Orgoglio e pregiudizio Orgoglio e pregiudizio

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graphite Opinione inserita da graphite    27 Gennaio, 2023
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L'intelligenza in punta di penna

Tra le tante certezze che gli arguti quanto spinosi ritratti dei personaggi di Jane Austen ci forniscono, la prima, almeno in ordine di lettura, è quella di una percentuale di donne ignoranti, maligne, superficiali e meschine ben più alta rispetto a quella degli uomini. Lati della personalità che, seppur deprecabili, risultano più che giustificabili in quel mondo e in quell’epoca. Soprattutto viste le poche, se non nulle possibilità che il genere femminile aveva, allora, di studiare. Ed anche in casi specifici, come quelli di donne provenienti da famiglie con ampie disponibilità economiche, i soli insegnamenti ricevuti riguardavano qualche infarinatura di disegno, musica e danza, il tutto condito da ampie specializzazioni sul ricamo. Qualche fortunata cui Madre Natura aveva concesso una bella voce poteva cimentarsi nel canto. Ma raramente si andava oltre.

Ben più rari erano i casi in cui, ad una famiglia ricca, si aggiungeva un padre illuminato che possedeva e curava in modo razionale una biblioteca di famiglia e che permetteva alle figlie di usufruirne in maniera libera. Ma anche questo non bastava perché una donna colta e libera e con ampi mezzi rischiava di perdere la propria indipendenza economica con il matrimonio. Jane Austen di questo ha piena consapevolezza così come è perfettamente cosciente del fatto che quella che ai suoi tempi era una donna che si rispetti, non doveva abbassarsi a lavorare. E chi lo faceva era oggetto, nel migliore dei casi, di commiserazione.

Basterebbe questo per capire la volontà della Austen di non voler firmare i suoi libri. Nella piccola nobiltà di provincia come anche nella famiglia di un pastore anglicano, sarebbe stato troppo sconveniente. Ma sconveniente non era, invece, la piacevole sensazione di avere soldi propri, utili non solo per le piccole spese quotidiane ma anche come possibili risparmi da investire. Ed è in questo frangente che la Austen si rende conto del fatto che le necessità della vita e la volontà di una propria indipendenza economica non possono venire a patti con la ristretta visione di una società che imponeva alla donna il solo ruolo di angelo del focolare e custode della famiglia.

Una famiglia spesso troppo numerosa per permetterle non solo di avere una vita propria ma anche di ricoprire qualsiasi altra mansione. Un compito, quello di madre, tanto impegnativo da costringere a dover ricorrere all’aiuto di una domestica, anche nelle famiglie non certo benestanti. Indubbiamente la gestione di una casa e la totale assenza di quelle che per noi sono ovvie comodità (lavatrice, acqua calda e acqua corrente) rendeva il disbrigo delle faccende domestiche una vera e propria impresa fisica.

Ma proprio qui la grande Austen è capace di compiere la sua magia, quella, come ha notato più volte Virginia Woolf, di riuscire a dare dignità alle donne evitando il pericoloso veleno della rabbia. Un rischio evitato grazie ad un antidoto che non tutti sono in grado di comprendere ed ancora meno di gestire: l’ironia. Sottilissima. Talmente sottile che è spesso impalpabile ma sufficientemente forte da permettere ai suoi personaggi di camminare nel microscopico solco che la divide dalla banalità, per di più senza cadere nel cupo risentimento e nell’astiosa rivendicazione. Un percorso funambolico che la Austen riesce a fare con delicatezza e soprattutto con magistrale agilità stilistica.

Pur non volendo soffermarsi sulla trama, che risulta essere ad una prima, superficiale lettura, un vero ricamo caratterizzato da un perfetto ed equilibrato incastro degli eventi, non si possono dimenticare alcune caratteristiche specifiche dei personaggi. Il pomposo ed irritante Mr. Collins, ad esempio, è il classico archetipo di chi, vuoto di ogni valore e privo di ogni spessore caratteriale, vive celebrando pedissequamente le ricchezze altrui, incapace di distinguere la differenza tra le cose che hanno prezzo (da lui preferite) e quelle che hanno valore (da lui ignorate). Sulla stessa falsariga Mr Collins celebra anche quella che, nel caso di Lady Catherine De Bourgh, lui definisce generosità ma che, invece, altro non è se non squallido utilitarismo.

Con Mr Collins siamo di fronte ad un personaggio talmente meschino da arrivare ad avanzare una prima, tortuosa, proposta di nozze alla sventurata Elizabeth, per di più evidenziando il fatto che la povertà della sua famiglia le avrebbe evitato altri futuri pretendenti. Un discorso misero come chi lo pronuncia e durante il quale non si fa alcun riferimento a nessun tipo di sentimento. Nemmeno un minimo accenno dettato, più che da una reale presenza, per lo meno dalla necessità di salvare quelle apparenze di cui lui stesso tanto si cura. Ma sul fronte del matrimonio, spesso nucleo pulsante di tutte le eroine austeniane, neanche Elizabeth riesce ad essere perfettamente oggettiva. Infatti nel momento in cui scopre, o per meglio dire, le viene riferito da Charlotte Lucas del suo fidanzamento con Mr Collins, Elizabeth non può fare a meno di restare delusa ed amareggiata per quello che considera una atteggiamento meschino, solo parzialmente giustificato dalla necessità di accasarsi.

Diverso, invece, sarà il suo atteggiamento nel momento in cui si accorgerà che Mr Wickam ha iniziato a corteggiare una ragazza da poco divenuta ricca ereditiera. In questo secondo caso, forse offuscata da un sentimento ancora latente, Elizabeth non solo non trova alcun biasimo ma arriva addirittura a pensare che “anche i belli, come i brutti, devono trovare di che vivere”. Forse la nostra cara Jane, pur nella sua modernità, è ancora vittima del perbenismo dell’epoca?

Ma durante la lettura i motivi di critica non mancano per nessuno, nemmeno per quel padre che, in apertura, appariva così piacevolmente sarcastico ma che, con l’avanzare della storia, si rivela essere un uomo la cui progressiva indolenza in tutti i campi ha portato allo sfacelo sia economico che educativo della famiglia. Tutti i protagonisti e gran parte dei comprimari denotano mancanze e vizi. Gli unici ad uscirne senza macchia? I Gardiner, ovvero gli zii di Elizabeth, gli unici sui quali la Austen, forse per mancanza di tempo, si è dimenticata di spargere un poco del suo delizioso, catartico veleno.

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Chiara77 Opinione inserita da Chiara77    21 Gennaio, 2023
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Elizabeth e Darcy

Jane Austen fu la figlia del reverendo George Austen: ed è questo che c’è scritto sulla lapide della sua tomaba, nella bellissima cattedrale di Winchester. Ma fu anche molto altro, per la fortuna di generazioni di lettori, fu una grandissima scrittrice.

Jane viveva nella provincia inglese, tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, aveva molti fratelli e un’amata sorella, Cassandra. La sua vita scorreva tra incombenze domestiche, balli, pettegolezzi e schermaglie d’amore. Nel frattempo scriveva. Come le eroine dei suoi romanzi viveva corteggiamenti e innamoramenti ma, al contrario delle protagoniste dei suoi libri viveva anche le delusioni tipiche della vita reale. Con occhio penetrante riusciva a cogliere le dinamiche delle relazioni umane e le rendeva materia vibrante dei suoi scritti. Ancora oggi, dopo più di duecento anni dalla data di pubblicazione, un libro come “Orgoglio e pregiudizio” ci coinvolge, ci diverte, ci appassiona; è un libro che diventa un amato compagno nelle lunghe ore dedicate alla lettura perché sa parlare alla nostra mente e sa solleticare le nostre emozioni: insomma, è un vero e proprio classico della letteratura.

Le cinque sorelle Bennet vivono con i genitori nella tranquilla provincia inglese, quando, in un normale giorno d’autunno, la quiete viene spezzata dalla notizia dell’arrivo, in una tenuta vicino alla loro, di un gentiluomo ricco e scapolo, Mr Bingley. La signora Bennet è subito presa dalla smania di riuscire a far sposare una delle figlie, più o meno tutte già in età da marito: Jane, che è bella e dolce, Elizabeth, carina e intelligente, Mary, studiosa e bruttina, e le ultime due, Kitty e Lydia, civette e sconsiderate.
Non appena avviene l’atteso incontro appare subito evidente l’attrazione e l’interesse di Bingley per Jane; ma il gentiluomo non è solo, è accompagnato da un amico, ancora più ricco ma anche antipatico e sprezzante (almeno alla prima apparenza), Mr Darcy. E fra Darcy e la spumeggiante Elizabeth scocca subito un curioso incontro-scontro; un amore-odio alimentato dall’orgoglio di lui e dal pregiudizio di lei.
L’Autrice ci conduce in questa storia come se ci facesse assistere ad una rappresentazione teatrale, la vicenda si apre con l’arrivo di Bingley e Darcy nell’Hertfordshire, da lì in poi i fatti si susseguono velocemente, non c’è spazio per lunghe descrizioni, riflessioni o digressioni: Austen ci mette di fronte ai fatti, ai dialoghi e alla caratterizzazione dei personaggi. Si susseguono eventi e colpi di scena fino al finale, in cui saranno finalmente superati l’orgoglio, la vanità e i pregiudizi individuali e sociali.

Buona lettura.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    23 Giugno, 2021
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Avevo un pregiudizio verso questo libro

Ammetto che ho affrontato questo volume con una certa cautela e diffidenza. Mi aspettavo un polpettone romantico, lento e noioso. Certo i suoi annetti li ha e pur portandoli con leggerezza si sentono. Trovo però che sia una lettura gradevole, magari diversa del solito, ma comunque capace di tenere l'attenzione del lettore, di divertire, far sorridere, e di fare sperare nel futuro.
Il romanzo ci offre inoltre un quadro interessante di un periodo in cui il matrimonio è il punto di arrivo di tutte le donne: dove si sogna l'amore ma si guarda prima di tutto al portafoglio del potenziale sposo . Dove un titolo nobiliare e una bella villa oscurano difetti fisici e caratteri spigolosi. Allo stesso tempo soprattutto per chi non ha grandi mezzi ma ci tiene a frequentare il bel mondo è la reputazione, la migliore merce di scambio. Guai a mischiarsi con personaggi dubbi. Le apparenze, e appunto il pregiudizio che possono avere gli altri sono tutto. Su quello si basano i buoni matrimoni, le amicizie che portano appoggi e infine gli affari. Un libro su cui riflettere, ma anche un libro che offre uno spaccato storico o infine pagine in cui immergersi nel completo relax per godersi una storia d'amore e sognare.

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Anna_ Opinione inserita da Anna_    25 Ottobre, 2020
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Giungo all'ultima pagina del romanzo e sorrido.

Vanità e orgoglio. Superiorità di classe e pregiudizio. Matrimonio d'amore e matrimonio di interesse: sono questi i temi di "Orgoglio e Pregiudizio" che Jane Austen definì "my own darling Child", il mio adorato Bambino. Si dedicò alla sua stesura quando aveva solo ventun'anni, anche se il romanzo rimase inedito fino al 1813.
"First impressions" era il titolo originario, che richiamava quelle prime erronee impressioni che Mr Darcy ed Elisabeth Bennet hanno inizialmente l'uno dell'altra. "È passabile, ma non abbastanza bella da tentare me; e al momento non sono dell'umore adatto per dare importanza a ragazze che sono ignorate da altri cavalieri", dice lui della secondogenita dei Bennet; dal canto suo, lei "con sentimenti non molto cordiali nei suoi confronti. Tuttavia raccontò la storia con grande spirito alle sue amiche". Pur d'accordo con la sua amica Charlotte secondo cui "non ci si può meravigliare che un giovanotto così raffinato... abbia un'alta opinione di se stesso", Elisabeth afferma "potrei facilmente perdonare il suo orgoglio, se non avesse umiliato il mio".
E saranno proprio loro, Mr Darcy ed Elisabeth, le creature letterarie più care alla Austen che della giovane Bennet dirà che è "la creatura più delicata mai stampata".

Nata e cresciuta in una famiglia con sei fratelli, vissuta a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, epoca in cui era impensabile che una donna potesse occuparsi in modo professionale di scrittura e guadagnare con essa, la Austen riflette la società del suo tempo (la socialità basata sulle visite ai vicini, i balli quali occasioni per trovare un marito, il matrimonio come mezzo affinché una donna di ceto medio-alto potesse sistemarsi) e pone la sua attenzione preminentemente sull'universo femminile offrendo una varietà di caratteri.

"Donna di intelligenza mediocre, di poco sapere e di un umore instabile", dai modi indecorosi e con l'unica preoccupazione di vedere le figlie convenientemente sposate: è Mrs Bennet, la madre di Elisabeth e delle sue sorelle.
Sono ben cinque e tutte diverse tra loro le giovani Bennet. Jane, la primogenita, è bella e amabile anche se è eccessivo quel suo credere che "tutto il mondo è buono e simpatico"; Elisabeth, Lizzy o Eliza come affettuosamente la chiamano, ha un'intelligenza vivace, è allegra ma anche troppo orgogliosa della sua capacita di discernimento che non la mette al riparo dal pregiudizio. Il legame tra le due rimarca quello che per affetto e confidenze unì Jane alla sorella maggiore Cassandra. Mary, pomposa e stupida, appare la più insignificante tra le sorelle Bennet; Catherine e Lydia, le minori, sono pigre, ignoranti e vanitose, insicura la prima e pertanto facilmente influenzabile dall'altra che è assai più frivola.

E poi c'è lei, Charlotte Lucas, che affronta il matrimonio con un pragmatismo che sorprende e delude la sua amica Lizzy che vuole innamorarsi e sposare l'uomo che ama. Come la Austen rifiutò alcune offerte di matrimonio così Lizzy rifiuta di sposare Mr Collins. (Difatti in una lettera della Austen alla nipote Fanny Knight si legge " Qualsiasi cosa è preferibile o più tollerabile dello sposarsi senza affetto"). Charlotte invece è consapevole che il matrimonio "era infatti l'unica sistemazione possibile per una giovane donna di buona famiglia e con pochi mezzi e, sebbene non desse la certezza della felicità, era pur sempre la miglior garanza contro la povertà". (Analogamente in un'altra sua lettera la Austen scrive " Le donne nubili hanno una terribile propensione a essere povere - il che è un argomento molto forte in favore del matrimonio").
La superba altezzosità, l'orgoglio e la presunzione di Lady Catherine de Bourgh, zia di Mr Darcy, superano di gran lunga quelli delle sorelle Bingley.

Anche l'universo maschile offre una varietà di caratteri. Mr Darcy è altezzoso, riservato, orgoglioso ma in realtà è generoso e di animo buono, il suo amico Bingley invece è allegro e gioviale, spontaneo e signorile. Altrettanto gioviale ma non certo onesto è Wickham. Il signor Bennet "era un miscuglio di prontezza di spirito, umorismo sarcastico, riservatezza e volubilità", "a sua moglie doveva ben poco, se non il fatto che la sua ignoranza e stupidità avevano contribuito a farlo divertire" e proprio in ciò Lizzy ravvisa la sconvenienza del suo comportamento che lo porta a rifuggire dai suoi doveri di genitore né evita di "esporre la moglie al disprezzo dei suoi stessi figli".
Mr Collins invece è il personaggio più assurdo in assoluto, un po' a metà tra il noioso e il grottesco: è un uomo di poca intelligenza, ossequioso, pomposo, servile e presuntuoso fino ai limiti del comico come nella scena della proposta di matrimonio a Lizzy.

