Il ritratto di Dorian Gray
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Narciso fin de siècle
Quando il giovane e innocente Dorian Gray vede per la prima volta il suo magnifico ritratto impara ad amare la propria bellezza.
Ma non basta uno specchio lucido in cui rimirarsi, il Narciso fin de siècle vuole di più, vuole che la propria vita diventi essa stessa arte, consacrata all’inseguimento del bello, del piacere, della sensazione intensa o rara. Regole sociali e morali sono catene di cui farsi beffe in nome di un superiore ideale estetico che fa di gioia, godimento, passione i propri comandamenti. Sono le insinuanti teorie del maturo Lord Henry, dandy cinico, intelligente e raffinato a cui Wilde affida i più sferzanti aforismi e squisiti nonsense. Il ragazzo si lascia così avvelenare da queste teorie edonistiche, spingendo la sua esistenza al limite, sulla strada del vizio e della dissolutezza.
Ma mentre l’uomo conquista il mondo e il piacere, cosa accade alla sua anima? È sulla scia di questa domanda che si innesta l’invenzione geniale di Wilde: la vita diventa arte, immagine perfetta e immutabile di giovinezza, mentre l’arte diventa vita, portando il segno degli anni e il peso dei peccati. E così mentre Dorian continua a essere ammirato in società per il suo aspetto innocente e delicato, la tela si fa specchio della coscienza, deformandosi giorno dopo giorno: gli occhi si gonfiano, le rughe solcano la pelle e le labbra si incurvano in un ghigno crudele e spaventoso. Dorian nasconde il quadro in soffitta, chiudendo a chiave la porta per fingere che non esista, ma non basta tutto l’oppio del mondo per dimenticare davvero quel volto che lo osserva da lontano e sogghigna nel buio, diventando sempre più maligno e ripugnante.
Quel dipinto che gli aveva insegnato ad amare la propria bellezza, gli insegnerà anche ad avere orrore della propria anima?
La penna di Oscar Wilde è sublime e inimitabile, capace di fondere l’ironia spietata di battute paradossali e irriverenti alla pura poesia con cui si abbandona alla descrizione dei profumi di un giardino o delle note di un notturno di Chopin per ricreare le atmosfere languide che avvolgono queste pagine. Un romanzo tutto giocato su ambiguità e contraddizioni, in grado di sedurre anche i lettori di oggi con il suo fascino straordinario.
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QUADRO, QUADERNO, LIBRO, TIGRE, AGNELLO
Prima della recensione racconterò di un aneddoto quindi se non volete continuare fermatevi. In una giornata d’estate con nuvoloni color cobalto carichi di pioggia decisi comunque di andare con la mia ragazza in macchina a farle vedere il mio ex campus estivo (immerso tra le collinette) di quando ero piccolo. Arrivati là l’ho trovato messo piuttosto male, abbandonato però le cose che ricordavano stavano ancora lì: il campetto da calcetto era coperto di erbacce e cianfrusaglie, lo spiazzale di cemento davanti alla scuola era ridotto un po’ maluccio ma era ancora tutto lì. Di lì a poco iniziò una bufera e a buttare giù tutta la pioggia che il cielo aveva con sé, più il vento per non farci mancare nulla. Ormai eravamo là quindi diamo un’occhiata in giro. Notiamo che il finestrone che dà sullo spiazzale è aperta e sbatte forte per il vento. Ci affacciamo e notiamo scatoloni sparpagliati sul pavimento e altre mille cose, con la stanzetta stracolma di roba. Dato che siamo senza paura entriamo e ci mettiamo a curiosare in giro; negli scatoloni ci sono molti libri: libri belli, libri trash, libri capolavori e di tutto e di più. Molti libri erano in ottime condizioni ma altri erano lasciati alla totale incuria, mangiati dai topi e abbandonati a se stessi. Ci sembrava un totale spreco lasciare lì tutti quei libri. Così alla fine ne prendemmo alcuni, forse è letteralmente rubare ma ci sembrava un delitto ancor più grande lasciarli lì in quelle condizioni. A noi piace pensare di averli salvati più che rubati poi ognuno ha la sua idea. Fu così che io e il ritratto di Dorian Gray ci conoscemmo. Era un libricino verde bottiglia con le scritte in oro, molto seducente, tenuto in forma nonostante i suoi molti anni. Un libro così invitante che sarebbe stato un delitto non appropriarsene. In effetti sembrava proprio magico, tirato a lucido e troppo calzante con il personaggio che covava dentro le sue pagine. Se uno credesse alla magia o alla sua storia si potrebbe quasi pensare che forse sia il libro che dona l’immortalità a Dorian Gray e non il quadro. Forse ho fatto l’errore di riportare indietro Dorian Gray nella nostra società perché Wilde da buon ingannatore ci ha fatto credere a tutti la cosa sbagliata. Dopo qualche anno, siamo in un’altra città, decido finalmente di leggerlo e spero con tutto il cuore che non sia tipo il diario di Tom Riddle. È stato un colpo di fulmine come quel fatidico giorno di tuoni e tempeste di anni fa. Mi ha letteralmente stregato e se all’inizio pensavo che sarei andato incontro ad una scrittura più antica, non potevo che essere più in difetto di così. Una scrittura moderna, per un personaggio moderno, fuori dal tempo. Sono sempre stato traviato dai film o dalle serie tv che raccontano il personaggio in chiavi un po’ diverse. Ho amato tutto di questo romanzo così attuale. I personaggi sono descritti in maniera eccellente e le relazioni che i personaggi intraprendono sono forti e intense. Sinceramente mi viene difficile recensire questo libro perché non avrei molto da aggiungere, posso solo scrivere delle mie emozioni perché per analizzarlo non bastano poche righe. Wilde alla fine ha fatto vivere la sua divinità per sempre, ci è riuscito. È nella nostra società Dorian Gray, è espressione di noi, è tutto e di più. È un agnello da plasmare, un’anima da salvare, un personaggio che vivrà per l’eternità.
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L'incarnazione dell'esteta
Il ritratto di Dorian Gray”, pubblicato nella sua versione definitiva ben 130 anni fa, è l'unico romanzo di Oscar Wilde, massimo esponente del Decadentismo, caratterizzato dalla scissione tra valori estetici e morali.
La storia è ambientata nella Londra dell'epoca vittoriana e Dorian, il protagonista è l’incarnazione del narcisismo e dell’estetica in base alla quale si è alla costante ricerca della bellezza e si vuole fare della propria vita un'opera d'arte.
Attraverso una scrittura moderna che alterna parti dense di riflessioni con altre più scorrevoli, Wilde riflette sulla doppiezza insita nell’animo umano continuamente ossessionato dall’inesorabile trascorrere del tempo.
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Letteratura gotica
Tra luce e ombra
"L’unico modo di liberarsi di una tentazione è abbandonarvisi."
A grandi linee tutti conosciamo la storia. Un ragazzo bellissimo che non invecchia mai e un dipinto maledetto che ogni giorno diventa sempre più mostruoso.
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Una trama originale, ben congegnata con un tocco dark e macabro che a mio parere non guasta mai. Ho amato l’ambientazione nella vecchia Londra vittoriana, con i suoi teatri dove la bella élite mostrava il suo lato migliore e artificiale, e i luridi sobborghi malfamati dove gli stessi borghesucci potevano calare la maschera e sfogare i loro impulsi più deplorevoli e i vizi più condannabili.
Un perfetto affresco della società perbenista e contraddittoria dell’Inghilterra del diciannovesimo secolo.
Un’opera ricca di riflessioni esistenziali che riesce a cogliere le profondità dell'animo umano trattando un tema che ha come radici la vanità e l'ambizione dell'uomo. Chi non ha mai immaginato quanto sarebbe meraviglioso poter restare per sempre giovani e belli?!
Una vera e propria celebrazione del culto della bellezza. La vita, per Wilde, si configura infatti come un'opera d'arte. Un'esperienza, quella estetica, che non sempre si rivela giusta e retta. La visione della vita come arte implica infatti da un lato la ricerca del piacere dall'altro uno stile di vita disinibito e dissoluto che porta allo sfacelo morale e, nel caso di Dorian Gray, al crimine.
Wilde non è uno scrittore a noi contemporaneo e perciò il ritmo della narrazione non appare sempre leggero. Verso la metà la lettura rallenta. Questa è stata la parte più dura a mio parere. Ci sono capitoli dedicati a particolari dettagli della vita di Dorian, uno è dedicato interamente ai suoi passatempi, per farvi un esempio. Superati questi si giunge al gran finale. Aumenta l'intensità della narrazione e le pagine si caricano di suspense ed eccitazione.
A quel punto il capolavoro di Wilde è compiuto e non si può che restarne ammaliati.
