Madame Bovary
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Emma deve essere u esempio
“Madame Bovary” è uno dei romanzi più importanti di Gustave Flaubert del 1856; lui è considerato il maestro del realismo nella letteratura francese però è diventato ufficialmente immortale solo grazie a questo testo. Inizialmente “Madame Bovary” fu pubblicata a puntate su un giornale francese di quegli anni, solo diversi anni dopo queste furono raccolte e unite nel famoso romanzo di nostra conoscenza.
Con Gustave Flaubert parliamo di realismo poiché possiamo definire i suoi testi una vera denuncia della società: le descrizioni sono dettagliate e lunghe, forse tediose. Inizialmente non è chiaro il motivo di tali numerosi particolari, forse per inoltrarci in quegli anni così diversi dalla nostra quotidianità. In parte, tutto ciò può far comprendere quanto noi donne del ventesimo secolo possiamo definirci fortunate in contrapposizione alla figura di Emma, donna del 1800: loro avevano pochi diritti, metaforicamente erano dei canarini in gabbia. Spesso, infatti, il narratore sottolinea il grandioso intelletto della protagonista eppure essendo donna non le viene data alcuna possibilità di sfruttare il suo potenziale e credo che questo sia una parte fondamentale del dolore di Emma.
Un’altra caratteristica che dimostra il realismo di Flaubert è lo stile da lui stesso utilizzato: è ineccepibile formato da dialoghi e rapporti difficoltosi; ci sono numerosi personaggi simbolo come il farmacista, la tipica pettegola delle piccole città di campagna, e tanto altro. Questo romanzo è definibile una critica ad una società borghese troppo sicura di sé dove come protagonista, si può vedere una donna sola con le proprie debolezze nell’oceano maschilista di potere, denaro e tradizioni, in altre parole abbandonata a se stessa ed al proprio inascoltato grido di dolore.
Questo racconto è un perenne susseguirsi di analisi e descrizioni dei diversi e molteplici personaggi che lo caratterizzano senza mai tralasciare la protagonista Emma, oppure Madame Bovary dopo il matrimonio con Charles. Però Gustave Flaubert non si limita a questo ma amplia la narrazione caratterizzandola di storie d’amore: inizialmente un amore effimero e superficiale, poi uno probabilmente sincero e reale, nato dall’unione di piccoli gesti forse insignificanti o forse ssenziali, ma impossibile da soddisfare e alla fine un ultima forma d’amore vissuta come una via di fuga, un bisogno di cedere a desideri nascosti e repressi. Nonostante questo suo continuo sperimentare non troverà mai ciò che pretende ovvero un amore romantico e travolgente tipico dei romanzi rosa che tanto amava leggere. Lei cerca un sentimento idealizzato e non reale, un uomo che le faccia vivere una serie di avventure, una persona appassionata della vita e motivata nel fare nuove esperienze, Emma non si arrende e lo cerca per tutta la durata del libro.
Tutti guardando questo personaggio, superficialmente vedono “Una giovane donna vestita di lana azzurra guarnita di tre volants” ma in realtà è l’insieme enorme di pensieri, opinioni, dolori e gioie che Flaubert cerca di trasmetterci continuamente; giunti ormai alla fine ci sentiamo come Emma, continuamente alla ricerca di qualcosa. Inoltre io credo che questo testo sia molto istruttivo, infatti lo scrittore rappresenta continuamente la bellezza del mondo come gli animali, le persone, i paesaggi in contrapposizione con i pensieri e i sentimenti di Emma; forse per sottolineare che la felicità e la spensieratezza sono lì, sotto il nostro naso, ma lei non riesce a vederle mentre sprona noi a cercarle continuamente poiché la vita non è tristezza e apatia come la signora Bovary tende sempre più frequentemente a credere.
La narrazione ruota intorno al rapporto contrastante tra Charles Bovary e sua moglie, Emma: sono molto diversificati in desideri, piaceri e modalità di pensiero, lui è “ felice e senza pensiero al mondo e il suo universo finisce all’orlo della sottana di lei” mentre la Signora soffre per l’attesa felicità e non riesce ad accettare la sua vita, la propria condizione sociale e il proprio matrimonio e ciò l’ha portata alla distruzione. Eppure io ho notato una flebile unione tra i due, c’è qualcosa che li unisce e da nessuno conosciuto: non è amore, è qualcosa di più forte ma non definibile propriamente positivo. Concludo questa riflessione sul tema che credo sia fondamentale per la storia, ovvero l’amore: ciò che Emma non ha mai capito è che l’amore è anche quotidianità, conoscersi, andare d’accordo e imparare a capire e comprendere l’altro con i propri pregi e difetti e amarli entrambi. Il principe azzurro che tanto cerca non esiste.
La continua battaglia tra reale e ideale giunge all’apice dopo una serie di azioni ed eventi come un urgano per poi ricadere in un enorme oblio, la morte. Emma deve essere un esempio per noi, un esempio di una ricerca di un ideale di felicità, ciò che non esiste.
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EMMA UN PERSONAGGIO AFFASCINANTE
"Lei stessa a volte si meravigliava delle ipotesi atroci che le passavano per la testa... e intanto bisognava continuare a sorridere, sentirsi ripetere che era felice, fingere di esserlo lasciarlo cadere."(citazione)
Emma è un personaggio veramente particolare ma allo stesso che mi ha fatto riflettere, non è sicuramente facile stare dalla sua parte e capire il suo comportamento.
E' come un uccello ingabbiato che non riesce mai a trovare quello che vorrebbe, è come se non riuscisse ad afferrare il suo obiettivo.
Emma è una ragazza molto ambiziosa vorrebbe trasferirsi a Parigi, nella grande città e sogna un amore romantico, è anche molto egoista, non si cura né del marito né più avanti della figlia.
L'amore che cerca è quello che aveva letto nei romanzi rosa, un sentimento che lei ha idealizzato e non è reale, Emma non si arrende e lo cerca per tutta la durata del libro.
Per lei non ci sono altre forme d'amore ma solo quelle che lei ha conosciuto nei libri, vorrebbe un uomo che le faccia vivere una serie di avventure, una persona appassionata della vita e motivata nel fare nuove esperienze.
Suo marito Charles è tutt'altro che un eroe senza macchia e passionale ma è un borghese che vive la sua vita "tranquilla" in campagna ed è privo di ambizione.
Emma ha sete anche di cultura, di viaggi, di abbracciare e conoscere nuovi mondi, nuove città ma con Charles tutto questo non è possibile e questo le provoca un profondo senso di tristezza e di turbamento.
Charles non riesce a stare "al passo" di una donna forte come Emma che cerca di più dalla vita, mentre lui si accontenta di quella che ha, non vuole migliorarsi o crescere. E ' un uomo semplice, umile ma anche ingenuo.
Emma sperava che sposandosi la sua vita sarebbe cambiata, avrebbe conosciuto qualcosa di nuovo, avrebbe fatto parte della buona società e avrebbe vissuto il grande amore. Ma non sarà così purtroppo per lei.
Emma pretende un amore che non esiste, un amore romantico e travolgente da romanzo appunto. Ma l'amore è anche quotidianità, conoscersi, andare d'accordo imparare a capire e comprendere l'altro con i propri difetti. Il principe azzurro non esiste.
La protagonista doveva accettare la propria vita, la propria condizione sociale e il proprio matrimonio, non averlo fatto l'ha portata alla distruzione.
Ho trovato le descrizioni della campagna un po' tediose ma probabilmente rispecchiavano il suo stato d'animo quando Emma guardava fuori dalla finestra.
Ho trovato che Emma sia un personaggio reale e ben costruito, rappresenta una donna dell'epoca forte da una parte, con la voglia di cambiare ma anche fragile dall'altra con la sua incapacità di fermarsi e accontentarsi della sua vita. Non cresce mai e rimane per tutto il romanzo egoista, capricciosa e quando capisce che ha sbagliato cerca una vita d'uscita, forse la più facile chi lo può sapere.
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SENSAZIONI CONTRASTANTI
Per me leggere Madame Bovary è stato davvero difficile perché durante tutto il romanzo ho provato due sensazioni differenti, ossia una grande pena ma anche un forte fastidio per la protagonista.
Senza dilungarmi sulla trama che è famosissima e di certo non serve che io la ripeta, vorrei soffermarmi su appunto Emma, la giovane donna che ha turbato il piacere della mia lettura.
La protagonista è una eterna insoddisfatta della vita e rappresenta in pieno la vita delle donne di quell’epoca.
Emma, annoiata dalla vita di campagna con il padre, sposa il dottore Charles Bovary credendo di migliorare la sua situazione sia economica sia sociale.
Non essendo andata come sperava, il senso di apatia e di insoddisfazione ritorna ed ella lo appaga comprando ninnoli, vivendo una vita che non si può permettere a discapito delle finanze del marito.
Qualche tempo dopo incontra un uomo facoltoso che seduce, Rodolphe, e da grande innamorata come si dichiara propone di fare una fuga d’amore, per poi venire abbandonata da quest’ultimo.
La delusione delle sue aspettative romantiche la conduce ad una “malattia” che il marito cerca di curare dandole attenzioni e libertà di intrattenimento che sfoceranno in un secondo tradimento con Leon, il sostituto del notaio.
Leon, inizialmente innamorato dell’idea che si era fatto della donna, dopo qualche tempo scoprendone la vera natura, decide anche lui di abbandonare Emma e di scegliere la strada del matrimonio.
Emma, delusa dagli uomini, unico mezzo di fuga da una vita che per una donna non è facile da accettare, fatta di figli e casa senza altre distrazioni, ricoperta di debiti per il lusso e gli sfarzi che si è concessa, si avvelena e si uccide dando fine alle sue pene.
Queste fasi del romanzo mi hanno fatto provare pena per la protagonista alla continua ricerca di cambiare la sua vita, sempre dipendente dagli uomini che la circondano, un’esistenza fatta per essere moglie e madre e niente di più.
Dall’altra parte mi ha fatto infastidito come Emma incolpi chi le sta attorno delle sue sciagure quando è lei che sceglie di tradire il marito e diventare infedele, lei decide di sperperare il denaro frutto del lavoro onesto del signor Bovary. Infine lei sceglie di togliersi la vita senza aver mai apprezzato quello che le aveva dato: un marito devoto, una figlia in salute e una situazione economica discreta.
