Jane Eyre
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Nel vecchio sta il nuovo. Da leggere.
Avete presente quando per mesi e mesi vi passano tra le mani e sotto gli occhi dei libri brutti, e vi sentite perseguitati dalla sfortuna del lettore? Quando pensate che forse è arrivato il momento di mettere da parte i libri e dedicarsi, nonostante un'innata maldestrezza, al ricamo? Mi trascinavo ormai da una dolorosa lettura all'altra, quando nell'edicola del mio piccolo, piccolissimo paese mi imbatto in un leziosa e infiorata copertina di Jane Eyre. Ho sempre nutrito numerosi preconcetti su questo libro, in ragione del genere, che non è propriamente quello che più mi si aggrada, e del film (per intenderci, quello di Zeffirelli), che non ho mai gradito particolarmente, nonostante riconosca sia un capolavoro. Che dire, alla fine l'ho acquistato e ho fatto bene. Che magia, che meravigliosa scrittura, che diligenza intellettiva, che modernità! Dopo aver letto Jane Eyre, perdono generosamente chi ha scritto quei brutti libri, che i libri mi facevano odiare.
Comunque, leggetelo! Che siate lettori schizzinosi o no, che godiate di un temperamento romantico o che, come me, proviate maggiori e più profonde emozioni di fronte a una carbonara che a un tramonto, vi prego di non stornate questo classico dalle vostre prossime letture. È un libro di democratica bellezza. Merita tutta la vostra attenzione.
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Il capolavoro di Charlotte
Era il 1847 e Charlotte Bronte scrive un capolavoro: Jane Eyre.
Innumerevoli i piani di lettura che offre il romanzo, innumerevoli gli spunti di riflessione.
Ambientato in età vittoriana restituisce usi e costumi dell'epoca tinteggiati di modernità ed emancipazione, il tutto con uno stile travolgente.
Un romanzo di formazione che non lascia spazio al pietismo o alle recriminazioni, Jane accetta la sua condizione senza distribuire colpe (al fato? Alla sfortuna? A Dio?) e da lì parte, come un abile giocatore sa che quelle carte sono solo l'inizio della partita.
Conosciamo Jane bambina, orfana a casa di una zia e dei di lei figli, imposta e non accolta, sopportata e non amata.
In questa prime pagine ciò che più appare chiaro è il temperamento di Jane, il suo senso di giustizia e l'oppressione che quattro mura, per quanto delimitino una superficie ampia, possono incarnare.
Scendendo in profondità, senza fermasi al piano narrativo, seppur coinvolgente, troviamo la rappresentazione, che poi si farà critica nel proseguo del romanzo, della società vittoriana: regole ferree, disciplina, moralità, spesso seguite in modo devoto, ma in contrasto con i sentimenti più profondi, spesso meschini, repressi e soppressi, che esplodono in tutta la loro forza in punto di morte, quasi per lavarsi da ogni peccato di fronte ad essa.
La descrizione della casa degli zii, (lo zio che aveva accolto Jane è morto, ma in qualche modo continua ad abitare la casa e a condizionare gli eventi) seppur non così pedissequa come in altri momenti del romanzo, trasmette l'angoscia, la paura, l'oppressione che Jane prova in quella che ad una lettura più moderna è a tutti gli effetti una situazione abusante.
L'occhio del lettore moderno non può non cogliere quella che è violenza domestica; deve staccarsi dal racconto; il cui narratore interno è non onniscente, è Jane stessa a raccontare eventi passati che sembrano essere stati metabolizzati e propedeutici ad una felicità che si percepisce dal tono sempre rassicurante e protettivo.
Questo punto di vista permette non solo di empatizzare con Jane, ma anche di sospendere il giudizio su quelle che saranno le vicende che seguiranno.
Il piano di lettura psicologico è senza dubbio quello che più affascina, perché permette di attualizzare la lettura che appare senza tempo, è ambientata in Inghilterra nell'età vittoriana ma potrebbe essere ovunque, i personaggi, sia i protagonisti che quelli secondari sono tridimensionali, hanno il loro vissuto che li determina e che determina le loro azioni, nulla appare forzato, nulla appare funzionale alla trama, ma la trama si svolge con i fili che ha a disposizione.
Jane è al di fuori fuori della società che l'opprime, non la percepisce, ama Dio e segue gli insegnamenti di Cristo.
Conosce il bene e il male, non accetta compromessi, conosce una strada e quella seguirà sempre.
Non voglio dilungarmi in una analisi tediosa, il mio intento è di spingervi a leggere questo capolavoro, classico e moderno allo stesso tempo, capace di trascendere i tempi e di essere attuale anche oggi.
Iniziare a conoscere Jane è voler essere con lei, è voler essere lei, essere cieca, ma allo stesso tempo certa e sicura di se stessa, essere così solida grazie a delle fondamenta costruite in solitudine, bastando a se stessa e riuscendo a fortificarle riconoscendo in alcune persone i propri valori e con esse instaurare rapporti duraturi e forti.
Tutta questa quantità di emozioni e azioni sono raccontate con un stile così lieve e coinvolgente, così ricco di particolari e descrizioni che permettono di guardare delle immagini non delle lettere, sembra di fluttuare su quei campi innevati, su quelle colline e in quei roseti.
Una lettura consigliata sopratutto in questo periodo in cui le donne cominciano a capire di essere oppresse da una società patriarcale; è di grande conforto sapere che già un secolo fa le poche donne alle quali era permesso studiare e comprendere la realtà che avevano intorno la considerassero sbagliata e oppressiva.
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forza e coraggio
Bambina testarda, sopporta ciò che deve, sola nella famiglia che non la ama e non la vuole.
Le dicono cattiva, sono menzogne, sono meschinità, sono il tormento sulla pelle tenera di un’innocente.
Se lo stomaco pieno non riempie i vuoti di una carenza emotiva, lo stomaco vuoto mortifica e tormenta ma perlomeno, nel rigido collegio dove l’hanno confinata, ci si nutre del calore di qualche buona amicizia.
Quel che l’infanzia svilisce, il trascorrere degli anni rinvigorisce: una piccola, giovane donna colta piena di energia e capacità. Sincera, caparbia e onesta, intelligente emancipata ed indipendente, quanta saggezza e quanto coraggio in una ragazza che scopre l’intensità dell’amore il giorno in cui le dita annodate del destino e del passato hanno già mosso la pedina dei posteri.
Un romanzo che ha i suoi anni e non li cela, tradito dai vetusti dialoghi, eppure non potrebbe essere altrimenti, che ne sarebbe del popolo di Jane Eyre se non parlasse come il popolo di Jane Eyre?
Un’autrice, Charlotte Bronte, di una potenza suggestiva nel sezionare l’animo delle sue creature e nel descrivere vividamente ogni luogo, ogni spazio, ogni angolo, ogni sensazione.
Avrete fame, molta fame, quando lei non avrà nulla da inghiottire e sarà un tripudio dei sensi quando stringerete finalmente tra le dita quella fetta sottile di pane nero imburrato.
Morirete, morirete di freddo, quando si avvinghierà alla sua compagna di collegio sotto alle coperte, mentre l’acqua sul comodino ghiaccia ed il vento tagliente si insinua impietoso nel dormitorio.
Tira il mantello sopra il lungo abito di raso nero e sale i gradini della diligenza, seguire dopo una lunga notte un sogno, la voce, il richiamo della vita.
Jane Eyre è di nuovo in viaggio, temeraria fronteggia il suo destino.
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La posizione del cuore
Delicato, ma non meno intenso. Sentimentale, ma lontano infinite miglia dalla banalità. Jane Eyre ti conquista piano piano, ti incanta con la sensibilità e l’intelligenza delle descrizioni delle emozioni di Jane. La storia la conoscono tutti, ma la maniera in cui diletta la lettura del romanzo è insostituibile.
Mr. Rochester, uomo volitivo, misterioso, cupo ma così dolce per Jane, così interessante che viene subito rapita da lui. Era come se fosse incatenata al suo potere. All’inizio si sentiva sciocca, folle, credeva di mentire a sé stessa con la fantasia di essere importante per lui.
“A chi farei del male gustando ancora una volta la vita che il suo sguardo può darmi?”.
La loro storia è una rivelazione spontanea, una delle più belle che ho mai letto.
Vorrei essere come te, Jane, perché non ha importanza la bellezza ma ciò che si prova; ha importanza l’intelligenza del legame che una persona ha creato con la propria vita. “Ho un tesoro interiore che mi manterrà viva anche se tutti i piaceri esterni mi saranno negati”. Ascoltarsi per comprendere ciò che si vuole, per riuscire a riconoscere la persona che abbiamo davanti e a comunicare con essa chi siamo per poi sceglierla, perché da sempre era stata la risposta.
“Non siete una rovina, signore, non siete un albero abbattuto dal fulmine: siete vivo e vigoroso. Le piante vi cresceranno attorno alle radici, che voi lo chiediate o no, perché amano la vostra ombra generosa, e, crescendo, si curveranno verso di voi e vi si attorciglieranno attorno, perché la vostra forza è per loro un sicuro sostegno”.
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La determinazione di Jane
Una brughiera selvaggia, desolata e coperta da fitte nebbie è lo sfondo principe destinato ad accogliere la voce narrante dell'esile ma tenace Jane Eyre.
Un destino segnato quello della protagonista, rimasta orfana in tenerissima età, conosce presto umiliazioni e vessazioni da parte dei parenti, da cui non riceve un briciolo di affetto ma viene vissuta solamente come un peso di cui liberarsi.
Jane ha un'indole di ferro, non si piega alla fame, alla miseria e alla soverchieria di tutti gli animi crudeli che incontra in quasi vent'anni di vita.