Giungo all'ultima pagina del romanzo e sorrido. Sono sì passati oltre duecento anni da quando Jane Austen ha pubblicato il suo romanzo eppure ho il sentore che (tra gli altri) delle signore in stile Mrs Bennet, a lei vicina per l'irriducibile convinzione, pur forse fondata su motivi diversi, dell'opportunità del matrimonio per una donna, le conosco anche io.
E forse è davvero proprio questo uno dei tratti distintivi del romanzo: i suoi personaggi.
La Austen ne tratteggia di sciocchi, frivoli, romantici, generosi, superbamente orgogliosi, presuntuosi, pragmatici, bizzarri, indolenti: sbagliano, tutti e spesso, perché sono fragili e imperfetti, comuni ma non banali, non impossibili né mai troppo lontani.

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Beatricenevolo Opinione inserita da Beatricenevolo    07 Marzo, 2020
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Elizabeth power.

Jane Austen rappresenta una delle figure più importanti dell'epoca preromantica.Scrisse 8 romanzi tra cui Emma ,Orgoglio e pregiudizio e Ragione e sentimento.Avrà delle difficoltà a far pubblicare le proprie opere ma alla fine riuscirà nel suo intento .Sarà molto amata dalla sua famiglia anche se non ne formerà mai una propria. Inoltre verrà amata anche dal pubblico che la conoscerà.
Grande è la sua abilità nel descrivere i luoghi di provincia in cui i suoi personaggi vivono e portano avanti vicende varie ,ricche di peripezie e continue scoperte sia positive che negative,le quali faranno variare più volte le carte in tavola e i rapporti tra i vari protagonisti dell'opera.
Dal suo capolavoro emergono molti degli aspetti tipici della mentalità dell'epoca ,come il rito del corteggiamento,il seguente matrimonio,l'importanza che il denaro e la dote avevano all'epoca e soprattutto quanto ben poco amore fosse presente nella maggior parte dei matrimoni.
Delle signorine Bennett colpirà la diversità caratteriale che le contraddistingue e lo stesso vale per gli atteggiamenti e i modi di fare ,desideri compresi .
Affascina molto il rapporto che Elizabeth instaura con Darcy e non solo con lui ,bensì con tutti i personaggi ,in quanto è come se fosse lei la protagonista principale del romanzo e il resto dei personaggi fosse solo una cornice .
A mio avviso Jane Austen dimostra come anche nella sua epoca esistessero donne civettuole e frivole;come essere donne nobili avesse ben poco di positivo in quanto molti erano i doveri e pochi i piaceri veri e propri. Molta importanza veniva data all'aspetto materiale delle persone e poco al loro contenuto ,come ad esempio l'intelletto e la capacità di far valere le proprie ideologie e volontà. Importante è la descrizione delle emozioni ,i momenti di massima tensione e il lieto fine comune a molti dei personaggi.
Avvincente e vero questo romanzo si presenta con un linguaggio non complesso,ma al contempo curato e semplice. Rappresenta una letture molta scorrevole e piacevole.

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AsiaD Opinione inserita da AsiaD    09 Agosto, 2018
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GIRL POWER

Un titolo un po’ azzardato me ne rendo conto, ma quando leggo la Austen è la prima cosa che mi viene in mente. Mi limiterò a poche righe, non sono un’esperta né accanita fan austeniana e tanti fiumi di inchiostro sono stati già scritti da penne sicuramente più autorevoli della mia, però devo dire che dopo una prima parte per me particolarmente ostica (forse le prime 200 pagine circa) per lo stile , sicuramente unico e personale, ma comunque molto artificioso dei dialoghi che mi hanno reso la lettura poco scorrevole, una volta entrata nel mood il racconto ha preso il volo e mi è piaciuto molto; ero curiosissima di capire (perché confesso non lo avevo mai letto e non avevo mai visto un film e non avevo idea né della trama né tantomeno della conclusione) come andasse a finire tra questi due giovani innamorati inconsapevoli nonostante le incomprensioni e i fraintendimenti che hanno ostacolato il loro irto cammino d’amore.
Mi ha suscitato grandi risate il rapporto tra i genitori di Lizzy, con questo padre che non ha nessuna stima per la sua poco adorata e molto superficiale moglie e anche verso alcune delle sue frivole figlie che hanno come unico obiettivo quello di accaparrarsi un marito. Sì, devo dire che l’ho proprio adorato! E quanto è diversa da loro la nostra Lizzy, che non per niente è l’unica probabilmente ad essere nelle grazie del padre con la sua indipendenza di giudizio e la volontà di contrarre un matrimonio solo per amore (e lo testimoniano i suoi soddisfatti e molteplici rifiuti di convogliare a nozze). E’ da ciò che scaturisce il mio titolo chiaramente fuori tempo e luogo, ma che rappresenta un manifesto femminista come la Austen nel suo modo antesignano ha voluto rappresentare. Il nostro Mr Darcy a mio parere diventa un personaggio meno interessante rispetto alla protagonista femminile che ne esce come incontrastata vincitrice morale tra tutti i personaggi, perché è sì orgogliosa, ma nel modo giusto, è attenta e perspicace, è compassionevole ed è terribilmente simpatica.
Sicuramente incredibile l’opera di attualità della Austen contestualizzata tra la letteratura dell’epoca ed uno stile impeccabile.
PS: una curiosità..qualcuno mi sa dire perché i nomi dei luoghi alle volte non sono indicati per intero o sostituiti con delle *** (perlomeno nella mia edizione feltrinelli)?

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Cathy Opinione inserita da Cathy    06 Mag, 2018
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«Nulla conta se non la vita»

È una verità universalmente riconosciuta che Jane Austen sia una delle autrici più talentuose mai entrate nell’Olimpo dei grandi classici – “l’artista più perfetta tra le donne” secondo Virginia Woolf – e che Orgoglio e pregiudizio, la sua opera più nota e più amata, sia un capolavoro capace di suscitare ancora lo stesso interesse da parte di pubblico e critica a duecento anni dalla sua prima pubblicazione. Ci sarà un motivo, in fondo, se la Austen si ritrova ad essere oggetto di studio e di riflessione sui banchi scolastici e universitari. Eppure non mancano detrattori che arricciano il naso davanti alle pagine dei suoi romanzi, nella convinzione che siano soltanto storie d’amore ben scritte e che uno stile cristallino e i personaggi straordinari bastino appena a riscattare un contenuto da romanzetti rosa in vendita nelle edicole, fra intraprendenti signorine in cerca di marito, fughe d’amore, matrimoni contrastati e ricchi gentiluomini inseguiti da madri fin troppo ansiose di catturare un genero come se fosse una caccia alla volpe.
La superficie, certo, non svela nient’altro: nella piccola cittadina di Longbourn, nell’Hertfordshire, alla fine del Settecento, seguiamo le vicende sentimentali delle cinque sorelle Bennet e dei loro corteggiatori, tra i quali spiccano l’intelligente, acuta e ironica Elizabeth – alter ego dell’autrice – e l’orgoglioso, freddo, altero signor Darcy, protagonisti di una storia d’amore ormai diventata leggendaria.
Solo un romanzo rosa, dunque, per quanto scritto magistralmente, a tratti un po’ frivolo e capace di attrarre un pubblico quasi esclusivamente femminile. Ma dietro ai piccoli intrighi della buona società inglese di provincia, dietro all’eterna caccia al marito, ai balli e ai tè pomeridiani si cela qualcosa di ben più profondo.
Con Jane Austen «inizia l’epoca in cui nulla conta se non la vita». Le sue opere costituiscono uno step decisivo per lo sviluppo del “romanzo di destino”, che nasce alla fine del Settecento e diventa la forma principale del realismo per il romanzo ottocentesco, da Stendhal, a Flaubert, a Tolstoj. Esso affonda le proprie radici nel novel, la forma di narrazione che nel corso del Settecento si afferma con le sue caratteristiche – personaggi comuni collocati in contesti ordinari, ampliamento del narrabile fino a comprendere la vita particolare e gli eventi quotidiani raccontati in chiave seria e celebrati per il loro intrinseco valore – a scapito del romance, un racconto di avventure tra peripezie, stati di eccezione e protagonisti eroici o singolari. Nel romanzo di destino, naturale evoluzione del bildungsroman (il romanzo di formazione), la vita quotidiana di persone qualsiasi acquista interesse e diventa degna di essere narrata alla luce del rapporto tra desiderio e realtà: nell’incontro (o scontro) tra l’individuo, con le sue ambizioni e i suoi desideri, e il mondo esterno, si determina il destino del personaggio. E le svolte che, come uno stampo, plasmano le esistenze, «la ricerca di quella felicità privata» che è «l’unico vero dio condiviso e ancora vivo, l’unica cosa che conta davvero per gli individui moderni», si collocano proprio nel mezzo del quotidiano.
«Ad Austen interessa esclusivamente, o quasi esclusivamente, una stagione della vita: i pochi mesi o i pochi anni nei quali le eroine dei suoi romanzi, sposandosi bene o sposandosi male, diventano adulte». Per le protagoniste dei suoi romanzi, giovani donne che conducono un’esistenza limitata ai rapporti sociali tra vicini, in un mondo che non le favorisce in alcun modo e che vede nel matrimonio l’obiettivo principale dell’esistenza femminile, l’unica strada per non diventare zitelle povere, derise e mal sopportate dai familiari che dovranno farsi carico del loro sostentamento è trovare marito e neppure la narrazione briosa e vivace della Austen, a volte, è sufficiente a scacciare l’amara consapevolezza che fino a non molto tempo fa l’unica, vera svolta nella vita delle donne era proprio il matrimonio, prive della possibilità di lavorare, essere indipendenti e plasmare la propria vita liberamente. Elizabeth, Jane, Emma e le altre riescono infine a sposare l’uomo che amano e a condurre vite felici e appagate, è vero, e in fondo Jane Austen è colei che in Mansfield Park scrive: «Lasciamo che altre penne trattino del peccato e della desolazione. Abbandono simili argomenti prima possibile, impaziente di restituire a tutti coloro che non hanno gravi colpe un tollerabile conforto, e di precisare tutto il resto». Se la lettura è uno dei piaceri più grandi di cui si possa godere, tralasciando ancora una volta la superficie e cioè il lieto fine che conclude ogni romanzo, non c’è dubbio che ben poche penne siano capaci di donare conforto quanto quella di Jane.
È così che gli incontri fra vicini, i ricevimenti, i pettegolezzi nel piccolo mondo della gentry inglese acquistano un’importanza insospettabile, perché è questo e solo questo il percorso attraverso il quale una ragazza di buona famiglia può entrare nel mondo e realizzare se stessa nell’unico modo che le è concesso.
Con il romanzo di destino, un evento decisivo nella storia della narrativa occidentale, emergono pienamente aspetti impliciti nel romanzo come genere, a cominciare dal relativismo e dal prospettivismo che rendono proprio il romanzo la forma d’arte più adatta ad esprimere il particolarismo e la frammentazione della società moderna. Se ogni individuo è un epicentro fra gli altri e in quanto tale ha pieno diritto ad un punto di vista assoluto, per quanto umile possa essere la sua prospettiva, se domina una logica del microcosmo, se una vita qualunque è degna di essere narrata, se il destino di una giovane donna si decide tra un ballo e una visita di cortesia, si può affermare senza esitazione che ben pochi autori sono capaci di catturare inesorabilmente il lettore nel banale flusso della quotidianità quanto la giovane figlia di un ecclesiastico inglese di provincia vissuta ai margini di tutto ciò che è grande e maestoso, ma immersa nella stessa battaglia quotidiana che ci accomuna tutti in ogni luogo e in ogni epoca: «si tratta di essere felici in questo mondo».



Le citazioni sono tratte da:
J. Austen, Mansfield Park, Milano, Oscar Mondadori, 2013;
G. Mazzoni, Teoria del romanzo, Bologna, Il Mulino, 2011.

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FrancescoMirone Opinione inserita da FrancescoMirone    19 Settembre, 2016
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Umiltà è vanità celata

Ognuno di noi cerca una frase chiave, una frase da ricordare, durante la lettura di un romanzo. Ho trovato infatti particolarmente interessante l'analisi della ''finta modestia'' di alcuni personaggi effettuata dall'autrice. Proprio Darcy, figura centrale dell'opera, afferma : ''appearance of humility is sometimes an indirect boast''. Ciò induce a riflettere; dunque la finta umiltà può celare una vanità nascosta , è interessante poiché questo ragionamento è attualizzabile. Ciò di cui la Austen scrive, è un punto cardine della falsità dei rapporti che caratterizza anche la nostra epoca.

Tuttavia, questo grande classico si presenta come un magistrale affresco della società(inglese per l'esattezza) dell' Ottocento. Il matrimonio è ancora visto come un contratto da stipulare, deve essere vantaggioso, l'amore è in secondo piano. Ma è proprio l'amore ad essere il protagonista indiretto, il quale combatte tra l'orgoglio e il pregiudizio dei personaggi. Mr. Bingley dubiterà dei sentimenti di Jane a causa della sua indifferenza, ed Elizabeth , ingannata dall'apparenza e dal pregiudizio, crederà che Darcy abbia un atteggiamento superbo.

Dunque, l'orgoglio e il pregiudizio danno luogo ad una serie di incidenti e fraintendimenti, che costituiscono il nucleo dell'opera, sono infatti l'orgoglio e il pregiudizio a dare vita all'intreccio, entrambi i sentimenti sono caratteristici dell'animo umano. L'orgoglio può farci perdere ciò che amiamo, mentre il pregiudizio può precluderci nuove esperienze, può impedirci di cambiare la nostra vita, dandoci una visione del mondo statica.

Anche io avevo un forte pregiudizio contro questo classico, in genere ripudio i romanzi che parlano di storie d'amore, ma ho voluto provare a distruggere questo pregiudizio, con successo. Come al solito, solo gli ingenui non cambiano idea.

Per chi può, consiglio la lettura in lingua originale.

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deborino Opinione inserita da deborino    08 Giugno, 2016
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AMORE NELL'800

Voglio fare una premessa: ho letto questo libro grazie a una mia carissima amica che me lo ha consigliato essendo Jane Austen la sua autrice preferita e che ringrazio di cuore perché se non me lo avesse fatto scoprire lei, mai e poi avrei pensato di leggerlo... come succede nel libro..proprio per "pregiudizio" in quanto dal titolo e dalla copertina mi sembrava un noiosissimo libro come quelli che ti obbligano a leggere a scuola.
Ma come impariamo dalla questa storia meravigliosa, molto spesso il pregiudizio (e l'orgoglio) ci traggono in inganno e ci fanno anche perdere delle ottime occasioni che possono essere semplici, come quella di leggere un bel libro oppure molto più importanti, come quelle di perdere l'uomo o la donna della nostra vita.
Premesso questo, devo dire che, come si è già capito, ho adorato questa storia perché fa riflettere molto, proprio su questi due sentimenti che colpiscono prima o poi tutti.
Il racconto è basato sulla vita della famiglia Bennet con le loro cinque figlie, tutte diverse tra loro soprattutto nel carattere e in particolare tra queste figlie troviamo la nostra protagonista Elisabeth, una ragazza molto intelligente, razionale e allo stesso tempo sensibile e premurosa ma solo nei confronti di chi lo merita.
Si potrebbe stare ore a parlare dei vari personaggi, in particolare dei due genitori, Mr e Mrs Bennet, entrambi particolari a loro modo ma il primo molto cinico mentre la seconda completamente sognatrice e opportunista.
Ogni personaggio ha una sua caratteristica, negativa o positiva e tra questi ovviamente spicca Darcy, che crea un amore e odio verso di lui da parte del lettore.
Non voglio svelare nulla, è un insieme di intrighi tra i vari personaggi, di storie d'amore ma anche di odio, il tutto che si aggira sempre intorno al titolo.
Non fate come me che mi ero fatta prendere dal pregiudizio, leggetelo e scoprite quanto può essere differente l'immaginazione dalla realtà.