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SUPERBAMENTE BELLO
Dorian è un giovane e aitante ragazzo che accetta di posare come modello per il famoso pittore Basil Hallward che gli fa un ritratto magistrale, sontuoso, bellissimo. Ad opera finita, Dorian, s’innamora follemente della sua immagine riflessa sulla tela talmente tanto che decide di fare un patto con il diavolo per rimanere giovane per sempre e conservare la sua avvenenza ed eleganza mentre ad invecchiare sarebbe stato il quadro.
Resosi conto di quanto bella sia la sua giovinezza decide di viverla appieno assaporando tutti i piaceri di un vita sregolata, passionale e anche illegale, tanto che arriva persino a commettere degli omicidi.
A farne le spese, il quadro, che diventa sempre più cupo, triste, scavato e sopratutto brutto come la sua coscienza sporca e Dorian di questo ne è consapevole.
Grande classico di Oscar Wilde,sicuramente la più grande opera dell’Estetismo inglese dell’epoca ottocentesca.
Il fascino delle cose e delle persone, il piacere effimero delle emozioni sfuggenti ed estreme, la bellezza dell’esteriorità, l’attrazione per tutto ciò che è bello, superbo, frivolo, labile ma terribilmente affascinante, grandioso, stupefacente, l’osservazione meticolosa del motto “carpe diem” e “ricordati di osare sempre” nel modus operandi di chi è più attratto dal vivere il presente piuttosto che rimanere ancorati al passato pensando al futuro claudicante ed incerto ma che dimostra una superficialità di fondo della visione del mondo: queste sono le tematiche principali del romanzo,inserito nella corrente più spinta e mondana di quel tempo.
Certamente d’ispirazione per gli esteti di tutto il mondo tra cui l’italiano Gabriele D’Annunzio che con “Il Piacere” creò una pietra miliare della letteratura.
Analizzando l’opera possiamo ritrovarci anche ad affermare una similitudine artistica: il personaggio di Dorian Grey che si innamora della sua immagine ricorda il mito di Narciso,che guardandosi nello specchio di acqua trasparente di una pozzanghera si invaghisce di se stesso sino a morire di disperazione; da qui il termine “narcisista”, entrato nel linguaggio comune di tutti i giorni.
Grande classico da leggere assolutamente almeno una volta nella vita non dimenticando di conoscerne il contesto storico, politico e culturale in cui è stato scritto e in cui ha vissuto l’autore per riuscire a comprendere appieno la storia in sé.
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Bene e male
“I libri che il mondo chiama immorali sono quelli che rivelano al mondo la sua vergogna. Tutto qui.”
E’ abbastanza difficile scrivere un commento su questo celeberrimo classico: chiunque conosce il romanzo, chiunque conosce la trama, anche se magari non ha letto il libro; chiunque ha già letto e scritto recensioni su recensioni. Comunque, proviamoci lo stesso.
Dorian è un ragazzo bellissimo e ingenuo, ha vissuto fino a quel momento un’esistenza pura e innocente, inconsapevole del bene e del male. Ha incontrato un pittore, Basil Hallward, che si è innamorato perdutamente di lui: Dorian è diventato ciò che può dare vita e splendore all’arte di Basil, la sua fonte di ispirazione, tanto che il pittore ha iniziato a ritrarlo in uno splendido ritratto. Un giorno, nello studio di Basil, Dorian incontra Lord Henry Wotton, un giovane aristocratico che vive una vita dissoluta e completamente sganciata dalle convenzioni sociali, delle quali si disinteressa con ostentata fierezza. Dorian rimane immediatamente affascinato da Lord Henry, si lascia sedurre senza opporre alcuna resistenza dalle sue idee riguardo al ritenersi superiori alle regole morali.
Il giovane protagonista scopre così improvvisamente il lato oscuro che si cela dentro ogni essere umano. Si rende conto della dualità che caratterizza ogni persona: il bene e il male, l’apparenza e la sostanza, l’esteriorità e l’interiorità, l’aspetto fisico e l’anima, la giovinezza e la vecchiaia. Nel testo questa scissione si materializza appunto in Dorian e nel suo ritratto, che rappresentano fisicamente i due aspetti opposti di una realtà unica, quella della personalità del protagonista.
L’autore voleva porre l’accento su questo aspetto: l’essere umano non è unico e inscindibile ma è –almeno- formato dalla sua parte luminosa e dall’altra sua parte in ombra. Entrambe formano e danno vita ad ogni persona, nessuno è un unico ma si scinde fra bene e male. La lettura di quest’opera mi ha più volte fatto ripensare ad un altro romanzo inglese pubblicato all’incirca nello stesso periodo (ultimi anni del XIX secolo), ossia “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” di Robert Louis Stevenson. La letteratura successivamente è andata oltre questo dualismo, presentandoci gli esseri umani non scissi in sole due parti ma frammentati in molteplici maschere e mossi da innumerevoli pulsioni ed istinti diversi.
Il contrasto che sconvolge la vita di Dorian Gray non si esaurisce in quello fra bellezza e gioventù contro bruttezza e vecchiaia ma sicuramente riguarda anche un conflitto morale ed etico fra una persona pura ed innocente ed un’altra cattiva e perversa.
Oscar Wilde voleva ammonire il lettore rispetto all’ipocrisia dilagante nella società vittoriana del suo tempo e puntare il riflettore sugli aspetti oscuri, ma reali, presenti in ogni persona, anche quella che esteriormente si presenta come la più lontana possibile dal male.
Un classico sicuramente imprescindibile, un romanzo che costituisce una pietra miliare nella letteratura e non può mancare nel bagaglio culturale di ogni lettore.
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"La bellezza è superiore al genio in quanto non ha
Oscar Wilde è uno scrittore ottocentesco, esponente soprattutto del decadentismo e del dandismo (è infatti considerato per eccellenza padre di quest’ultimo). Tra le sue opere, ne troviamo una in cui è riuscito a dare forma, voce e anima a un mito moderno. Un mito che ancora oggi incontriamo nei nostri sogni, nelle nostre paure: l’eterna giovinezza. Questo mito viene incarnato dal personaggio di Dorian Gray, un semplice e giovane ragazzo, che spicca tra gli altri per la sua splendida bellezza. Motivo per cui il pittore Basil Hallward, palesemente attratto dal giovane, decide di immortalarne la bellezza in un ritratto, che rappresenterà la salvezza e la condanna del giovane. Il protagonista vive una vita in modo semplice e allegro, come se non si rendesse conto della sua oggettiva bellezza. La sua vita prende svolta quando conosce Sir Henry Wotton uomo dal “cinismo gentile” che con i suoi discorsi suscita nel ragazzo una forte influenza. Wotton è sicuramente un personaggio fatale: i suoi aforismi sarcastici intrecciati a sfumature di pessimismo, sono sparsi per tutto il romanzo. Il punto di vista di questo personaggio è molto complesso e rende Wotton sicuramente il personaggio dandy per eccellenza. Il ragazzo, infatti, non si rende veramente conto della sua fantastica giovinezza finché Wotton non gli fa notare di come essa passi così in fretta, di come ogni cosa dopo di questa, per quanto allegra e sublime possa essere, non potrà mai essere paragonata agli anni della gioventù. L’ossessione d’invecchiare, di dover vedere la propria bellezza appassire, porterà Dorian a vendere la propria anima e scambiarla con il proprio ritratto, per poter mantenere la sua eterna giovinezza. In questo modo, non sarà più lui ad invecchiare ma il ritratto stesso. Da questo momento, Dorian inizia ad abbandonarsi completamente ad ogni piacere e ad assumere un aria sempre più malvagia, corrotta e noncurante di qualsiasi principio che caratterizzavano l’Inghilterra Vittoriana. Non dà spazio alle proprie emozioni e vive la sua vita come se fosse il personaggio di una tragedia, cercando di assumerne anche i tratti.
Il lettore s’identifica nel personaggio di Dorian poiché nessuno di noi è completamente indifferente allo scorrere del tempo: ognuno di noi ha bisogno di soddisfazioni e di lasciare il segno durante la propria esistenza; per questo motivo, come ci dice l’autore, l’uomo cerca di lasciare qualcosa di suo attraverso il potere, le imprese di guerra e l’arte. Ma ciò che rende la gioventù speciale è proprio la sua fugacità, per questo essa è come un dono. Viverla in eterno come Dorian ne spegne le sue autenticità ed è soprattutto impossibile. Wilde c’insegna che l’unico modo per poter mantenere qualcosa in eterno è con la rinuncia della nostra anima. E questo, come il romanzo ci rivela, non porta mai ad un lieto fine.