Un'anima ostinata con un bisogno spasmodico di cibarsi di amore prima che di pane.
Una bella storia narrata in prima persona dalla voce delicata di Jane, un racconto che lega la protagonista ed il lettore fino all'ultimo rigo, che appassiona e commuove, che irrita e fa gioire.
Un romanzo dal sapore antico per la rappresentazione della società british ottocentesca, per le dettagliate e godibili descrizioni delle dimore dell'epoca, per il realismo visivo che tutto pervade e infine per le riflessioni sulla vita e sui sentimenti che ci trasportano in una dimensione lontana nel tempo.
Personaggi intensi, percorsi da disperazione e speranza, in lotta col destino, chiamati a scegliere la strada da percorrere, molto spesso soli, senza il conforto della famiglia e degli affetti.
Una storia datata, cristallizzata come una vecchia pellicola in bianco e nero, che è piacevole visionare per evadere un po' da questa nostra epoca moderna, dove tutto è rapido e scontato.
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L'EMANCIPAZIONE FEMMINILE AI TEMPI DI CHARLOTTE BR
Charlotte Bronte ci lascia questo romanzo in cui protagonista principale è Jane Eyre.
Orfana,ribelle,trasgressiva,alla perenne ricerca di indipendenza e libertà,guerriera,simbolo dell'emancipazione femminile;innamorata di un amore così vero e puro tornerà da chi le ha mentito,l'ha ferita ma le ha rapito il cuore. Lei dimostra come si dovrebbe andare oltre le apparenze,l'aspetto fisico,la ricchezza di qualunque genere. Con la sua indole è in grado di farsi voler bene e apprezzare da chiunque riesca a capire davvero il suo essere.Riuscirà con il proprio intelletto e le proprie capacità ad adattarsi in più ruoli e a portare avanti più mestieri.
Non è il vile denaro che le interessa bensì i rapporti veri,autentici. Ogni sua scelta comporta numerose riflessioni che spesso la fanno star male.
Nonostante sia stata fin da piccina abbandonata e allontanata dalla famiglia adottiva per essere rinchiusa in una rigida scuola ,questo non influirà sulla sua persona,semmai la condurrà a non infliggere agli altri ciò che lei stessa ha subito;il suo carattere non sarà levigato da queste esperienze ma rafforzato .Il suo è un animo buono, incapace di serbare odio ,rancore e/o vendetta ,nemmeno nei confronti di chi l'ha sempre mal trattata .
La grande abilità di Charlotte sta nel descrivere accuratamente luoghi,eventi,caratteri,emozioni e soprattutto la flora,che spesso diventa cornice degli eventi e ad essi si adatta.
Il lessico è di registro medio-alto,ma ciò dona ulteriore ricchezza al romanzo che appare emozionante,intrigante e ricco di valori autentici ,molti dei quali sono precursori di alcuni a noi oggi cari e noti.
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Ho notato solo io le citazioni fiabesche?
"Jane Eyre" è un romanzo di formazione, nonché quella che può essere considerata senza dubbio l'opera più famosa di Charlotte Brontë. A dispetto del suoi oltre 170, il titolo risulta ancor oggi attuale e piacevole, ed ha il merito di aver dato vita ad uno dei personaggi più affascinanti di cui abbia mai letto.
Il romanzo si presenza infatti come l'autobiografia -dettaglio che da spunto al titolo originale- dell'istitutrice Jane Eyre, dall'infanzia fino all'età adulta. La vita della protagonista è degna di una novella Cenerentola: rimasta orfana da bambina, viene affidata alla famiglia del ricco zio Mr Reed, il quale muore a sua volta poco dopo, cosicché la piccola Jane si ritrova ospite indesiderata nella casa dell'arcigna zia, dove subisce le angherie sue e dei cugini, in particolare del perfido John. La prima caratteristica di Jane che salta all'occhio è il suo coraggio nel ribellasti a questi abusi e nel rispondere a tono anche agli adulti
«[...] devo odiare quelli che, qualunque cosa faccia per compiacerli, continuano ad odiarmi, devo oppormi a quelli che mi puniscono ingiustamente.»
mettendo subito in chiaro che non accetta di subite passivamente ma pretende invece di essere trattata con rispetto a prescindere dalla sua umile condizione.
La trama segue poi l'infanzia e l'adolescenza di Jane in un collegio dove sarà poi anche docente, e si renderà così conto della propria vacazione per l'insegnamento. Proprio il lavoro di istitutrice la porterà a Thornfield Hall, prima tappa nel suo viaggio di crescita e scoperta delle proprie origini.
Senza svelare ulteriori dettagli sulla storia, vorrei segnalare come la trama sia un'eccellente combinazione tra la storia d'amore contrastata, con un lui abbiente ed una lei povera, che caratterizza gran parte della produzione di Jane Austen, e il mystery gotico, con delle scene che rasentano il thriller, tipico invece della sorella di Charlotte, Emily Brontë, come si può riscontrare nel suo "Cime tempestose". Personalmente ho adorato questo mix che prende il meglio da entrambe le autrici per dar vita ad una storia originale.
Se pensiamo poi che questo romanzo è stato pubblicato nel lontano 1847, risulta subito evidente come le idee di Jane, e quindi della stessa Brontë, fossero estremamente innovative per quei tempi. Durante tutto il romanzo, la protagonista dimostra un'indole forte e determinata che le impone di scegliere da sola il proprio destino
«”Vi ho detto che sono indipendente, signore, così come ricca: sono padrona di me stessa."»
così come di riflettere in più frangenti sulla condizione delle donne in generale, puntando il dito contro le discriminazioni dettate dalla pura appartenenza al genere femminile.
«In genere si ritiene che le donne siano molto tranquille; ma loro provano gli stessi sentimenti degli uomini [...] È da ottusi condannarle o deriderle, se cercano di andare oltre o di imparare di più di quanto l’usanza abbia decretato necessario per il loro sesso.»
La straordinaria caratterizzazione della protagonista non toglie comunque spazio ai numerosi personaggi, infatti la Brontë si ritaglia il giusto spazio per delineare anche quelli secondari e dare a tutti uno degno spessore. Tra gli altri spiccano sicuramente Mr Rochester e St John Rivers, entrambi dotati di personalità notevoli e capaci di catturate l'attenzione del lettore.
Lo stile della Brontë è incantevole e spontaneo; da notare come combini la descrizione dei sentimenti della protagonista con quella dell'ambientazione: ad esempio, in una scena Jane passa in poco tempo dalla rabbia più cieca che viene delineata come
«Una cresta di brughiera in fiamme, viva, dardeggiante e divoratrice [...]»
ad una placida rassegnazione, metaforizzata da
«[...] lo stesso rilievo nero e inaridito, dopo che le fiamme si sono spente [...]»
Infine, qualche parola sull'edizione. Come anticipato nella TBR, possiedo un'altra copia di questo romanzo, ma ho scelto di acquistare e leggere questa nuova edizione Rizzoli che mi ha molto soddisfatto. L'unico malus è dato dal peso e dalle dimensioni del volume non proprio comodissime, ma tutti gli altri aspetti "tecnici" sono eccellenti (particolarmente apprezzato il font che non pregiudica le mie diottrie!) come pure quelli relativi al contenuto: una traduzione gradevole, l'interessante introduzione scritta da Virginia Woolf, le traduzioni delle molte espressioni in francese e la presenza di parecchie illustrazioni dettagliate.
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L'amore è il fulcro
Non si può negare che le sorelle Bronte avessero un debole per le storie d'amore tormentate, ma con quale maestria gli hanno dato consistenza!
"Jane Eyre" è una di quelle storie che, come "Cime tempestose" e "La signora delle camelie", definire semplicemente come il racconto di un amore sarebbe riduttivo e ingiusto.
"Jane Eyre" è un grande classico.
Dopo un inizio dalle forti tinte dickensiane, sia per quanto riguarda le vicende sia per il tipo di ambientazione, proseguiremo nel tragitto seguito dalla giovane Jane fino al suo punto culminante: l'incontro con la sua anima gemella, il signor Edward Rochester.
Come i giovani Oliver e Pip partoriti dalla penna di Charles Dickens, la piccola Jane si trova a vivere un'infanzia tutt'altro che piacevole. Orfana di entrambi genitori, è affidata alle cure di una zia che la odia e costretta alla compagnia dei cugini, che la maltrattano in ogni modo. Ma fin da piccola Jane mette in mostra il suo carattere forte, sopra le righe, non disposto a mollare né a sopportare le ingiustizie senza lottare. Il suo carattere la terrà viva nell'ambiente ostile della scuola in cui crescerà, Lowood, fino all'incontro con il signor Rochester nella bellissima dimora di Thornfield. E' qui che l'anima della combattiva Jane conoscerà l'amore, ma come ben sappiamo, quest'ultimo è un essere a dir poco capriccioso.
L'amore di Jane per Edward è sincero, puro, ricambiato, eppure il mondo intero sembra volersi mettere di traverso, come se il suo unico scopo sia frapporsi fra l'uomo e la sua felicità. Eppure, se l'uomo si affida alle mani del Signore e si sforza di seguire le norme che ha stabilito, Lui ricompenserà sempre i suoi sforzi sinceri. Ed è quello che, dall'inizio alla fine, farà la nostra cara Jane.