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lapis Opinione inserita da lapis    18 Settembre, 2015
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Vorrei poter tornare indietro nel tempo

Ognuno di noi ha i suoi romanzi del cuore, storie che ti hanno fatto innamorare della lettura, che ti hanno tenuta sveglia la notte, che non perdi mai la voglia di rileggere ancora e ancora e ancora per lasciarti sorprendere da qualche dettaglio o semplicemente per ritrovare il confortante gusto delle pagine tanto amate (magari dopo un periodo di brutte letture). Questo è Orgoglio e Pregiudizio per me.

Come recensire quindi il libro del cuore? Cosa rende questo libro così speciale?

L’atmosfera elegante e raffinata. La provincia inglese di fine Settecento rivive nella sua quotidianità fatta di nastri e mussoline, lavori di cucito e visite di cortesia, e lo fa senza di fatto nessuna descrizione ma lasciandosi permeare come un profumo. E niente ci sembra in quel momento più importante di un invito a un ballo.

I personaggi. A volte non bastano centinaia di pagine per delineare un personaggio, per far nascere nel lettore la voglia di immaginarlo, di immedesimarsi in lui, di capirlo. A Jane Austen basta un tratto: lo sguardo altezzoso di Mr. Darcy, una battuta compiacente di Mr. Collins, il timido contegno di Jane, l’intelligenza briosa di Elizabeth. Quel tratto svela figure vibranti e reali, dai tratti psicologici ben definiti e dai caratteri diversi. Una complessità anche un po’ da immaginare. Perché in fondo il romanzo è proprio un invito ad andare oltre la superficie delle impressioni.

L’ironia. Le convenzioni e i comportamenti sociali di questa Inghilterra Regency vengono presentati con ironia e quasi con distacco. Riesce a strappare più di un sorriso il servilismo di Mr. Collins, che ha fatto del compiacere e adulare i ricchi la propria missione, o la superbia di Lady Catherine, nata con la convinzione di poter disporre degli altri per diritto di nascita. Sembra divertente e leggero eppure proprio la distanza offerta dallo sguardo ironico suggerisce una lettura ben più profonda dei classismi e delle ingiustizie dell’epoca. Tutti i personaggi passano sotto la lente dell’ironia che ne mette in luce vizi e virtù. E nessuno ne esce perfetto: l’eroina non è la più bella del reame e l’eroe è rigidamente e aristocraticamente inamidato, ma non potrebbero piacerci più di così.

Il contrasto. Orgoglio e Pregiudizio è classificato in genere come un romanzo rosa. Un classico, di qualità, certo, pur tuttavia una storia d’amore. In realtà, a ben guardare, la componente affettiva e la convenienza economica si intrecciano in proporzioni non ben definite nei matrimoni austeniani, uomini e donne sono sempre presentati con la propria quotazione di reddito e dote in sterline e l’amore appare come una questione più di mente che di cuore. E fa la differenza che proprio quella che si considera una grandissima storia d’amore non contenga nemmeno un parola zuccherosa e che nessuno dei protagonisti ci appaia mai in balia di sentimenti e passioni. Il romanticismo è più immaginato che raccontato. Bisognerebbe spiegarlo ai produttori di romanzetti rosa di oggi.

La confezione. Per dare vita ad una narrazione piacevole ma di altissimo livello bisogna saper poi raccontare il tutto con un linguaggio accessibile ma ricercato, uno stile scorrevole ma raffinato, una penna vivace ma razionalmente intelligente. E la cosa non è così scontata.

Detto questo, non credo però che a quindici anni, quando è scoccata la scintilla con questo libro, io avessi fatto tutte queste considerazioni. E lo dimostra il fatto che il romanzo sia trasversalmente amato da persone di ogni età, cultura e nazione, valicando differenze di gusti, riflessioni di stile o di contenuto. Non mi risultano molti i libri, per di più datati di secoli, che contano siti internet tematici, fan sfegatati e una lista non solo di imitazioni ma anche di veri e propri furti di personaggi, snaturati e calati da altri autori nelle più disparate situazioni. Il dato è significativo e sinceramente non credo sia spiegabile con nessuna delle motivazioni che pur mi sono cercata di dare.

E’ una magia che solo le storie più belle sanno creare. E vorrei poter tornare indietro nel tempo per leggerlo per la prima volta, rivivendo la lettura della scoperta in cui ti chiedi cosa succederà nella prossima pagina e sbirci anche un po’ (giusto un’occhiatina) per l’impazienza di scoprire se Elizabeth incontrerà Mr.Darcy a casa di Lady Catherine e se la gita nel Derbyshire la porterà fino a Pemberly.

Come tutte le magie va presa così, senza addentrarsi oltre nell’analisi, ma tuffandosi nel piacere della lettura.

E se qualche fortunato non l’avesse ancora letto, lo consiglio di certo.

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Opinione inserita da hillary    31 Luglio, 2015

grande classico

Orgoglio e pregiudizio è uno dei sei romanzi della scrittrice Jane Austen.
Pubblicato nel gennaio del 1813, potrebbe essere considerato un frivolo romanzetto rosa che tratta di temi comuni come l'amore e il matrimonio ma, ad una lettura più attenta, ci si rende conto che questo libro è una finestra aperta da cui scrutare le mille sfaccettature della provincia inglese di fine settecento.
L'ambiente delle campagne, vede muoversi come personaggi delle vicende i signori Bennet e le loro cinque figlie, mentre cercano di accaparrarsi un matrimonio che consenta loro un futuro agiato e socialmente accettabile. Protagonisti dei fatti sono Elisabeth, figlia assennata e ragionevole dei Bennet, e il signor Darcy, l'eroe romantico che nasconde una personalità timida e dolce, dietro ad una maschera di freddezza e altezzosità. I due giovani, che si incontrano durante la stagione mondana, vivono dapprima sentimenti negativi e di disprezzo reciproco in cui, un Darcy snob e cinico definisce Elisabeth "Appena passabile ma non abbastanza bella da tentarmi”. Successivamente, in una danza di sguardi, parole appena sussurrate e incontri occasionali, il sentimento si insinua tra loro conducendoli all'amore, e rivela l'esatta chiave di lettura del romanzo, in cui emerge l'orgoglio di un uomo apparentemente freddo e distaccato, e il pregiudizio di una ragazza senza troppe pretese e troppe ricchezze, ma dal carattere sveglio e arguto, nei confronti dell'alta società e dei suoi componenti.
Intorno a loro, si alternano personaggi particolari e caratteristici, come ad esempio la signora Bennet, madre sciocca a frivola di Elizabeth che, con le sue frequenti “crisi di nervi” non perde occasione per battibeccare, con un marito ironico ed intelligente, sul futuro matrimoniale delle figlie.
Il romanzo, grande classico della letteratura inglese, procede in modo scorrevole, senza tralasciare la minuziosa descrizione delle particolarità caratteriali di ogni singolo personaggio, che rendono le vicende appassionanti e coinvolgenti. L'aspetto sarcastico della lettura, inoltre, consente una visione critica ma assolutamente reale sulla società dell'epoca, e ne restituisce un quadro frivolo e pettegolo.

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LaClo Opinione inserita da LaClo    19 Giugno, 2015
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Una società fondata sull'amore

Orgoglio e pregiudizio è in sintesi una vivace descrizione della società ottocentesca che l'autrice conosceva molto bene. In particolare s'incentra sul rapporto tra clero, borghesia e aristocrazia, rapporto che diviene complesso nella sfera matrimoniale.
Infatti, come in tutti i romanzi della Austen, al centro delle vicende si trova una questione matrimoniale che molto spesso risulta di difficile soluzione.

In questo caso il titolo stesso può far comprendere al lettore le motivazioni che rendono complicato l'amore. L'orgoglio è quello che contraddistingue la classe nobiliare, Darcy e Lady Catherine che vanno fieri della propria posizione nella società, nel loro titolo; il pregiudizio è il comportamento che si nota in ambo le parti. Infatti, Elisabeth nutre preconcetti nei confronti di Darcy e basa il suo giudizio solo su voci infondate e sulla prima impressione, chiaramente non positiva. Anche Darcy però nutre pregiudizi nei confronti di Elisabeth pensando che data la pessima condotta della madre e di due sorelle anche Elisabeth avesse il medesimo carattere.

La famiglia assume un ruolo importate perché l'autrice descrive i rapporti tra la madre e le figlie e tra padre e figlie, nonché tra marito e moglie. La signora Bennet si presenta come una donna molto permissiva con le figlie che si occupa più del matrimonio che della loro effettiva felicità mentre il padre ha dei rapporti conreti solo con le due figlie maggiori e trascura le altre tre. Nei discorsi con la moglie il signor Bennet emerge per la sua spiccata ironia e ridicolizza il comportamento della moglie. Mr Bennet in conclusione è un padre di famiglia assente, che fugge il clima familiare e femminile accettando solo Jane ed Elizabeth.

Le cinque sorelle si possono considerare come emblemi di comportamenti differenti. Le due minori Lydia e Kitty dimostrano di aver ereditato il comportamento materno e quindi sono essenzialmente frivole e superficiali. In particolare Lydia dovrà ricorrere per la sua sventatezza ad un matrimonio riparatore, senza pensare che con il suo comportamento avrebbe compromesso la già fragile situazione della famiglia. Per contrasto, Mary si attira le antipatie per via della sua troppa superbia che la spinge a sfoggiare la sua cultura e la sua presunta abilità pianistica fuori luogo creando imbarazzo a Jane e a Elizabeth. Queste sono caratterizzate da un comportamento equilibrato e corretto anche se Jane appare un po' troppo buona e senza pregiudizi per essere reale.

Il personaggio che spicca è sicuramente Elizabeth che diventa un po' un'eroina del romanzo perché sfida le convenzioni dell'epoca ed è l'unico personaggio che compia delle scelte giuste, dettate dal sentimento. Elizabeth è capace di rispettare le regole della società, infatti è sempre cortese e affabile ma non esita ad esprimere la sua opinione anche quando potrebbe essere rivoluzionaria.

I personaggi maschili sono sicuramente meno importanti rispetto a quelli femminili ma importante è la figura di Darcy che come Elizabeth compie degli errori di valutazione ma mostra dietro la sua dura corazza un cuore innamorato.
Il clero è invece ampiamente rappresentato mediante Mr Collins, il cugino dei Bennet che mostra il suo lato speculatore e poco cristiano in quanto trae godimento dalle disgrazie della famiglia Bennet. L'aristocrazia, oltre a essere rappresentata da Mr Darcy è anche raffigurata da Lady Catherine che è il personaggio più tradizionalista,colei che non vuole staccarsi dalle convenzioni e accettare un matrimonio tra un nobile e una borghese.

I personaggi quindi diventano lo specchio della società, una società che non ha molte attrattive per il lettore moderno, una società in cui balli e conversazioni sono l'unico passatempo per le donne e dietro questo aspetto si può scorgere una lieve critica da parte dell'autrice.
Lo stile è molto scorrevole e l'abilità dell'autrice emerge nei dialoghi nelle allusioni e nei pensieri che caratterizzano i personaggi.

In conclusione si tratta di un romanzo che apparentemente potrebbe sembrare un racconto rosa, ma dietro questa illusoria apparenza si nasconde una critica sociale e una rande rivolta nei costumi, una grande rivoluzione dell'amore e del matrimonio.

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F.Angeli Opinione inserita da F.Angeli    08 Novembre, 2014
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PRIDE AND PREJUDICE

"È una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo provvisto di un ingente patrimonio debba essere in cerca di moglie."

Una semplice frase d'esordio che racchiude in sé l'essenza del libro, animata da una comune situazione familiare che dà vita a una grandiosa opera. Semplicità è la parola d'ordine della Austen, grazie alla quale riesce a far emergere in maniera esemplare una rappresentazione magnifica della società inglese a lei contemporanea.
Le vicende delle sorelle Bennet fungono dà modello per esprimere le ideologie della Austen: nella ricerca del marito ideale incapperanno in diverse difficoltà, dovute proprio all'orgoglio e al pregiudizio. Le apparenze si rivelano false, e l'errore di fidarsi di esse hanno effetti punitivi e spesso stimolano la crescita interiore verso nuove consapevolezze. È sbagliato interessarsi a una persona soltanto per le sue ricchezze, e allo stesso tempo è sbagliato non amarla per la sua posizione sociale inferiore rispetto alla propria. Sono tematiche che emergono in maniera eccelsa e potente: lo stile della Austen riesce a far empatizzare col personaggio grazie all'uso dell'ironia, e di una forte capacità di delineare le sensazioni, le percezioni e le emozioni dei personaggi. Jane Austen ha inoltre la particolarità di non descrivere per niente o quasi i paesaggi e le ambientazioni in cui si svolgono le vicende dei protagonisti.
Inganni, soldi e parenti perfidi saranno gli ostacoli principali dei nostri protagonisti: emozioni contrastanti, momenti difficili e indecisioni saranno suscitati a causa di ciò, ma il tutto confluirà in uno splendido finale a lieto fine.

QUESTA è una vera storia d'amore, non tutte quelle "cose" commerciali che si vendono in giro quali "Uno splendido disastro" o altra roba simile, vergognosamente sempre presenti nelle classifiche dei libri più venduti. Perfetto a dir poco. Non assegno cinque stelle al libro per una semplice questione di piacevolezza che è relativa, l'unica cosa che non ho apprezzato di questo libro è la sequenzialità con cui vengono descritte alcune scene, ma ovviamente non per mancanza dell'autrice. Il vero voto si vede dallo stile e dal contenuto, 5 e 5. Un capolavoro!

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Mian88 Opinione inserita da Mian88    01 Ottobre, 2014
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Un classico di alto livello

Mentre Mrs Bennet viene descritta come una donna priva di delicatezza ed eleganza, intellettualmente scarsa e mossa della ovvia e naturale necessità di trovare un marito ad almeno una delle sue 5 figlie per salvaguardare la proprietà terriera; Mr. Bennet è un brillante e rispettato gentiluomo, il cui lato ironico spicca indiscusso tra le pagine del romanzo così come il suo particolare rapporto con la figlia Elisabeth. La vita della famiglia Bennet scorre normalmente, arricchita e riempita da lavori da svolgere in casa, problemi quotidiani e passioni che prendono campo, questo, fino a quando non fa la sua comparsa a Netherfield Mr. Bingley, il ricco e scapolo appetibile probabile candidato a nozze. Ed è così che durante un ballo Jane, maggiore delle sorelle e Mr. Bingley si innamorano. E se in primo piano emerge questo sentimento vigoroso ed ineludibile, sullo sfondo un’altra storia prende sempre più campo valorizzata dalla contrapposizione mossa tra il desiderio di Darcy, amico di Mr. Bingley e la testardaggine di Elisabeth. L’altezzoso, orgoglioso, distante e sicuro Darcy è certo di un fatto: grazie alla posizione che la sua estrazione sociale e la sua fortuna economica gli offrono, non può ricevere un rifiuto. I suoi iniziali commenti sulla famiglia Bennet, e nello specifico, su Elisabeth non sono affatto positivi. Cerca di dissuadere l’amico dalle sue intenzioni muovendo dal presupposto della relativa forza economica della giovane e mirando a sottolineare quanto questa aspirasse ad una sicurezza in tal senso. Elisabeth, la meglio delineata tra le protagoniste, non si lascia intimorire dalle sue parole prendendolo immediatamente in antipatia. Quando Darcy si arrende all’evidente sentimento d’amore che nutre nei confronti della giovane, questa non riesce a capacitarsi di come, un benestante ed affascinante, uomo come lui possa interessarsi ad una donna di umili origini quale lei è. Da qui il paradosso.
Elemento cardine del romanzo è proprio la superficialità e testardaggine genere umano di fermarsi alla prima impressione, che talvolta può essere quella giusta, altre no, il non spingersi ad una conoscenza vera della persona, il basarsi esclusivamente sui racconti e sulle dicerie per poter affermare di conoscere tutto di un individuo.
Una storia d’amore scritta ironicamente e che affronta tematiche che spogliano l’animo; una vicenda che vuol far riflettere sui propri errori facendo leva sulla perpetrante abitudine dell’umanità di vivere in bilico tra l’orgoglio e il pregiudizio. Il tratto psicologico con cui la Austen descrive i suoi personaggi è senza dubbio l’elemento che fa la differenza e qualifica il romanzo come un classico di alto livello.