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Il riflesso della bellezza
Tutto ha inizio, sfuma e scorre sulla tela che ritrae i lineamenti affascinanti e raffinati del giovane aristocratico che ispira come una musa la mano dell'artista ed amico Basil Hallward. Quando Dorian Gray riceve il dipinto che lo ritrae, ammira se stesso nelle pennellate e non ha dubbi, parte una supplica, un desiderio dentro sé affinché il suo viso, i suoi tratti bellissimi, non vengano scalfiti dal fatidico scorrere del tempo. La preghiera non resta inascoltata, il ritratto subisce i segni degli anni che passano mentre nella vita Dorian Gray scopre quanto potere esercita la bellezza eterna. Inizia una vita di scoperte, eccessi non privi di spiacevoli effetti in coloro che ne subiscono le attenzioni.
Donare l'anima in cambio della bellezza, dei piaceri assoluti e della vanità sfrenata ha tuttavia conseguenze inattese. Il protagonista subisce il dominante fascino del criptico e riflessivo Lord Henry e a mano a mano che le vicende si susseguono emerge un Dorian Gray sempre più svuotato nel cuore. Nelle notti insonni riemergono i fantasmi di episodi malvagi ed i terrori, le visioni e l'orrore davanti allo specchio che riflette un aspetto magnifico quanto orrendo dietro e dentro. Lo specchio donato dal caro Lord Henry viene infranto e il cerchio si chiude o si riapre per tornare al famoso ed inscindibile legame del corpo/anima.
Un classico che scorre nella trama e nei pensieri sull'arte, la natura umana, passioni e paure, che prendono voce dai protagonisti. Un viaggio nella penna di Oscar Wilde che merita assaporare!
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Realtà o illusione?
A grandi linee tutti conosciamo la storia. Un ragazzo bellissimo che non invecchia mai e un dipinto maledetto che ogni giorno diventa sempre più diverso dalla realtà. Sempre che la realtà sia davvero quella che vediamo! Anche per me era ormai giunto il momento di immergermi nella lettura di questo mito della letteratura inglese. Purtroppo devo ammettere che sono rimasta un po' delusa. Iniziamo perciò dagli aspetti positivi:
è un classico conosciuto in tutto il mondo che probabilmente a molti incuriosisce , è ricco di riflessioni esistenziali, riesce a raggiungere le profondità dell'animo umano trattando un tema che ha come radici la vanità e l'ambizione dell'uomo. Chi non ha mai immaginato quanto sarebbe meraviglioso poter restare per sempre giovani e belli?! Come un fiore sbocciato da poco, profumato e bellissimo, che non appassisce mai.
Cose meno belle: ovviamente Oscar Wilde non è uno scrittore del nostro secolo e perciò il ritmo della narrazione non può essere brillante e leggero. Il libro parte in quinta grazie ai primi capitoli appassionanti poi verso la metà rallenta. Questa è stata la parte più dura. Ci sono capitoli dedicati interamente a particolari e aspetti privati della vita di Dorian (uno è dedicato interamente ai suoi passatempi!). Superati questo si giunge al finale. Aumenta l'intensità della narrazione e le pagine si caricano di suspense ed eccitazione.
Per concludere consiglio questo libro a tutti i bibliofili, gli amanti della letteratura e anche a chi vuole cimentarsi in una lettura diversa. Il libro non è molto lungo quindi tranquilli! ;)
"Oggigiorno la gente conosce il prezzo di tutte le cose e non conosce il valore di nessuna"
"Ognuno di noi porta in se stesso il cielo è l'inferno"
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Oscar Wilde genio assoluto
Se l'artista crea cose belle allora Wilde è l'artista per eccellenza.
Il Ritratto di Dorian Gray ha tutto quello che si può cercare in un libro e molto più di quanto ci si aspetti da un capolavoro.
Gli ingredienti ci sono tutti: stile, trama, contenuto, idea originale, infiniti spunti di riflessioni sulla vita, suspense e bellezza.
Il lettore non può rimanere che ammaliato da questo testo così originale e coinvolgente.
La storia di Dorian è spaventosamente inverosimile quanto drammaticamente reale.
Le nefandezze di una vita che si sommano su un volto che non è tuo, la dissolutezza imperante, la cattiveria che abbruttisce l'anima ma di cui non c'è traccia nei lineamenti del protagonista.
Una discesa agli inferi sempre più profonda mascherata dal bon ton.
Personaggi indimenticabili e dialoghi magistralmente costruiti, la ricerca della perfezione in ogni frase rendo questo romanzo una somma infinita di perle rare.
Ogni concetto è un capolavoro, ogni frase deve essere letta più volta per il solo piacere di farlo.
E' un romanzo da assaporare, da apprezzare, da amare. Per me è stato così e quando ho chiuso il libro mi è davvero dispiaciuto salutare Dorian.
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La bellezza
"Il peccato è l'unico motivo di colore rimasto alla vita moderna."
Per questo romanzo penso si siano spese già infinite parole, quindi cercherò di essere sintetico per non rubarvi troppo tempo. Che dire, questa è la più grande opera d'arte di Wilde.
Ovviamente subito dopo la sua vita.
In questo romanzo troverete lo scrittore stesso, il che rende tutto estremamente intrigante ed ovviamente ciò ha il suo fascino.
Inoltre li personaggio di Lord Henry devo ammettere che mi ha colpito estremamente, i suoi discorsi con il giovane Dorian sono spesso anche complessi, ma allo stesso tempo sono qualcosa di estremamente profondo, su cui si ha la possibilità di rimanere parecchio a riflettere. Quindi probabilmente mi associo a quella cerchia di critici che definiscono Lord Henry come il vero protagonista di questo romanzo, o comunque in ogni caso è lui il personaggio che ha lasciato il segno in me.
Per quanto riguarda la trama penso che sia già conosciuta a tutti e in ogni caso penso sia tempo sprecato riportarla, primo perchè si può trovare ovunque e secondo perchè porterebbe ad inevitabili spoiler che rovinerebbero l'eventuale lettura ad altre persone.
Non mi resta con il concludere spendendo due parole anche sul modo di scrivere di Wilde, che a mio avviso è riuscito a creare un gran capolavoro, utilizzando le sue più raffinate capacità di scrittura che unite vanno a dar vista a quest'opera d'arte.
Con questo chiudo la mia recensione e consiglio a tutti la lettura di questo romanzo, in fin dei conti è un capolavoro che merita una lettura da parte di tutti.
Buona lettura
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La tragica scissione di corpo e anima
"Il ritratto di Dorian gray" è un'opera che in tutta probabilità racchiude il suo stesso autore, in tutta la sua eccentricità e cupezza, usata come pretesto da quest'ultimo per esprimere il proprio pensiero in maniera ancor più interessante.
Affascinante e terrificante proprio come il giovane inglese che ne è protagonista, questo libro è una terribile arma per il confronto dei pensieri del lettore con quelli dell'autore, su temi che definire scottanti sarebbe un eufemismo. Mentre si legge, è come se accanto al favoloso ritratto di Dorian Gray, ci fosse anche il nostro medesimo.
Il quadro dipinto dal promettente pittore Basil per il giovane Dorian, è di una bellezza inimmaginabile. È forse così che appare l'anima di ogni uomo, prima che essa conosca il piacere e il peccato? Dorian conosce questi ultimi al suo primo incontro con Lord Harry, che con le suoi terribili teorie sui piaceri della vita influenza quel giovane non ancora formato, dando inizio alla lenta corruzione della sua anima. Una volta che essa ha preso quella via oscura, è molto difficile che ne venga fuori.
Lord Harry è quasi il simbolo dei pensieri di Oscar Wilde, sembra essere lui in persona sotto falso nome, mentre Dorian è una sorta di esperimento che Wilde ha voluto fare sull'attuabilità delle sue teorie e convinzioni, come se avesse voluto scoprire che tipo d'uomo sarebbe venuto fuori assecondando e incarnandovi del tutto i suoi ideali. Le mutazioni del ritratto e il triste destino del giovane Dorian sono ciò che ne risulta, e l'autore ne ostenta una spaventosa consapevolezza. Ogni peccato disegna una ruga, una piaga, un'imperfezione o un'espressione sgradevole sul viso del Dorian dipinto, mentre il vero uomo, pur restando immacolato nel corpo, vede la sua mente corrompersi e deteriorarsi a mano a mano, e ne vede il vero specchio in quella mostruosa tela.
Tuttavia, egli lascia che la sua anima si corrompa, tenendola lontano da sé, confinata in quel quadro gettato nella polverosa soffitta. Forse quel ritratto e la bellezza permanente di Dorian rappresentano l'indifferenza nei confronti dei nostri peccati, un'indifferenza che non fa altro che corroderci e logorarci silenziosamente, forse più dei peccati stessi. Possiamo decidere di non affrontarli, relegarli in soffitta e lasciarli a marcire mentre noi continuiamo ad andare per la nostra strada, ma loro continueranno a osservarci da lontano, nel buio, aspettando il momento della resa dei conti; che potrà anche tardare, ma non mancherà d'arrivare.