Forse il tragitto ci riserverà dolori mai provati, afflizioni apparentemente insostenibili, ma alla lunga sforzarci di fare la cosa giusta porterà i suoi frutti. Forse ci regalerà di nuovo quel che abbiamo perso, quello a cui abbiamo rinunciato pur di mantenerci sulla retta via. Forse perché ogni cosa ha un suo tempo e la fretta è una cattiva consigliera. Forse perché a volte il nostro essere umani, e quindi imperfetti, rischia di farci perdere quello che ci spetta di diritto, solo perché non siamo in grado di capire che spesso, per essere felici, bisogna prima imparare a soffrire.
- Non vedo ostacoli a un esito felice del suo avvenire, se non nella fronte; E quella fronte sembra dire: "Posso vivere da sola, se il rispetto di me stessa e le circostanze me lo chiederanno. Non ho bisogno di vendere l'anima per comprare la felicità. Ho un tesoro interiore che mi manterrà viva anche se tutti i piaceri esterni mi saranno negati, offerti a un prezzo che non potrò accettare"
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Cime Tempestose
Amore senza limiti
“È vano dire che gli esseri umani dovrebbero accontentarsi della quiete; gli uomini hanno bisogno dell’azione, e se non la trovano, la creano.”
A distanza di svariati anni, sono tornata a perdermi nella profondità della voce narrante di JANE EYRE, prima, una ragazzina dal carattere forte e deciso, poi, una donna libera ed indipendente che lavora come istitutrice per Adele, nella dimora di Thornfield Hall, appartenuta da sempre alla nobile famiglia dei Rochester. L'arrivo di Mr. Rochester, uomo imponente e sarcastico, subito colpito dalla vivida intelligenza e dall'indipendenza di spirito di Jane, movimenta sentimentalmente la narrazione tra alti e bassi.
Però, non è sulla trama nota che voglio dilungarmi, ma sull'intensità nuova, inedita, che le parole, fuori dal tempo, scritte nel 1847 da Charlotte Brontë, assumono grazie alla voce dell'attrice fiorentina Alba Rohrwacher. Nell'edizione dell'audiolibro, la voce limpida della Rohrwacher rende ancora più coinvolgenti le riflessioni della protagonista, Jane Eyre, una donna verso la quale si prova una forte empatia. I sentimenti di Jane Eyre sono fuori del tempo, le sue emozioni sono sempre attuali. Proprio queste sue componenti fanno di Jane Eyre un classico memorabile. La storia d'amore, narrata da Charlotte Brontë, è tra le più belle del panorama letterario mondiale. Ci si innamora dell'amore, grazie al sentimento provato dai due innamorati, Jane e Mr. Rochester.
Jane Eyre è un personaggio di una bellezza indicibile, così fiero e commovente nella sua fragilità, quando vede sconvolgere le proprie certezze, la propria intera vita da un amore che non è in grado di accettare, apparentemente impossibile. Per Jane, è un sentimento inaccettabile cui lei non vuole soccombere e che vorrebbe assolutamente estirpare dal suo cuore. Le convenzioni sociali rendono tale sentimento sconveniente e lei non vuole contravvenire alle regole sociali. È un grande amore, profondamente intenso, indimenticabile.
Un grazie speciale alla splendida voce di Alba Rohrwacher per aver reso ancora più bello questo classico letterario d'epoca vittoriana.
“Non può essere ch’io abbia tanta felicità, dopo tanto dolore. È un sogno; un sogno di quelli che ho fatto spesso, di notte, immaginandomi di stringerla ancora una volta sul mio cuore, come faccio ora; credendo di baciarla e sentendo che mi amava e che non mi avrebbe lasciato mai.”
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Jane.
Pubblicato originariamente nel 1847 con lo pseudonimo di Currer Bell ed il titolo “Jane Eyre: An Autobiography”, l’elaborato rappresenta il romanzo di formazione della scrittrice inglese Charlotte Bronte e vede quale protagonista questa giovane donna, di modesta statura, esile e non particolarmente carina che sin dalla tenera età è stata costretta a relazionarsi con soprusi, angherie, sacrifici e molteplici rinunce (basti pensare ai maltrattamenti che ha dovuto tollerare da parte della zia dopo la morte dei genitori o ancora alle asperità dettate dalla vita in orfanotrofio).
Il quadro dunque che viene tratteggiato dall’autrice è caratterizzato dal susseguirsi di una serie di circostanze anguste, ardue, non facili da superare a cui si contrappone la tenacia di una donna che mai si è fatta schiacciare dagli eventi o sottomettere da chi credeva di avere potere su di lei. Ed è proprio questa sua tempra, mista ad una acuta intelligenza, dolcezza ma anche rigidità, che le permette di raggiungere la tanto agognata indipendenza.
Scritto in forma autobiografica, direttamente rivolto al lettore ed impreziosito da uno stile descrittivo preciso ed accurato tanto dei personaggi quanto dell’ambiente (si crea infatti con chi legge un canale di collegamento indissolubile cosicché senza difficoltà quest’ultimo riesce a prefigurarsi l’evolversi degli eventi, i luoghi, le sensazioni provate dai personaggi) l’elaborato riesce a raccontare, senza cadere in vittimismi o essere pedante, anche la storia d’amore che lega la nostra eroina al tormentato Sir Edward Fairfax Rochester.
Grazie a tutti questi fattori (l’analisi intensa dei sentimenti, l’integrità dei vari protagonisti, l’autenticità degli aspetti descrittivi) l’opera si presenta ancora oggi attuale e ricca di significato. Oltre infatti che a costituire un primo segnale di distacco dai cliché dell’epoca, in particolare grazie al binomio Jane-Bertha che riproduce le passioni e il lato animale che nella società Vittoriana dovevano essere represse e nascoste nonché il cammino verso l’emancipazione e la parità di diritti delle donne, è un invito a non arrendersi dinanzi alle avversità della vita, è l’esortazione ad affrontarle senza mai arretrare, senza averne timore bensì facendo ricorso a tutta la propria forza caratteriale, a tutta la propria determinazione.
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N.B. Il voto della piacevolezza è stato dettato dal fattore "tempo". Ricordo ancora come fosse ieri l'opera de qua, ma considerate che in realtà l'ho letta all'età di tredici anni, ho dunque fatto ricorso ad un denominatore comune tra fanciullezza della lettura e contenuto della stessa.
Ho qualche dubbio sulle recensioni entusiastiche
Ormai la storia della "povera Jane Eyre" è abbastanza conosciuta per diverse ragioni, i film, la televisione etc. Ho letto recensioni entusiastiche che mi hanno lasciato abbastanza sbigottita, altre invece, hanno visto in questo romanzo soltanto una storia romantica ottocentesca con l'aggravante di essere scritta da una donna. Non sono d'accordo né con i primi né con i secondi. Non dobbiamo dimenticarci che il romanzo, uscito nel 1847 ha dei meriti certamente non trascurabili, ma la ragazza Jane/Charlotte - ricordiamo che quando è uscito il titolo del libro era Jane Eyre, un'Autobiografia. La scrittrice ha voluto in primo luogo distinguersi dallo pseudo femminismo di Jane Austen e ha fatto dell'eroina una ragazza fredda, portata a vedere il lato peggiore delle persone e ben poco rispettosa. Poiché sono convinta che il rispetto sia alla base di ogni sentimento positivo, la ragazzina che crede di spacciare una certa maleducazione per libertà interiore non si può dire proprio simpatica. La figura di Rochester, poi, sembra avere tutti i difetti che l'Autrice gli dà con prodigalità anche quando conosce il terribile segreto dell'uomo, si dispera per la crudeltà di lui per aver cercato di sposarla, mentre lo era già con una pazza furiosa. Che vita ha vissuto quell'uomo, che Jane definisce brutto, come brutta è lei? Come può avere un carattere dolce e disponibile con tutto quello che Jane sa della sua vita.: La sorella Emily ha scritto un romanzo sull'amore pazzo, deforme, crudele, ma imperituro. Sarà perché il romanzo di Emily Bronte mi entusiasma, non apprezzo affatto lo spirito pratico e abbastanza calcolatore di Charlotte. La scrittura è una bella scrittura scorrevole e evocatrice, ma i personaggi, mi sembrano tutti sbagliati.
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L'amore tra due anime uguali
(Spoiler)
L'aspetto più interessante di questo romanzo è la protagonista femminile che mi sembra piuttosto insolita per l'epoca. Infatti, Jane fin dai primi capitoli che parlano della sua infanzia si dimostra una bambina assolutamente fuori dal comune, ben diversa dalle cugine che ottengono sempre ciò che vogliono mediante le tipiche armi femminili: il capriccio e la civetteria. Jane da subito è in una situazione assolutamente sfavorevole poiché si trova orfana ed è affidata alle cure della zia che la rifiuta.
La prima domanda che ci si pone e che la stessa Jane si pone sin da piccola è a cosa è dovuto l'atteggiamento ostile della signora Reed. Jane si risponde da sola ma la risposta viene svelata anche dalla servitù: a Jane mancano le caratteristiche per essere amata. Lei stessa dice che se fosse stata meno sincera, più ottimista e graziosa la sua presenza sarebbe stata forse più gradita. Infatti, Jane è sempre tacciata di ipocrisia quando paradossalmente dice sempre ciò che pensa.
Jane è colei che non accetta passivamente la sua condizione ma si ribella, quando i cugini la aggrediscono reagisce con quella che lei definisce la ribellione degli oppressi, della schiava.
Quando Jane osa sfidare la zia viene finalmente mandata in una scuola, un piccolo istituto per fanciulle povere, diretto da Mr. Brocklehurst che adotta una severa e rigida morale protestante. Prprio in questo periodo Jane scopre l'amicizia e grazie ai saggi consigli di Helen Burns impara a perdonare e a giudicare i fatti in maniera meno impetuosa bensì con razionalità.