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ALI77 Opinione inserita da ALI77    13 Settembre, 2014
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UN ROMANZO CHE FA ANCORA SOGNARE

Un classico è sempre un classico. E’ intramontabile, chiunque lo legga e in qualsiasi periodo storico rimane sempre affascinato e rapito da questo romanzo.
L’autrice la celeberrima Jane Austen, sa veramente catturare il lettore sebbene il linguaggio e lo stile siano degli inizi dell’Ottocento e nel pieno dell’epoca vittoriana, la scrittrice riesce a trasportarci in un mondo fatto di balli, di te’, e di ragazze che sperano di ricevere una proposta di matrimonio.
Così inizia il libro, con l’arrivo a Netherfield di due scapoli benestanti e la famiglia Bennet che vive lì vicino è in subbuglio soprattutto la signora Bennet che vorrebbe far sposare alcune delle sue figlie con un buon partito.
Le sue cinque figlie sono Elisabeth, Jane ,Mary, Lydia e Catherine, l’obiettivo della donna era quello che almeno una delle figlie avesse un matrimonio vantaggioso così per ereditare la loro tenuta di famiglia, visto che non aveva avuto un maschio.
Tra le ragazze sicuramente quelle più intelligenti, ragionevoli e a modo sono Jane ed Elisabeth.
Jane è una giovane donna di buon carattere, ben educata e quando viene affittato Netherfield dallo scapolo Mr.Bingley, tra i due scatta la scintilla anche se le cose non sono così facili.
Infatti la loro unione viene ostacolata dall’amico del ragazzo Mr.Darcy, un ricco gentiluomo che però ha un carattere assai risoluto, è pieno di sé e molto orgoglioso però è anche una persona leale, onesta e che crede nei valori morali.
Mr.Darcy non crede che Jane sia la persona giusta per il giovane, pensa che miri solo ad arricchirsi e così convince l’amico a non continuare la loro conoscenza.
Ma a sua volta Mr.Darcy combatterà il suo amore per Elisabeth, la sorella di Jane, non riesce a capacitarsi dell’idea che un uomo come lui si sia innamorato di una giovane di così umili origini, con una madre che parla a sproposito e delle sorelle minore con atteggiamenti poco consoni alla società del tempo.
Elisabeth è una ragazza intelligente sempre con la battuta pronta, anche lei capirà di essere innamorata di Mr.Darcy, ma il loro rapporto non inizia con il piede giusto e lei ha molti pregiudizi su di lui, a causa del suo carattere freddo, triste e poco socievole e anche per delle voci poco lusinghiere che le vengono riferite sul suo conto.
Al loro primo ballo lui si rifiuta di invitarla a ballare giudicandolo solamente “passabile”, Elisabeth sente per caso la conservazione che Mr.Darcy intrattiene e si sente molto delusa per le sue parole, ma questo non scoraggia il suo carattere forte e brillante. Lo giudica antipatico, vanitoso e arrogante ma si ricrederà sul suo conto quanto tempo dopo farà visita alla sua casa a Pemberley e capirà che invece, sotto quella sua facciata si rileva un uomo amabile e di cuore.
Non poco ostacoli si in frappongono tra Elisabeth e Mr.Darcy e Jane e Mr.Bingley, tutto viene corredato da moltissime lettere, da balli, cene e da lunghe conversazioni.
La prima volta che lessi questo romanzo ero un’adolescente e mi piacque molto, quest’ estate ho avuto l’occasione di rileggerlo in ebook e ho notato molti particolari che mi erano sfuggiti e mi sono stupita del fatto che nonostante il tempo passato il libro mi emoziona ancora.
Jane Austen, è a tutt’oggi una delle autrici più amate nel mondo, questo è sicuramente uno dei suoi romanzi più famosi e più letti.
Molte persone potrebbero spaventarsi dallo stile così distante dai nostri tempi, dove si comunicava con delle lunghe lettere, dove la tecnologia non si era ancora portato via tutta la bellezza dell’aspettare con ansia di ricevere notizie dal proprio innamorato o per sapere la risposta di una determinata questione.
Come non si può sognare con una storia come quella tra Elisabeth e Mr.Darcy, numerosi film sono stati realizzati su questo romanzo ma a mio avviso io mi sono immaginata i protagonisti proprio come gli attori del film del 2005.
Cosa poter dire di più, è un classico della letteratura che sa trasmettere emozioni ancora oggi e che ci regala una storia d’amore d’altri tempi, un romanzo indimenticabile e unico nel suo genere.

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Carlo Bisecco Opinione inserita da Carlo Bisecco    20 Settembre, 2013
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Una piacevole sorpresa

Orgolgio e pregiudizio è forse uno dei classici più conosciuti al giorno d'oggi e proprio per questo avevo iniziato la sua lettura un po' scettico, avendo anche sentito che trattava tutte relazioni amorose in stile Beautiful.
Nonostante ciò, dopo non molte pagine, la storia mi ha colpito e ha saputo tenermi attaccato anche per molte ore consecutive senza pause.
E' stata davvero una piacevole sorpresa la lettura di questo romanzo, perchè, seppur trattando di amori, riesce anche a dare un quadro dettagliato della mentalità, dell'uso e dei costumi dell'epoca in cui le vicende sono ambientate, quindi da potersi anche ritenere un buon contributo storico.
Lo stile è semplice e scorrevole, il contenuto a volte un po' monotono ma comunque più che accettabile. Una lettura piacevole e leggera, adatta anche come lettura sotto l'ombrellone.

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saphi Opinione inserita da saphi    03 Settembre, 2013
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Più Fitzwilliam Darcy e meno Cristian Grey

Questo libro non ha bisogno di presentazioni,celeberrima opera della scrittrice inglese Jane Austen.
Il romanzo è stato il mio primo classico e già dalla prima riga è stato amore!l'incipit è uno dei migliori che abbia letto:è verità universalmente riconosciuta che uno scapolo largamente provvisto di beni di fortuna debba sentire il bisogno di ammogliarsi.Questa frase racchiude tutto lo spirito della società di quei tempi e quindi anche del romanzo,di cui uno dei temi è proprio la ricerca di un buon partito a tutti i costi,arrivando anche a comportamenti ridicoli e inappropriati per i tempi.
Dall'incipit si avverte,a mio avviso,molto del romanzo,si avverte l'ironia della Austen,il tipo di società di cui scrive e il suo stile pungente.
Orgoglio e pregiudizio è un libro molto bello,non è diventato un classico per caso,non è affatto sdolcinato come i romanzetti rosa contemporanei e i personaggi sono indimenticabili.
Difficile da dimenticare è la signora Bennet con tutta la sua frivolezza,superficialità,il suo essere incredibilmente ottusa ,incapace di una conversazione intelligente e ossessionata dal matrimonio delle sue povere 5 figlie;vi è poi la figlia maggiore jane che è l'opposto della madre,dolce,posata e non da spettacolo di se in società nonostante la sua avvenenza;Lizzie,protagonista del libro,seconda sorella anch'essa diversa dalla genitrice,è dotata di un notevole spirito e ironia,è intelligente e solo un forte sentimento la condurebbe al matrimonio;le sorelle minori sono Mary che è ossessionata dai libri,dal pianoforte e a cui non interessano i balli,matrimoni etc;e poi Lidya e Kitty che sono sfrontate,ignorantelle e non si curano del 'decoro' da mantenere in società,tantochè Lidya causerà un forte scandalo fuggendo con uomo e portando sciagura su tutta la sua famiglia.Lady Catherine è la zia di Darcy,donna abituata a comandare forte del suo rango e non accetta dinieghi.
Anche i personaggi maschili sono degni di nota e sono altrettanto indimenticabili,Mr Collins è un personaggio grottesco,che si mette in ridicolo costantemente,uomo di chiesa,cugino delle bennet,che non esita a dedicarsi alla 'nobile' arte dell'arruffianamento nei confronti di praticamente chiunque ma in particolare nei confronti di Sua Signoria Lady Catherine de Bough,la Austen lo descrive benissimo in poche parole:un'impasto di orgoglio e di servilismo ,di vanagloria e di bassezza.
Il signor bennet è un gentiluomo che purtroppo non ha stima di sua moglie e delle figlie,apparte che di Jane e Lizzie a cui è legato da profondo affetto,a causa della sua leggerezza,ignorando i consigli di Lizzie, manda Lidya praticamente da sola e senza controllo a Brighton dove accade la fuga.
Wickham è un personaggio dalla doppia faccia si può dire,all'inizio è tutto sorrisi,moine,gentilezze e appare come un giovane onesto che ha subito un grave torto da parte di Darcy ,mettendogli tutta Meryton contro in pratica,e che per questo è entrato nell'esercito,Lizzie un po' se ne invaghisce ma tutto termina quando Wickham mostra la sua vera faccia,quella di libertino,debitore,bugiardo e causa il disonore della famiglia Bennet fuggendo con quell'oca di Lidya.
Mr Bingley è l'innamorato di Jane,uomo pacato e affettuoso ma anche abbastanza influenzabile sia dalle sorelle che dal suo amico Darcy.
Fitzwilliam Darcy è il protagonista maschile,che io personalmente amo,è un uomo che a primo acchito appare orgoglioso e sgarbato,un pò come sua zia,ma che dopo lo 'schock' del rifiuto di Elizabeth, cambia per amor suo e si rivela diverso da come era apparso;infatti,una volta che Lizzie scopre la verità sul torto che il' povero' Wickham andava sbandierando per tutta l'Inghilterra,essa stessa afferma che la loro educazione non deve essere stata condotta bene poichè uno di essi ha preso tutta la sostanza della bontà(Darcy) mentre l'altro ne aveva preso solo l'esteriorità(Wickham).
Sono personaggi a mio avviso molto ben fatti e riusciti sopratutto Mr Collins,le situazioni e i caratteri dei protagonisti sono riscontrabili ancora oggi,chi non ha mai incontrato un uomo pomposo e servile come Collins, una donna altezzosa e snob come Lady Catherine o delle ragazzine sfrontate e un pò oche come Kitty e Lidya?
Una delle mie parti preferite del romanzo è la prima proposta/dichiarazione d'amore di Darcy.
Fitzwilliam si presenta da Elizabeth e si mostra agitato,non parla e poi prende lo slancio e si dichiara:'Ho lottato invano.non ci riesco.Non posso reprimere il mio sentimento.Deve permettermi di dirle con quanta passione la ammiro e la amo.' Adoro questa dichiarazione,in cui lui si mostra a Lizzie ormai vinto dal sentimento per lei per quanto il suo amore è forte e intenso da fargli buttare alle ortiche il suo orgoglio,il dovere verso la sua famiglia e da fargli accettare come suocera e come nuore donne per cui non solo non prova la minima stima ma che disprezza;il rifiuto di Lizzie gli apre gli occhi,infatti Darcy era sicuro del 'si' della ragazza,e quando si incontrano successivamente lui si mostra com'è veramente,senza la maschera dell'orgoglio e del denaro.
Nonostante il rifiuto l'uomo continua a provare sentimenti verso di lei cercando di migliorare anche il suo carattere un po' chiuso e di mostrarsi piacevole con parenti di Elizabeth.
Darcy si innamora abbastanza velocemente di Elizabeth,colpito dal suo spirito e acume e dai suoi bellissimi occhi scuri;mentre l'innamoramento per la ragazza è un processo più lento e graduale,il suo pregiudizio verso di lui ,complici le bugie raccontate da Wickham e il comportamento nella società campagnola di Meryton tenuto da Darcy,le impedisce di trovare qualcosa che possa apprezzare e amare.
Una volta decaduti i pregiudizi e le menzogne in Lizzie nasce il sentimento che poi via via che si incontrano cresce fino a raggiungere le stesse dimensioni di quello di Darcy.
Uno dei messaggi del libro è quello di riflettere,di andare oltre la superficie,di non cedere alla prima impressione,infatti uno dei primi titoli provvisori del romanzo fu 'Prime impressioni'che sarebbe stato molto azzeccato.
Orgoglio e pregiudizio è un romanzo che non può mancare nella libreria sia di un uomo che di una donna,trovo che anche un uomo possa apprezzarlo,andando oltre l'appartenenza del libro alla letteratura rosa.
Avrò letto il romanzo almeno 10 volte,la mia prima copia era cosi rovinata dalle molte letture e dal fatto che me lo sballottavo in giro che ho dovuto ricomprarmelo in un'edizione più resistente ma dalla copertina più bruttina.
Orgoglio e pregiudizio è come se fosse la mia copertina di Linus,lo riprendo in mani spesso,quando ho finito di leggere un brutto libro e voglio quindi rifarmi gli occhi,quando ho voglia di ritrovare l'atmosfera del romanzo,di ritrovare la frivola Mrs Bennet,l'altero Darcy e Lizzie e quando non voglio essere delusa durante la lettura.
Lo consiglio vivamente a tutti

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Prelude Opinione inserita da Prelude    19 Agosto, 2013
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Un capolavoro universalmente riconosciuto

Eccezionale capolavoro di una delle autrici più amate di tutti i tempi: Jane Austen. Non è, infatti, un caso che già Virginia Woolf ( sua grande ammiratrice) la annoveri tra le scrittrici che hanno segnato indelebilmente la storia della letteratura femminile: ciò che rende "Orgoglio e Pregiudizio" un'opera che merita un posto privilegiato in qualsiasi libreria che si rispetti è il sottile e fine profilo che traccia di tutti i personaggi; quindi non solo di Elizabeth Bennet e Mr. Darcy (amore segreto di qualsiasi lettrice), ma di tutte quelle figure indispensabili che sorreggono il piccolo microcosmo che la Austen, con molta discrezione, governa. Così Mr. Collins, Mrs. Bennet, Mr. Wickham potrebbero apparire come stereotipi delle classi sociali dell'Inghilterra dell'800, ma, con maestria, l'autrice ne mette in risalto fisime, manie, paure (ricorrendo spesso ad un'ironia tipicamente femminile e che il mondo letterario fino a quel
momento non aveva ancora conosciuto.) Dunque, uomini e donne più umani che mai. Uomini e donne costantemente condizionati nei loro gesti, scelte e azioni dalla sfera sentimentale ed emozionale. Personaggi talmente verosimili da farvi dimenticare che state leggendo un romanzo, ma che vi
catapultano nelle dolci ambientazioni dello Hertfordshire .Sono convinta che anche voi vi lascerete coinvolgere nelle storie travolgenti di Lizzy e Jane e sognerete di poter chiedere di sposare l'uomo che amate al padre più affettuoso e caro della letteratura ottocentesca.