Sicuramente un romanzo ben scritto che mi ha suscitato queste sensazioni che non tutti i racconti sanno fare, ma non posso dire che mi sia piaciuto molto anche se rappresenta alla perfezione la vita delle donne dell’epoca.
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Un rovinoso senso di noia
“Una giovane donna vestita di lana azzurra guarnita di tre volants”, così appare allo sprovveduto medico di campagna la signorina relegata ai Bertaux, figlia di uno dei più agiati coltivatori di quella zona, una giovane donna dalle unghie candide, il cui biancore lo affascina anche se è rapito subito dallo sguardo che “colpiva diritto con candida arditezza”. Una fanciulla costretta a badare ad una fattoria per la prematura scomparsa della madre, una fanciulla che ha ricevuto una buona educazione e cha ha recondite aspirazioni: vivere in città, rifuggire la noia.
Un giovane medico, di cui sappiamo i trascorsi ingloriosi, bambino viziato dalla madre, depositario delle di lei ambizioni, privo di qualsiasi aspirazione, vedovo dopo fugace matrimonio, combinato, con una donna adulta. Un mediocre.
La dicotomia fra i personaggi principali del romanzo è imbastita fin dall’inizio, seppur non nell’ordine da me presentato: appare prima il dodicenne Charles, in un’ ampia analessi e solo dopo lei, prima che diventi madame. Le scene del matrimonio arrivano velocemente e anticipano da un lato quella che sarà la curva dei capricci della giovane donna e d’altra quell’ombra di inquietudine che calerà ripetutamente dopo ogni lieto evento a venire; su tutto già aleggia però la mirabile capacità di Flaubert di orchestrare i suoi personaggi facendoli muovere in ampi inserti descrittivi dall’ indiscreto taglio socioeconomico. Tutto è funzionale a rappresentare il non essere di Emma.
La vita a due si avvia con una intima e inevitabile frattura, i due non condividono niente, non c’è alcuna comunanza di spirito , tanto lui “ è felice e senza pensiero al mondo e il suo universo finisce “all’orlo della sottana di lei”, così lei si cruccia per l’attesa felicità che non arriva, o almeno non tale a come l’ ha letta nei suoi libri; si interroga, la donna, nel frattempo su cosa celino in realtà ”parole quali felicità, passione, ebbrezza”. In lei tutto si risolverà ad avere un andamento ciclico con picchi di noia, ansia per eventi futuri, illusioni, picchi di transitoria e impalpabile felicità, seguiti da rovinose cadute, anticipate da inafferrabili malesseri, distacco emotivo, risentimenti ingiustificati e su tutti un rovinoso senso di noia.
L’occasione di un insperato invito ad un ballo apre l’uscio per un baratro senza ritorno, un precipitare degli eventi che seppur ricoprenti un vasto arco temporale sono rappresentanti come un inarrestabile stillicidio prolungato ad arte dalle atmosfere claustrofobiche che si respirano nella gretta provincia.
La frattura tra reale e ideale giunge all’apice, alimentata da un turbinio di eventi, da un parossistico strafare, dall’incapacità di vivere, per poi ricadere nel vuoto oblio della morte.
Prototipo della ricerca di un’inarrivabile felicità idealizzata , quella che non esiste.
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Desiderio inarrivabile e distruttivo
Può la forza di un desiderio cancellare una esistenza infelice, farsi totale ed autentico o resta semplicemente un ideale infarcito di romanticismo?
Di certo Emma Bovary vive una condizione invivibile, in primis con se stessa, e non lo sa, affranta dal tentativo di fissare ogni attimo e di renderlo eterno, soggiogata dalla propria voluttà e rapita da un alito oscuro e cangiante.
Prima di sposarsi credeva di essere innamorata di Charles, oggi lui è così noioso, banale, scontato, privo di curiosità ed ambizione e di quel soffio vitale che negli anni ricercherà nei suoi amanti, Rodolphe e Leon, da loro più volte accolta e respinta, abbandonata ai propri voluttuosi sbagli, schiava di eccessi e desideri.
Ogni volta ripensa a cosa si intende per felicità, passione, ebbrezza, sentimenti sempre così belli in quei libri che legge e rilegge.
Anima e cuore le si sono risvegliati improvvisamente, dopo un viaggio ed un ballo che le hanno aperto un solco profondo, particolari svaniti col tempo ed un rimpianto che resta.
Emma in realtà confonde i piaceri sensuali del lusso con le gioie del cuore, l’ eleganza delle abitudini con la delicatezza dei sentimenti. È una giovane donna che sente di non avere mai realmente vissuto, che alterna il desiderio di morire, incarcerata in un matrimonio senza senso, e di vivere altrove, nel lusso della fascinosa Parigi.
Ma come può definire ed esprimere il proprio malessere, ripetendosi continuamente il perché di un matrimonio siffatto?
Avvezza agli aspetti calmi della vita si volge a quelli drammatici respingendo tutto ciò che non contribuisce a nutrirne il cuore, con un temperamento più sentimentale che artistico. Diviene difficile, capricciosa, figlia di un tempo piuttosto cattivo con il desiderio di stagioni migliori cancellando le sconfitte del passato.
Svanito Il sogno di un figlio maschio ella rinasce in una nuova pubertà grazie ad un amante, affidandosi alle gioie amorose di un mondo meraviglioso che ne cambierà i modi, più libera ed ardita con una bellezza eterea nata dalla gioia, dall’ entusiasmo, dal successo.
Ma la sua vita diviene un tessuto di menzogne a cui legare il proprio amore e la menzogna un bisogno, una mania, un piacere, avvinta da una corruzione immateriale e dissimulata.
Ama ma non è felice, non è mai stata felice e si domanda quale sia l’ insufficienza e la putrefazione istantanea di tutte le cose su cui si appoggia.
Emma soffre inverosimilmente e ritrova nell’ adulterio tutte le volgarità del matrimonio, legandosi indissolubilmente alla bassezza di un simile piacere che diviene abitudine e vizio.
Così, dopo avere tanto esperito e sofferto, ai limiti della follia, più volte abbandonata dai suoi amanti ed oggi insoddisfatta del suo stesso amore, mentre scrive pensa ad un ideale di uomo, un fantasma formato dai propri ricordi e dalle letture più belle, che le appare del tutto vero ed intimo .
Una vita la sua, ormai invivibile, affettivamente sola, coperta dai debiti, disperata, per un epilogo inevitabile.
Charles, medico con poco talento che non è mai sceso nella profondità delle cose, vedrà la sua incerta gelosia smarrirsi e spezzarsi nell’ immensità del proprio dolore e di una tremenda certezza negata oltre il tempo della infausta scoperta di una vita parallela….
Un romanzo capostipite, un realismo descrittivo contrapposto al romanticismo idealizzato della protagonista, uno stile ineccepibile, dialoghi e rapporti difficoltosi, personaggi simbolo, sentimenti inespressi, la critica ad una società borghese troppo sicura di se’, una donna sola con le proprie debolezze nell’ oceano maschile e maschilista di potere, danaro e tradizione, abbandonata a se stessa ed al proprio inascoltato grido di dolore.
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UN ROMANZO PER RIFLETTERE
Madame Bovary oltre a essere un romanzo di notevole qualità è sicuramente una critica alla borghesia del tempo da parte di Flaubert, una borghesia interessata semplicemente ai beni materiali e al lusso, la quale non si preoccupa minimamente dei rapporti con le persone e che dunque vive un'esistenza misera.
Sicuramente una delle tematiche più interessanti è l'incapacità dei personaggi di comunicare tra di loro, Emma più volte si dimostra annoiata della vita che conduce e Charles non essendo capace di introdurre un dialogo con la moglie decide dapprima di trasferisi insieme a lei in un altrà città sperando che un cambiamento d'aria possa giovarle e poi decide di impedirle la lettura dei romanzi che lei tanto adora.
Per quel che concerne lo stile Flaubert è sicuramente il massimo esponente del realismo, ovvero una rappresentazione reale della vita e talvolta anche molto dura. Flaubert infatti descrive ogni avvenimento nei minimi particolari. Questa sua peculiarità si riflette anche nella descrizione dei personaggi, una descrizione minuziosa che non lascia nulla al caso e che permette al lettore di crearsi una immagine ben definita e chiara di Emma e di tutti quelli che la circondano.
Il romanzo dunque è semplicemente un capolavoro della letteratura, il quale anche dopo mollti anni dalla prima pubblicazione, affronta tematiche molto sentite e attuali. Secondo il mio punto di vista è una lettura che va assolutamente affrontata in quanto non vi deluderà.
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LA FRENETICA RICERCA DI UN’IDENTITA’ SOFFOCATA DAL
La storia di Emma è quella di una donna romantica, colma di passione e sentimento, che tenta di affermare la propria individualità e personalità in una realtà racchiusa dalle quattro, consunte pareti della mediocre convenzione. In un mondo in cui il destino di qualunque essere umano è segnato dal suo genere, Emma non può che recitare la parte della moglie devota ad un marito onesto, benevolo e forse anche moderatamente intelligente. Tuttavia, non possiamo pretendere che una meravigliosa aquila, con ali maestose ricoperte da un magnifico piumaggio scuro, rimanga appollaiata alla ringhiera del nostro terrazzo; è assurdo pensare che una donna come Emma, con le sue lunghe ciglia che sembrano avvolgere il cuore degli uomini in una ragnatela di desiderio e passione, con la sua insaziabile ambizione di assomigliare anche solo lontanamente alle protagoniste dei romanzi che amava leggere, si accontenti di prendere parte ad uno spettacolo così infinitamente deludente. Ecco quindi che si lascia trascinare dal sentimento, dalla bramosia, dal fascino della proibizione e trascura persino la figlia per seguire le fluttuazioni inaspettate del proprio cuore. Tradisce ripetutamente il marito con i fatti ma soprattutto con il pensiero, ogni volta che prova a fantasticare sulla sua vita con un uomo davvero degno di stima. Charles Bovary infatti è il peggiore dei parassiti per lei, lo detesta e questa ostilità per un individuo che reagisce non solo con indifferenza, ma addirittura con benevolenza, le provoca un senso di colpa che non avrà mai fine e che continuerà a consumarla, fino alla fine. Emma è tuttavia non solo vittima, ma anche artefice della propria sventura, in un secolo in cui l’essere donna già rappresenta un pesante fardello da sopportare. Come emergere e trovare se stesse in una società che si aspetta dal gentil sesso niente di più che un buon matrimonio e niente di meno di una docile devozione per il proprio marito? In quale modo è possibile trovare soddisfazione e pienezza nella vita, riuscendo a sottrarsi alle convenzioni senza isolarsi nel tormento delle maldicenze? Lo sconforto di Emma non è forse simile per certi versi a quello di Anna Karenina? Eppure entrambe sembrano fallire, due donne che forse oltrepassano la linea di confine a tal punto da raggiungere un comune tragico epilogo. La verità è che nessuna vita viene sottratta inutilmente al mondo; donne che lottano per l’emancipazione, che tentano di seguire il proprio istinto anche sbagliando, soffrendo e causando sofferenza, che scelgono di essere protagoniste di un’esistenza altrimenti dominata dalla mediocrità. Questa è Emma, un simbolo, l’emblema del sentimento romantico che arde e divampa con le sue meravigliose lingue di fuoco, emanando un calore che talvolta rischia di divenire fin troppo soffocante e di incenerire ciò che lo circonda, tale la sua forza meravigliosa.