Helen è un personaggio che entra in conflitto con Jane perché accetta ogni punizione senza lamentarsi incarnando in un certo senso la perfetta cristiana o il tipico ideale di persona, sognatrice, più vicina ad un'estetica romantica, forse per questo muore precocemente di tubercolosi.
Nel periodo che Jane passa a Lowood si possono notare riferimenti alla vicenda personale delle sorelle Bronte che spesso si ammalavano nei convitti dove erano istruite a causa dell'incuria e dell'aria insalubre.
L'infanzia di Jane si conclude quando diviene a sua volta insegnante presso la scuola ma dentro di se anela a qualcosa di più, il suo spirito irrequieto non accetta la situazione di equilibrio che ha finalmente trovato e perciò segue la strada di tutte le fanciulle mediamente istruite ma povere, cerca lavoro come istitutrice privata.
Trova lavoro a Thornfield, luogo nel quale oltre ad occuparsi di Adele Varens, incontrerà il brusco padrone della dimora, il signor Ronchester. Lo sviluppo di questo personaggio è un altro aspetto interessante del romanzo, Ronchester ci viene presentato come una persona burbera, dal cuore d'acciaio, anche lui come Jane è irrequieto pertanto viaggia sempre in tutto il mondo anche se comincia ad intrattenere lunghe conversazioni con Jane.
Jane quindi affronta, la tappa più importante della sua vita, scopre l'amore e si rende anche conto della semplicità del suo aspetto. Uno dei punti più significativi del romanzo e il momento in cui Jane confronta l'avvenente e ricca signora Blanche che vorrebbe sposare Ronchester e se stessa. Quindi ci mostra i canoni di bellezza dell'Inghilterra vittoriana, la società meschina ed ipocrita che contrasta con la rettitudine e semplicità di Jane.
Significativo è il personaggio di Bertha Mason, la moglie segreta di Ronchester che rappresenta la pazzia, connotata in maniera fortemente negativa. Bertha si contrappone a Jane e si crea un conflitto che troverà la sua risoluzione solo con la morte quasi volontaria, lucida di Bertha.
Personaggi ugualmente interessanti sono quelli legati al mondo religioso, a partire dal rettore di Lowood che è convinto di dover applicare ad ogni aspetto il rigore e il sacrificio, chiaramente è connotato in maniera negativa perché rigido e bigotto ma anche fortemente ipocrita poiché mentre impone uno stile severo alle ragazze consente alle sue figlie di seguire le mode del momento e di trasgredire tutti i suoi precetti.
St. John Rivers è un altro esempio di religiosità, uomo appassionato che pensa ad ogni sua azione in funzione di Dio e rifiuta l'amore pur di recarsi in missione in India, chiede a Jane di sposarlo ma non per amore ma per ottenere un valido aiuto missionario. Da un lato il personaggio sembra talmente accecato dalla sua missione da non rendersi conto di esporre gli altri ad una vita di stenti e probabilmente di spingere se stesso e Jane ad una morte precoce come prevede la stessa Jane. Si contrappone a Ronchester più umano e fallibile. Rivers sembra sempre infallibile, come illuminato da luce divina che gli suggerisce i passi da compiere e infatti, Jane non lo condanna ma lo definisce puro e quasi non vede una persona che potrebbe degnamente accostarsi a lui.
La tematica dell'amore ostacolato è forse la principale di questo romanzo ed è emblematico che Jane possa sposarsi con Edward solo quando in un certo senso diventano pari, lei acquisisce ricchezza materiale e lui perde la vista e ha bisogno di sostegno. La parità dal punto di vista materiale tuttavia a livello teorico non dovrebbe avere significato perché la stessa Jane afferma che lei e Ronchester sono uguali, le loro anime non possono essere vincolate a leggi convenzionali o terrene. Quindi l'amore che ci propone Jane è una forma d'amore profonda che sfida però le convenzioni sociali e che nasce come se i due protagonisti fossero già nell'eternità che rende uguali tutti gli uomini. Non è un amore platonico, anzi dal mio punto di vista c'è una forma di seduzione tra i due, Jane scopre di conoscere quasi in maniera innata tutte le tecniche femminili per mantenere la fiamma dell'amore accesa e anche il signor Ronchester è un personaggio fortemente fisico.
Significativi e romantici anche i dialoghi d'amore nei quali anche i difetti fisici dei due innamorati non diventano per forza pregi ma si trasformano in aspetti caratteriali secondo la fisiognomica, scienza molto considerata all'epoca.
L'autrice delinea in maniera vivida i personaggi, rendendoli complessi con innumerevoli sfaccettature e risvolti psicologici, lo stile è fortemente biografico e il fatto che la storia sia raccontata in prima persona da Jane, narratore onnisciente rende ancora più reale i personaggi e l'intreccio.
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La forza delle donne
Nel gennaio 1848 la rivista Westminster Review definiva questo libro “il più bel romanzo dell’anno” tanto che in pochi mesi raggiunse una popolarità incredibile.
Il suo successo era forse dovuto alla capacità dell’autrice, che ancora si firmava al maschile, di intessere una trama ricca di colpi di scena, di caratterizzazione dei personaggi principali e non con una sapienza pari agli scrittori del realismo francese consumato, ma, a mio modesto parere, l’amore che subito ha infuso negli animi dei lettori questa innocente, eppur grintosa ragazza dall’infanzia ffortunata, è dovuta al suo desiderio di emancipazione.
Attraverso il suo personaggio principale Charlotte Bronte descrive una donna che lavora per mantenersi, che pone, secondo la critica attuale, i suoi desideri al di sopra delle aspettative degli altri e, che, soprattutto, non si piega alla logica conformista per i cui dettami il sesso fragile debba sottostare ai desideri degli uomini, veri e soli padroni di casa.
Tutto questo sembra scontrarsi con la fisicità della protagonista ed i suoi modi di fare: esile, arrendevole ed attenta a misurare le parole appena arriva nella bella tenuta di casa Rochester, cui successivamente si contrappone la sicurezza ed una sana autostima quando ha conquistato il cuore dei bambini a cui fa da governante e, in ultima battuta, nel momento in cui sente ricambiato il proprio amore dal padre dei fanciulli.
A primo sguardo ci sarebbero tutti i presupposti per un lieto fine: la ragazza abbandonata in un orfanotrofio che trova l’appagamento dei sensi in un uomo più grande di lei, ma affascinante e colto, una bellissima residenza di campagna in cui crescere i figli di lui che, grazie all’amore ed alle cure quotidiane, sono diventati anche figli suoi e la possibilità di scardinarsi da un passato gelido e senza affetto. Se così fosse, non si distinguerebbe dai romanzi rosa di tutte le epoche, anche attuali, che celebrano il “vissero tutti felici e contenti”.
Ma proprio quando tutto sembra accomodarsi per il meglio, la sinistra follia appare, inquietante, nella vita gioiosa della giovane governante sparigliano gli equilibri che, con tanta difficoltà, erano stato creati da lei e dal bellissimo Rochester.
L’inganno di lui fa retrocedere lei dal desiderio ingenuo di sposarlo, la sofferenza per un amore perduto si fa così prepotente che la ragazza scappa via, dorme all’addiaccio per tre giorni e poi viene salvata e curata dal vicario River che vorrebbe potersi far strada nel suo cuore in un matrimonio-prigione. In altre parole in questo romanzo si assiste a tutti i moti dell’animo di una ragazza intelligente, volitiva, pur se nell’aspetto esteriore un po’ fragile, ma che riesce con convinzione ad essere padrona della sua vita.
La vicenda si snoda in una cornice ambientale meravigliosa, dove la natura campestre è cangiante in base agli stati del cuore di lei: è accogliente e rigogliosa quando vive felice nella tenuta Rochester, mentre appare inospitale e fredda quando si sente nuovamente scacciata via, proprio come quando era solo una bambina.
Lo consiglio a tutti i tipi di lettori: ho letto questo libro per la prima volta durante l’adolescenza e me ne sono innamorata con un sentimento che mi prende anche ora, quando l'età della fanciullezza si allontana irrimediabilmente!
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Forte e ribelle Jane
La vita per Jane non è mai stata facile. Piccola, esile, non particolarmente carina, fin dalla più tenera età ha dovuto affrontare problemi e difficoltà, soprusi e angherie, sacrifici e rinunce: la morte di entrambi i genitori, i maltrattamenti da parte della zia e dei cugini, le asprezze dell'orfanotrofio, la superbia dei signori, la consapevolezza della quasi impossibilità di realizzare i propri sogni. Eppure Jane è sempre andata avanti a testa alta, non si è mai fatta schiacciare dagli eventi né sottomettere da chicchessia. Un carattere forte e ribelle, una spiccata intelligenza unita ad una soave dolcezza, una grande determinazione e un'incrollabile forza d'animo le hanno permesso di farsi ben volere, di aprirsi una strada, di raggiungere l'indipendenza. La nostra eroina arriva perfino a conoscere, ricambiata, l'amore ma anche stavolta, ad un passo dal coronamento di un sogno, il solito destino beffardo è pronto a metterle il bastone tra le ruote. Un romanzo coinvolgente e ricco di personaggi affascinanti che riesce a raccontare una struggente e tormentata storia d'amore senza cadere in stucchevoli romanticherie, impreziosito dallo stile virtuoso dell'autrice e dalla sua straordinaria capacità di creare una forte sintonia tra il lettore e la protagonista. Non mancano il mistero e l'ironia e sono curatissime e ottimamente riuscite le descrizioni: Charlotte Bronte riesce a trasmettere perfettamente l'amenità dei paesaggi rurali, la forza del vento e della pioggia, il calore del fuoco di un camino, la magica atmosfera delle notti stellate e della fievole luce delle candele. Quanto ai contenuti il messaggio di fondo è un invito a non arrendersi di fronte agli ostacoli della vita affrontandoli con la stessa forza e decisione con cui lo fa la protagonista. Il percorso di vita di Jane poi appare come una presaga metafora del lungo e difficile cammino della donna verso l'emancipazione, la parità di diritti e l'indipendenza, un cammino che proprio in quell'epoca muoveva i primi veri passi e che tanti progressi ha fatto finora. Ma basta guardarsi un attimo attorno per rendersi conto di quanto sia ancora lunga e accidentata la strada da percorrere.