« È verità universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un
solido patrimonio debba essere in cerca di moglie »

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Raffa73 Opinione inserita da Raffa73    02 Luglio, 2013
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Capolavoro

Ho letto Orgoglio e pregiudizio tante di quelle volte che ormai nella mia mente si aggiungono nuovi dettagli, immagini vivide e sfumature sempre diverse. Ogni volta amo qualcosa di diverso rispetto alla precedente lettura, tanto che i personaggi prendono vita nel mio immaginario.
Il mio primo approccio a J. Austen fu proprio con Orgoglio e pregiudizio, ero bambina, mi innamorai di Mr Darcy e ammirai Elisabeth, volevo essere come lei e trovare un uomo come lui. Che ambizione!
Dopo qualche anno rilessi il libro pensando di provare le stesse sensazioni di innamoramento che avevo vissuto con i due protagonisti: l'antipatia, l'orgoglio di lui, il pregiudizio di lei, il conflitto interiore, la sofferta autocritica, il cambiamento, le trepidanti attese... l'amore. Mi sbagliavo, o meglio, al mio sognare adolescenziale, si aggiunse la scoperta di nuovi personaggi che la volta precedente avevo ignorato. Cominciai a provare simpatia per l'innocenza di Jane e l'insicurezza e la generosità di Bingley, antipatia per le sorelle minori e per la madre della famiglia Bennet e assoluto odio per Miss Bingely e zia lady Catherine.
Ora ogni dettaglio, ogni frase detta da qualunque personaggio di questo libro, mi affascina, mi fa sorridere e riflettere. Ho scoperto il valore di Mr Collins, un uomo servile e presuntuoso, ignorante e borioso. Le sue lettere Mr Bennet, il suo esporsi al ridicolo, i suoi parametri di giudizio, la sua morale, mi ricordano tanto molti uomini che mi si presentano nella realtà. Nulla è cambiato. La condizione femminile, le differenze sociali hanno subito qualche cambiamento, lo scenario è mutato, ma le debolezze umane sono sempre le stesse. Basti guardare l'apatia e la pigrizia di Mr Bennet, la superficialità e l'arrivismo di Mrs Bennet. Quanti genitori sono come loro, con limiti così radicati da rischiare di compromettere il futuro dei propri figli.
Mi rendo conto che la recensione di un tale capolavoro è cosa assai ardua, infatti ho voluto semplicemente esprimere le mie sensazioni. Mi scuso con chi mi leggerà, ma sappiate che è la mia prima recensione e ho scelto un romanzo su cui ci sarebbe tanto da dire.
Consiglio la lettura a chi ama dialoghi intelligenti e personaggi ben caratterizzati.

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    31 Mag, 2013
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AMARE L'AMORE E NARRARLO

L'AMORE RACCONTATO DA DONNE CHE L'HANNO CONOSCIUTO SOLO DI STRISCIO.
JANE AUSTEN PER AMORE DI UN UOMO SACRIFICA IL SUO SENTIMENTO PER IL BENE DI LUI.GRANDE AMORE, GENEROSO AMORE.
SOLO COSI' LEI AVRA' L'INDIPENDENZA INDISPENSABILE PER POTER DEDICARSI ALLA SCRITTURA.
UN AMORE PERDUTO HA CREATO UN CAPOLAVORO CHE TUTTI ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA DOVREMMO LEGGERE.
L'ORGOGLIO DI LUI PER IL SUO CETO SOCIALE, IL PREGIUDIZIO DI LUI VERSO IL CETO DELLA RAGAZZA CHE GLI PIACE.L'ORGOGLIO DI LEI, CHE SI SENTE SNOBBATA, IL PREGIUDIZIO DI LEI PER CHI SI SENTE AUTORIZZATO A SNOBBARLA. CHE GIRO.
ELIZABETH E DARCY, CHE DIRE, DUE NOMI UNA GARANZIA. IL GRANDE AMORE, DA SOGNARE.
PENSARE CHE SE NON CI FOSSERO DI MEZZO I PARENTI , FORSE I DUE SI SAREBBERO RISPARMIATI UN SACCO DI PROBLEMI.
A PARTE GLI SCHERZI, CREDO CHE QUESTO ROMANZO , CON JANE EIRE, CIME TEMPESTOSE E POCHI ALTRI SIANO IL BALUARDO DELLA LETTERATURA INGLESE DELL'800 AL FEMMINILE.
ADORABILE IL PADRE , IL SIG. BENNET, LIMPIDO, SCHIETTO, SA DIMOSTRARE STIMA E RISPETTO ALLE FIGLIE, COSA NON DA POCO A QUEI TEMPI, NEI QUALI LE RAGAZZE ERANO GINGILLI DA ESPOSIZIONE, O FATTRICI PER LA CONSERVAZIONE DELLA DINASTIA.
SI NOTA IN ELISABETH . INTUITO, INTELLIGENZA , CULTURA E UNA BUONA CAPACITA' DI DIFENDERSI DA CHI LA VUOLE SNOBBARE, PERCHE' NON HA RANGO.
INSOMMA DA LEGGERE, GRANDE CLASSICO, CON LA C MAIUSCOLA
PAOLA

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JANE EIRE
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piccicuia Opinione inserita da piccicuia    15 Mag, 2013
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Il VERO AMORE

Avevo undici/ dodici anni quando iniziai a leggere questo libro. E non vi nascondo che quando non so cosa fare o cosa leggere, è il libro che scelgo più spesso. Inoltre all'epoca non leggevo tanto. Ero più presa dalla vita circostante per badare a "sciocchezze" come i libri...
Niente di più sbagliato!
Elizabeth Bennet in persona mi avrebbe fucilata a sentir tale frase!
E infatti, fu proprio la nostra cara Lizzy a farmi cambiare idea... Perchè uscire con gente che si crede superiore a te quando hai l'opportunità di diventare superiore a loro attraverso la lettura? Il non fermarsi mai per sapere la verità?

Mi sono innamorata della penna di Jane Austen già dalla sua prima frase e mi innamoro tuttora, ogni volta che cerco di ricordarla. Parlami di uno scapolo dannatamente orgoglioso e mettici di fianco una ragazza senza dote e con un carattere da far rizzare i capelli e stai pur certa di avere tutta la mia attenzione!
Il linguaggio è ovviamente quello elaborato e aulico dell'ottocento. Lo stile molto raffinato e i personaggi piuttosto complessi.
Abbiamo un padre dai modi bizzarri (lo adoro), una madre che non sa tener a freno la lingua (se la mozzassero non sarebbe certo tutto questo gran danno), due sorelle ingenue e assai ignoranti, un'altra che ha il complesso della ragazza brutta ma che vuol essere colta e poi ci son le due sorelle maggiori: Lizzy e l'adorabile Jane.
A questi si aggiungono poi Mr Bingley (cotto a puntino di Jane), le sue due sorelle (una sposata ma comunque arcigna e l'altra zitella e davvero tanto perfida quanto brontolona) e per ultimo, ma non ultimo nel mio cuoricino, Mr Darcy!!!!
Ora inutile che vi spiego chi sia, poichè oltre alla trama molto dettagliata, ci sono stati parecchi libri e film che tendono a copiare tale figura. Fenomeno che ha preso il nome di Complesso di Darcy!
A rischio di sembrarvi antipatica, preferisco cento mila volte il Darcy originale!!!!!!!!!!!!!

"Solo il vero amore può condurmi al matrimonio, ragion per cui morirò zitella"
Questa è una delle frasi che più amo di questo romanzo. E' una frase profonda, che fa scaturire i veri sentimenti della protagonista fino a farti capire anche il suo carattere.
Pensate ad esempio, che prima di allora era d'obbligo sposarsi con l'uomo scelto dal proprio padre. Pensate che una frase del genere non sarebbe mai uscita dalla bocca di una donna se le cose non fossero cambiate.
Se le cose fossero rimaste a quell'epoca...
Ebbene, Elizabeth Bennet ha la possibilità (nuova a quell'epoca) di scegliere marito. Qualcuno che lei avesse AMATO. E il fatto che fosse certa di non avere alcuna possibilità di trovarne uno, la rende ancora più reale.
Perchè signori, siamo certi della parola AMORE? Sento i ragazzini che si giurano l'un l'altro "Ti amo, piccolo/a". Leggo libri con storie di persone che si incontrano da pochi giorni e si giurano amore eterno. Osservo gente che si tiene per mano, come simbolo della loro unione. E prego ogni giorno Dio di trovare davvero il vero amore, non per non rimanere zitella ma per non morire senza aver AMATO!
Signori, Jane Austen aveva capito tutto dalla vita!

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whasting Opinione inserita da whasting    17 Marzo, 2013
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UN LIBRO PER SOGNATORI

Ho appena finito di leggere questo libro dopo aver visto il film sette volte.
Ci sono cose aggiuntive che fanno sognare molto di più il lettore! Il film ti fa sognare, vorresti un Mr. Darcy o un Mr. Bingley, ma il libro è meglio! Tutti quei dettagli, le conversazioni, gli occhi di Lizzy considerati sublimi da Darcy... nel film è tutto dimezzato.
Non sono d'accordo sul fatto che ci si divide tra chi legge cime tempestose ed orgoglio e pregiudizio.
A me sono piaciuti entrambi, sono situazioni diverse, descrizioni diverse.
Jane Austen ci mette il sarcasmo, la Bronte è molto più cupa.
Non riuscirei mai a scegliere quale dei due mi piace di più. Per cui, basta stereotipi.
Tornando al libro, Mr. Bennet è un bel personaggio, è ironico ed allo stesso tempo dolce (solo con Lizzy). Mrs. Bennet è stolta, non sa tenere la bocca chiusa e pensa solo al matrimonio delle figlie. Dà la colpa ai suoi poveri nervi PER TUTTO.
Lydia mi dà l'idea di una mini mrs. bennet, Mary di una che resterà zitella per il resto della vita.
Charlotte è l'amica di Lizzy, che per sua sfortuna non è bella quanto Lizzy o Jane e deve sposarsi per convenienza.
Lizzy e Jane sono le mie preferite.
Jane dolce, dolcissima. Sempre a pensar bene di tutti.
Lizzy bella ed intelligente, vivace ed ironica. Una mini Mr bennet.
Mr. Bingley mi ispira fiducia, Mr. Darcy è il genere di persona che amo.
E' circondato da una corazza e fa entrare solo chi vuole.
Il resto dei personaggi mi è insignificante, lady chaterine de bourgh (o come si scrive) o Mr. wickam (o come si scrive pure lui) hanno una funzione importante nella storia, ma non mi hanno colpito più di tanto.
Appena ho finito questo libro mi sono sentita quasi innamorata, poi però il vuoto. Mi manca leggerlo, mi manca ridere ed emozionarmi. Avete presente quando un adolescente riceve il messaggio piacevole e sorride? Ecco, ogni volta che leggevo di Darcy e Lizzy o Jane e Bingley quella era la mia reazione.
Miss Bingley odiosa.
Leggetelo, merita tanto.
Se vi è piaciuto il film, figuratevi il libro!
Che poi sul libro dopo che Mr. Darcy fa la proposta si va avanti a raccontare.
Un discorso tra Mr. Darcy e Lizzy spettacolare!

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Speachless Opinione inserita da Speachless    22 Febbraio, 2013
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Da consigliare a chiunque

È stato uno tra i primi romanzi che ho letto un po di anni fa, e inutile dire che sono finita per mangiare le pagine,adorarlo e a sentirmi vuota una volta finito (l'avrò riletto migliaia di volte, non c'è neanche bisogno di dirlo).
quello che mi colpì la prima volta, ma che continua a stupirmi è il fatto che la Austen sia dannatamente brava a cogliere quello che le persone sono e trasferirlo altrettanto bene su carta. ricordo che il primo pensiero (avevo 11-12 anni la prima volta che l'ho letto) ed ero abbastanza ignorante per quanto riguarda la letteratura italiana e estera in generale, fu quello di chiedermi se lei fosse una scrittrice contemporanea, perchè non riuscivo a credere che una giovane ragazza, vissuta nell'ottocento, in nelle campagne inglesi (di conseguenza lontano dalla Mondanità di Londra), potesse in realtà rivelarsi molto più moderna e "avanguardistica" (passatemi il termine) di alcuni scrittori contemporanei. in questo libro trovo sempre un'acutezza, una sensibilità, ma forse la parola giusta è consapevolezza. Ecco, lei è consapevole di come il mondo dei sentimenti funziona, e non cerca di mascherarlo, ma anzi decide di approfondirlo. e questo a mio parere non fa altro che rendere intrigante un romanzo come questo.
le descrizioni sono sempre perfette, delicate come un foulard di seta sulla pelle, e le senti tue, per quanto quel mondo sia secoli distanti da quello che siamo oggi, io mi sono sentita come se fossi con Lizzie e Darcy durante il loro viaggio/rapporto/ penso che la parola che renda perfettamente sia "journey" = percorso.
Ho adorato Lizzie dal primo istante, e sempre in un crescendo, pagina dopo pagina. Come ho adorato Darcy (per un po ho sofferto anche della sindrome di Darcy, a 11 anni gli ormoni fanno brutti scherzi)

a questo libro ho sempre associato anche il film del 2005 di Wright "Pride and Prejudice", secondo me da vedere, perché è come se le parole della Austen fossero state messe in scena. (la parte di Lizzie che corre sotto la pioggia è qualcosa che lascia senza fiato, come il finale che mi riappacifica con il mondo).

è un libro che consiglio a chiunque.

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Baobab Opinione inserita da Baobab    30 Gennaio, 2013
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La mia Jane

Il romanzo d'amore per eccellenza, è la prima cosa che mi sento di dire se si parla di Orgoglio e Pregiudizio!
Io amo Jane, non c'è niente da fare, mi rammarico sempre che ci siano 200 anni a dividerci, credo che saremmo state ottime amiche!
Sul podio delle entità (vorrei dire persone, ma non è appropriato!) più importanti nella mia vita è decisamente al secondo posto, preceduta solo dal mio amatissimo pesce rosso, ma decisamente una posizione prima del mio compagno!
Sono anni che difendo Jane e le sue opere, troppo spesso le ho sentite definire "polpettoni" !
Emblematico è l'episodio della mia insegnate di inglese che all'esame di stato mi minaccia di farmi domande totalmente fuori tesina se porto "quella mielosa della Austen" (io ovviamente l'ho portata lo stesso, non avrei mai potuto voltarle le spalle).
Il punto è che chi dice ciò, o non ha mai letto i libri di Jane o quando li ha letti non l'ha fatto scrutando tra le righe!
Prima di tutto,va conosiderato l'ambiente sociale in cui viveva, Jane non ha conosciuto granchè il mondo, è morta giovane (anche per l'epoca), ha vissuto per la maggior parte della sua vita frequentando l'ambiente familiare ed è quindi normale che scriva di ciò che conosce meglio, le donne, i matrimoni e i meccanismi sociali che li governavano all'epoca.
La cosa che amo dei suoi libri è però proprio l'ironia che mette nello scrivere di queste tematiche senza cadere nel melenso (non ci cade mai, lo giuro, è troppo brava!)!
Già l'inizio di O&P, "È verità universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie", fà intendere che lei non è d'accordo, che lo trova assurdo, ma che si adatta.
Poteva fare altro, alla fine del settecento, che ribellarsi con la fantasia lasciando che almeno nei suoi romanzi fossero i sentimenti a decidere?
Jane è stata una donna intelligente, brillante e affascinate nata nel periodo sbagliato!

Detto questo il libro va letto!
Ma va letto a fondo, assimilando i messaggi che Jane ci manda lungo il cammino!
Lei è adorabile, amo il suo prendere spesso in giro i suoi personaggi, e il suo farlo velatamente, con delicatezza, come una mamma che sgrida e perdona subito dopo le sue creature. Non sono mai riuscita a farmi stare antipatico un personaggio di Jane, li perdono tutti alla fine (tutti tranne Kitty e Lydia va!).

Infine conlcudo dicendo, Jane e Bingley sono dolci, buoni, delicati, simpatici e puri come ci si aspetta da due personaggi secondari come si deve, mentre Lizzy e Darcy sono intelligenti, colti, determinati, tosti, passionali e tutto quello che si può volere dai due protagonisti!
Se non l'avete ancora letto, cosa state aspettando?

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Artemisia* Opinione inserita da Artemisia*    16 Settembre, 2012
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Se un pomeriggio d'estate una lettrice...

Difficile scriverne.Molto difficile.
Come iniziare? Come descrivere il sentimento che mi lega a Jane Austen?