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Travolgente
Madame Bovary é diventato uno dei miei romanzi preferiti!
Nonostante risalga a molti anni fa, ti coinvolge, ti prende, ti fai trascinare dalla protagonista,Emma, nelle sue avventure amorose, nelle sue paure e nelle sue incertezze.
Giovane sposa del medico Bovary, così devoto alla sua amata, che si rende ceco davanti alla sua infedeltà. Emma, sognatrice romantica, che sogna una vita come i suoi romanzi, e in continua ricerca dell'avventura amorosa che ha sempre sognato. Inizialmente può sembrare una sgualdrina ma leggendo, capisci la fragilità del personaggio e le motivazioni che la spingono, fino alla fatale fine.
Scritto in modo scorrevole, per nulla pesante e con buone descrizione dei luoghi e dei personaggi.
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Un'inguaribile romantica nell'arida provincia
Su Emma Bovary se ne sono dette di ogni. Dalle pagine del capolavoro Flaubertiano non emerge alcun giudizio sulla protagonista. L'autore ne descrive minuziosamente la vita e i sentimenti, tralasciando però di esprimere un suo personale parere, preferendo lasciare l'incombenza ai lettori.
Personalmente Emma è un personaggio che mi è rimasto nel cuore, che ho amato e anche compatito per la sua difficile ricerca della felicità e della bellezza legata ad un ideale romantico, da lei inseguito con forza e coraggio fino alla rovina finale. Cresciuta in collegio leggendo romanzi d'amore, in lei matura sin da subito l'idea di fare della sua vita un romanzo. Deve però far fronte alla realtà di provincia, opprimente per quelli che sono i suoi propositi. Una parentesi doverosa mi sento di aprirla con riferimento a questo ultimo punto. Flaubert, tramite le aspirazioni e le gesta delle sua eroina, dipinge un quadro disastroso della borghesia dominante dell'epoca. A farne le spese sono i personaggi che rappresenta. Il più immediato è il modesto ufficiale sanitario Charles Bovary che, oltre ad essere un uomo totalmente privo di qualsiasi spunto interiore, si dimostra incapace anche nel lavoro che svolge quando, cimentandosi in una operazione al piede torto di un suo paziente, sbaglia miseramente, costringendo il malcapitato all'amputazione dello stesso. Un altro personaggio, emblematico dell'insoddisfazione di Flaubert, è il farmacista Monsieur Homais, letteralmente ossessionato dalla carica di Legion d'onore che vorrebbe vedersi attribuita, triste esponente di una ricerca del progresso ottusa e fine a se stessa, dal momento che sarà proprio la sua noncuranza a permettere alla protagonista di accedere indisturbata al veleno custodito nella sua farmacia.
Oppressa da tutto ciò, è normale che la romantica Emma decida di rifugiarsi altrove, cercando porti di felicità talvolta plausibili, quale il giovane Leon Dupuis, un personaggio accomunato alla protagonista da una forte sensibilità, altre volte improbabili; è il caso del bell'imbusto Rodolphe Boulanger, un uomo superficiale sempre a caccia di nuove conquiste. Il fallimento di entrambe le storie d'amore spingerà Emma in un abisso senza fine, spingendola a una fine tragica, sulla scia delle storie d'amore da lei tanto amate.
Come già detto, Emma mi ha colpito molto, in primis per la sua grande sensibiità; in secondo luogo per la sua grande modernità, che la spinge a compiere, a dispetto del giudizio di una società falsamente perbenista, scelte in piena autonomia. Con riferimento poi al suo fallimento finale, lo vedo come logica conseguenza di un mondo maschilista e arretrato, ancora non pronto ad accogliere donne di tale spessore umano ed ideologico. In ogni relazione in cui lei si verrà a trovare, infatti, sarà sempre lei la malcapitata a dover recitare il difficile ruolo di amante indegna, solo perchè donna e, in quanto tale, sottoposta al martirio mediatico.
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Acronimo
Modellare la vita di provincia su sogni alimentati da letture
A volte, quasi sempre?, è pericoloso: Emma coltiva così un
Desiderio smanioso di evasione dalla realtà.
“Amore , riteneva, doveva arrivare di colpo”
Magari “con schianti e folgorazioni”, a mo’ di temporale,
E “come uragano celeste che si abbatte sulla vita”. Illusa!
Bovarismo oggi è antonomasia: d’insoddisfazione spirituale
O di tendenza a costruirsi una personalità fittizia.
Vero è che, in Flaubert, “la parola è un laminatoio che
Affila sempre i sentimenti”. Né “bisogna toccare gli idoli”,
Ricorda lui, “se non si vuole che la doratura ci resti sulle mani.” Antidoti?
Yin e yang contro “l'eterna monotonia della passione che non cambia mai forma, non cambia mai linguaggio…” Oppure, senza ricorrere all’oriente, traendo spunto dallo stesso Flaubert: “L'amore è una pianta di primavera che profuma ogni cosa con la sua speranza, persino le rovine dove si aggrappa.”
Bruno Elpis
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Ritratto della mediocrità che aspira all’alto
Per poter descrivere un romanzo su cui tutto si è detto e tutto si è scritto da autorevoli critici letterari, vorrei utilizzare due definizioni pronunciate da due intellettuali del XIX secolo.
La prima è : “Madame Bovary sono io” ed è stata pronunciata dal padre virtuale di Emma, Gustave Flaubert, che descrive il suo primo ed imponente romanzo, che si staglierà prepotentemente nello scenario letterario della metà dell’Ottocento, come la traduzione al femminile di se stesso.
La seconda, meno laconica e più ricca di particolari della prima, è espressa da un altro grande nome della letteratura francese, Charles Baudelaire, il quale afferma che: “questa donna è veramente grande e soprattutto essa ispira pietà; nonostante la durezza sistematica dell’autore, che ha fatto di tutto per essere assente dalla sua opera limitandosi a tirare i fili come un burattinaio, tutte le donne intellettuali gli saranno grate di aver elevato la donna ad una potenza così alta, tanto lontana dall’animale e così vicina all’uomo ideale”.
Due descrizione che a primo acchitto sembrano due ossimori, ma che in realtà, a mio avviso, si configurano come due lati della stessa medaglia.
Baudelaire afferma che Flaubert si sia comportato come il burattinaio che gestisci i fili della vita di Emma e, di conseguenza, dei personaggi di cui lei si circonda, volendo indicare l’aspirazione naturalistica abbracciata dall’autore. Egli trae insegnamento dal grande Balzac, che aveva pubblicato ben venti anni prima, interpretando la letteratura alla stregua delle scienze naturali, cercando, cioè, di scandagliare l’animo umano, le sue inclinazioni ed il suo diverso approcciarsi alla vita come se fosse un fisico naturale, che, da lontano, osserva ed utilizza il metodo induttivo delle scienze. E questa cura minuziosa rispetto alla caratterizzazione dei personaggi, alla descrizione dei luoghi, allo scenario politico gretto e meschino rappresentato dalla provincia francese (ancora un rimando a Balzac!) sono parte fondamentale dell’opera.
Ma se la si riducesse solo a questo, il romanzo apparirebbe freddo, perché gelida sarebbe la mano di chi lo ha partorito.
E qui, a soccorrere il lettore, giunge miracolosamente la frase enfatica pronunciata da Flaubert: “Emma Bovary sono io!”. Pur volendo l’autore mostrarsi come un freddo spettatore della parabole discendente della sua eroina, essendo anch’egli un essere umano, prova pietà per lei fino a rendersi conto che quella tensione della donna che si spinge verso vette sempre più alte, quel suo desiderio di emancipazione, pur espresso in termini volgari utilizzando, cioè, l’arte amatoria e delle moine tipiche di una donna poco acculturata, finiscono con l’identificarsi con la sua aspirazione, con il suo mondo illusorio.
Per questo, pur nella sua oziosità e nei suoi modi frivoli, Emma Bovary finisce per essere simpatica al lettore, il quale, scorrendo, nelle pagine del romanzo, la meschinità della sua storia, prova una sincera pietà.
Ritengo che sia molto bello che un letterato di sesso maschile abbia scelto, per raffigurare vizi e virtù nei quali alla fine, suo malgrado, si identifica, una donna e questo elemento si arricchisce di maggior valore se lo si riconduce alla realtà sociale ottocentesca, nella quale l’essere uomo e l’avere a disposizione un certo reddito costituivano gli unici prerequisiti per entrare a far parte della “società che conta”.
E’ un bellissimo libro e lo consiglio vivamente soprattutto agli uomini!
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Opera d'avanguardia
Penso che la recensione di questo libro di Flaubert alla vigilia della ricorrenza della festa della Donna (notare la maiuscola….) possa risultare una scelta positiva. Cercando di andare oltre l’aspetto commerciale dell’evento dell’8 marzo, ritengo che nel libro dello scrittore francese sia possibile trovare un forte messaggio di emancipazione del ruolo della donna nella società del tempo, messaggio che dovrebbe continuare a perpetrarsi anche ai nostri giorni senza dovere dedicare alle donne (aggiungerei l’avverbio ipocritamente) un giorno all’anno per celebrare la loro festa.