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Un libro da amare
Jane Eyre è uno dei romanzi più famosi di una delle sorelle Bronte, Charlotte, e già grazie all'autrice ci si può preparare alla lettura di questo capolavoro.
Jane Eyre può esser visto anche come un romanzo di lotta sociale femminista per l'emancipazione delle donne se vogliamo.
Un romanzo dallo stile fluido e piuttosto diretto che dimostra che non è la complicatezza a rendere un libro, buono.
Il contenuto è originale e coinvolgente, le vicende catturano il lettore che viene catapultato in una realtà molto differente dalla nostra ma in cui comunque si possono riscontrare delle similitudini.
Sicuramente un romanzo molto piacevole capace di far innamorare il lettore.
Assolutamente consigliato, è diventato già uno dei miei preferiti se non proprio il primo in classifica.
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Opera di Currer Bell
Rimaniamo anche oggi in famiglia Bronte, questa volta con il romanzo di Charlotte pubblicato per la prima volta nel 1847 e rivelatosi fin da subito un capolavoro.
Si tratta di un libro scritto in forma autobiografia e la protagonista è proprio Jane Eyre, la quale si rivolge, quasi come fosse un dialogo, al lettore stesso e descrive ciò che la circonda, ma anche il suo stato emotivo.
Il personaggio principale è dotato di moltissima forza interiore ed altrettanta passionalità e finezza.
Passiamo alla trama del libro.
Jane Eyre rimane orfana e dei suoi parenti decidono di accoglierla in famiglia, ma non passerà un’infanzia molto felice perché dovrà subire le continue angherie da parte della zia e dei suoi cugini.
Jane però non si farà calpestare e dimostrerà di possedere un carattere forte quando entrerà a far parte della scuola di carità.
Jane Eyre grazie ai suoi studi riuscirà a trovare un posto nella società e deciderà di chiudere tutte le porte con la vita passata.
Troverà un’occupazione presso un’imponente dimora della famiglia Rochester e diventerà l’istitutrice della figlia del padrone di casa.
Da qui la vera storia ha inizio.
Che altro dire?
Si tratta di un classico intramontabile che almeno una volta nella vita va letto.
Jane Eyre è una figura femminile senza tempo: indipendente, forte di spirito, intelligente e critica.
Non posso far altro che augurarvi buona lettura!
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LA PICCOLA E RIBELLE JANE
Un libro appassionato e magico, una storia d’amore che va oltre le convenzioni dell’epoca e sfida qualunque ostacolo pur di sopravvivere.
Il paesaggio inglese fa da sfondo a questa meravigliosa storia con i suoi boschi, il cattivo tempo, le colline e i ruscelli oltre le credenze popolari che fanno aleggiare un non so che di misterioso. E’ possibile udire Gytrash quando Jane è sul sentiero di Hay, le fate e i folletti aggirarsi presso gli alberi ormai spogli e la risata spettrale di Bertha mentre vaga in quel di Thornfield.
Jane Eyre è la ribelle per eccellenza; la franchezza, la schiettezza, l’essere diretta e molto oggettiva sono le doti che l’accompagneranno sino alla fine del romanzo rendendola un’eroina nuova e diversa dalle altre. Non teme di dispiacere gli altri e rimane se stessa, mantenendo tuttavia quelle buone maniere che convenivano al tempo. La sua istruzione a Lowood le infonde grandi principi e valori che cercherà di rispettare in ogni situazione: un’educazione, la sua, che porterà la sua morale ad entrare in conflitto con la ragione. Jane è un’eroina attiva, è viva e l’ ho amata profondamente. Niente di ciò che fa è scontato o poco interessante, riesce sempre a colpire il lettore con la sua arguzia e il suo senso pratico; pur non bellissima, infatti, conquista il signor Rochester, uomo dal fare burbero ma con un cuore d’oro. Ella non vuole essere compatita per ciò che è, vuole raggiungere ciò che desidera con le proprie forze e colmare quella mancanza che sin da piccola ha avuto dentro di sé. E’ il senso della famiglia che emerge, l’importanza dei parenti, di persone fidate su cui contare e appoggiarsi, la libertà di poter vivere in modo indipendente. La piccola Jane è uno spirito libero; un volatile che, anche una volta tagliate le ali, riuscirà a volare oltre ogni confine.
E’ una mente vivace e singolare, una mente che rapisce e stupisce soprattutto.
Inutile dire che Edward Rochester mi ha stregata. Il suo fare sì virile, ma dolce allo stesso tempo, lo ha reso assolutamente piacevole ai miei occhi. Conserva il suo amore per Jane riuscendo a vincere qualsiasi impedimento.
Non si possono non citare la Signora Fairfax, che ho visto un po’ come una nonna; la signora Temple, che agisce come una madre con le dolci educande; Helen che funge da guida per la protagonista ma anche Diana, Adèle, il signor Rivers ed il festoso Pilota che accompagnano il lettore con zelo.
Un libro che merita e che va letto tutto d’ un fiato. Stupendo!
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“Avete freddo perché siete sola: nessun contatto
accende il fuoco che è in voi. Siete malata perché il migliore di tutti i sentimenti, il più nobile, il più dolce, vi rimane lontano. Siete sciocca perché per quanto ne soffriate, non gli fate cenno di avvicinarsi, ne muovete un passo per andargli incontro”.
…Cara Jane, avrei voluto essere un personaggio della tua storia, per chiederti di descrivermi te stessa, è così complicato trarre un quadro complessivo del tuo personaggio… e la tua capacità di descrizione è nettamente superiore alla mia. Hai gli occhi indagatori, capaci di giungere dell’essenza delle cose e delle persone… eppure il tuo cuore rifiuta ogni tipo di contatto. rifiuta l’amore...
Ho adorato questo libro sin dalla prima pagina e ha soddisfatto a pieno tutte le mie aspettative. Non mancano i colpi di scena e le particolari, quasi meticolose, descrizioni danno la sensazione di essere dentro la storia.
Racchiude tutto ciò che un lettore, anche alle prime armi, desidera di trovare in un classico… mai più attuale. Questo romanzo sembra scritto ieri.
Per Jane “è vano dire che gli esseri umani dovrebbero accontentarsi della quiete; gli uomini hanno bisogno dell'azione, e se non la trovano, la creano”, per lei “le donne sentono come gli uomini, hanno bisogno come essi di esercitare le loro qualità e occorre loro un campo più vasto per esercitarle” al contrario per la mentalità dell’epoca.
“Non sono un uccello; e non c'è rete che possa intrappolarmi: sono una creatura umana libera, con una libera volontà”. La penna di Charlotte ha creato un personaggio unico, il cui senso di indipendenza e di grande maturità è insormontabile.
Se avete la volontà di leggere un classico, fate in modo che sia Jane Eyre. Intramontabile.
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dolce piccola jane..., ma forte grande Jane
ah che romanzo. e che film! C. Bronte e Zeffirelli, due garanzie.
Che dire della piccola e sfortunata Jane, così sola eppure così agguerrita e decisa a non farsi sottomettere.Giustamente dignotosa, fin da bambina combatteva l'ingiustizia e l'ipocrisia. Erano già insite in lei, e certamente le difficoltà hanno temprato ancor più in lei queste qualità.
Una vita , continuata non certo grazie all'istituto Lowood, dove freddo fame e malattie decimavano le povere ragazzine, alle quali veniva almeno data un'istruzione di buon livello, che avrebbe permesso loro di mantenersi. Così anche Jane Eyre, dedita all'insegnamento, trova un'occupazione alle dipendenze del sig Rochester. Era destino che i due si incontrasero, 'due cuori che viaggiano all'unisono'. Però sarebbe troppo, se tutto filasse liscio.
Così fra mille difficoltà ,gelosie , orgoglio ferito ,pazze scatenate , incendi, privazioni, malattie e quant'altro, i due si devono guadagnare duramente la felicità che è loro riservata.
Però il personaggio' Jane' è : dignità , forza , ma anche dolcezza, pazienza,e la cosa che più mi ha colpito, Indipendenza, dote che non si addice proprio al periodo storico.
Insomma vorrei avere almeno un pò delle doti che aveva la piccola Jane.
Chiaramente il capolavoro di Charlotte Bronte, ha molto di autobiografico, anche se ci sono parecchie varianti.
Una donna non può, deve leggere questo romanzo!
paola
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JANE.JANE....CHARLOTTE!
Voglio prima ringraziare chi mi ha consigliato questo bellissimo romanzo. :-)
Premetto che prima di acquistarlo ,essendomi consigliata e avendo letto le recensioni, mi risultava in qualche modo familiare..Ed infatti ne avevo visto il film(anni fa) che per fortuna non ricordavo molto,tranne che per il *particolare* , che se non lo avessi conosciuto avrebbe senz’altro aumentato a dismisura la suspense e la curiosità, ma ormai il danno era fatto.
Così consiglio, a chi volesse leggere questo libro di non guardare il film ,tantomeno consultare la biografia di Charlotte Bronte perché ci sono troppi elementi che si mischiano al romanzo e possono rovinarne l’autenticità,facendolo apparire scontato. Non a caso è definito come un romanzo autobiografico.