Jane Austen, con il suo "Orgoglio e Pregiudizio", è stata il mio incipit. E' stata il mio "cicerone", la mia guida, il mio primo "amore". Senza di lei non sarei qui a scrivere parole apparentemente incomprensibili e probabilmente non avrei fatto alcune scelte che hanno condizionato il mio futuro. Non desidero addentrarmi nei particolari della trama, dell'umanità che la caratterizza, nè tanto meno della storia dell'intramontabile "Lady" perchè credo che un pò tutti abbiano spiegato in modo più dettagliato di quanto saprei fare cos'è Orgoglio e Pregiudizio e chi era Jane Austen e in quale periodo è vissuta.

Ma quei pomeriggi d'agosto di 11 anni fa, trascorsi a leggere quest'opera, come dimenticarli? E io con il corpicino afflosciato sul divano di casa con quel nuovo mondo tra le mani e la mente che volava...

Come spiegarvi la mia smania febbrile di scoprire, di leggere per la prima volta degli amori, degli intrecci di un mondo così lontano nel tempo e nello spazio? E io che mentre leggevo capivo che nasceva qualcosa dentro di me, qualcosa di cui non avrei più potuto fare a meno, che sarebbe stata una droga per tutta la vita.

Come descrivervi quella sensazione nuova, quella di immaginare il vestito di Elizabeth o il tono altero della Duchessa, o ancora lo sguardo dapprima altezzoso e poi innamorato di Mr. Darcy? E io che finalmente capivo che cos'era quel desiderio che tutt'ora rinasce ad ogni nuova prima pagina di una misteriosa avventura di carta : è l'amore per la letteratura, è quella passione che coltivo da quando quella prima volta ho raccolto Orgoglio e Pregiudizio tra i libri di mia sorella e ho pensato di essere diventata grande, ho pensato che in Elizabeth e in Darcy avrei trovato dei veri amici, ho creduto che quell'odore di carta stampata mi avrebbe accompagnata nel corso degli anni molto più di un'amica.
Da quel pomeriggio in cui ho voltato la prima pagina di questa eterna favola d'amore ho sentito di dover ringraziare Jane Austen perchè mi aveva fatto vivere la prima di tante e tante altre storie che non sono la mia, ma sono quelle dei vari Giulietta e Romeo, dei Dottor Faust, dei giovani Werther e delle coraggiose Anna Karenina.

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Forse la mia recensione non affronta troppo "Orgoglio e Pregiudizio" come romanzo in sè, quanto ciò che esso significa per me... però credo che ogni buon lettore dovrebbe conoscere (anche se credo che un lettore di sesso maschile apprezzerebbe decisamente di meno una lettura del genere) la più grande opera di questa sagace sognatrice che è stata Jane Austen.
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Mombelli Opinione inserita da Mombelli    20 Agosto, 2012
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Il trionfo dell'eleganza

Orgoglio e Pregiudizio è senza dubbio uno dei romanzi che tutti devono leggere una volta nella vita.
Non per la storia, che può risultare banale e scontata, non per lo stile, eccellente, scorrevole, pacato, tipico della Austen, ma per l'eleganza della narrazione.
I due sentimenti del titolo, l'orgoglio e il pregiudizio, sono la metafora dei due protagonisti assoluti, Elizabeth e Darcy, che, odiandosi -letteralmente- all'inizio del romanzo, si scopriranno incredibilmente attratti con l'avanzare della narrazione.
Il libro ti trasporta via dal mondo odierno, fatto spesso e volentieri di rozzezza, cattivo gusto e mediocrità, e ti lascia in una dimensione in cui anche i più piccoli gesti trasudano eleganza e raffinatezza. La stessa protagonista, Elizabeth, considerata da tutti decisamente poco aggraziata, è mille volte più elegante di tantissime realtà del nostro tempo. La Austen regala al mondo un libro-manifesto dell'eleganza e del portamento, un libro che dovrebbero prendere a modello molti personaggi dei nostri tempi.

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»мσяgαиα« Opinione inserita da »мσяgαиα«    01 Agosto, 2012
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Prime impressioni: l'orgoglio di lui e il pregiudi

Scritto tra il 1796 e il 1797, "Orgoglio e Pregiudizio" venne sottoposto, per la prima volta, ad un editore con un titolo ben diverso e che, sono sicura, molti di voi conosceranno: "Prime Impressioni". Tuttavia, non ci fu alcun esito positivo. Nel gennaio del 1813, viene pubblicato dopo una rivisitazione da parte dell'autrice. Il nuovo titolo mette subito in evidenza i temi trattati: l'orgoglio di Mr. Darcy e il pregiudizio di Elizabeth Bennet.

La vita della famiglia Bennet, composta dai genitori e dalle cinque figlie, viene animata dalla notizia dell'arrivo, nel "vicinato", di un gentiluomo. Mr. Bingley, un giovane e ricco scapolo, ha appena acquistato la dimora di Netherfield in cui si è trasferito con le due sorelle e un amico. La notizia suscita in Mrs. Bennet una frenesia da "dobbiamo accalappiarlo" che dimostrerà al lettore quanto, perdonatemi il termine, insulsa sia. La signora, infatti, ha un unico pensiero: vuole vedere tutte e cinque le figlie fare matrimoni convenienti. E' con questa idea in testa che inizia fin da subito a suggerire al consorte di presentarsi al gentiluomo. Mr. Bennet, diversamente dalla moglie, è una persona riflessiva ed intelligente. In alcune parti notiamo il suo sarcasmo e l'ironia mossa nei confronti degli atteggiamenti della moglie e di alcune delle figlie.

Spesso, leggendo e rileggendo il romanzo, mi chiedo come possano essersi "incontrati" Mr. e Mrs. Bennet. Mah...

Il primo incontro tra i due protagonisti avviene ad un ballo organizzato da Mr. Lucas. Qui, Jane attira l'attenzione di Mr. Bingley mentre Elizabeth si fa' una prima idea sull'amico del gentiluomo. Mr. Darcy appare subito come il classico damerino che pensa, forse per la sua elevazione sociale, di essere migliore degli altri (e non ci vuole molto tempo prima che gli invitati lo additano come un uomo orgoglioso e presuntuoso). Durante la narrazione, a mio parere molto equilibrata (non ci sono eccessive descrizioni lunghe e noiose) tra parte descrittiva e parlata, le prime impressioni di entrambi i protagonisti si trasformano, nonostante le molte differenze sociali e lo stesso livello d'orgoglio (forse Mr. Darcy è un tantino di più).

In un clima permeato dalla presenza di sorelle-oche, bellimbusti in divisa, un cugino inquietante ereditario di casa Bennet (ma non poteva chiedere la mano di Mary?? li avrei visti molto bene insieme) e una Duchessa che, a mio parere, dovrebbe farsi i fatti suoi invece che quelli del nipote, ecco prender vita una delle storie più romantiche del panorama letterario inglese dell'Ottocento. Inutile che vi dica quanto mi sia piaciuto. Lo stile narrativo della Austen, scorrevole e provvisto di ironia nei confronti dei luoghi comuni dell'epoca, risulta molto piacevole e di facile comprensione.

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Musica Opinione inserita da Musica    24 Luglio, 2012
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Un grande dono letterario di morale ed umanità

Non penso di esagerare nel dire che "Orgoglio e pregiudizio" è il libro più completo e denso di pienezza d'animo che abbia mai letto.
Si tratta del senso di piacevole interezza che, di pagina in pagina, induce chi legge a vivere un vero attaccamento graduale al romanzo, sino al momento della sua conclusione, perfettamente corrispondente ad una grande soddisfazione interiore, e da un punto di vista ricettivo e da un punto di vista puramente legato al piacere della lettura.
Jane Austen è un nome che non può non essere associato al genio letterario, specie se si fa riferimento all'epoca cui questo stesso genio è nato, sviluppandosi sicuramente con non poche difficoltà – considerati i limiti cui erano soggette le donne in quegli anni.
Eppure, c'è qualcosa, una grandezza d'animo impregnata di enorme creatività ed indole artistica che rende Jane Austen probabilmente impareggiabile rispetto alle sue colleghe ad essa contemporanee così come rispetto alle sue eredi letterarie.
Ciascuna persona realmente interessata alla letteratura dovrebbe conscerne la scrittura; ma credo che la sua lettura gioverebbe in primis a chi la letteratura non la ha così a cuore, perchè i suoi romanzi sono così pieni di insegnamento ed umanità, che non si potrebbe non definirle anche perle di enorme ed incondizionata morale.
Inutile concludere, quindi, con la conferma di quanto "Orgoglio e pregiudizio" sia un libro eccezionale, che merita tutte le lodi che continua a ricevere, vincendo con prevedibile facilità l' avanzare inesorabile del tempo.

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Non penso di esagerare nel dire che Orgoglio e pregiudizio è il libro più completo e denso di pienezza d'animo che abbia mai letto.
Si tratta del senso di piacevole interezza che, di pagina in pagina, induce chi legge a convincersi di un attaccamento graduale al romanzo, sino al momento della sua conclusione, perfettamente corrispondente ad una grande soddisfazione e da un punto di vista ricettivo e da un punto di vista puramente legato al piacere di leggere.
Jane Austen è un nome che non può non essere associato a genio letterario, specie se si fa riferimento all'epoca cui questo stesso genio è nato, sviluppandosi sicuramente con non poche difficoltà – visti i limiti cui erano soggette le donne in quegli anni.
Eppure, c'è qualcosa, una grandezza d'animo impregnata di enorme creatività che rende Jane Austen probabilmente impareggiabile rispetto alle sue colleghe ad essa contemporanee così come rispetto alle sue eredi letterarie.
Ciascuna persona realmente interessata alla letteratura dovrebbe conscerne la scrittura; ma credo che la sua lettura gioverebbe in primis a chi la letteratura non la ha così a cuore, perchè i suoi romanzi sono così pieni di insegnamento ed umanità che non si potrebbe non definirle anche perle di grande ed incondizionata morale.
Inutile concludere, quindi, con la conferma di quanto Orgoglio e pregiudizio sia un libro eccezionale, che merita tutte le lodi che continua ad avere a dispetto dello'avanzare inesorabile del tempo.
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giuse 1754 Opinione inserita da giuse 1754    30 Giugno, 2012
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Quando il cuore e il cervello vanno d'accordo

Leggere questo romanzo mi ha riportato indietro nel tempo, alle romantiche, fin troppo pudiche, letture della mia giovinezza. Mi sono immersa in questo immaginario corso d’acqua fresco e pulito e mi sono lasciata trasportare dalla lieve corrente delle parole.
Ho ritrovato la scrittura elegante, ma non troppo ricercata, che faceva dell’arte del narrare qualcosa di diverso dalla parlata di tutti i giorni, a volte abusata dagli autori di oggi.
Le pagine si rincorrono senza pesantezze inutili, percorrendo una trama non proprio irresistibile che però si riscatta grazie alla precisa caratterizzazione dei personaggi, con l’ironica descrizione che ne fa la Austen.
Lizzy, seconda di cinque figlie, pensa soprattutto con la propria testa, impermeabile ai canoni e ai giudizi della società inglese di inizio ottocento in cui si trova a vivere.
E’ la prediletta del compassato e disilluso padre, Mr. Bennet, che riconosce in lei l’intelligenza che, ahimè, manca sia alla moglie, sia alle ultime tre figliole, dedite unicamente all’affannosa ricerca di un marito benestante.
La primogenita Jane, pur essendo una bella persona, risulta quasi stucchevole per il nostro sentire contemporaneo, troppo “politicamente corretta” per appassionare davvero.
La Austen ci offre uno spaccato dell’ambiente in cui vive la famiglia Bennet, rappresentando con perizia i verdi paesaggi inglesi, i rapporti sociali improntati al classismo tra i nobili e gli altri, le feste in cui la rivalità tra donne si accende per accaparrarsi i favori dei maschi papabili.
Stranamente non insiste nella descrizione degli abiti, dal che deduco che non fossero proprio la sua passione, dimostrandosi anche in questo un personaggio femminile atipico, come d’altronde lo è la sua protagonista Lizzy, in cui l’autrice probabilmente si identifica.
Esemplificativo, a questo proposito, l’episodio in cui per recarsi presso la residenza dei Bingley ad assistere la sorella Jane, Elizabeth non esita a inzaccherarsi, incurante del suo aspetto che invece scandalizzerà le Bingley. Ma forse, e significativamente, è proprio da questo momento che Mr. Darcy se ne innamorerà in maniera irreversibile.
Descrive la protagonista preferita come carina, ma non bellissima, premurosa nei confronti della famiglia, ma non esente dal senso critico che la porta a metterne in discussione parecchi comportamenti. La sua arma vincente è decisamente il cervello. Si permetterà di rifiutare due pretendenti, salvo ripensarci per sposare l’ultimo, che oltretutto rappresenta quanto di meglio offre il mercato. Alto, bello, di gran classe e , manco a dirlo, ricco a palate.
La storia tra lei e Mr. Darcy finirà con il far crescere entrambi, smussando in lui l’esagerato orgoglio che gli deriva dal nobile casato per portarlo ad imparentarsi con una famiglia di rango inferiore, e in lei il pregiudizio che le fa valutare erroneamente i comportamenti altrui.

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pitulina Opinione inserita da pitulina    21 Giugno, 2012
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L'orgoglio di lui, il pregiudizio di lei

Darcy, Darcy, Darcy per tutta la vita! Ma quanto ho adorato questo libro. Ho amato Darcy dalla sua prima "apparizione", ho amato il suo orgoglio, il suo tormento, i suoi dubbi e ho amato Lizzy nel suo porsi continuamente domande, cercare di capire chi fosse nel giusto e chi nel torto, nel suo tentare di "estromettersi" dai comportamenti poco "nobili" e rispettosi della sua famiglia, dal suo negare fino alla fine l'amore per Darcy nonostante fosse chiaro dall'inizio il sentimento che provava...odiosi i personaggi di Lady Catherine, le sorelle Bingley e Lydia (quest'ultima però ha avuto la fine che meritava).
Insomma è una bellissima storia d'amore come ne esistono poche nella realtà, e come già letto in altri commenti, descrivere "Orgoglio e Pregiudizio" lo banalizzerebbe troppo e lo renderebbe una storiella di amorucoli sempliciotta...ma non è affatto così!! BISOGNA leggerlo per capire, davvero, che libro è "Orgoglio e Pregiudizio"!
Citando "Il giovane Holden"...questo è il primo libro di Jane Austen che leggo, ma che voglia di averla come amica!!

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a chi ama i modi antichi, gli amori cortesi e immaginarsi a feste di ballo in eleganti palazzi ottocenteschi inglesi
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Yoshi Opinione inserita da Yoshi    23 Mag, 2012
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senza parole

Una mia amica questo libro lo legge ogni volta che non ha nulla da leggere e siamo arrivati a quota 7 o 8 volte. Non capendo cosa ci trovasse di bello, me lo ha regalato dicendomi "provare per credere!".
Premetto che non è il mio genere anche se ancora non so che genere predilire, ma è stato molto divertente scoprire una bellissima narrazione anche dietro questo inaspettato libro.
La storia e scorrevole e nonostante il linguaggio sia un pò retrò è molto fluido, elaborato ma comprensibilissimo (cosa che non credevo possibile, chissà perchè).
Le vicende sono spesso divertenti e rendono il lettore partecipe fino all'ultima pagina.
L'ambientazione l'ho adorata. Questi parchi enormi, la natura che sovrasta ogni cosa e associata a queste grandi ville che ora ci fanno tanto tornare ai tempi passati.
E' una storia d'amore, di intrighi ironici e divertenti, di orgoglio di classe e pregiudizi spesso sbagliati.
Mi ha emozionata e divertito, facendomi assaporare epoche lontane.
Solo dopo averlo letto ho capito come mai la mia amica lo ha letto così tante volte.