La storia è una cosa nota: la giovane Emma donna di campagna sognatrice ed amante dei libri, si sposa con il dottor Bovary in quanto vede nel matrimonio la soluzione per ottenere felicità e soddisfazioni. Purtroppo le sue aspettative non si rivelano corrette perché ciò che l’attende è una vita vissuta ai margini della città, circondata da persone zotiche, attaccate al denaro, che fanno del pettegolezzo il loro passatempo preferito. L’unica soluzione che la sig.ra Bovary troverà per fuggire da quest’esistenza sarà quella di costruirsi un mondo tutto suo, ritagliandosi spazi di felicità grazie alle avventure extra coniugali con giovani del posto che tuttavia non esiteranno ad abbandonarla dopo averla illusa.
Senza andare oltre per non svelare troppi risvolti della storia a tutti coloro che ancora non hanno letto il libro, vale la pena evidenziare che l’opera suscitò scalpore ed imbarazzo considerati gli argomenti trattati e venne addirittura sottoposta a processo per oltraggio alla morale. In realtà Flaubert ebbe l’indiscusso merito di rappresentare i vizi della società borghese di provincia del tempo, attraverso le vicende di M.me Bovary riconoscendole, a mio avviso, una valenza in quanto donna coraggiosa e determinata, capace di prendere iniziative (anche se inopportune ed ovviamente impopolari) in autonomia. Lei assume in qualche modo il ruolo di capofamiglia mentre la figura del marito, viene messa in secondo piano, in quanto il signor Bovary è piuttosto passivo rispetto alla moglie.
Infine qualche parola sullo stile di Flaubert che si rifà ai canoni del naturalismo francese: lunghe ed accurate descrizioni dei luoghi, dettagliate rappresentazioni dei personaggi e delle loro debolezze, storia raccontata in modo impersonale. Il narratore cerca di rappresentare la vicenda senza schierarsi od esprimere opinioni, anche se non sempre ci riesce.
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L'ingenua, raffinata distorsione del mondo
"Il dolore si inabissava nel suo animo con un sibilo sottile, come fa il vento in inverno nei castelli abbandonati."
Quella di Emma Bovary è la storia di una donna infelice che vive nella Francia del XIX secolo. Tra le eroine più famose nel mondo della letteratura, Emma è avvolta perennemente nell'inquietudine, in una tensione verso l'infinito che nella sua ingenuità è incarnata nell'eleganza dell'altà società, nella cura dell'aspetto e nelle etichette. Emma infatti è prima di tutto una ragazza confusa, confusa al punto da costruire nella sua mente una realtà distorta che mai potrà soddisfare il suo animo inappagato. La piccola provincia normanna in cui la fanciulla è costretta a vivere è per lei alla stregua di una galera, per i suoi interminabili e ripetuti cicli, per le stesse persone ai suoi occhi mediocri, che si trascinano giorno dopo giorno nelle polverose strade del paese bagnate di sole. Conserva gelosamente nei suoi ricordi le immagini dei libri che leggeva in gioventù, immagini di donne che si spingevano ai confini del mondo, in compagnia di un amore nobile e gentile, che riempiva la loro anima in maniera totalizzante per l'eternità. Le conserva nell'attesa di un qualcosa di più grande, che tuttavia sembra non arrivare mai, e la spinge a crollare, declassarsi, commettere irreparabili errori fino a perdere se stessa. A condividere con la ragazza il tetto matrimoniale è l'ufficiale sanitario Charles, un uomo che sebbene Emma col tempo finisce per detestare, per la sua mediocre cultura e condizione sociale, egli amerà al di là dei limiti più provanti, manifestando una purezza d'animo che alla moglie Emma sfugge. La ama così tanto da non riuscire a cogliere i suoi difetti, le sue mancanze, a non comprendere il motivo reale della sua infelicità. La ama con un'abnegazione tale da sfiorare, talvolta, il ridicolo.
Emma Bovary è un'eroina difficile da amare, e a molti appare semplicemente egoista e superficilale, ma c'è molto di più. Certi comportamenti nei riguardi delle persone più vicine a lei sono imperdonabili. Ma la sua frustrazione da un lato dimostra la sensibilità artistica da cui deriva il suo tormento, inesprimibile per la sua condizione sociale e per il solo fatto di essere donna; dall'altro lato questa frustrazione condanna implicitamente coloro che la circondano e la opprimono, i membri della media-borghesia, che non a caso Flaubert stesso aveva in odio. Di loro lo scrittore condannava proprio la vuotezza interiore, l'attaccamento ai beni materiali e la cultura di basso livello.
E' un libro intenso e stilisticamente scorrevole, che nonostante i contenuti interessanti ti trascina nella lettura senza difficoltà. Per la particolarità della protagonista, in sospeso tra mille contraddizioni, porta il lettore a riflettere a fondo, per capire, qualora sia possibile, da che parte schierarsi. Le descrizioni paesaggistiche sono incantevoli, forse tra le più belle che abbia mai letto.
"Tutto era silenzio; qualcosa di dolce sembrava emanare dagli alberi; sentiva i battiti del suo cuore ricominciare e il sangue circolare nella carne come un fiume di latte. Allora udì in lontananza, al di là del bosco, sulle altre colline un grido vago e prolungato, una voce strascicata, e la ascoltò in silenzio, mescolarsi come musica alle ultime vibrazioni dei suoi nervi scossi."
:) A pieno merito inserito nella tradizione dei classici.
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1827-1846: Il fallimento degli ideali romantici
Permettetemi di iniziare la recensione di oggi con una sola parola: finalmente.
Si, 'finalmente' perché era dai tempi delle superiori che desideravo leggere il romanzo che apre le porte al Realismo francese e, 'finalmente', questa settimana sono riuscito a depennare questo testo dalla mia (molto, troppo) lunga lista dei libri 'must read before I die'.
I protagonisti del romanzo, neanche a voler andare contro il titolo, sono i coniugi Bovary.
Charles è un medico che eredita dal padre un animo svogliato e "che non nutriva certo un debole per la cultura", mentre prende il carattere dolce e mansueto dalla madre.
Dopo essere rimasto vedovo dal primo matrimonio, ora è sposato con Emma, una donna amante del lusso e dalle aspirazioni spiccatamente romantiche e trasognate.
La felicità del loro rapporto matrimoniale è riassumibile in una domanda che lei si pone nella prima parte del romanzo: "Dio mio, ma perchè mai mi sono sposata?".
Perché i loro caratteri erano assolutamente incompatibili e per lei "l'esistenza era fredda come un solaio esposto a settentrione", con le giornate che "ora si sarebbero succedute così, immutabili, innumerevoli, senza portare mai nulla d'imprevisto!".
Qui inizieranno le avventure extraconiugali della donna con vari uomini, ma nessuna di queste riuscirà a farle ritrovare il senso della vita, finché l'intera vicenda si concluderà con un finale tragico che lascerà l'amaro in bocca anche al lettore più pragmatico.
Parallelamente ai due coniugi, è importante notare come anche gli altri personaggi siano legati da una sostanziale 'pochezza' interiore:
Monsieur Homais, un uomo egocentrico e pieno di sé, ma che pagherà cara la sua distrazione e la sua bieca cecità nel finale del romanzo;
Leon Dupuis, che condivide con Emma l'interesse per le "cose più belle della vita", ma che è frenato da un carattere debole e, come lo Sperelli dannunziano, dalla "potenza volitiva debolissima";
Rodolphe Boulanger, che fa della lussuria e della frivolezza il suo stile di vita;
Monsieur Lheureaux, alter-ego di una borghesia determinata unicamente a manipolare il prossimo per un tornaconto personale.
È proprio dal vuoto interiore dei personaggi che possiamo notare come, a livello tematico, Flaubert rimarchi, non senza l'adozione di una venatura ironica, l'inadeguatezza del linguaggio, ritenuto fallace e troppo generico perchè riesca a descrivere appieno i sentimenti delle persone.
Altri spunti tematici vedono la critica alle condizione sociale delle donne 'innatamente inferiori', il disprezzo per una borghesia apatica, materialista ed amante delle convenzioni, e non dimentichiamoci come l'astensione dell'autore dal puntare il dito in maniera diretta contro l'adulterio della protagonista gli creò non pochi problemi, benché il Realismo flaubertiano avesse ben altre preoccupazioni di cui disquisire.
Ben esplicita è anche la contrapposizione dello scrittore francese all'idealismo romantico di Emma, così come risulta palese l'infima considerazione che egli nutre riguardo la finta modestia borghese di Lheureaux, il concetto di 'razionalità scientifica' e l'utilità della Chiesa.
Un altro aspetto, più bizzarro, ci permette di notare il rapporto di 'proporzionalità inversa' che lega l'ambientazione e Madamé Bovary: più gli scenari si fanno scialbi e prosaici, più lei mostra ribellione ed insofferenza verso una vita che non riesce a godersi neppure per un secondo. Senza dimenticare che gli stessi ambienti sono fortemente influenzati dallo stile realista e dal contesto socio-economico;
Perchè il romanzo abbraccia il (quasi) ventennio 1827-1846, periodo nel quale la 'Monarchia di Luglio' di Luigi Filippo vedeva ascendere la classe media, ed è anche decisiva è la scelta di collocare l'intera vicenda nella zona di Rouen, il paese che oggi è capoluogo dell'Alta Normandia e che diede i natali a Flaubert nel lontano 1821. E saranno proprio la cura, il dettaglio, la verosomiglianza della vita rurale ottocentesca a rendere il testo il capostipite della corrente letteraria realista.
Che dire infine? Un romanzo schietto, rigoroso, con un lato rigorosamente autobiografico, che non esalta i personaggi 'eroi' e che pone anche le basi per la nascita del termine 'bovarismo'.
Lo so che quest'ultima frase vi sembrerà una sintesi troppo scarna e stiracchiata; è proprio per questo motivo che concludo qui il mio commento e vi consiglio assolutamente di leggere questo romanzo, sia che siate ancora studenti sia che abbiate qualche annetto in più.
