da carità, operazioni illegali rimaste impunite, venerabili tonache che nascondono la verità per salvare le apparenze, personaggi in odore di santità che sapevano tutto ma non dicevano niente, uno scandalo senza precedenti i cui protagonisti non solo non vengono condannati ma appaiono ancora agli occhi della maggior parte dei fedeli cattolici come esempi da seguire,. Nuzzi racconta tutto questo basandosi sulle prove concrete derivanti dalle carte di Dardozzi e su poche e ben sviluppate supposizioni, mettendo in luce le magagne senza dimostrare avversione ideologica nei confronti della chiesa e lasciando al lettore il compito di giudicare. L’opera è ben strutturata e l’analisi abbastanza approfondita, di contro alcuni passaggi appaiono ripetitivi e meno interessanti, altri puramente tecnici possono risultare ostici a chi è poco avvezzo al mondo bancario e finanziario. Inoltre l’articolata gerarchia dello Ior e i troppi nomi di personaggi, istituti, fondazioni possono creare un po’ di confusione. Sicuramente un libro da leggere per conoscere fatti che troppo spesso vengono taciuti dai media e per rendersi conto di come denaro e corruzione vadano sempre a braccetto sia che si parli di potere temporale sia che si parli di potere spirituale.
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