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PICCOLO P. Opinione inserita da PICCOLO P.    23 Aprile, 2012
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UN PIACERE

"L'orgoglio è un difetto assai comune. Da tutto quello che ho letto, sono convinta che è assai frequente; che la natura umana vi è facilmente incline e che sono pochi quelli che tra noi non provano un certo compiacimento a proposito di qualche qualità - reale o immaginaria - che suppongono di possedere. Vanità e orgoglio sono ben diversi tra loro, anche se queste due parole vengono spesso usate nello stesso senso. Una persona può essere orgogliosa senza essere vana. L'orgoglio si riferisce soprattutto a quello che pensiamo di noi stessi; la vanità a ciò che vorremmo che gli altri pensassero di noi.
Al di là della gradevole storia immaginata dalla grande Jane (che io suppongo attinta dalle proprie esperienze di vita) è un grandissimo piacere accarezzare con gli occhi e con la mente questo capolavoro di scrittura. Come vorrei essere in grado di scrivere con tanta delicatezza e perfezione. Appena il mio grado di preparazione sarà di livello sufficiente, sarà il primo libro che leggerò in lingua originale perchè sono convinto che si tratti di un'opera di riferimento per la lingua inglese ancora attuale. Ho da poco "Emma" sul comodino, che comincerò appena possibile.

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LE SORELLE BRONTE
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Fabiana83 Opinione inserita da Fabiana83    23 Aprile, 2012
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Dejavu Letterario

Sfogliando le prime pagine di questo piccolo capolavoro, che ha resistito ai tempi e alle mode, ogni parola, ogni frase mi rimandava a quell'immagine sbiadita della Signora March, seduta in poltrona, con le sue quattro figlie (Meg, Jo, Beth,Amy) riunite intorno al focolare, mentre legge le belle storie che le ragazze seguono in un religioso silenzio.
Da qui l'idea "un tantino" coraggiosa di pensare ad un parallelo letterario tra due grandi opere rimaste intatte fino ad oggi con il fascino della loro vicenda: "Piccole Donne" e "Orgoglio e Pregiudizio".

Lousa May Alcott scrisse "Piccole Donne" nel 1868 e come ben sappiamo, prese a modello del romanzo la sua famiglia, se stessa, la casa in cui visse, la propria adolescenza; eppure l'opera si ispira largamente alla trama austeniana. Certamente non si tratta di un copia-incolla ben riuscito, piuttosto di una rivisitazione del capolavoro di Jane Austen in salsa americana.
Difatti la lettura in sequenza dei due romanzi si rivela stimolante perchè consente di osservare il modificarsi di un tema universale che percorre trasversalmente sia la Letteratura e sia la vita : l'amore.
L'amore non dovrebbe essere uguale a tutte le latitudini ed in tutti i tempi?
Jane Austene e Louisa May Alcott, con le loro opere, sembrano rispondere decisamente di no, perchè le due scrittrici declinano questo tema all'epoca in cui sono vissute, portando in scena esempi di società così diverse come quella inglese (a ridosso della Rivoluzione Francese) e quella americana (durante la Guerra di Secessione).

Jane Austen trasforma il suo romanzo in un ironica critica sociale attraverso cui sperimenta una conciliazione tra l'amore romantico e l'istituto sociale in cui è chiamato a realizzarsi (il matrimonio).
Su carta,viene descritta quella dura battaglia necessaria a spogliare l'individuo di ogni "armatura sociale" per consacrare l'unione di due giovani socialmente distanti (Lizzy e Darcy) ma vicini sul piano dell'intelligenza, dell'eleganza, perchè è la somiglianza culturale che porta ad una parità sociale. L'avvicinamento di due mondi così diversi (aristocrazia terriera per Darcy,borghesia per Elizabeth) passa attraverso il matrimonio ma potrà avere inizio solo quando Darcy saprà rinunciare al suo "orgoglio di classe" e si renderà generoso e timido, e quando Lizzy invece imparerà a frenare la sua natura perchè si è ormai scoperta intelligente ma troppo avventata nei giudizi.

Louisa May Alcott, con leggere pennellate tratteggia un ambiente americano non molto dissimile da quello inglese: in entrambi i casi, si tratta dell'epoca dei grandi "balli di società" dove le ragazze dovevano accogliere l'invito a ballare come una promessa di matrimonio, il pegno di un amore eterno: ecco perchè diventa fondamentale la scelta dei nastri, dei guanti e delle scarpe. Tuttavia in "Piccole Donne" la critica sociale non assume mai un ruolo primario e cede il passo all'aspetto educativo e pedagogico, motivo per cui ancora oggi, il piccolo capolavoro della Alcott viene considerato, a torto, solo un "romanzo di formazione", una moderna favola.

Ebbene sono entrata nelle case dei signori Bennet e March, mi sono seduta a loro fianco, li ho spiati, e ho vissuto i loro drammi. Sorprendenti sono le analogie che avvicinano due scrittrici così diverse e lontane nel tempo e nello spazio e soprattutto nel modo di rappresentare il loro mondo.

-La prima analogia attiene alla questione temporale: "Piccole Donne" si svolge in un anno, così anche le vicende della famiglia Bennet si snodano in un tempo relativamente breve.

-Si tratta inoltre dello stesso mondo familiare e tutto al femminile, anche perchè il signor March e il signor Bennet sono personaggi- ombra: il primo è lontano da casa per prendere parte alla "Guerra di Secessione" e vi farà ritorno, stanco e malato, solo alla fine del romanzo; l'altro invece è murato vivo nella sua biblioteca, difeso da una curiosa e buffa indolenza.

-Le giovanissime signorine March sono 4: la maggiore, Meg (la più carina, estremamente dolce con i suoi modi aristocratici, giudiziosa e paziente) ricorda la Jane Bennet di Orgoglio e Pregiudizio; Jo March ha la stessa intelligenza vivace, lo stesso piacere di ridere degli altri e di se, la stessa curiosità, la stessa energia di Elizabeth Bennet; Beth March vive in un mondo tutto suo, dal quale esce di rado e studia pianoforte, proprio come Mary (la bruttina di casa Bennet che si sforza ad apparire colta e a modo). Mary Bennet legge libri e ne ricopia parti intere, mentre Amy March, "la piccola Raffaello di casa" ha uno spiccato talento artistico e si diverte a copiare fiori e paesaggi. Tuttavia, entrambe hanno già un opinione alta di se e volutamente cercano di inserire nei loro discorsi vocaboli o concetti difficili.
Kitty e Lydia sono le figlie sciocche dei signori Bennet, con l'inguaribile vizio di correre dietro agli ufficiali. In particolare, Lydia, la più giovane, ha una vitalità prorompente che spesso si traduce in sfacciataggine e in spavalderia. Sarà lei a dare scandalo

- Entrambe le famiglie vivono un disagio di carattere economico: i March hanno conosciuto l'agiatezza ma per aiutare un amico in difficoltà, hanno perso tutto ritrovandosi quasi nella miseria. Una condizione tuttavia che viene vissuta da tutta la famiglia con estrema dignità e coraggio.
Il patrimonio del signor Bennet consiste in una proprietà terriera che rende 2000 sterline all'anno ma sfortunatamente per le figlie, la proprietà in mancanza di un erede maschio è vincolata ad un lontano parente (signor Collins). Il rischio che le donne di casa possano ritrovarsi senza un tetto sulla testa viene vissuto con angoscia e timore, soprattutto dalla Signora Bennet.

-Le piccole donne non avrebbero mai potuto desiderare una madre migliore della signora March, una donna dall'aspetto benevolo, saggia, altruista, e sempre pronta a dispensare ottimi consigli alle figlie.
La signora Bennet invece è una donna di scarsa cultura, invadente ed imbarazzante, pettegola,sprovvista di tatto e di decoro, il cui unico scopo è quello di assicurare alle figlie un matrimonio "redditizio".

-Proprio nel modo che le due madri hanno di educare, di avviare alla vita le loro figlie, si registra uno scarto incolmabile tra i due racconti:
emblematiche le parole pronunciate dalla signora March, in vista del matrimonio di Meg con un giovane insegnante privo di mezzi: "Sono contenta di vedere Meg cominciare modestamente perchè se non mi sbaglio,possiederà con ricchezza il cuore di un uomo ONESTO, e ciò vale quanto un capitale".
La signora Bennet invece accoglie in casa, con un inspiegabile cortesia, l'ufficiale Wickham, un TRUFFATORE che aveva attentato all'onore della giovane Lydia e che si era risolto a sposarla solo dopo aver ricevuto la rassicurazione che ogni suo debito verrà saldato.
E ancora, la signora March, sempre a proposito del matrimonio della sua figlia maggiore: "sarei contenta di sapere che il signor Brook riesce a procurarsi un buon lavoro, che gli frutti una rendita sufficiente a non far debiti e a procurare una vita comoda a Meg. Non ho l'ambizione che le mie figliole trovino fortune straordinarie,posizioni aristocratiche o grandi nomi."
Di altro tenore le parole della signora Bennet quando apprende del fidanzamento di sua figlia Lizzy con il signor Darcy : "Come sarai ricca e importante! Quanti soldi, quanti gioielli, quante carrozze avrai.Sono così contenta, così felice! 10 mila sterline all'anno e probabilmente di più. Quel Darcy vale quanto un Lord".
"Meglio avere figlie zitelle e felici che mogli sfortunate o ragazze indecorose alla ricerca di un marito", questo è il motto della signora March, ben lontano dal mondo della signora Bennet dove il decoro non vale mai quanto un "perfetto matrimonio".

-Altra differenza: mentre le signorine Bennet amano oziare e divertirsi, le donne March lavorano.
La stessa signora March ha trovato un occupazione in un laboratorio di sartoria. Meg, grazie alla sua cultura scolastica e alla sua buona educazione, lavora come istitutrice presso la famiglia King; Jo è la dama di compagnia della zia March e Beth è l'angelo del focolare.
E' proprio la signora March a spiegare alle sue figlie, attraverso un efficace "esperimento", quello che accade in casa, quando ognuno pensa a se stessa, scegliendo di non essere collaborativa. "Il lavoro è benefico, fa been alla salute e allo spirito e procura un senso di forza e di indipendenza molto più di quanto ne procurino il denaro e la società".
Neanche a dirlo, diversa è l'opinione della signora Bennet che aspramente redarguisce il povero signor Collins colpevole di aver anche solo pensato che quel pranzo fosse stato preparato da una delle signorine. In risposta, la signora Bennet precisa che quella è un incombenza che spetta alla cuoca, non alle sue figlie.
Ma ancora più paradossale è quello che accade nel "campeggio Laurence" quando il signor Brook mette a tacere una giovane inglese, che aveva criticato,sia pur velatamente, il lavoro di Meg, con : "le signorine americane amano la loro indipendenza come l'amavano i loro antenati e sono ammirate e rispettate per il fatto di sapersi mantenere da se". Il femminismo della Alcott qui supera di gran lunga quello di Jane Austen.

- In entrambi i racconti fanno ingresso gli uomini: Laurie,il nipote del ricco signor Laurence (come Darcy è il nipote della ricca Lady Catherine), è solitario e sensibile. Si invaghisce di Jo, chiederà la sua mano (in "Piccole donne crescono") ma verrà respinto.
John Brooke è povero ma serio e assennato. La sua forte amicizia con Laurie, di cui è anche il precettore, ricorda quel forte legame che univa il signor Bingley a Darcy. Sarà il signor Brooke a chiedere la mano di Meg, ma come Darcy viene rifiutato. Meg scoprirà di amarlo solo dopo il discorso della zia March. Poichè le era stato ordinato perentoriamente di non amarlo (così fece la zia March con Meg e così fece Lady Catherine con Lizzy), Meg si risolse ad accettarlo.

- I Gardiner compaiono in entrambi i romanzi: Sallie Gardiner, amica delle sorelle March, è simpatica e cordiale, come sono altrettanto cordiali gli zii Gardiner delle signorine Bennet (a loro Lizzy e Darcy devono la loro unione).

-Forte è il legame che unisce Meg e Jo in "Piccole Donne" e Lizzy e Jane in "Orgoglio e Pregiudizio".
Jo vive con disperazione il matrimonio di Meg, perchè consapevole di perdere una sorella ed un amica ("vorrei che portassimo ferri da stiro sulla testa per impedirci di crescere").
Quando il sign Bingley compra una proprietà in una contea vicina al Derbyshire si realizza il sogno di Lizzy e Jane ossia quello di poter vivere a sole 30 miglia di distanza l'una dall'altra.

-Non mancano scene analoghe: al ballo nessuno si avvicina a Joe, come Lizzy che è costretta a rimanere a lungo senza cavaliere.
Jo scivola in un vano nascosto da tendaggi ma una persona timida (come lo era Darcy) aveva scelto lo stesso rifugio : si tratta di Laurence che confessa di trovarsi lì perchè "conosceva poche persone e si sentiva un estraneo" (la stessa sensazione che Darcy confessa di aver provato).

-Comune è anche l'uso dell'ironia, del sarcasmo caustico e sprezzante.

-Per entrambi i romanzi, indispensabile è la corrispondenza epistolare perchè molte delle notizie più importanti, vengono apprese tramite delle lettere: per esempio la malattia del signor March in "Piccole Donne" o la confessione del signor Darcy in "Orgoglio e Pregiudizio".

Il Massachussetts e Loungbourn non sono mai stati così vicini....

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darkala92 Opinione inserita da darkala92    18 Aprile, 2012
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E quindi?

Orgoglio e pregiudizio, Darcy & Elizabeth.
Darcy rappresenta l’orgoglio, la severità, la nobiltà, la compostezza. Elizabeth rappresenta la ribellione al mondo borghese, la lotta per ottenere qualcosa di diverso da ciò che una donna ottocentesca solitamente otteneva. In un mondo in cui nascere donna significa dedicare la propria esistenza a formare una famiglia, risulta come trovarsi in una società eccessivamente superficiale, in cui si prende marito in base alle sterline annuali che porta a casa. Vittima numero uno di tutto ciò è in modo particolare la mamma di Elisabeth, la quale vuole assolutamente trovare mariti alle 5 figlie. Unico obiettivo della sua vita, unica aspirazione. Diventa il personaggio più odioso del libro.
Derisa dal sig. Bennet, suo marito, il quale guarda ciò che gli circonda con occhi più ironici, ma di quell’ironia, ahimè!, per niente confortante. È là che la Austen dà il meglio di sé da un punto di vista umoristico (anche se tanto umoristico, io, non l’ho trovato!).

5 sorelle, la maggiore (Jane) più assennata ma pur sempre “donzella ottocentesca”, poi c’è Elizabeth che vivrà l’innamoramento in modo particolarmente complicato e differente dal consueto. Le altre si rivelano donnette stupide, eccessivamente superficiali e fastidiosamente noiose per via del loro accanito interesse nello spettegolare e cercare marito.
Per me si tratta di 5 ragazzine pseudo-arrapate di cui Elizabeth spicca come quella più rigida e più realista, ma come le altre pur sempre vittima di quel comportamento inutile e estremamente “barocco” della società altolocata dell’800.

Mi aspettavo molto di più da una scrittrice che, sebbene sia considerata di un calibro “banale” (relativamente parlando), non ha saputo, nemmeno con una pagina, toccarmi e scuotermi le vene.
Il suo raccontare è piatto, insoddisfacente ed inconcludente.
Ma con tutti questi alti voti inizierò a farmi delle domande, promesso! :D

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peucezia Opinione inserita da peucezia    05 Marzo, 2012
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Orgoglio e pregiudizio: romanzo protofemminista?