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La signora Bovary
La prima edizione di questo romanzo fu pubblicata nel 1856 e venne messa subito sotto inchiesta perché a quei tempi era un testo che oltraggiava la morale.
Però siccome che di questo romanzo incriminato si parlò davvero tanto in poco tempo la sua fama aumentò a dismisura.
Flaubert si ispirò a delle vicende realmente accadute ad una giovane donna di provincia che successivamente l’amore incompreso la portò al suicidio.
La trama parla della moglie di un dottore che stanca della sua vita piatta e monotona iniziò a tradire il marito ed ad avere uno stile di vita superiore alle sue possibilità.
Il romanzo è stato ambientato a Rouen nella provincia settentrionale della Francia.
Emma, la protagonista principale, si era sposata con questo dottore principalmente per migliorare il suo stile di vita, ma piano piano con il tempo si accorse che il suo matrimonio era un vero disastro e tutto ciò che la circondava non le bastava mai.
Anche se questo libro è stato scritto molti anni fa per alcuni aspetti si può considerare molto attuale e realista: un matrimonio fatto per interessi che non porta alla tanto desiderata e sognata felicità, ma fa andare in crisi la coppia e fa scegliere ad Emma di cercare la felicità in un altro uomo.
Emma è una donna piena di debolezze, sempre infelice per la sua scelta sbagliata.
L’autore inoltre ci fa conoscere come vivevano le donne in quel periodo, donne di un’epoca molto lontana dalla nostra.
Che altro dire?
Una lettura molto interessante e piacevole che ci fa comprendere come venivano vissute le crisi degli ideali romantici.
Buona lettura!
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Il virus del mal di vivere
Adoro la letteratura dell’800 francese e questo è indubbiamente un capolavoro, di rara bellezza e profondità. Emma è un personaggio difficile da dimenticare, è una donna dei nostri giorni, annoiata ed alla continua ricerca di una vita che non le appartiene, di un mondo fittizio, fatto di passioni, lusso, avventure, che la fanno sentire viva, anche se, facendola scivolare nel baratro, la portano alla distruzione. La possiamo sentire come fragile ed amarla per questo oppure la possiamo vedere come egoista e con la stessa intensità odiarla per questo. Ed il modo di scrivere dell’autore non ne dà alcun giudizio, Flaubert la fotografa, magistralmente, senza giudicarla. Intessuti fra i capitoli percepiamo la mancanza di ideali e di obiettivi, la superficialità dei sentimenti, il vuoto interiore che Emma cerca di riempire con elementi comunque evanescenti. Lo stile è splendido, scorrevole, seppure denso di descrizioni e scenari della provincia e campagna francese, che rivestono la funzione di una perfetta scenografia, proprio tangibile per il lettore. E’ un libro indispensabile.
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Una donna moderna del passato
Ironico e distaccato documento della piccola borghesia francese in ascesa a metà Ottocento tutto concentrato sulle vicende di Emma, una antica donna moderna, sognatrice che con il matrimonio a un oscuro e timido borghesuccio spera di ottenere la pace interiore e l'affermazione di sè il romanzo è anche una presa in giro del mondo romantico, delle reveries che imbevevano molte fanciulle dell'epoca con un minimo di istruzione.Scritto in maniera impeccabile dal suo autore, amabile sia in traduzione che nell'originale grazie a un periodare asciutto e scorrevole il libro esce dallo stile paludato ottocentesco per aprirsi invece al nuovo e non a caso Joyce, uno dei più innovativi scrittori dell'epoca modernista lo rese ad esempio per i suoi primi racconti.
Talvolta influenzato dal gusto naturalista di metà ottocento tuttavia "Madame Bovary" è un romanzo a sè stante,crudele ritratto di un'epoca e di una società autorereferenziale e incapace di una giusta collocazione.Ha dato origine a un aggettivo di accezione negativa al momento poco usato.
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Il bovarismo
A volte, quando il romanzo è così conosciuto e diffuso, è meglio soffermarsi sugli elementi stilistici dettati dallo stesso autore e su quanto ci ha lasciato. Troppo facile evocare lo scandalo suscitato a quei tempi, clamore e falsi moralismi hanno stimolato l'élite della cultura francese, nonché mondiale, a schieramenti a favore e, soprattutto, contro l'autore della signora Emma Bovary per poi cambiare repentinamente parere o addirittura col non aiutare chi è stato emarginato lungamente e ingiustamente. Comincio subito col dire che, in Madame Bovary, Flaubert conferma che non si è lasciato trascinare dal mito romantico di trasporre l'assoluto nel quotidiano, di modellare la vita sui sogni. È una storia inventata, non vi ha messo niente dei suoi sentimenti né della sua esistenza, Madame Bovary sono io: è quanto dichiara in più occasioni lo stesso autore. Il romanzo nasce da un lungo lavoro interiore dello scrittore che dosa gli elementi e ricerca la raffinatezza della scrittura: è una composizione in blocchi integrati in un piano minuzioso. La struttura del libro è fatta di tempi lunghi, verbi all'imperfetto e scene chiave; quando, invece, la descrizione si fa vivace e ritmata vi è l'uso del passato remoto. Ogni dettaglio è funzionale alla scena e al disegno complessivo della storia; incomprensione e crudeltà determinano una serie di sensazioni e atti che annunciano a loro volta la vicenda intera nel romanzo. Vi è infatti un'eroina che è insoddisfatta della propria vita dislocata in piccole cittadine della provincia francese e rappresenta la crisi degli ideali romantici. Il realismo dell’autore non sta solo nei dettagli ma anche nella descrizione dei luoghi, dei personaggi e degli ambienti (sia contadini sia quelli della piccola borghesia e dell’aristocrazia della Normandia); ciò fornisce al lettore una sensazione di profonda verità, talvolta forse un po’ di malessere, ma occorre ricordare che l’autore lancia uno sguardo sempre ironico. Nonostante Madame Bovary abbia avuto vari amanti e l’amore che provava fosse da lei considerato come assoluto, in realtà era una fonte di delusione continua, più che di soddisfazione si trattava di una chimera, tanto che la sua vita sfociava continuamente in un nulla esistenziale. Tutto il romanzo di Flaubert sarà quindi una lunga variazione su questo tema, volendo mescolare tematiche come l’amore sensuale, l’amore mistico, l’esaltazione religiosa e quella dei sensi, paralleli, ma di tono diverso, utilizzo di banalità e frasi fatte nei momenti di maggiore tensione drammatica sottolineano la distanza tra il sogno d'assoluto e la volgarità del quotidiano, l'irrisorietà e la stupidità delle convenzioni borghesi. Vince la mediocrità nella storia narrata da Flaubert, lo scarto insieme ridicolo e crudele tra l'essere e il voler essere che prenderà il nome di "bovarismo".
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Madame Bovary
Flaubert costruisce la storia di Emma, Madame Bovary, con un lessico talmente musicale, poetico e dettagliato da far pensare alla sua opera come a quella di un “orafo" della parola, che seleziona e dispone con cura e attenzione quasi maniacali ogni singolo lemma, creando uno spaccato di vita di rara intensità e bellezza.
Entriamo a poco a poco nella storia di Emma, e le sublimi descrizioni psicologiche del personaggio ce ne fanno cogliere con immediatezza l’animo volubile, fragile e capriccioso. Nella sua mente ciò che vale la pena di essere vissuto e può dare senso ai propri giorni è solo una vita pari a un feuilleton rosa , denso di intrighi amorosi, colpi di scena e paesaggi fiabeschi; ma quando il desiderio da immaginifico si fa impellentemente reale, quando le lusinghe della fantasia portano a desiderare di essere ciò che non si è, allora è facile per Emma confondere desiderio con realtà, amore con eccitazione, lusso di tessuti e vesti con nobiltà d’animo e di sentimento in sè e nei suoi spasimanti. Una sovrapposizione fatale di realtà e fantasie, che sulle prime sembra solo un gioco innocente, volto a rianimare una vita piatta e noiosa; in realtà tale incoscienza svela la sua natura crudele nell’attimo in cui il gioco delle apparenze crolla ed Emma si ritrova, di nuovo, amaramente sola, vittima delle sue illusioni.
In questa perenne attesa di mutamento della sua esistenza, imprigionata in un matrimonio capitatole più che voluto, con una figlia e un marito che non riesce o non è capace di amare e nella convinzione di meritarsi un amore sconvolgente da romanzo, Emma cede inevitabilmente ad ogni lusinga del destino, nella speranza di cambiar vita, di avere di più, di riuscire ad essere più serena, finalmente appagata.
Romanzo straordinariamente attuale per la perpetua ricerca di una felicità che tiene in gran conto l’emozione fugace e la suggestione delle cose materiali, dove vige un'incomunicabilità drammatica fra i personaggi: all’inizio del romanzo Charles, marito di Emma, non riesce a integrarsi e a interagire con i suoi compagni di scuola; Emma non riesce a manifestare la sua frustrazione al marito, il quale la crede devotamente innamorata e scambia la sua insoddisfazione per una malattia nervosa; gli amanti di Emma nutrono sentimenti ben lontani dalla sua concezione dell’amore, quando non totalmente diversi: e poi spicca il ruolo della ricerca affannosa dei beni di lusso,il cui possesso vorace diventa un palliativo per curare un vuoto interiore enorme, certamente non colmabile dall’ennesima seta pregiata.
Decisamente esilaranti, poi, alcune indirette critiche di Flaubert alla piccola borghesia dell’epoca, come la figura di Homais, farmacista borioso e fanfarone, o la scena del comizio agricolo dove roboanti lodi dello Stato e dell'agricoltura si alternano al contemporaneo, artificioso e smielato corteggiamento di Rodolphe, producendo un effetto di smaccata ironia.
Un romanzo magistrale, di una bellezza descrittiva assoluta e caratterizzato da una profonda analisi psicologica della protagonista. Ne ho apprezzato soprattutto la seconda parte, quando il lettore entra nel vivo della vicenda di Emma; questa figura certo non risulta essere di grande simpatia, ma in lei, nella sua fragilità, credo che ognuno possa talvolta riconoscersi e possa dire, come l’autore, il famoso “Madame Bovary c’est moi”.