P.S. Lasciate perdere il film, e non precludetevi questa lettura se lo avete visto, soprattutto se non vi è piaciuto. Non ha quasi nulla a che vedere con questa grande opera...
"Perché influenzare una persona significa darle la propria anima. Non pensa più coi suoi pensieri naturali, e non brucia di passione naturale. Le sue virtù non sono più reali per lei. I suoi peccati, se esistono i peccati, sono presi in prestito. Diventa l'eco della musica di qualcun altro, un attore in una parte non scritta per lui. Lo scopo della vita è sviluppare noi stessi. Ognuno di noi è al mondo per realizzare perfettamente sé stesso. Ma al giorno d'oggi la gente ha paura di sé. Hanno dimenticato che il più alto dovere è quello che si deve a sé stessi. Certo sono caritatevoli, danno da mangiare agli affamati, e vestono gli ignudi. Ma le loro anime sono a digiuno, e restano nude. La nostra specie ha perso ogni coraggio, e forse non ne abbiamo mai avuto."
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Chiedi alla polvere.
Arancia Meccanica.
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IL DRAMMA DELLA BELLEZZA.
Dopo tanto tentennamento, mi sono decisa a leggere questo libro che ha come tema il culto per la bellezza esteriore.
Un capolavoro scritto da Oscar Wilde: oggi più che mai attuale.
Sin dalle prime civiltà, la bellezza, in particolare associata alla giovinezza , ha suscitato fascino, amore, eccitazione, seduzione … idolatria.
Un libro in cui troviamo un autore brillante per modo di scrivere ( alcune pagine sin troppo artificiose per la mia propenderanza alla semplicità) , grande curiosità verso la conoscenza e splendidi approfondimenti ed interessi verso il mondo ( la cultura, la musica, il misticismo, l’ arte… ).
La narrazione ruota attorno a tre figure, che simboleggiano a mio avviso, tre livelli diversi di approcciarsi alla bellezza.
Basil, il pittore, ne viene totalmente travolto, affascinato a tal punto da diventarne succube, arrivando a fondere la propria capacità artistica con il prodotto della sua arte, ma sempre mantenendo un distacco ed un timore reverenziale.
Lord Henry, persona vissuta e cinica , adora influenzare negativamente e lo fa con un uso incredibile e pericoloso, nonché artificioso ed assurdo delle parole,deliziose ma velenose avvalendosi anche di un libro dai contenuti perversi e del quale ne consiglia la lettura, convinto che la bellezza in gioventù sia l’unico momento per vivere la vita in senso “compiuto”.
E arriviamo al personaggio del giovane e bellissimo Dorian Gray, che nato dall ’unione della bellezza e della morte, diventa con la sua presenza solare e acerba, terreno fertile , facile e fragile preda a tulle le influenze negative che gli giungono.
Attratto da consigli che sono un inno all’uso dei sensi alla corruzione, da un carpe diem , che ha perso il significato e la valenza originaria, per diventare un invito alla curiososità morbosa attraverso la sperimentazione di tutto ciò che il corpo può… e non può!
Dorian, bello fuori ma non dentro…Dorian che pur di fermare il tempo giunge a negare la propria anima, che decide di nascondere agli occhi degli uomini.
Ecco che il visibile diventa l’essenziale…il peccato senza rimorsi la forma che gli permette di spiritualizzare il suo corpo, attraverso il culto dei sensi…l’annullamento di tutto il buono germinale che in lui c’era e che solo ogni tanto tenta di riaffiorare.
Un libro che pullula di aforismi, che io prenderei con le pinze e che farei oggetto di riflessioni e critiche, perché certo affrontano tematiche fondamentali , come la vita, l’amore, il passato, l’arte, la figura dei nonni, degli artisti , della donna…e tantissimi altri, e che sono a mio avviso , citazioni frutto di una mente certamente brillante e arguta, ma di un’anima sicuramente in pena.
Desidero terminare con una citazione che mi ha molto colpita e che non avevo finora mai letto:
“Viviamo in una società che legge troppo per essere saggia e pensa troppo per essere bella”
U n libro da leggere, da far leggere ai ragazzi delle superiori, perché affronta un eterno dramma umano; una lettura che va seguita da un’opportuna analisi riflessiva e critica.
Poi … ad ognuno…la propria scelta.
Buona lettura,
Pia
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Estetismo, eterna giovinezza, dannazione.
Un giovane aristocratico dai lineamenti affascinanti è Dorian. I suoi tratti sono così particolari da suscitare l’interesse del pittore Hallward che, ispirato da tanta armoniosità e purezza, decide di immortalare l’uomo. Ed è proprio nello studio dell’artista che Gray incontrerà colui che riuscirà a far diventare la bellezza un punto di riferimento per la sua vita; Lord Wotton. Carismatico, intrigante, sempre dalla battuta pronta ed immancabilmente un gran oratore, “imprigionerà” con i suoi aforismi pungenti e provocatori e con la sua visione edonista della vita, l’attenzione del giovane ed innocente protagonista.
Da questo momento per il rinnovato uomo essenziale è trascorrere una gioventù all’insegna del piacere, una ricerca ininterrotta che si tradurrà nel desiderio ossessivo dell’eterna giovinezza. Non può tollerare l’idea del tempo che passa Dorian, è indignato dal fatto che lui invecchierà mentre il suo ritratto resterà fedele alla bellezza di quel momento, ne è geloso. Decide così di stringere una sorta di patto con il demonio, un accordo per il quale egli non proverà l’umiliazione della decadenza del corpo che verrà altresì a manifestarsi sul suo ritratto.
Gli anni passano, fisicamente nulla è mutato in lui, mentre la sua anima presenta i primi segni della disfatta. Arriva a nascondere l’opera in soffitta pur di non doversi confrontare con i propri errori, far fronte alle proprie azioni, e la sua stessa giovinezza, tanto ricercata, idolatrata, voluta, sarà sinonimo di un qualcosa di “sbagliato”, di inopportuno, di inconsueto, un qualcosa da celare.
Gli aforismi di Lord Henry, ritenuto da non pochi critici letterari il vero protagonista, sono il punto di forza dello scritto. Il componimento celebra il culto della bellezza, il degrado morale dell’età vittoriana, la devozione all’estetismo, l’ideale dell’esistenza vissuta come se fosse un’opera d’arte rappresentando altresì le convinzioni dello stesso Wilde portatore di ideologie anti-conformiste ed anti-vittoriane. Ecco perché non stupisce il fatto che i contenuti de “Il ritratto di Dorian Gray” contribuirono alla condanna nonché alla successiva incarcerazione dell’autore stesso per condotta anti-morale.
La mia esperienza con l’elaborato risale a circa una decina di anni fa e fu avvalorata dal fatto che ebbi l’occasione di assaporarlo in lingua originale, tratto che valorizza ulteriormente la penna del letterato e consente una vera immedesimazione nei personaggi.
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Capolavoro senza tempo
C'è davvero poco da dire. E' il mio libro preferito, è il Maestro all'opera! Potrei dilungarmi scrivendo righe su righe riguardanti gli innumerevoli riconoscimenti del suo autore, il posto centrale da esso occupato nella letteratura inglese di tutti i tempi o il numero di copie vendute, ma non lo farò, sarebbe perfettamente inutile nella stessa misura in cui sarebbe superfluo darvi anche solo un accenno della trama.
"Il ritratto di Dorian Gray" è pura droga letteraria, fin dalle prime pagine il lettore viene rapito dalla maestria di scrittura del suo autore, Oscar Wilde, così sofisticata ed impeccabile, ma contemporaneamente semplice ed immediata. Quando poi la trama inizia ad addensarsi, si "entra" letteralmente nel libro, le descrizioni sono spettacolari, al lettore sembra di trovarsi lì con i protagonisti, nella Londra vittoriana di alta borghesia del XIX secolo e ad ogni colpo di scena o avanzamento della trama, non sono rari fenomeni come pelle d'oca oppure occhi sgranati.
Insomma, leggere questo romanzo è d'obbligo per chiunque voglia capire come si scrive una storia che ti trascina fin dalla prima pagina e dalla quale non si può più uscire, fino all'ultima.
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Cedere alle tentazioni
"Il ritratto di Dorian Gray" è l'opera più famosa di Oscar Wilde.
Scrittore, saggista, giornalista, drammaturgo nonché poeta, questo estroso autore irlandese si configura come uno dei più famigerati della letteratura ottocentesca.
Il romanzo celebra il culto della bellezza, l'ideale dell'esistenza vissuta come se fosse un'opera d'arte, e rappresenta fedelmente le convinzioni di Wilde, fervente portavoce di ideologie decadentiste, anti-conformiste ed anti-vittoriane.