Jane Austen quando scrisse il suo romanzo tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo non immaginava di certo che sarebbe diventato un cult destinato ad avere molte versioni cinematografiche e anche delle rivisitazioni letterarie.
Scritto in terza persona con una relativa presenza del narratore onnisciente ma prevalentemente basato su dialoghi più che su descrizioni tanto che sembra dare l'impressione di una certa preveggenza da parte dell'autrice alla tecnica filmica ( i suoi dialoghi stringati si adattano a pennello alle sceneggiature), Orgoglio e pregiudizio potrebbe sembrare per la sua trama quasi una storia protofemminista.
La Austen da' grande importanza al mercato del matrimonio, ma per una motivazione di ragione pratica: alle donne dell'epoca se di buona famiglia era interdetto lavorare inoltre non ereditavano direttamente degli immobili e quindi in mancanza di un diretto parente di sesso maschile erano spesso costrette a lasciare le proprie abitazioni pertanto era vitale per loro assicurarsi un marito e un erede di sesso maschile.
La madre delle cinque sorelle Bennet è all'ossessiva ricerca di un consorte per le sue figlie ed è descritta come una donna meschina e fragile incline a fingersi debole di nervi, arma a cui molte donne ricorrevano per porre rimedio alle loro frustrazioni, per contro la protagonista Elizabeth, secondogenita della famiglia , è di carattere forte e poco propensa al compromesso anche se questo potrebbe significare una esistenza futura poco rosea. Il suo obiettivo è un partner da amare e da cui ricevere amore e rispetto e non solo un mantenimento economico. Senza dubbio si tratta di un ragionamento rivoluzionario per l'epoca!
Colpisce la modernità del pensiero della Austen malgrado la sua morigeratezza di costumi e il suo disagio per il Romanticismo, la corrente letteraria in voga all'epoca.
Libro consigliato per la tecnica narrativa moderna, per l'ironia e la scorrevolezza della storia.
Di negativo l'eccessiva lunghezza di alcuni punti e il finale affrettato secondo i canoni dell'epoca mutuati tra l'altro dalla narrativa del XVIII secolo e in particolare da Henry Fielding ( Tom Jones) al cui stile la scrittrice si ispirava.

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romanzi dell'Età vittoriana
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    25 Febbraio, 2012
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Romanticamente classico

Orgoglio e Pregiudio è decisamente il mio classico preferito.
Jane Austen è riuscita a rappresentare la realtà dell'epoca, pregi e difetti compresi, con molta ironia e con uno stile che non annoia il lettore, anzi, lo diverte.
La storia narra di una famiglia di 5 sorelle e delle loro vicende per un lieto finale.
La protagonista è Elisabeth Bennet e tutta la storia è incentrata principalmente su di lei.
lo scopo principale della madre delle 5 ragazze è quello di trovar marito per tutte e inizilmente le mire per la maggiore Jane, ricadono su un certo sig. Bingley da poco trasferitosi nei pressi di Longbourn, la tenuta di famiglia.
Il titolo è evocativo, non a caso spesso nel libro si parla dei pregiudizi che la protagonista, che si vanta di possedere una speciale capacità per capire da subito i caratteri delle persone, avrà nei confronti di vari personaggi, soprattutto del sig. Darcy.
Oltre al pregiudizio, c'è l'orgoglio, sottolineato più volte dalla scrittice come un difetto grave che non aiuta a farsi nuove amicizie.
Non mancano le descrizioni dei difetti delle società, come il matrimonio per interessi o al solo scopo di garantirsi una vita comoda, la mancanza di educazione soprattutto nella casa Bennet dove le figlie minori sono descritte dal padre "sciocchine come mai ce ne sono state" o i colpi di scena e gli scandali, poi felicemente accomodati.
Il lieto fine è assicurato e per i lettori romantici è un classico che si dovrebbe assolutamente leggere.
Devo dire che il film tratto dal libro è molto bello e abbastanza fedele, ma ritengo sia più piacevole leggere il romanzo.

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aivlis Opinione inserita da aivlis    18 Dicembre, 2011
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LIZZY

Come spesso accade mi cimento nella lettura di un libro dopo aver visto il film. Devo dire che sono rimasta incantata dall' omonimo film del 2005. Leggere il libro è stato poi un piacere. Adoro la Austen per il suo modo di ironizzare sull'epoca del suo tempo, perchè e capace di guardare la realtà con occhio critico e fare delle protagoniste dei suoi libri delle donne indipendenti e emancipate che sembrano quasi dei pesci fuor d'acqua in un contesto nel quale si da tanto importanza al vuoto formalismo, all'apparenza e ai beni materiali.

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lella gritti Opinione inserita da lella gritti    10 Ottobre, 2011
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Un rosa di alta classe

Ne ho lette due versioni in italiano, questa e una presa in biblioeca del 1931. La più vecchia è decisamente datata come scrittura.
Il libro è un capolavoro di detto e non detto, di fraintendimenti e di frasi cortesissime ma al vetriolo. Un mix che fa battere il cuore e che avvinghia alla lettura.
Colpisce la modernità e l'indipendenza della protagonista nonostante l'ambiente sociale in cui si muove. Allo stesso modo brillano per stucchevolezza la sorella maggiore e il suo spasimante: figure perfettamente aderenti ai costumo dell'epoca. Si caratterizzano per stolto compiacimento di sè figure come la signora Bennet madre, il reverendo Collins e la figlia minore. Non può mancare nel creare ulteriore sobbuglio nella trama (e nel lettore) la figura del "cattivo" nei panni del capitano Wickham.

Per tutte le fan di mr Darcy consiglio vivamente la visione della serie tv a cura della BBC con Colin Firth, probabilmente la sua migliore interpretazione in assoluto. E' molto bravo nel rendere il personaggio di Darcy soprattutto con gli sguardi. Non lo sapevo, ma in GB questa serie è un cult. Durata 5 ore e mezzo ... che si guardano d'un fiato. Impressionante l'adesione al libro, parola per parola.
Interessante anche lo script del film,in inglese. Costumi ed ambientazioni sono eccezionali.

E infine, sempre per le fan di questo libro, sugggerisco una versione moderna - del libro e del film Orgoglio e pregiudizio - che è "Il diario di Bridget Jones"! Era proprio nelle intenzioni della Fielding riproporre gli stessi stati d'animo (in particolare la caccia a qualcuno da amare) in una visione moderna e accattivante. E infatti il protagonista ha voluto chiamarlo Darcy. Un Darcy interpretato ancora da Colin Firth nella versione cinematografica di quest'ultimo romanzo. Non casualmente...

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gli altri libri della Austen e a chi ama il genere "rosa" ma di classe
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Fermìn90 Opinione inserita da Fermìn90    17 Mag, 2011
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Umorismo e verità

Mi sono molto divertito leggendo questo libro, che nel complesso sembra trattare solo della felicità matrimoniale dei vari personaggi.
Attraverso le vicende della famiglia Bennet si delinea una storia non particolarmente articolata, ma molto interessante e affascinante in cui la fanno da padrone i due sentimenti evocati nel titolo. Da un lato l’orgoglio di classe che si concretizza nel sig Darcy , algido e arrogante aristocratico , che sicuro dei suoi mezzi e della sua posizione sociale , crede di non poter ricevere neanche un rifiuto. Dall’altro il pregiudizio di Elizabeth , la quale pretende di arrivare a conoscere una persona da ciò che si dice di lei, o semplicemente dalla prima impressione (e infatti il titolo originale dell’opera era “First Impressions”). Una situazione caratteristica dell’uomo , anche di oggi, spesso in bilico tra un orgoglio smisurato e un ostinato pregiudizio, e non sempre il buon senso trionfa come in questo romanzo. Intorno ai due protagonisti si muovono una miriade di personaggi davvero ben delineati , ognuno con caratteristiche spiccate. Geniale l’accoppiata dei due coniugi Bennet : tanto lei è sciocca e impertinente , frivola e totalmente dentro la mentalità del suo tempo, tanto lui è disilluso e indolente rispetto al mondo che lo circonda , sempre pronto a sbeffeggiarlo intelligentemente. Interessante anche il Sig Collins descritto come “un misto di superbia e servilismo, di boria e di bassa umiltà” così come l’altera e autoritaria Lady Catherine de Bourgh. Insomma veramente tanti personaggi che popolano un mondo acutamente descritto dalla Austen che riesce a cogliere in maniera sorprendente il clima culturale e sociale di un’epoca analizzando con grande ironia la quotidianità degli eventi. Lo stile non è particolarmente fluido considerando anche il fatto che il romanzo è stato scritto tra la fine del settecento e l’inizio dell’ottocento, e quindi potrebbe risultare per noi lettori moderni un tantino datato.
Sarebbe davvero interessante capire quanto la Austen abbia riversato nella sua opera sentimenti e convinzioni personali (fermo restando che non è un libro autobiografico), visto anche il suo particolare percorso di vita; sono convinto che tra tutte le eroine dei suo romanzi Elizabeth sia quella che si avvicina di più alla sua figura.

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Lady Libro Opinione inserita da Lady Libro    12 Aprile, 2011
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Stupendo

Che libro incantevole!!! La storia è bellissima, piacevole, dolce e romantica. La protagonista Elizabeth Bennet è semplicemente da stimare e adorare per il suo carattere forte e deciso, e Mr. Darcy è così misterioso e oscuro, capace di suscitare profondi sentimenti di adorazione. Jane Austen era veramente una scrittrice coi fiocchi, e questo è senza dubbio il suo capolavoro.

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Ginseng666 Opinione inserita da Ginseng666    03 Dicembre, 2010
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Unico scopo della vita: trovarsi un marito...

Uno spaccato della vita familiare e sociale inglese nel 1800...
Una madre petulante e insopportabile vuole accasare le sue figlie con scapoli benestanti...
A quell'epoca lo scopo principale di una ragazza perbene era trovarsi marito, e compito dei genitori era quello di favorire incontri che conducessero a questo ambito traguardo...
Mi fa sorridere adesso l'universo limitato di queste fanciulle: non cultura, non lavoro, non avanzamento della carriera...solo il marito...e se il marito non arrivava era un disastro, un disonore per la famiglia, uno scorno per la ragazza...
Beh, che tristezza...ma anche per gli scapoli era così, ce lo dice la scrittrice all'inizio del suo romanzo, testuali parole che trascrivo: "E' verità universalmente ammessa che uno scapolo fornito di un buon patrimonio debba sentire il bisogno di ammogliarsi", però l'uomo ha maggiori possibilità il lavoro, il prestigio, il patrimonio...il suo universo si allarga, rispetto a quello della donna che è uniterale tutto proteso nello scopo che probabilmente le sarà stato inculcato fin dalla prima infanzia, dicevo nello scopo di trovarsi marito...
Beh, questa epoca non offriva altro alle donne, evidentemente che la possibilità di un bel matrimonio...
In questo universo limitato si inserisce la vicenda dell'amore di Darcy per Jane, che l'orgoglio di lei e il pregiudizio di lui rischiano di rovinare, ma poi le cose si sistemano...
Darcy aiuterà una delle sorelle di Jane a sistemarsi (ohibò, cosa vuoi non tutto può andare alla perfezione e alla Signora Bennet, l'infaticabile cerca-mariti sarà venuto il mal di fegato visto che sua figlia era scappata con un uomo)e poi c'è l'inevitabile lieto fine che conclude una vicenda sciropposa e priva di colpi di scena.
Detto questo e visto che l'autrice era figlia di un ecclesiastico le si può perdonare lo stile austero e i personaggi scialbi...
La storia inserita in questo contesto ha un suo stile, anche se io l'ho trovata un tantino pesante.
La consiglio tuttavia ai lettori appassionati del genere classico.
Saluti.
Ginseng666

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I classici..
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    29 Novembre, 2010
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Orgoglio e pregiudizio

Campagna inglese XVIII secolo: cinque sorelle di una famiglia medio borghese sono indaffarate nella ricerca di un marito benestante, sostenute ed esortate a ciò da una madre alquanto invadente, petulante e arrivista. A questi ingredienti si aggiunge la minuziosa descrizione della vita sociale della classe aristocratica di quel tempo, dedita unicamente a balli e feste mondane, al pettegolezzo, al lusso e allo sfarzo da esibire agli altri.
La trama in sé non è molto esaltante e a tratti noiosa, ma ritengo che l'aspetto da sottolineare sia piuttosto il linguaggio e lo stile con cui la Austen narra le vicende: se pensiamo a quanto tempo è trascorso dalla stesura del romanzo, è davvero stupefacente la modernità che ritroviamo tra queste righe, carattetizzate da uno stile brioso e leggero, una narrazione pervasa di ironia e una galleria di personaggi ben delineati nei propri vizi e nelle proprie virtù.
Degno di interesse anche il risvolto morale che emerge da questa lettura; il messaggio è quello del superamento della barriera del pregiudizio, che allontana dalla vera conoscenza delle persone, creando preconcetti e giudizi non attinenti alla realtà.

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leadger Opinione inserita da leadger    05 Settembre, 2010
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Il principe azzurro esiste!

Un viaggio a ritroso nel tempo. Il romanzo narra la storia di 5 ragazze in età da marito e dei loro pretendenti. Elizabeth, Jane, Mary, Kitty e Lydia vivono nella quiete della provincia inglese di fine ‘700. Le sorelle sono tutte molto differenti tra loro: Jane è dolce e attraente; Eliza insolente e ribelle; Mary sgraziata e pedante; Kitty una ragazza scialba e succube della sorella minore; Lydia una sciocca vanitosa.
L’intreccio e i vari fraintendimenti dei protagonisti sono a straordinari. Un libro di un romanticismo d’altri tempi.
Lo stile della Austen è molto bello e rende la lettura molto scorrevole. I personaggi sono tutti stupendi e li si dimentica difficilmente. Consiglio la lettura a tutti quelli che vogliono sognare.

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Indigowitch Opinione inserita da Indigowitch    24 Mag, 2010
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un classico da leggere

E' uno di quei classici da leggere senza...pregiudizi.
Apparentemente una simpatica storia d'amore a lieto fine, "Orgoglio e Pregiudizio" è, come è già stato detto, un'analisi accurata e deliziosamente ironica della società medio-alta inglese del XVIII secolo.La modernità e l'acume della protagonista, Elizabeth Bennett, si apprezzano ancora di più se contestualizzate nell'epoca in cui vive, ed è con delicata maestria che Jane Austen ci mostra come una ragazza così brillante e dotata di prontezza di spirito, si dimostri poi così ingenua e prevenuta nelle questioni di cuore.
Altrettanto ambivalente la figura di Mr Darcy, spocchioso e gelido all'apparenza, in realtà galantuomo d'altri tempi, e uomo "che-fa-i-fatti".
Una storia piacevolissima, scritta con un'ironia e un garbo che la rendono tutt'altro che sciropposa e lacrimevole.
Credo che uno dei motivi per leggere quest'opera, anche se non il principale, ovviamente, sia la sua modernità. Tolte le gonne lunghe e le carrozze, chi di noi non ha conosciuto madri invadenti e ottuse, sorelle svampite e ansiose di avere l'anello al dito, vecchie signore distinte e insopportabilmente superbe, gentiluomini affabili e ingannevoli, e via dicendo?

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A chi ama le storie ambientate nella società britannica d'altri tempi.
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chicca Opinione inserita da chicca    13 Mag, 2010
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per sognare

Un bel polpettone romantico scritto alla fine del settecento dalla fine e ironica penna di Jane Austen. Questo è stato uno dei primi romanzi che ho letto, ero una ragazzina, è iniziato così il mio amore per la letteratura. La descrizione psicologica dei personaggi è perfetta,il Sig. Darcy è pieno d'orgoglio per la propria posizione sociale ed Elizabeth Bennet non sopporta il suo snobismo. Elisabeth si forma dei pregiudizi nei suoi confronti e lo incolpa di fatti che lo vedono estraneo, ma questo lo scoprirà solo verso la fine del romanzo, perchè a noi donne l'uomo un pò str... che poi si scopre essere una brava persona ci piace assai!!!

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