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Rimane forse suo malgrado l'epopea della mediocrit
[Contiene Spoiler]
Il 1857 è un anno cruciale per la letteratura ottocentesca francese : è l'anno del processo per immoralità alle 2 opere più discusse e ambigue del secolo: Madame Bovary di Gustave Flaubert e I fiori del Male di Charles Baudelaire. Entrambe segnano un passaggio ad un nuovo tipo di scrittura, la tendenza a nuovi temi e soprattutto il beffardo parodiare dei miti e dei sogni che avevano reso tanto popolare il movimento Romantico : là dove questo guardava con occhio positivo, Emma Bovary e Charles Baudelaire gettavano ombre e perversioni.
Flaubert stesso scriveva di lei : "è una di quelle nature un pò perverse, una donna di poesia fasulla e di sentimenti fasulli". Emma è una caricatura di eroina romantica, una donna in bilico tra la banalità del quotidiano e la sublime tensione all'assoluto.
"Prima di sposarsi Emma aveva creduto di essere innamorata ma la felicità che sarebbe dovuta nascere da questo amore non esisteva ed ella pensava ormai di essersi sbagliata.Cercava ora di capire cosa volessero dire realmente le parole felicità passione ebbrezza che le erano sembrate così belle nei libri."
La storia di Emma è un dramma borghese : da fanciulla appassionata di letteratura in convento, diviene ben presto donna sposando Charles Bovary, un medico di mediocri aspirazioni ("La conversazione di Charles era piatta come un marciapiede e le idee più comuni vi sfilavano nel loro abito di tutti i giorni") ; perciò Emma, nonostante la nascita della piccola Berthe ("E' strano, pensava Emma, come sia brutta questa bambina") inizierà a cercare in altri uomini ciò che il marito non può ( pur desiderando intensamente la felicità della moglie) darle, a causa della sua incapacità di comprendere al di là del proprio naso, della sua rozzezza e forse anche della sua vigliaccheria.
Un elemento che aveva scatenato ulteriormente l'insoddisfazione della donna è l'invito al ballo del marchese di Andervillies : è lì che Emma crede di aver trovati finalmente il proprio posto nella società, tra le gran dame e le "duchesse dove tutti erano pallidi e si alzavano alle quattro del pomeriggio e gli uomini sfiancavano i loro cavalli in gite di piacere. Essi conducevano un'esistenza che librava al di sopra di tutto tra cielo e terra in mezzo alle tempeste, qualcosa di veramente sublime.Tutto ciò che le era prossimo in maniera immediata, la campagna noiosa, i piccoli borghesi imbecilli, la banalità della vita le sembrava un eccezione, un caso anormale in cui lei si trovava presa mentre al di là di ciò si stendeva a perdita d'occhio lo sterminato paese della felicità e delle passioni. Ella confondeva l'eleganza delle abitudini con le delicatezze del sentimento."
Ancor più triste e sconsolato, dopo il ballo, sarà il ritorno a casa, in seguito al quale Emma "diventa capricciosa e difficile. [...] L'avvenire si presentava come un corridoio nero in fondo al quale v'era una porta sprangata." La donna, a poco a poco diviene sempre più sofferente, finchè Charles decide di trasferirsi dalla campagnola Tostes alla cittadina Yonville, dove incontrerà i due uomini che saranno poi i suoi amanti : Leon e Rodolphe.
Leon è accomunato ad Emma dalle medesime false passioni e falsi ideali : ""Per me non esiste niente di più bello del sole al tramonto, soprattutto in riva al mare", disse Emma. "Oh,io adoro il mare!", esclamò Leon. "E poi", continuò la signora Bovary, "non trova che lo spirito spazia più liberamente su quella distesa senza limiti, la cui contemplazione eleva l'anima e suggerisce riflessione sull'infinito, sugli ideali?",""Detesto i personaggi comuni e i sentimenti moderati, come quelli che si incontrano nella realtà", osservò Emma."Quelle opere che non suscitano emozioni si allontanano dai veri scopi dell'arte", convenne Leon.
Ma Leon, che è soltanto un ragazzo, decide ben presto di lasciare Yonville per completare i propri studi, per recarsi nel cuore della Francia, in quel calderone palpitante di vita che è Parigi.
Parigi, al pari di Emma, è una protagonista importante del romanzo, sebbene assente : una città piena di mistero, di decadenza e frenesia, di miseria e sporcizia, diviene agli occhi illusi di Emma e Leon un Eden in cui rifuggiare le loro esistenze ; "Com'era Parigi? Che nome pieno di smisurate promesse!","Emma desiderava al contempo morire e andare ad abitare a Parigi."
Questa città dai contorni sfocati appare come un sogno, l'Eldorado dei Romantici, sebbene essa non venga descritta direttamente da Flaubert nel corso dell'opera. La capitale viene citata poche volte, ma assume per Emma i contorni della città dei balocchi, del luogo dei sogni in cui rifugiarsi, in cui vivere apertamente tutti i propri vizi e le proprie bassezze; non è un caso che Emma, pur vivendo in una piccola cittadina come Yonville, continui a vestire in maniera elegante, come una gran dama parigina, e sfoggi dei comportamenti spregiudicati che di certo non si confanno ad una buona borghese rispettabile : "Non nascondeva più il suo disprezzo per cose e persone, a volte manifestava opinioni bizzarre, biasimava ciò che otteneva l'approvazione di tutti e giudicava benevolmente perversità e immoralità da tutti riprovate."
In seguito alla partenza di Leon, Emma si lascia sedurre da un nobile scapestrato del luogo, Rodolphe Boulanger de la Huchette. ""Basterebbero tre frasi galanti per farsi adorare da lei, ne sono certo", pensò Rodolphe."Sarebbe qualcosa di dolce...già ma poi come sbarazzersene in seguito?""
Il pensiero di Rodolphe ovviamente, da uomo navigato nei piaceri dell'amore ed esperto di donne, non è quello di rendere felice Emma e di amarla follemente; il suo unico pensiero è quello di conquistarla; la sua caratterizzazione è quella tipica di dongiovanni, del seduttore incallito di cui parla Kierkegaard che avviluppa la preda stritolandola per poi abbandonarla miseramente. Rodolphe infatti abbandonerà Emma adducendo banali pretesti proprio mentre i due progettavano la fuga insieme.
Nel tentativo di dissuaderla l'uomo aveva tentato di farla ragionare, di farla riflettere sulle sue incombenze : ""Ma...e tua figlia?", soggiunse Rodolphe. Emma riflettè un momento, poi rispose : "Tanto peggio verrà con noi!""
In seguito all'abbandono del suo amante, Emma cade in uno stato di profonda prostrazione al quale soltanto il ritorno ad una vita sregolata e suo modo "bohemien" potrà rimediare.
Una sera, recatasi con il marito a Rouen per uno spettacolo teatrale, riicontra il suo primo (seppur platonico) amore infedele : Leon.
I due intraprendono ben presto una relazione, un rapporto che per Emma non è altro che un motivo di evasione dalla realtà e che la condurrà agli eccessi più strampalati del piacere e della spregiudicatezza; ben diverso dall'amore che provava per Rodolphe, il sentimento per Leon è patinato da un leggero velo di ambiguità, di meschinità e di miseria. La Emma passionale e romantica che si era a suo tempo innamorata di Charles, dei cavalieri di cui aveva letto le avventure nei romanzi di Scott, e dello stesso Rodolphe, non esiste più.
Al suo posto una donna spregiudicata, che si sente costretta nella sua condizione borghese, svampita ma non felice.Una donna non molto differente dalla femme fatale che sarà Mata Hari, con un fascino simile a quello di Anna Karenina e una debolezza che caratterizza la Fosca di Ugo Tarchetti e la Signora delle Camelie di Dumas.In casa Emma"nasconde dietro l'abito dalle pieghe diritte un cuore sconvolto e le labbra pudiche tacciono le tempeste."
Ma Leon la considera "l'amante celebrata in tutti i romanzi, l'eroina di tutti i drammi, e osservandola era prigioniero degli innumerevoli fili di un sogno."
E Il dramma illusorio e borghese di Emma sta per volgere al termine : oberata di debiti, dopo aver firmato varie cambiali e aver tentato di convincere sia Leon, sia l'antico amante Rodolphe a farle un prestito, e in seguito al pignoramento di tutti i mobili della casa, titanicamente sola dinanzi al suo dramma borghese, la donna, impazzita, si volge all'unica scelta possibile per un'eroina romantica : il suicidio.
"Esisteva un vuoto nella sua vita, una putrescenza istantanea delle cose che le stavano più a cuore."
Emma nel suo ultimo slancio romantico, ingoia una manciata di arsenico decretando per se stessa una morte sofferta e dolorosa. Lo stesso Charles le sopravvive di poco tempo, dopo aver scoperto tutti i tradimenti della moglie e ciononostante, continuando ad amarla. "Aveva la testa arrovesciata contro il muro, gli occhi chiusi, la bocca aperta, e teneva fra le mani una lunga ciocca di capelli neri."
Una vicenda scandolosa per l'epoca (ricordiamo che siamo nel 1857), eppure,considerando il romanzo per il suo essere un "classico", apparentemente privo di un riferimento alla nostra realtà, privo di quello "slancio vitale" che fa di un romanzo un caposaldo della letteratura mondiale.
E' Emma che, a suo modo, dona "freschezza" al romanzo, lo rende "vivo e vitale". Durante il processo Gustave Flaubert con un pizzico di ironia e di provocazione, affermò "Madame Bovary sono Io" : Madame Bovary non è soltanto Gustave Flaubert, non è soltanto il lettore ottocentesco. Emma Bovary è tutti noi; Emma Bovary è la società moderna con i suoi sogni falsi e banali,"che cadono nel fango come rondini ferite"; Emma Bovary è il finto slancio che ogni mattina ci fa svegliare con la speranza che sia un nuovo giorno, che accadrà qualcosa di nuovo, che il futuro ci riserba sorprese e felicità.