Il protagonista del testo, ambientato nella Londra del XIX secolo, è Dorian Gray, giovane aristocratico di straordinaria bellezza.
La narrazione inizia con Basil Hallward, pittore affascinato dalla fisicità di Dorian, intento ad ultimare il ritratto del giovane.
Ben presto entra in scena Lord Henry Wotton, personaggio indubbiamente carismatico ed affascinante.
A Lord Henry basta poco per catturare l'attenzione del protagonista. La sua visione cinica ed edonista della vita, gli aforismi pungenti e provocatori, conquistano Dorian, che ben presto si mostra incline al trascorrere una gioventù vissuta all'insegna della ricerca smodata del piacere, qualunque esso sia.
Una tendenza che lo porta a desiderare di restare eternamente giovane, proprio come nella rappresentazione del ritratto di Basil. Ed è così che Dorian stringe una sorta di patto con il demonio.
Il suo corpo non subirà mutamenti nonostante il trascorrere del tempo, mentre il ritratto mostrerà i segni della decadenza fisica, psicologica e morale del personaggio.
Parte consistente del fascino del romanzo è rappresentata dagli ammalianti e numerosi aforismi di Lord Henry, ancora oggi ampiamente citati nei contesti più vari.
L'importanza che Henry ricopre nella trama, la sua influenza sul protagonista, hanno portato molti critici letterari a considerarlo come il vero e proprio ago della bilancia della vicenda. Tanto che spesso si pensa che egli rappresenti, in forma letteraria, ciò che Oscar Wilde sia stato nella vita reale.
A tal proposito è curiosa un’affermazione dell’autore, citata nella splendida introduzione, il quale affermò che tutti pensavano che fosse come Lord Henry, mentre in realtà avrebbe voluto vivere come Dorian (in altri tempi, specifica), anche se il personaggio al quale probabilmente si avvicinava di più era Basil.
“Il ritratto di Dorian Gray” è un testo leggendario, simbolo di un autore istrionico, discusso e capace di far notizia per tutto. Opere, pensieri, condotta di vita, relazioni, abbigliamento. Non stupisce, in tal senso, la prigionia che dovette sopportare nella benpensante e moralista società vittoriana.
“Non esistono libri morali o immorali, come la maggioranza crede. I libri sono scritti bene, o scritti male. Questo è tutto”.
“Io credo che se un uomo dovesse vivere la vita pienamente e completamente, desse forma a ogni sentimento, espressione a ogni pensiero, realtà a ogni sogno, credo che il mondo si rinsanguerebbe di un così puro fiotto di gioia, che dimenticheremmo tutte le malattie. Ogni impulso che tentiamo di soffocare, germoglia nella mente, e ci intossica. Il corpo pecca una volta, ed il peccato è finito, perché l'azione è un modo di purificazione. Non rimane che il ricordo del piacere, o la voluttà di un rimpianto. L’unico modo di liberarsi da una tentazione è di abbandonarsi ad essa. Resistete, e vedrete la vostra anima intristire nel desiderio di ciò che s'è inibito, di ciò che le sue leggi mostruose hanno reso mostruoso e illegale. Dicono che i grandi eventi dell'umanità si svolgono nello spirito. Ed è nello spirito, solo nello spirito, che si commettono i grandi peccati dell'umanità”.
“La ricerca della bellezza è l’unico vero scopo della vita”.
“La personalità, non i princìpi ideali, dominano le epoche”.
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Luci e ombre di un nuovo edonismo
“Chiunque insegua i piaceri di una forma fugace, si riempie la mano di fronde secche e coglie bacche amare”.
Così annuncia la sentenza del cardinale Maffeo Barberini (futuro papa Urbano VIII) scolpita sul basamento del meraviglioso Apollo e Dafne di Bernini. Sembra un paradosso: una predica contro la bellezza scolpita sull'emblema della bellezza. Ma ha un suo senso. Difatti cos'è la bellezza? Bello è ciò che ti fa comprendere che il mondo non è solo tenebre ma anche luce. Bello è ciò che ti fa sentire uomo tra gli uomini. Bello è ciò che dona la pace. La bellezza è ciò che ti rende parte di quell'unione di spirito e natura che è l'Assoluto.
Tuttavia la nostra esistenza è fatta di sparuti momenti di bellezza unici e irriproducibili. Non li possiamo forgiare e non li possiamo nemmeno cercare. Chi si desse a questa caccia paradossale finirebbe per disperarsi a causa della miseria che lo circonda o per corrompersi, sprofondando negli abissi cavi della depravazione e del peccato. Barberini ci invita a non perdere la nostra breve esistenza nell'amarezza della forma esteriore che sarà fatalmente consumata dal trascorrere del tempo. Tuttavia all'uomo è stata data la possibilità di immortalare una di queste tante gocce di bellezza nella pietra, nella tela, nell'affresco. Parliamo dell'Arte, la grande sacerdotessa del bello, l'unica che riesce a sottrarsi alle mani callose della Morte e a donare all'eternità i piaceri e le gioie della giovinezza. Questo ci dice Bernini con le sue due creature che rimarranno sempre strette nel loro sofferente dramma, in una vorticosa spirale di passione e pathos. E lo spettatore di ogni luogo e di ogni tempo non farà che purificarsi di fronte a tale spettacolo e a ringraziare il cielo per il bello che gli ha donato.
Questa grande lezione di vita che Barberini e Bernini hanno raffigurato nella pietra trova il proprio corrispondente letterario nel capolavoro di Oscar Wilde (1854-1900): “Il ritratto di Dorian Gray”.
Basil Hallward ha appena finito il ritratto della sua nuova musa,Dorian Gray. Costui è un giovane stupendo con il suo incarnato eburneo, i suoi morbidi riccioli dorati e i suoi profondi occhi blu oceano. Nessuno può resistere al fascino della sua grazia, della sua ingenuità e del suo candore. Non solo il pittore ma anche il suo amico, lord Henry Wotton, ne rimane incantato. Lord Wotton, cinico e raffinato esteta, con i suoi pungenti aforismi conquista in un baleno il giovinetto e ne diviene il mentore e l'iniziatore alla sua teoria del piacere. Il mellifluo aristocratico gli inculca la venerazione della bellezza e della giovinezza. Ai belli e ai giovani è concesso di tutto, ma per un breve periodo: il Tempo con la sua clessidra incombe e in ben che non si dica arriverà la Vecchiaia e infine la Morte. Dorian non vuole invecchiare e prega con tutta l'anima di avere salva la propria giovinezza. La sua preghiera non rimane inascoltata: sarà, infatti, il suo ritratto a subire il trascorrere degli anni e la perpetrazione del peccato. “Curare l'anima coi sensi, e i sensi con l'anima”. Questo diviene,allora, il nuovo motto del giovane che si inserisce in un circolo vizioso , finendo per commettere efferati crimini. E mentre l'ormai spregiudicato dandy non si meraviglia più delle propria disumanità, il quadro continua a deformarsi e a invecchiare....
Oscar Wilde, con il tocco delicato della sua preziosa penna, compone un esasperato inno alla bellezza e inaugura un nuovo estetismo fondato sul binomio vita-arte. Ma non solo. Per bocca di lord Wotton, l'autore ci dona un affresco graffiante e amaro della malata società vittoriana in cui i peccatori più incalliti sono i più ferventi moralisti e in cui il vizio viene tollerato se mascherato da cortesia e bon ton. Tuttavia la grandezza dello scrittore irlandese sta nella sua capacità di conquistare il lettore attraverso una scrittura ipnotica e drogante che accarezza e culla. Mai prima d'ora mi era accaduto di entrare talmente in simbiosi con un libro da tremare nei momenti di sofferenza, di soffocare nei momenti di suspense e di rimanere languidamente rapito dalle deliziose descrizioni di Wilde.
Un'esperienza davvero unica. Buona lettura!
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Fare della propria vita un'opera d'arte
"Il ritratto di Dorian Gray" è in assoluto il mio libro preferito, anche se non sono in grado di spiegarne con esattezza la ragione; forse perché il tentativo del protagonista di rendere la propria vita un'opera d'arte rende il libro stesso una raffinata ed elegante forma d'arte letteraria, o semplicemente perché Dorian, nei suoi eccessi, nel suo irrefrenabile e vano desiderio di conservare la propria giovinezza, cela le aspirazioni impossibili di ognuno di noi. Confesso di essere in disaccordo con molte affermazioni di Lord Henry e dello stesso Wilde, ma tali idee vengono espresse con una tale abilità e sconvolgente sincerità, che è inevitabile apprezzarle comunque. Non voglio rivelare altro di questo fantastico libro poiché credo che per comprenderne i molteplici significati e l'incredibile raffinatezza sia necessario leggerlo. Forse questa è un'altra caratteristica che lo rende unico: la sua bellezza è ineffabile.