Per chi ama la franchezza e non si lascia facilmente influenzare da suggerimenti esterni(come il film e la biografia della scrittrice) può tranquillamente continuare a leggere la mia recensione che vuole essere un’analisi introspettiva e non risparmierò neanche le critiche,assolutamente chiarificatrici e non negative, dato che questo romanzo, questa storia affascinante, è assolutamente INCRITICABILE.
L’inizio è tragicamente commovente, e capiamo subito chi abbiamo di fronte. Una bambina orfana, indesiderata e maltrattata ma anche ribelle. La conseguenza di ciò la porta ad avere un’indole piena di astio e risentimento.
Ho le membra dolenti e il corpo affaticato
E lunga è ancor la via,selvagge le colline.
Il crepuscolo incombe illune, tetro,ostile
Sopra l’aspro sentiero dell’orfana bambina.
Quello che stupisce subito di questo romanzo è che non annoia… Ha un filo narrativo senza intoppi,pause strane, o pagine che sembrano incomplete e prive di forza o fantasia man mano che vanno avanti.
Tutto il libro sembra essere scritto in un solo giorno e sotto lo stesso unico impulso. Sono circa 527 pagine.
Jane Eyre non è un personaggio di fantasia, è Charlotte Bronte, è il personaggio femminile che sarebbe stato se le circostanze reali della vita glielo avessero permesso .
La scrittrice, per sfuggire alla tetra realtà, costellata da lutti, insuccessi e successi letterari, fallimenti come insegnante, orfana di madre in tenera età, figlia di un pastore protestante, allevata dalla zia materna e dalla domestica ,sviluppa questo romanzo autobiografico con contorni misteriosi, presagi,sogni premonitori, superstizioni e tutta la mentalità tipica dell’Ottocento ma anche, e purtroppo lo devo scrivere, con dei pregiudizi che ho trovato insopportabili , per una come lei, che si definisce indirettamente femminista. (Ecco le critiche) Anche Jane Eyre/Charlotte Bronte ha dei pregiudizi; cioè quello di considerare rozzi, bassi di spirito e intelligenza le persone di umili origini. A quell’epoca questo pensiero era molto diffuso,comune e condiviso anche dalle femministe. Ma questo glielo si può perdonare e Jane/Charlotte stessa cerca di superare questo pregiudizio ma che tuttavia rimane radicato. Questo dimostra che ci troviamo di fronte a una Charlotte che lotta contro l’emancipazione ma che,nonostante tutto, non riesce a liberarsene completamente.
Altra cosa che ho potuto notare, è la squisita ingenuità del romanzo. Diffido completamente che ci siano uomini capaci di essere perspicaci ,acuti e che sappiano leggere nell’animo femminile con la stessa intensità dell’affascinante Rochester. :-)
Un uomo come lui non esiste , sono rarissimi e molto spesso hanno una mentalità femminile più che maschile. E’ come se la Charlotte, pur descrivendo alla perfezione le caratteristiche maschili e i comportamenti tipici, abbia inventato un personaggio maschile rendendolo più di suo gusto e secondo le sue aspettative. Il Signor Rochester dalla rude bellezza e il pastore Saint-John dal profilo greco quando si esprimono sono di stampo brontiano,anche se fanno la parte del contrasto maschile. Questo toglie un po’ di realismo.
Personalmente sono intollerabile al sentimentalismo e in questo romanzo, con mia grande sorpresa,non ne ho trovato, molti aspetti caratteriali di Jane Eyre sono simili ai miei,cosa che mi ha piacevolmente stupito. In questo libro ci si entra appieno,sei partecipe, osservi i personaggi, provi le loro stesse angosce e diffidenze. Alcuni dialoghi, specie quelli del Signor Rochester,dopo la rivelazione della propria passione,sono pedanti,noiosi e troppo lunghi perché possano essere pronunciati veramente da un uomo reale tanto che mi son trovata ad alzare gli occhi esasperata e a dire mentalmente: “Daaai,abbrevia suu.. “Sia nel Rochester che nel Saint-John ho trovato dialoghi abbastanza tipici e conditi da descrizioni atmosferiche, modalità usata anche da Jane Eyre,il che toglie l’originalità dei diversi caratteri.
Per dire, soprattutto per chi ha letto il libro, non c’è bisogno di spiegare un dato di fatto richiamando la Natura ,della serie: Ho incontrato Tizio Caio ed era una giornata piovosa,con la foschia, la luna che calava,la stella che splendeva ,la pioggia che batteva…etc..e continuando per altre 8 righe la stessa noia. Per raccontare un dato di fatto la Charlotte “tortura” con questo tipico modo di raccontare,presente in maniera smisurata nel Rochester e in Jane Eyre.
Questo mi ha fatto molto innervosire ma anche divertire perché questo significa entrare veramente nel cuore del romanzo e calarsi completamente nella storia. Ci sono alti e bassi, ci sono stati momenti in cui ammiravo sinceramente Jane Eyre e altri in cui l’ho mal sopportata. Momenti in cui trovavo insopportabile ed arrogante il Signor Rochester e momenti in cui il suo fascino mi colpiva. Confesso apertamente di non aver tollerato in Jane Eyre ,nel periodo della sua passione ormai sbocciata, quei discorsetti in stile macchinetta spara raffiche senza senso , o quel suo atteggiamento da cagnolino sottomesso. E’ una cosa che dalla protagonista,devo essere sincera,non mi aspettavo,almeno dagli inizi del libro. Ma lo si può perdonare perché in fin dei conti, nei periodi della passione in boccio, si dicono un sacco di minchiate. :-) E perdonate il linguaggio scurrile, ma è per rendere bene l’idea.
Perché è vero che Charlotte non è una sentimentale e lo ha dichiaratamente specificato anche attraverso Jane Eyre, ma io ancor di più!
Se fosse ancora viva alla Charlotte Bronte avrei posto questa domanda:
"Lei è un eccellente scrittrice,mi ha stupito, e mi congratulo con lei,veramente.. una fantasia veramente non comune,fuori dall'ordinario e molto piacevole... ma mi può spiegare il perché quasi tutte le figure maschili sono dei pastori protestanti??Voglio dire, un pò di fantasia nei mestieri,questi pastori si trovano ovunque nel suo romanzo!..."
E lei risponderebbe in stile Jane Eyre: "Perché mi piacciono"
E mi rifilerebbe quel classico sorriso ambiguo e furbo che Jane rivolgeva spesso al Signor Rochester.
Ed io non posso fare a meno di alzare le spalle e concludere la recensione e dire addio a tutti i personaggi di Jane Eyre che in questa settimana hanno occupato le mie giornate.
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"Preferisco essere una creatura viva piuttosto che
......un angelo".
Accostarsi a Jane Eyre e respirare le sue pagine è come leggere un manuale su come migliorare la condotta degli uomini e Jane Eyre parla in prima persona con tutta la sua naturalezza di creatura eterea, ottimista, quasi sublime, quasi perfetta, quasi “santa”.
Quel “caro lettore” che compare spesso in ogni episodio narrato, racchiude tanta bellezza e tanto sentimento, con grazia sbriciola e schiude tutte le sue sofferenze, le sue angosce e lo fa senza cadere in agonia ma con grande determinazione senza perdersi nella disperazione, ma pregando, ringraziando e non abbandonando mai la Fede in quel Signore meraviglioso che la sostiene in tutte le sue difficoltà e la ripagherà di tutte le sofferenze subite sin dalla nascita, da orfana, povera, sola e incompresa prima, a creatura matura successivamente, intelligente, amata, desiderata e soprattutto pronta per dare agli altri tutto il suo calore, la sua amorevole dedizione senza ripensamenti, solo seguendo la condotta dell’amore, quello vero, quello puro.
“Lo amavo tanto, più di quanto io stessa potessi ammettere, più di quanto potessi esprimere a parole.”
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Un amore intramontabile
Mai avrei pensato di innamorarmi di due innamorati, di innamorarmi perdutamente di una storia dal carattere prevalentemente sentimentale. Ma è proprio così e credo di poter dire che nella mia personale esperienza di lettore quella narrata nel romanzo “Jane Eyre” sia la più bella storia d’amore che abbia mai letto. Uno di quegli amori veramente senza confini, che non tiene conto del tempo, dello spazio, delle condizioni sociali dei diretti interessati, dei loro caratteri nelle debolezze e nelle virtù. Un amore raccontato in maniera magistrale da una componente di quel talentuoso trio femminile i cui romanzi spopolarono ai tempi dell’Inghilterra vittoriana. Le tre sorelle Bronte, tre talenti messi a frutto per regalarci, scolpiti nella meritata atemporalità che si conquistano i grandi classici, numerosi capolavori del romanzo inglese ottocentesco. In questo caso è Charlotte, terza di sei sorelle ma prima del trio celeberrimo, a mostrarci la propria maestria costruendo un romanzo raffinatissimo in tutte le sue componenti. Uno stile narrativo scorrevole e insensatamente moderno ci racconta della vita di Jane, che inizia nel più infelice dei modi, nella più infelice delle esistenze. Privata delle gioie dell’infanzia perché troppo odiata da genitori e fratelli adottivi, la protagonista procede nel suo cammino frequentando una rigida prigionia in riformatorio. Diventata istitutrice essa stessa, Jane ottiene il suo primo incarico professionale, per così dire, e da quel momento la sua vita verrà sconvolta dall’incontro con Rochester.