Emma è quel sottile senso di insoddisfazione che ci attanaglia quando possediamo tutto ciò che desideriamo e ciononostante continuiamo a chiedere qualcosa di più. Ognuno di noi, ognuno di voi cade nuovamente nell'orrore del quotidiano e dell'abitudine, una volta ottenuto ciò che anelava.Ognuno di noi, ognuno di voi, come Emma, è continuamente smanioso,desideroso d'amore e di alti sentimenti, è sognatore e insoddisfatto e perciò infelice.
"La letteratura, per le passioni che suscitava, insorgeva dinanzi ai misteri della fede, e ancora di più si irritava contro la disciplina.Quando suo padre tolse Emma dal colleggio, ella ne fu felice. Tornata a casa, si divertì dapprima a comandare la servitù, ma ben presto la campagna le venne a noia e rimpianse il convento."
L'eroina di Flaubert è un'eroina sconfitta, ma a differenza di molti altri sconfitti della storia della letteratura, ella è sconfitta da se stessa, dalla sua follia egocentrica e manierista, dal suo spirito lacerato dal continuo "Streben" ("Tensione") verso qualcosa che probabilmente è esistito ma non esiste più.
Gli ideali Romantici vengono aspramente criticati da Flaubert in quest'opera, e proprio Emma, che ha un atteggiamento così romantico, ne è l'esempio più palese : ella costituisce il simbolo delle nostre aspirazioni inquiete e nel suo suicidio da operetta, Flaubert decreta la morte delle istanze Romantiche, la morte di un'epoca mossa da violente passioni ma anche da profonde contraddizioni.
Madame Bovary è sostanzialmente una figura vuota, la cui personalità è priva di originalità e che agisce in base alle tendenze (ormai sul far della sera) romanticheggianti di un'epoca terminata.
Il suo disagio esistenziale è frutto della fine di un'era e dell'inizio di un'altra; da un punto di vista puramente letterario abbiamo parlato del passaggio dal Romanticismo al Realismo e al Simbolismo. Emma è quello spirito romantico che si aggrappa con tutte le sue forze ad un barlume di speranza, che continua ad aspirare all'Assoluto anche se gli altri sono ritornati nel mondo reale, anche se Verga scrive dei contadini che insorgono e Hugo de i Miserabili.
"Non esiste borghese che, nell'entusiasmo della gioventù, sia pure soltanto per un giorno, per un minuto, non si sia creduto capace di passioni sublimi e di alte imprese." Madame Bovary, Gustave Flaubert
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Mi aspettavo di più.....
Scrivere una recensione non proprio positiva nei confronti di un "classico" della letteratura, lo so potrebbe attirarmi non poche antipatie, però che dire l'ho terminato a stento, mi era stato consigliato dopo la lettura di "Anna Karenina", invece devo dire che se mi fermavo alla lettura di quest'ultimo era meglio....non si possono fare paragoni Anna diventa una donna "perduta " per vero amore e il prezzo che deve pagare per questa sua passione "illegittima" è altissimo, Emma invece, legata ad un uomo debole e mediocre è vero, sprigiona solo un forte egoismo nel ricercare il suo "piacere"personale gettando nel baratro tutti, figlia compresa. In entrambi i libri le eroine muoiono suicide, però per motivi molto diversi: Anna perchè si ritrova completamente sola, abbandonata da tutti ed emarginata dalla sua stessa classe sociale, condannata a non poter più vedere il suo amato figlio; Emma, invece, sceglie la morte lasciando nelle peste tutti e condannando la figlia ad una vita di stenti! Se non è egoismo questo......
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L'intramontabile Madame
Compagna delle mie serate estive, una lettura senza eta' che eta' non teme.
Mi sembra ancora di scorgerla, le mani sottili e ben curate, i lunghi capelli neri accuratamente acconciati, un abito bianco a volanti e le scarpette leggere che picchiettano il selciato velocemente, come quel fremito perenne che l'assilla.
Madame Bovary, nata in campagna ed istruita in un convento, cresciuta tra le luci soffuse dei candelabri e l'odore d'incenso leggendo di cavalieri e dame, sognando grandi passioni ed inestinguibili amori.
Ma la vita Emma non e' quel che leggiamo, e' cio' che incontriamo vivendo.
Sposa di Charles Bovary, medico di campagna che la venera come una dea, che le dona nella sua semplicita' tutto l'amore e le attenzioni di marito e di padre.
Ma il suo profondo affetto e' troppo semplice e cieco e non sa distinguere l'inferno che arroventa le membra della sua splendida moglie.
Madame Bovary infelice, insoddisfatta di quello sposo per lei cosi' banale, schiava bramosa dei tormenti del cuore si trascina adultera con amanti che illudono e infliggono nella sua anima sconfitta l'ennesimo colpo.
Donna di classe, viziosa e viziata pretende ricchezze che non puo' permettersi, trascinata in un vortice di sabbia nera che le scivola tra le dita fino a seppellirla.
Gli amanti sfumamo lasciando ferite nel cuore, l'ingenuo amore del dottor Bovary non sara' espiazione.
La veletta nera le copre il volto ormai assuefatto alla menzogna, le scarpette non corrono piu' sulle strade sterrate per raggiungere i propri amanti, gli occhi non ammiccano in eterno, le labbra insoddisfatte non baciano piu' avidamente.
Piacevole narrazione guarnita di splendide descrizioni,credo sia' una storia senza tempo che non potra' subire l'ombra di un autunno letterario.
Buona lettura
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la storia di una donna confusa dall'amore
Madame Bovary di Gustave Flaubert è un romanzo che parla d'amore, ma soprattutto di tradimento, nei suoi meccanismi psicologici più intimi. Inizia come la storia di un'epoca e di una famiglia, forse quella che soffrirà di più per le vicende dovute all'aver scelto una donna in particolare come parente, la seconda Madame Bovary, la quale è incapace di amare l'uomo che h sposato.
Non è sempre vero l'aforisma dantesco "Amor, ch'a nullo amato amar perdona". In questo caso, Emma è una moglie imperfetta, alla ricerca di una perfezione personale che dovrà ricreare i classici romanzi d'amore che legge. Essendo terribilmente annoiata, si lascerà corteggiare dal praticante notaio Léon, senza che nulla superi, per il momento, l'amor platonico. Partito per Parigi Léon, Emma si lascerà sedurre dallo scaltro Rodolphe e le sembrerà di aver trovato la felicità, a tal punto che programmerà di fuggire con lui. Verrà abbandonata con una lettera, antenata degli attuali sms. Sconvolta, Emma perderà la lettera senza mai più ritrovarla.
Il problema di Emma è che i suoi eccessi di passione ed ardore, spaventano, stancano e mettono in fuga gli uomini che la scelgono solo come amante e da lei non vogliono nient'altro.
Emma ritroverà Léon che, nel frattempo, avendo "fatta pratica" in città, saprà come legarla a sé. La famiglia di lui, venuta a sapere da pettegolezzi della relazione del figlio con un'adulterà, farà di tutto per distoglierlo dal suo hobby amoroso e Léon lascerà Emma. Intanto, la signora Emma Bovary, con il suo stile di vita fatto di eccessi e di lusso, ha contratto debiti con un usuraio e, non sapendo cosa fare, chiede aiuto invano ai suoi due amanti, che di lei hanno avuto il meglio e non vogliono impicci. Emma, sola e disperata, sceglierà la facile via del suicidio.
Il marito Carlo, che le è sempre rimasto accanto, ignaro delle sue tanto vociferate relazioni, si lascerà morire ma, come colpo di grazia, trova la lettera perduta di Rodolphe.
La figlia di Emma e Carlo, rimasta orfana e povera, dovrà lavorare in fabbrica per sopravvivere. E' una storia molto drammatica. Emma, a volte, è simpatico seguirla nei suoi slanci, nelle sue corse per assecondare gli amanti, preda delle gioie che solo un tradimento sa trasmettere; a volte, non la si comprende e si spera che tutto le vada male. Emma la si osserva nella sua miseria, anche se peggio è vedere il marito Carlo, essere imperfetto, soltanto per sua moglie.
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Una perla della letteratura
Vorrei dire la mia su questa autentica perla della letteratura, dal momento che condivido solo un paio delle recensioni pubblicate.
E' la storia del fallimento esistenziale di una donna che non riesce a scendere a compromessi con la mediocrità, condannata a raccogliere solo le briciole di una vita che immaginava come un lauto banchetto. Soffocata dalla routine della provincia, affamata di emozioni, di incontri brillanti, d'amore, Emma, che non è donna da mezze misure, finisce per divorare se stessa. Flaubert si fa acuto osservatore della vicenda, spostando la sua attenzione ora sulla protagonista ora sui personaggi che la circondano. Ne escono fuori degli antieroi talmente inadatti ai sogni di grandezza della signora Bovary, e descritti con un tale realismo, da risultare persino buffi. Così, se da un lato partecipiamo alle pene della protagonista ritrovando in noi stessi le sue fragilità, dall'altro, per lo stesso motivo, ne ridiamo. Rispetto alla poverina, del resto, abbiamo una visione più obiettiva - quella dell'autore - che ci rende consapevoli dei retroscena (spassosissima è la lettera con cui il suo secondo amante la scarica). Alla fine non sono le lacrime dell'ottuso marito ad emozionare, ma quelle di un adolescente segretamente innamorato, inginocchiato in piena notte sulla sua tomba. E' al suo giovane cuore che Flaubert affida l'immagine di un sentimento puro, che non ha avuto il tempo di fare i conti con la realtà.
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Gli occhiali
Parlare del capolavoro di Flaubert è eccitante quanto difficile, perché raramente si raggiunge la completezza. Partendo dai personaggi, non vediamo che Emma; gli altri non sono che deformazioni della sua mente. Flaubert le costruisce una persona, una fisicità, Emma è frutto di un parto sofferto. Gli uomini, invece, sono macchie romanzate e l'unico modo per raggiungerli è un tentativo di analisi attraverso le deformazioni di Emma. Ma ancor più sono deviazioni e fraintendimendi: Emma non intraprenderà neppure il più piccolo tentativo di conoscenza autentica delle persone che la circondano, perché tutto il suo reale è trasferito in una dimensione trasfigurata e romanzata, da cui escono personaggi, non persone, e topoi, non sguardi. Emma smise di amare Charles quando la maschera cominciava a stargli stretta (o strargli larga), la stessa cosa per Léon. Che cos'è dunque il bovarismo? In "Madame Bovary" assistiamo solo alla sua caduta, o forse, alla sua presa di posizione. Il bovarismo allo stadio primitivo non è che un sano romanticismo, ma Flaubert supera immediatamente questa posizione. Il bovarista moderno è l'inetto, il nichilista, l'assurdo, bovarista è il positivista, il modernista. Flaubert ha, insomma, svelato il contemporaneo.