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QUEL GENIO DI WILDE
"Quando la giovinezza se ne sarà andata, la sua bellezza la seguirà e improvvisamente si renderà conto che non ci saranno più trionfi per lei, oppure dovrà accontentarsi di quei mediocri trionfi che il ricordo del passato renderà più amari di sconfitte. Ogni mese che passa la avvicina a qualcosa di tremendo. Il tempo è geloso di lei e combatte contro i suoi gigli e le sue rose. Il suo colorito si spegnerà, le guance si incaveranno, gli occhi perderanno luminosità. Soffrirà, orrendamente... Ah! Approfitti della giovinezza finché la possiede. Non sprechi l'oro dei suoi giorni ascoltando gente noiosa, cercando di migliorare un fallimento senza speranza o gettando la sua vita agli ignoranti, alla gente mediocre, ai malvagi. Questi sono gli obbiettivi malsani, i falsi ideali della nostra società. Deve vivere! Vivere la sua vita meravigliosa che è in lei! Non lasci perdere nulla! Cerchi sempre sensazioni nuove. Non abbia paura di nulla."
Questo passo contiene la sintesi di ciò che Oscar Wilde a mio parere vuole esprimere. Tutti gli uomini sono accomunati da un desiderio della giovinezza, perchè la giovinezza appare il momento di massimo sviluppo della vita, quello in cui la vita rivela la sua essenza. I giovani vorrebbero conservarla per sempre, gli anziani vorrebbero ritornarvi. Con tecniche adatte e uno stile arguto, Oscar WIlde fa sì che chiunque legga questo romanzo giunga a identificarsi in Dorian Gray, attratto dalla bellezza, dai piaceri della vita, dalla felicità. Ma Dorian rappresenta anche per il lettore un modo per scontrarsi con una parte di sè, il freudiano inconscio, che si tende a temere e ad allontanare nella vita di tutti i giorni in nome delle norme sociali e morali. L'intento dell'autore è quello di mostrare l'ipocrisia di una società che finge di esser felice e nasconde la vera natura dell'uomo.
Un lettore attento noterà che Wilde non è di certo un rivoluzionario (il suo obiettivo non è rifondare la società!), ma un provocatore consapevole del suo ruolo e della sua spregiudicatezza: il suo obiettivo è quello di spingere l'uomo a recuperare la più umana delle sue dimensioni, il desiderio, la ricerca di sensazioni nuove, che sono la vera essenza dell'essere umano. Tuttavia l'autore non manca di dimostrare che l'eccesso porta alla rovina, come accade al protagonista.
E' un libro che lascia molte domande e porta a galla dubbi e riflessioni con cui spesso evitiamo di confrontarci, per timore di noi stessi o degli altri. Tra questi interrogativi il più rilevante è:
Riusciremo a essere realmente uomini felici senza autodistruggerci?
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Acronimo
Invecchiare è un incubo, uno sfregio a bellezza e gioventù.
La pensa così Lord Henry Wotton, esteta che
Riproduce il suo credo mondano, dissacratore ed edonista
In Dorian Gray: giovane bello, vanesio, interprete di queste idee.
Tra arte e realtà si stabilisce una correlazione inversa. Il
Ritratto che Basil Hallward ha fatto di Dorian
Assorbirà i peccati commessi dal giovane e avrà il potere di
Trattenere l’invecchiamento. Una spugna intrisa di male…
Tuttavia non basta nascondere in una soffitta i peccati e gli
Orrori di una vita trascorsa all’insegna
Del piacere e della fatuità.
“Il peccato è l'unico motivo di colore rimasto alla vita moderna.”
“Dietro esistenze sublimi, c'è sempre qualcosa di tragico.”
Oscar Wilde fa brillare aforismi come coriandoli: “Per te io
Rappresento i peccati che non hai avuto il coraggio di commettere.”
“Inferno e paradiso sono entrambi dentro di noi.” Per
Autore e personaggio, creatore e creatura, “Essere
Naturali è una posa difficilissima da mantenere.” “Oggi-
Giorno si conosce il prezzo di tutto, il valore di niente.”
Rimane – nella vita, nella finzione - una scia di delitti, che
Annullano il mito d’eterna gioventù e minano la certezza:
Yes, we can…
Bruno Elpis
“Aveva espresso un pazzo desiderio: che potesse lui rimanere giovane, e il ritratto invecchiare; la sua bellezza restare intatta, e il viso dipinto sulla tela portare il peso delle sue passioni e dei suoi peccati. [...] Pareva mostruoso persino pensarci.”
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Henry ci racconta la fine di un giovane
Inizialmente non ebbi intenzione di leggere questo libro,perché avevo una lista di libri da leggere che si estendeva quanto il raggio terrestre,ma dovevo,perché mi era stato assegnato da leggere dalla professoressa. Ero in classe che la guardavo preoccupata e intanto pensavo che fosse un peccato,perché tutti quei libri avrebbero aspettato ancora un altro po' per essere divorati. Le mie lagne furono ammutolite non appena lessi la prefazione e l'introduzione del libro. Che questo testo contenga spoiler o meno,non muta molto la situazione poiché è la trama stessa,l'introduzione del libro a presentare l'inizio della fine di Dorian;la lettura è solo una rivisitazione di tutto ciò,una rievocazione.
Il ritratto è prova che l'uomo non può sfuggire ai propri peccati. Dorian Gray pensa di poter estirparsi di dosso la coscienza sporca e quindi pugnala il ritratto,l'origine delle sue colpe e della sua pazzia. La morte,però,pugnala lui,diritto nel cuore. Adesso mi balena in mente la figura del soldato nella canzone "Samarcanda". Egli crede di essere sfuggito alla morte,finalmente,ma si gira e se la ritrova davanti,senza più via di scampo.
Penso che il libro valga più per gli aforismi di Henry,che per il contenuto;e che sia lui stesso ad essere il protagonista,o meglio il narratore. Egli presenta la vita della persona che ha sedotto con le sue malvagi parole verso l'estremo narcisismo. E nella Prefazione:"La Vita imita l'Arte più di quanto l'Arte non imiti la Vita" chi direbbe questo,se non Henry?
Per quanto possa essere odioso,detestabile,egoista,cinico...Henry affascina. Quante volte ho alzato gli occhi per sbuffare delle sue teorie ciniche! Ma se non fosse apparso,il libro avrebbe perso tutta la sua sostanza.
Povero Basil. Nonostante sia stato il "più buono di tutti",è il personaggio che mi è piaciuto di meno. Un amore platonico non corrisposto,addirittura assassinato dalla persona che gelosamente non mostrava all'amico Henry. La sua morte è sembrata...ridicola. Non provavo alcuna emozione al riguardo,ormai gli unici personaggi erano e sono sempre stati Dorian e Henry. Come definirlo...un personaggio piatto. Un personaggio che non sorprende il lettore,un personaggio di passaggio.
Sybil Vane mi irritava. Solo perché aveva trovato l'amore della sua vita,aveva il diritto di considerare inutili le sue capacità di attrice?! Semplicemente lunatica e irritante.
...Penso che Henry mi abbia contagiato della sua natura cinica.
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OSCAR A WILDE PER IL RITRATTO DI DORIAN GRAY
Probabilmente uno dei libri migliori mai scritti, Il ritratto di Dorian Gray è un'opera che mette in evidenza la bellezza in tutte le sue forme. Ma che succede quando la bellezza fa tracollare l'equilibrio mentale di un ragazzo della buona società inglese? Un libro sorprendente, un classico divenuto un must, una sorta di monumento all'arte, intesa come letteratura.
Wilde vuole semplicemente farci vedere che l'arte può essere perfetta, l'essere umano no, a meno di tracolli esistenziali, morali. La bellezza, appunto, la perfezione che nell'arte può essere adempiente a situazioni amorali come omicidio, o imbarazzanti, come il sesso sfrenato, nell'essere umano non riesce a trovare posto, in quanto il compromesso è la vendita della propria anima alla, se posso permettermi, moovida inglese della Londra old style.
Wilde dà vita a personaggi fuori dal comune, da Dorian a Lord Wotton, l'incarnazione del male agli occhi del protagonista. Un libro assolutamente sorprendente non per i temi trattati, ma per come questi suddetti temi vengano rotti, infranti e poi ricostruiti assolutamente magnificamente.
Per l'appunto, da ... OSCAR!
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Un capolavoro assoluto
Questo è uno dei primi libri che ho letto e ricordo di esserne rimasto colpito, ogni pagina ti incolla ad esso...BELLISSIMO...UN CAPOLAVORO.