Jane, una ragazza forte, matura come una donna fatta, dura, marmorea, granitica, dal cuore gelato dalla freddezza con cui ha troppo spesso dovuto convivere. Un’anima che non ha mai provato amore, affetto, calore. Un carattere scolpito nella pietra, limato fino all’ossessione da un’autodisciplina tanto ferrea quanto indispensabile per continuare a vivere in un mondo che nulla ha da offrirle se non una vita solitaria. Un personaggio di una bellezza indicibile, così fiero ed eburneo da rimanerne affascinati dalla prima parola con la quale Charlotte Bronte ce la presenta. Un personaggio commovente Jane, che si vede sconvolgere le proprie certezze, la propria intera vita da un amore inaccettabile, apparentemente impossibile, che deve essere assolutamente estrirpato per non contravvenire alle convenzioni, sociali ma soprattutto intime. Un amore che deve essere represso e combattuto con forza da quel carattere capace di rimanere insensibile di fronte all’offesa, alla violenza e alla derisione. Una tensione al limite della sopportazione turba questa ragazza che deve far guerra a se stessa per non cedere ad un sentimeno lento ma inesorabile che non riuscirà più ad ignorare. Non tutto va come previsto, la storia segue pieghe sinuose fino ad una conclusione meravigliosa, che ci porta un lieto fine intelligente, elegantissimo e senza la benché minima ombra di leziosaggine, diventata topos delle grandi storie di sentimenti.
Personaggio strepitoso anche quello del Signor Rochester, austero nobile decaduto dal carattere altrettanto forte. Rude, burbero, scortese, ma all’occorrenza anche raffinato pensatore e galant’uomo, con un’assoluta incapacità di dimostrare sentimenti, una visibile difficoltà nel volersi donare al prossimo proprio perché anch’esso deficitato di esempi positivi.
Una trama meravigliosa che si intreccia alle evocative descrizioni di una Inghilterra brumosa, con i decadenti manieri di campagna che conservano intatto il loro fascino oscuro, vagamente gotici, velati dalla nebbia. Un’Inghilterra vista dalle campagne, dalle periferie più pittoresche, dai borghi isolati all’interno di realtà rurali molto distanti dalle grandezze mondane e lucenti della capitale.
In definitiva, un romanzo che tratta i sentimenti come tardiva scoperta, a tutti possibile nonostante trascorsi burrascosi e privi d’amore, un romanzo che mostra, secondo una mia interpretazione, come dalla mancanza di affetto possa crearsi a sua volta affetto, come dalle convenzioni morali si possa evadere in qualcosa di diverso e di più profondo, come da ogni cuore, benché provato, possa nascere sentimento.
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Jane Eyre
Ho sempre saputo l' esistenza di questo libro, ma mai avevo provato a leggerlo, perchè avevo gia' visto il film e credevo che leggere la storia sarebbe stato inutile. Invece mi sbagliavo. Charlotte Bronte ha usato un modo per descrivere gli ambienti ed i personaggi che non avevo mai incontrato in nessun altro libro. Era come essere presente ai fatti che accadevano. Molto scorrevole e avvincente, direi che questo libro merita di essere letto, nonostante la lunghezza che forse puo' mettere indecisione nel lettore.. ma non preoccupatevi, ne vale la pena.
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Semplice e attuale
Era da un po' che volevo leggere questo libro, ma avevo sempre rimandato per paura di trovarmi davanti un mattone pesantissimo! Invece sembra scritto ieri! Scorrevolissimo, piacevole e attuale! Adoro come vengono descritti i paesaggi, ma soprattutto i personaggi inquadrati con pochi, ma decisivi particolari fisici e caratteriali. Niente è lasciato al caso!
Trovo sorprendente anche l riflessioni interiori di Jane e la sua crescita spirituale (soprattutto quando dopo anni rincontra la zia).
Peccato che l'aver visto il film (peraltro fedelissimo) mi abbia un po' smorzato la suspense delle misteriore risate nella casa!
Assolutamente da leggere!
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incantevole
Altro libro che mi ha lasciata incantata.
Non me lo sarei mai comprata di mia spontanea volontà perchè nonostante tutto i classici, ancora adesso, mi fanno un po di timore.
Ma se sono "classici" c'è un perchè no? Ebbene si.
Una storia romantica dell'ottocento che parte con questa storia malinconica di ragazzina che viene abbandonata dagli unici parenti che dovrebbero accoglierla dopo la morte dei suoi genitori.
Mandata in un orfanotrofio dove si trova il minimo di umanità utile a tenere in vita le povere orfani che dovranno fare i conti con la selezione naturale e le condizioni poco favorevoli di vestiti e vettovaglie.
Jane Eyre non si perde d'animo e comincia ad apprendere e assorbire il possibile per poi insegnare nello stesso orfanotrofio da cui ancora deve andare via dopo 8 anni dal suo arrivo.
Raggiunta la maggiore età mette un annuncio e viene presa come insegnante e tutrice di Adèle, una bambina un po viziata di buona famiglia ma assolutamente non cattiva.
Qui troveremo dei bei personaggi come la signora Fairfax, Adèle e i vari domestici che le faranno compagnia nella sua permanenza presso Tornfield Hall.
Però si sa che dopo essersi abituati anche la novità diventa normalità e Jane Eyre decide di allontanarsi da Tornfiel Hall per andare in centro con una scusa banale e questo farà si che la sua strada si intrecci con il signor Rochester, uomo burbero e dai modi duri e anche brutto.
Mano a mano che si va avanti nel romanzo ci saranno vari colpi di scena in cui lui si lascerà andare a qualche licenza poetica, questo amore innato vedo non vedo, queste due anime che si sono incontrate e attratte come legate da una corda molto salda.
Tutto bello e magico finchè non si verrà a scoprire un segreto, una stanza oscura dove strani rumori si celano e vengono nascosti.
Un susseguirsi di fatti che mescolerà la situazione da favola idilliaca a inferno in terra dove tutti sembreranno staccarsi più per bon ton che non per sentimenti reali.
Questo però porterà Jane Eyre alla scoperta di altri lidi, di altre persone, un eredità inattesa e casualmente alle sue origini.
E' un bellissimo romanzo a lieto fine ma anche molto complesso che fa sognare e tiene il lettore avvinghiato alle pagine.
Mi ha un po annoiato la parte dove lei si allontana da Tornfield Hall e incontra queste nuove persone a Millcote ma poi da li, il romanzo tornerà in salita perchè due anime che si amano e che sono unite nel profondo non possono non riconciliarsi.
Lei lo amerà nonostante tutto e lui per amore recupererà ciò che, secondo lui, per punizione divina gli è stato tolto.
Purtroppo non posso spoilerare perchè è bello che certi misteri li scopra chi avrà voglia di leggere e secondo me ne vale la pena.
E' scorrevole e ha una scrittura che prende da subito, richiama la curiosità del lettore a proseguire con la lettura fino alla fine e chi è sensibile di animo finirà anche per versare qualche lacrima finale in cui tutti finalmente vivranno felici e contenti.
Avrei messo Piacevolezza 4 per quella parte in cui ho detto che mi annoiata ma sarei ingiusta.
Leggetelo!
Ne vale la pena!!
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Sempre attuale
Nonostante sia un libro dell'Ottocento, è un romanzo che stupisce per la sua scorrevolezza e piacevolezza, oltre che per il suo contenuto: non la solita storia di una donna abbattuta, afflitta e noiosa perchè non ricambiata dall'uomo che ama, bensì quella di una bambina, non troppo fortunata, che nel corso della sua vita supera ogni ostacolo che incontra sul suo cammino, con grande forza d'animo e con un coraggio che all'epoca non si credeva assimilabile ad una donna!
Una figura femminile di carattere, un'esempio da emulare, una Donna con la D maiuscola! Non si può non aver letto questo libro!!
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meraviglioso
Jane Eyre è un libro semplicemente meraviglioso. Storia bellissima appassionante e travolgente. Stile scorrevole che fa di questo romanzo un libro facilissimo da leggere.
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Una sfida alle convenzioni
Jane Eyre è la figura di donna più affascinante della letteratura inglese.....Jane è la donna emancipata che sfida le convenzioni del tempo senza preoccuparsi delle conseguenze; Jane ama profondamente e passionalmente un uomo ritenuto già vecchio per l'epoca; non lo ama per i suoi soldi, per la sua posizione in società; lei resta ammaliata dalla vita interiore di quest'uomo, dalle sue esperienze, ed è per questo che Jane diventa speciale; non abbiamo più a che fare con la donna comune che troviamo in altri romanzi......è diversa....Jane pensa.
Ed è la forza di questo suo pensiero a renderla accattivante....e Rochester lo carpisce e se ne innamora perdutamente...perchè davanti alla pacatezza, al giudizio, alla diligenza di questa personcina in apparenza insignificante, il suo carattere tempestoso depone le armi e si abbandona ad un amore tra i più intensi della letteratura di tutti i tempi. Finalmente una donna diversa, finalmente una donna che non ha paura dei giudizi anzi, pacatamente li subisce e li sfida senza mai rinunciare a se stessa e finalmente....vive!!! Un romanzo coinvolgente dallo stile schietto e pulito....una prova narrativa superba e una scrittrice indubbiamente avanti.