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Madame Bovary
Sono trascorsi ben 150 anni dalla sua stesura, ma questo romanzo rimane estremamente moderno e leggibile.
Al centro della scena Flaubert colloca una donna non solo capricciosa, bensì corrosa da una profonda insoddisfazione per la propria condizione, sposata ad un uomo mediocre che non ama e relegata ad una vita di provincia priva stimoli e che tarpa le ali alle sue ambizioni.
Emma è una donna che esula dagli stereotipi femminili dell'epoca, che imporrebbe un buon matrimonio ed una dedizione assoluta al proprio consorte ed al focolare domestico; al contrario, la nostra eroina detesta il marito, non si prende cura della propria figlioletta, si innamora di altri uomini e conduce la famiglia alla rovina economica.
Tutti ingredienti che fecero tacciare di immoralità l'opera e che ancora oggi percepiamo molto forti se ci caliamo in quel contesto storico e sociale.
La narrazione è piacevolissima, altenando momenti introspettivi che sviscerano la personalità dei personaggi, a momenti descrittivi dei luoghi e delle consuetudini, regalandoci uno spaccato della vita di provincia francese di metà ottocento molto interessante.
Lettura consigliata a tutti per immergersi in un mondo “antico” e per meditare su tante tematiche ancora maledettamente attuali, come la noia, la brama di evasione, la ricerca della felicità, la trasgressione.
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...Come Emma Bovary
Sarà una recensione molto lapidaria, questa:
Quando mi presento a qualcuno per la prima volta, mi capita spesso di dire: "Sono Emma, come Emma Bovary". La maggior parte delle persone, purtroppo, mi guarda come se fossi appena atterrata da un'astronave, ma a volte mi vedo rivolgere un sorriso di comprensione e uno sguardo d'intesa. Succede molto di rado, però succede.. E questo è senza dubbio un pensiero incoraggiante.
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Madame Bovary
"Fermati, viandante, tu calpesti una moglie amata".
Questa è l'effigie che il signor Bovary fa porre sulla tomba dell'amata moglie....
Un romanzo bello, sono rimasta colpita profondamente da come uno scrittore-uomo riesca ad entrare nell'animo e nella mentalità di una donna.
Madame Bovary una donna complessa, che non raggiunge mai la felicità, non è mai contenta di ciò che ha, cerca l'amore completo che viene raccontato nei libri e nelle favole e va ad inabissarsi in un mondo fatto di menzogne, debiti e vigliaccheria. Una donna che non amo perchè vive solo ed esclusivamente alla ricerca di "amore completo" e che tralascia il bene per una figlia che ha messo al mondo e che non apprezza mai ciò che la vita gli ha donato come un marito, seppur con tutti i suoi difetti, che la ama così profandamente e ciecamente da conoscere chi è stata sua moglie solo dopo la sua morte!
"L'amore, era la sua convinzione, doveve arrivare tutto d'un colpo, con grandi tuoni e lampi - uragano celeste che piomba sulla vita, la sconvolge, strappa le volontà come foglie morte, trascina l'intero cuore nell'abisso. Non sapeva che sulle terrazze delle case la pioggia forma larghe pozze quando le grondaie sono ostruite, e così restò tranquilla sinchè non le toccò di scoprire d'improvviso una crepa nel muro."
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Madame Bovary - Tra amore e critiche
E' difficile dire se il libro sia bello o meno, almeno per me. Posso azzardare a dire che la storia è abbastanza interessante, poichè si può notare una realtà che sebbene rappresenti quella del quarantennio della rivoluzione francese e degli anni a venire, rispecchia molto il mondo e la società del XXI sec.
Particolari e coinvolgenti sono le critiche palesi che Flaubert muove alla società borghese [economista e tendente al fanaticismo tipico della classe nobiliare], ma soprattutto al mondo clericale e alle sue abitudini. Giusta è stata la considerazione che il farmacista Homais ha fatto riguardo la chiesa, essendo contro al beffardo e alla falsa devozione che soprattutto nei tempi contemporanei come quelli antichi era diffusa tra la popolazione, in modo palese nel mondo femminile.
Critica che Flaubert muove forse anche al desiderio sfrenato di successo e di celebrità che porta gli uomini a voler mostrare capacità che, in realtà, non possiedono [es. pratico è l'intervento chirurgico di Carlo Bovary e infine i diversi trattati che il farmacista scrive solo ed esclusivamente per ottenere onori e privilegi].
Sono presenti anche i tipici discorsi politici che camuffano i loschi affari di magistrati e re [presente in quel tempo, ovviamente], nascondendo, con false parole, l'odio che i nobili provavano nei confronti della classe popolare, che da poco si era ribellata. Flaubert assume, secondo me, una posizione ambigua, nel senso che per voce di Rodolfo mostra come lui stesso sia contro il popolo, ma dall'altro lato sembra voler schierarsi dalla sua parte..anche se dal modo in cui scrive si vede palesemente da quale parte stia.
Particolare è la psicologia di Emma. E' una donna dalle tante facce, si può dire: forte da odiare il marito, nascondendo l'adulterio fino alla sua morte, ma debole nel campo sentimentale, in quanto dona tutta se stessa al partner quasi da eliminare la sua personalità. Donna con atteggiamenti molto graziosi e femminili, dal gusto raffinato e classico.. una donna che si lascia e lascia ammaliare chiunque le stia attorno. Mi è sembrato di notare che la stessa Emma non sembra sapere cosa vuole: invidia e desidera quegli amori letti e riletti nei suoi libri, ma ogni qualvolta si avvicina ad avere una storia dedita alla passione e alla conoscenza, inconsciamente si tira indietro. Forse perchè sembra ripudiare il suo adulterio, o forse perchè si stanca subito dello stesso uomo [o forse è il contrario: gli amanti si stufano di lei e delle sue pressioni]. Fatto sta che sarà proprio l'amore e i problemi finanziari [causati dalla mania di voler essere una nobildonna, negando il suo stato borghese] che la porteranno ad avvelenarsi e alla morte.
La psicologia dei personaggi e la trama, insieme alle critiche mosse a diverse posizioni sono interessanti, mentre ciò che mi ha portato a prendere "in antipatia" il libro è stato il linguaggio utilizzato e lo stile. Si racconta troppo di troppi argomenti che non interessano ad arricchire la trama. Si descrivono molti, troppi particolari che possono essere tralasciati, poichè la storia già di suo è interessante, quindi non necessita di altri particolari per renderla leggibile. Ma questa non è una colpa di G. Flaubert, poichè bisogna collocarlo nel suo quadro storico e oprattutto culturale, dove i particolari e la maestosità ancora vigono [sebbene fosse stato considerato l'iniziatore del realismo francese].
Lo consiglio solo ai buon gustai e a chi sa ricavare, attraverso i dialoghi e le descrizioni, le giuste considerazioni, senza lanciarsi in inutili commenti fuori luogo.
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Deludente.
Leggendo gli altri commenti mi chiedo: ma avremo letto lo stesso libro? Io non ho trovato nulla di romantico in una viziata aopportunista che non si accontenta mai di ciò che ha. Non è la trama a scandalizzarmi com'è successo all'epoca della sua pubblicazione, no assolutamente, scandalizzare sarebbe comunque molto meglio che annoiare a morte.
Ho trovato la storia piatta e insulsa nonchè la protagonista, che dovrebbe essere la nostra eroina, scialba ed egoista. Si tratta di una donna che non è mai contenta di niente e che è alla continua ricerca di qualcosa che la soddisfi, ma si stanca presto di tutto e di tutti. Di persone così se ne incontrano fin troppe, ma che la descrizione di una di queste diventi un capo saldo della letteratura occidentale mi trova in completo disaccordo.
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madame bovary
Adoro questo romanzo, è uno di quei libri che mi ha fatto innamorare della letteratura, per cui non posso che consigliarne la lettura.
Madame Bovary è il primo romanzo scritto da Flaubert, siamo nel 1856 e subito diventa un caso letterario, infatti viene messo sotto inchiesta per oltraggio alla morale. Questo romanzo diventa una pietra miliare del realismo grazie alla descrizione particolareggiata dell'ambiente in cui si svolge, la campagna della Francia del nord, e alla verosimiglianza dei comportamenti dei protagonisti. Inoltre si narra che Flaubert fosse un pignolo amante della buona scrittura e che fosse quindi sempre alla ricerca delle " parole giuste". La trama bè è arci nota... si tratta della vita di Emma Bovary, moglie di un medico di provincia, Charles Bovary, la vita rurale le sta stretta così cerca di evadere vivendo una vita largamente sopra le sue possibilità e passando da un'infatuazione all'altra. Flaubert scrisse questo romanzo ispirandosi ad una vicenda realmente accaduta.
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Le romantiche avventure di Emma...
A me questo genere di romanzi fa sorridere...
E' la storia di una donna che tenta di dare un senso alla sua vita... Se si pensa che all'epoca la realizzazione femminile consisteva nel matrimonio e nello stare soggetta alla volontà del marito...diciamo che l'autore, si è spinto troppo oltre...
Infatti ha descritto un'eroina che si ammala di nevrosi...perchè non sopporta l'esistenza piatta che vive nella casa coniugale, con un uomo scialbo, mite...e che non l'attrae...
E allora frequenta prima uno studente, poi un un avventuriero...per sfuggire alla noia di questa routine...
Come dicevo all'inizio questa vicenda mi fa sorridere...uno scandalo, dicevano i contemporanei di Flaubert?
Se ci si proietta nella nostra epoca così caotica e in cui lo scandalo è all'ordine del giorno, a noi pare impossibile...che l'autore di questo libro sia stato denunciato per così poco...
Ma ciò che a noi pare poco...a quel tempo...era già una violazione da condannare...
Consigliato...anche per il processo innovativo proposto dall'autore...
Saluti.
Ginseng666
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