Le vicende di Dorian il quale vende l'anima al diavolo pur di mantenere la sua bellezza, il ritratto invecchia al posto suo, ingrassa e si abbruttisce a causa della vita dissoluta di Dorian, mentre lui agli occhi di tutti rimane il ragazzo che era al tempo in cui aveva stretto il patto.
Questo libro è l'opera massima di Oscar Wilde, trovo che in alcuni punti sia un'opera autobiografica, una vita che è un'ode alla bellezza e al piacere assoluto, non rendendosi conto che era un lento ma inesorabile discesa verso l'abisso della dissolutezza umana.
L'altro punto che colpisce è che un libro scritto nel 1890 sia così terribilmente attuale, un'ode alla bellezza a tutti i costi.
Penso sia uno dei capolavori immortali che tutti noi amanti della lettura dovremo avere letto almeno una volta nella vita.
MAGNIFICO
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Il Capolavoro di Oscar Wilde
L' autore tra le righe scrive di se stesso, del suo amore quasi ossessivo per la bellezza e la perfezione. In questo romanzo penso che esprima il suo desiderio di giovinezza eterna e 'riveli' tratti della sua vita piena di eccessi e di comportamenti inusuali e mal visti dalla società in cui viveva. Oscar Wilde 'trasforma' se stesso in Dorian Gray. Dialoghi e vicende che possono sembrare frivole o prive di profondità rivelano invece personalità che vivono intensamente ogni istante di vita, rendendo la ricerca della perfezione causa di dolore.
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Il piacere può essere felicità?
"Non si può essere belli per sempre" è la lezione che tutto il romanzo potrebbe impartire nella misura in cui il lettore moralizzi la storia di Dorian Gray. Ma questo sarebbe riduttivo per scolpire in fondo il senso di un personaggio simile. Partiamo da un dato di fatto: giovinezza e bellezza da sempre costituiscono un binomio capace di sfidare il tempo che tutto corrode: per Dorian questo è un ideale, che accompagnerà tutte le sue esperienze come unico principio estetico da seguire. Ma chi lo spinge a relegarsi in una dimensione semidivina, che perpetua la sua immagine? E' proprio chi gli sta accanto che lo vede come un soggetto prezioso ed autentico, dal pittore Basil Hallward, che traduce il suo fascino su una tela, all'amico Henry Wotton, che lo invita alla ricerca di un nuovo edonismo. Ma il culto della propria bellezza si tramuta inevitabilmente in un'astrazione da sé e dalla sua anima, tanto che Dorian non saprà affrontare né l'amore della bella Sybil Vane esattamente come non sarà più capace di specchiarsi sul quadro che lo raffigura, divenuto ormai voce della sua coscienza. Dorian nega l'umanità della sensazioni, ne cerca di più contorte e vuote, scappa da dove non regna più l'arte. Si può dire che tutta la sua storia è un teatro che mette a tacere la propria interiorità in luogo dell'apparenza, come un attore che recita una parte che non rivela mai il suo carattere. Quello di Dorian è un vero occultamento della propria anima, un traviamento che verrà pagato caro e per il quale lo stesso invoca qualcosa di simile ad una redenzione. Il ritratto è lo specchio di un'anima che non ha saputo giocare il suo ruolo e l'errore di Dorian risiede proprio nella sua incapacità a coniugare anima e corpo, dal momento che il suo intento è di intrecciare arte e realtà, entrambe dimensioni dell'esteriorità. L' ????? di Dorian non appaga infatti il suo essere e questo non fa di lui un saggio, ma alfiere del vizio e della dissolutezza, travolto nella tempesta dei turbamenti che, come diceva Epicuro, dovrebbe essere vista da chi, al contrario, ha debellato qualsiasi angoscia da sé. Il suicidio di Sybil Vane, l'omicidio di Basil Hallward e la successiva scomparsa dell'amico Campbell sono tutti risultati della sua non apertura al mondo, del suo spietato cinismo, che gli fa macchiare le mani di sangue e che conferisce ancor di più al ritratto tratti deformi e depravati. Il bello, nel romanzo, diventa portatore del brutto e Dorian lo puntualizza quando dichiara di aver ricercato per tutta la vita il piacere e non la felicità, dove il primo è un istinto saziabile e passeggero, il secondo invece condizione eterna dell'anima che riempie l'essenza di un uomo.
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Forever young
I giovani della Londra di fine secolo ne imitano l'abbigliamento distinto, per strada lo additano come modello di bellezza e stile, sul suo volto indugia da decenni tutto il candore appassionato della giovinezza. E' Dorian Gray, “Principe Gentile” per chi lo adora, “Patto col diavolo” per chi ne ha sondato gli abissi dell'anima.
Un fragrante e luminoso giorno d'estate apre il romanzo, scenario bucolico a cui fanno subito da contrasto le volute azzurre di una sigaretta “greve di oppio”: quella di Lord Henry, cinico dalle battute paradossali e alter ego dello scrittore. Sarà lui, nel corso di un primo e fatale incontro, a “convertire” un candido Dorian all'edonismo, al culto della bellezza fine a se stessa.
Lo specchio mente all'eterno giovane dandy, ed è un tipo di menzogna che gli procura un sordido piacere: il suo viso non porta i segni del tempo e delle segrete depravazioni, le emozioni più autentiche se le scuote presto di dosso, deciso com'è ad “usarle, goderle, dominarle”.
Ma ogni tanto affiorano pensieri che incutono terrore e immagini di oscene marionette ghignanti si affacciano alla sua mente parlandogli di delitti inconfessati.
Ed è impossibile sfuggire all'attrazione esercitata da quel ritratto sempre più repellente che Dorian osserva spesso di nascosto, specchio impietoso della sua anima, “come il ritratto di una pena, un volto senza cuore”.
Il romanzo di Oscar Wilde, riveduto e corretto dall'autore per adattarlo alla morale dell'epoca, non possiede probabilmente la forza della versione originale che fece gridare allo scandalo.
Il tema dell'amore omosessuale è appena accennato e lo scrittore lascia solo intuire, con qualche reticenza di troppo, le dissolutezze del protagonista, tra bettole equivoche e quartieri malfamati.
Fiore all'occhiello dell'opera è il penultimo capitolo, con le note di un notturno di Chopin che accompagnano malinconicamente le ultime illusioni, l'estremo tentativo di una confessione, le buone e vane intenzioni di un'anima dannata.
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lo specchio dell'anima
Basereste, tutta la vostra vita sulla bellezza?
Quanto gli amici possono influenzare il vostro percorso di vita?
Davanti alla morte di una persona cara, come reagireste?
Queste sono alcune domande che O. Wilde attraverso dei giochi di parole, induce il lettore a porsi e a riflettere su ciò che sia giusto o sbagliato.
Al primo quesito la mia risposta, senza alcuna reticenza, è: "la bellezza non è ciò che conta nella vita".
"il ritratto di Dorian Gray" altro non è che un monito a non investire tutto sulla bellezza.
Dorian è "un giovane di singolare bellezza", "le labbra scarlatte, dal contorno fine, i limpidi occhi azzurri, i capelli biondi inanellati. Nel suo viso c'era qualche cosa che ispirava un'immediata simpatia. C'era il candore della giovinezza, e della giovinezza aveva anche l'appassionata purezza".
Come si può rimanere impassibili davanti a tanta bellezza?
Ed è qui che Wilde fa entrare in scena gli altri due personaggi della storia: il pittore Basil e Lord Wotton. due figure eterogenee e con una loro diversa interpretazione sul concetto di bellezza. I due altro non sono che la rappresentazione del bene e del male che è insito in ognuno di noi. Se il primo, avrà il privilegio di immortalare la bellezza del nostro giovane Dorian, in un bellissimo ritratto ma anche di far emerge il lato buono che è presente in ogni uomo: passione, amore, pietà, amicizia, vergogna. Il secondo che ha un'idea molto astratta dell'amicizia e allo stesso modo ignora l'inimicizia. in quanto tutto gli è indifferente; avrà come obiettivo, far affiorare il lato più infimo, orrendo e raccapricciante della personalità di Dorian.
Ma come si sa, l'uomo è attratto dalle tentazioni...resistere non serve a nulla perchè solo esaudendole si ci potrà liberare, (sarà proprio così? ).
Il giovane Dorian, costantemente stuzzicato da Lord Wotton si convincerà a non fossilizzarsi sul "passato perché è già passato". Il suo mutamento fa rabbrividire, davanti alla morte egli non sarà scalfito dal dolore. In quanto catalogata come "una tragedia romantica".
Nel racconto, il ritratto è un elemento fondamentale, fungerà da specchio dell'anima e a ogni cambiamento del giovane, esso muterà con dettagli ripugnanti, divorando la sua grazia e deturpandone la sua bellezza.