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L'attualità di un romanzo classico
ho letto questo libro dopo aver visto al cinema l'omonimo film, circa due mesi fa. Devo dire che il film non mi aveva particolarmente convinta ma mi aveva lasciato un senso di irrisolto e insoddisfazione dato dal fatto che pur avendo subito intuito la potenzialità della storia di Jane Eyre, a mio parere la rappresentazione cinematografica non gli aveva reso giustizia. Ho quindi iniziato a leggere il libro. Devo dire che è stato un vero piacere avvicinarmi a quest'opera; conoscendo la storia e quindi mancando il "fattore curiosità", mi sono cimentata nella lettura del libro gustandomi e godendomi ogni singola frase. Il modo di scrivere di Charlotte Bronte è scorrevole, profondo e molto visivo, una vera goduria per la mente. Oltretutto ho apprezzatto uno dei tanti messaggi che l'autrice ha voluto mandare con quest'opera: la bellezza e la ricchezza non sono imprescendibili nel conseguimento di una vita felice e di successo. Tematica che rende l'opera sorprendentemente attuale e che offre lo spunto per una riflessione rivolta ai giorni nostri in cui sempre più spesso si dà importanza all'apparire.
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Jane Eyre
E’ il mio secondo approccio con un classico, e dopo aver messo da parte la Francia ed Edmond Dantes è stato bello immergersi in questa Inghilterra vittoriana con Jane Eyre, splendido personaggio.
Avevo visto il film qualche anno fa, ma fortunatamente non lo ricordavo benissimo così è stato più piacevole leggere e vivere la storia , pagina dopo pagina.
Nonostante il testo sia abbastanza datato, il libro è del 1847 lo stile è godibile e non si fa fatica a leggerlo, è molto lento come è giusto che sia un classico, solo nella parte centrale mi sono arenata un po’, non andava avanti e c’erano lunghi dialoghi tra Jane e il suo padrone che tutto sommato erano più dei monologhi di lui, in quanto Jane è una ragazza di poche parole ma un ottima ascoltatrice.
Jane non ha le caratteristiche delle donne di quell’epoca, non è ricca, non è bella, non ambisce a un buon matrimonio , non è fortunata e soprattutto si mantiene da sola, lavorando, sembra più un anticipazione della donna moderna. Ha delle grandi doti , è umile, molto discreta , non scende a compromessi , e le avversità che ha dovuto subire l’hanno resa forte, la sua ambizione più grande è l’amore, quello vero, quello con la A maiuscola, per lei o quello o niente , non ci sono vie di mezzo di comodo, meglio la solitudine che un amore incompleto.
L’ho apprezzato molto per lo stile di scrittura diretto, è infatti Jane in prima persona che ci racconta la sua vita, le sue emozioni le sue gioie e le sue sofferenze, e riesce a farle vivere anche al lettore, un libro molto intenso, e poi c’è poco da fare, un classico magari non scorre via come un romanzo moderno ma secondo me lascia quel qualcosa in più per cui vale veramente la pena di essere letto.
Ah meriterei un premio per la costanza perché l’ho preso in biblioteca, un’edizione del 1951 in pessime condizioni, due libretti a cui si staccano le pagine solo che le guardi, rilegato malamente per diverse volte credo, insomma una vera sfida riuscire a leggerlo ! Cara bibliotecaria credo sia giunta l’ora di sostituirlo .
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Una storia e una donna sublime!
Non c'è dubbio, Jane Eyre è un capolavoro.
Sono una lettrice di romanzi, ma ho sempre visto con occhio scettico i romanzi cosiddetti classici e quindi sempre evitati. Eppure un giorno ho deciso di provare a leggerne qualcuno ed eccomi qui a commentare questa fantastica opera.
Sin dalle prime pagine sono stata catturata dallo stile e dal contenuto dell' opera; si tratta di un diario autobiografico in cui tutti gli episodi riportati sono legati in modo superbo pur essendo anche lontani cronologicamente.
Credo che la Brontë abbia una capacità incredibile nel riuscire a non annoiare mai il lettore, a tenerlo costantemente sulle spine suscitando il desiderio di andare avanti, di sapere, anche quando la narrazione risulta statica.
Ciò che maggiormente mi ha colpito è il modo in cui vengono descritte le emozioni della protagonista e come tutto e tutti ruotino intorno a questa figura. Sono i suoi desideri, le sue aspirazioni, i suoi dolori a caratterizzare gli altri personaggi e a renderli interessanti agli occhi dei lettori.
Ancora: Jane Eyre è una donna che vive in epoca vittoriana, epoca in cui la donna non gode dei diritti della nostra epoca. La sua figura invece é quella di una donna in cerca dell' emancipazione in quanto lavora e guadagna e soprattutto non si vergogna dei sentimenti che prova per un uomo.
Passione fortissima che viene descritta in modo sublime dalla Brontë «il suo viso era l'oggetto che più amavo al mondo, illuminava più del fuoco più ardente».
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Eleganza della prosa e del personaggio
Un grande libro, non c'è che dire.
La Bronte è riuscita a delineare la figura di una donna perfetta. Una donna che non comprende il suo fascino, giovane ma indipendente, forte moralmente e psicologicamente. Una donna che indossa elegantemente i suoi 19 anni e riesce a riempire la sua vita di esperienze sociali e spirituali che forse tutte le altre non riusciranno ad ottenere in una vita intera.
Dirà infatti al suo Rochester:
"Preferisco essere una creatura viva piuttosto che un angelo"
Spesso le protagoniste dei romanzi, soprattutto dell'Ottocento, sono donne forti, emblema di un coraggio inaudito e che porta alla felicità: la prima che mi viene in mente è sicuramente Elizabeth Bennett di "Orgoglio e pregiudizio". E come scordare Catherine di "Cime tempestose"? Anche Anna Karenina ha un bel caratterino.
E potrei andare avanti così per molto tempo. Ma su tutte domina, incontrastata, la figura esile ma determinata di Jane Eyre.
Dio, quanto vorrei essere lei!
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Jane Eyre & l'amica del cuore Elen Burns
Jane! Jane! Jane!
Lei non fa' parte della famiglia!
Povera Charlotte, che dispiacere, quanto ha fatto per la sorella Emily, cosi' tanto da abassarsi umilmente.
Ma il suo romanzo piu' famoso Jane Eyre e' rimasto ugualmente nel cuore della letteratura.
Sono innumerevoli le volte che mi sono commossa leggendo la prima parte di Jane Eyre, la sua tragica infanzia e l'amica Helen Burns che muore in un malato e squallido istituto per orfane, nel suo lettino freddo, abbracciata a Jane, giravo le pagine con le lacrime agli occhi, e mi sentivo presente vicino a loro, in ogni loro dialogo.
E non potro' mai dimenticare la scritta sulla tomba di Helen "Risorgero'"
E' uno dei personaggi che non ho dimenticato e che mi e' entrato davvero nel cuore, ferendo il mio ruolo di donna e di mamma.
Non so' cosa avrei dato per non farle soffrire.
Questi libri, signori carissimi, sono immortabili, hanno un'eccellenza superiore a tutti gli altri, dare una recensione, non e' cosi' facile come trovarsi immersi in queste pagine, un libro immenso e veramente meraviglioso.
Charlotte Bronte trascina il lettore nel suo mondo,le cose sembrano reali, e le sensazioni corporee avvolte mi tradivano, freddo,caldo, fame,sete, aria,vento,fuoco e neve,cielo, erba,e brughiere infinite ,narrate con classe unica,semplice,vera,di chi sa' amare le piccole cose e renderle grandi.
E' un'opera senza paragoni, Jane Hyre lascia nel cuore sensazioni uniche, valori autentici, senso di giustizia.
Charlotte forse non aveva l'aria poetica della sorella Emily di Cime Tempestose, ma anche Charlotte, gentile lettore, merita con tutto il cuore e con tutto l'amore e l'animo, un posto unico e incontrastato nel firmamento letterario universale.
Vivian
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Un must per chi ama la letteratura inglese
Jane Eyre. Croce e delizia degli studenti universitari.
Arriva il momento in cui incappi nelle sue gonnelle e non puoi fare a meno di sentire la sua storia.
Jane Eyre ha tutto ciò che le "serve" per essere infelice: è orfana, è povera, non è avvenente, è insofferente alle regole e ha un'intelligenza notevole.
Cresciuta da una zia che la odiava, spedita poi in un orrendo istituto religioso dove le punizioni, corporali e psicologiche, sono all'ordine del giorno, Jane cresce con la consapevolezza di dover lottare per conquistare il benché minimo diritto.
Quando presta servizio come istitutrice nella tetra magione del misterioso Mr Rochester, che vive solo con la figlia e i domestici,la sua vita sembra prendere una piega più interessante, ma sarà solo l'inizio di altri tormenti.
E' un romanzo ricco di spunti di riflessione, imprescindibile per chi vuole conoscere la letteratura inglese dell'800.
C'è una critica non troppo velata a una società puritana e bigotta, che usa la religione per mettere a tacere la spontaneità intellettuale dell'individuo, specie se ancora in età infantile.
C'è un forte accenno alla questione femminile, poiché Jane si pone subito come anti-eroina, imperfetta ma forte della sua sensibilità, della sua intelligenza e del suo senso del giusto.
In lingua originale, Mr Rochester apostrofa Jane "you, little thing" (alla lettera: "cosetta, piccola cosa", ma in realtà si tratta dell'equivalente dell'italiano affettuoso "piccola, piccolina").
Jane si ribella a un'espressione linguistica che vuole ridurla da "donna" a "cosa", e fa capire all'uomo che ha davanti che non si piegherà a nessun compromesso, e che manterrà sempre la sua integrità.
Tuttavia, siamo sempre nell'800. E quindi inevitabili saranno le lacrime, le catastrofi, le tragedie, il finale patetico.
Stilisticamente, il testo è ancora godibile e non accusa i segni del tempo. E' un interessante punto di svolta del romanzo inglese, che abbandona l'ironia pungente e settecentesca alla Austen e alla Swift per diventare più cupo, drammaturgico, talvolta opprimente, ma in qualche modo...affascinante.
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