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CAPOLAVORO DI WILDE
Devo dire che, purtroppo, ho visto prima il film, quindi già sapevo di cosa parlasse. Ma ovviamente non bisogna nemmeno dilungarsi nel dire che i film non potranno mai raggiungere la grandezza dei libri, per quanto possano essere fatti bene. Questo libro è un'apoteosi di sensazioni, di emozioni di tecnica narrativa, di termini ricercati; ti coinvolge dalla prima all'ultima pagina affrontando una tematica assolutamente fondamentale e quantomai attuale, ci fa notare quanto in realtà i vizi, le passioni e il peccato ci logorino l'anima. Personalmente sono rimasto folgorato dal modo di scrivere di Oscar Wilde e, ad oggi, Il ritratto di Dorian Gray resta il più bel libro che abbia letto.
Buona lettura.
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Bisognava...e l'ho letto!
Adesso mi tirerò addosso il mondo,perché come può non piacere questo romanzo,come può non illuminarti l’esistenza,indicarti la via,ho letto anche in qualche recensione che “è il più bel libro che sia mai stato scritto!”,mah,in non ho colto e sicuramente adesso, per qualche genio della letteratura,sarò uno che non capisce un razzo,e ne andrò fiero! Per carità,nomini Wilde e si entra subito nell’olimpo dei grandi della letteratura di tutti i tempi(?),e poi chi è che non conosce quest’opera? Il protagonista c’ha fatto pure un film con Sean Connery,vuoi mettere? Per carità ,l’ideazione della trama è indiscutibilmente geniale,vista l’epoca poi in cui ha visto la luce,ma il filo del discorso mi è sembrato un po’ discontinuo,episodi che spariscono nel buio della narrazione,personaggi lasciati nell’oblio,profili psicologici degli attori trascurati,tutto tenuto assieme da una valanga inesauribile e stomachevole di aforismi,insomma,come ha scritto un'altro utente,il caro scrittore si fà una valanga di"pippe mentali",ne avrei volentieri fatto anche a meno. Ho capito caro Oscar cosa volevi farmi capire!L’ho capito sai? Ho capito che la bellezza è fatua,che dura come una foglia su un albero. Sicuramente per chi piacciono gli effetti speciali e postare su Facebook della gemme di saggezza eterne,questa è un’opera immancabile!
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La morte della bellezza
L'instabilità emotiva della giovinezza, la presunzione della vanità, l'impeto del vizio, il ritmo incessante del degrado morale, il plagio del demone tentatore camuffato da amico e la stipula di un patto segreto con il male: questo ci racconta il romanzo.
Nell'ombra di una soffitta qualcosa ghigna.
Qualcosa che muta espressione, che imputridisce col tempo e che sgretola una giovane vita.
È un ritratto.
È il ritratto.
È Dorian il narciso, il ninfomane, l'assassino.
Il protagonista cavalcherà la propria esistenza vivendo il centro del mondo sentendosi al centro del mondo.
Questa consapevolezza lo spingerà ai confini per poi riportarlo a terra tanto da stramazzare ai piedi di quel ritratto riconosciuto come alter ego della propria anima corrotta.
La penna di Oscar Wilde, perduta nelle nebbie di un'Inghilterra anticonformista, racconta con decisione e implacabilità la morte della bellezza tanto decantata.
Il romanzo con la sua irriverenza, la sua malizia e i suoi incubi, si pone in controtendenza attraversando con sfrontatezza un contesto sociale perbenista e incline allo scandalo quale era il vittorianesimo.
Il fascino di quest'opera sfida il tempo e lo spazio lasciando, anche dopo centinaia d'anni di distanza, un lettore stordito di fronte al macabro gioco di un'esistenza.
Uno dei libri più belli che ho letto.
HA COPIATO L'IDEA DA HUYSMANS
Trovo il romanzo suggestivo, non ho alcun dubbio. Ma forse non tutti sanno che il grande Wilde copiò l'idea del giovane da sedurre e che seduceva da J.K.Huysmans, il quale nel romanzo "A ritroso", fenomeno letterario inimitabile, fa apparire un ragazzo bello come una ragazzina di nome Augusto Langois. Nel vederlo, decide di accompagnarlo in un postribolo fra le donne che s'incantano a guardarlo e gli dice queste parole:
FA' AGLI ALTRI QUELLO CHE NON VORRESTI FOSSE FATTO A TE, esortandolo a far apparire al più presto fra le cronache giudiziarie il suo nome.
Ora, noi lettori, prima di esprimere opinioni negative o positive, dovremmo stare attenti a quello che andiamo a scrivere. Oscar Wilde affascina. Dorian Gray pure. Ma purtroppo lo precede Huysmans, a cui va il merito dell'idea e del romanzo "A ritroso".
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Lettera al mio nuovo amico Oscar
Carissimo Oscar,
nonostante la nostra conoscenza sia appena sbocciata e non sia che un piccolo bozzolo in attesa di tramutarsi in farfalla, sono convinta che quella tra me e te abbia tutte le basi per essere una profonda, rispettosa, brillante e stimolante (almeno per me) amicizia. Forse pretendo troppo a voler essere addirittura tua "amica", mi limiterei ad adorarti, come tutti sembravano fare con il tuo caro Dorian, e per darti ancora di più motivo di credere che anche nel mio tempo (e nella mia personcina) ci sono spunti che ti potrebbero interessare passo a stilare un elenco di come, nell'800 così nei nostri tempi "moderni", alcune convinzioni e modi di fare non siano affatto cambiati e di come, nonostante alcune normali differenze tra i nostri due caratteri, in fondo siamo molto simili:
1. La bellezza, mio caro Oscar, quella bellezza tanto osannata nel tuo romanzo, quella bellezza tanto fastidiosamente posseduta dal tuo Dorian, insomma quella bellezza effimera della gioventù su cui ognuno di noi (o perlomeno, chi la possiede) basa molto spesso i suoi giudizi, i suoi sogni...ebbene, quella bellezza è tutt'oggi il centro, il fulcro, ciò che scatena i rapporti nella nostra società. Tutto è concesso a chi è bello, non ci sono negazioni per chi è bello, i belli hanno le porte spalancate, e non devono poi nemmeno tanto usare il cervello (se ce l'hanno tanto meglio ma per i belli di solito non è richiesto), ti dirò di più...al giorno d'oggi addirittura signorotte e signorotti di mezz'età non usano più imbellettarsi alla bell'e meglio per poter dare di sè un'aria ringiovanita che li faccia sembrare più giovani dei loro figli...ora esiste una cosa, una sostanza che si chiama botox e che li rende praticamente dei manichini ma con un viso che è così piallato da non avere nessuna ruga!!Ah, Oscar, se vivessi nei nostri tempi quanti spunti avresti potuto avere...magari avresti potuto riscrivere "Il ritratto" mettendoci al posto del quadro un qualsiasi chirurgo estetico. (TI DIVERTIRESTI)
2.Anche al giorno d'oggi l'uomo sembra aver dimenticato il più nobile dei doveri, e cioè lo sviluppo del proprio io, anche al giorno d'oggi l'uomo ha paura di se stesso, non ha più coraggio. (NE AVRESTI DI COSE DA DIRE SULLA CODARDIA DI NOI UOMINI)
3. Io pure (a parte i miei genitori e un mio carissimo zio) detesto i miei parenti...probabilmente perchè hanno i miei stessi difetti.
4. Purtroppo, tendo ad essere sincera...il che ti farà pensare che di conseguenza le mie idee saranno macchiate dalle mie esigenze, desideri o pregiudizi.
5. A discolpa del punto 4, amo i segreti perchè penso siano, se non l'unica, una delle poche cose che rendano splendida e misteriosa la vita moderna.
6. A differenza di Lord Henry, scelgo gli amici per il buon carattere, i conoscenti per la bellezza e i nemici per l'intelligenza.
7. Sono molto influenzabile, ciò significa che tendo spesso a "rubare pezzettini delle anime altrui".
...avrei ancora tante cose di me e dei miei tempi da dirti per convincerti, e se nonostante tutte queste descrizioni di come sono non ti hanno ancora convinto, vorrà dire che mi limiterò davvero ad osservarti come si fa con un bel quadro che lascia a bocca aperta, a leggerti fantasticando di come sarebbe stato bello passeggiare per le strade di Dublino a braccetto con te che sforni uno dietro l'altro i tuoi aforismi, a pensare a te come ad un genio e un maestro.
Non mi dilungherò oltre, caro Oscar, spero proprio che questo sia solo l'inizio...
tua nuova ma già affezionata, lettrice ed "amica"...
Sara
P.S. Se è vero, come dici, che i libri si dividono solo in due categorie: quelli scritti bene e quelli scritti male, tu rientri a pieno titolo nei libri scritti magistralmente bene!!...ok, ti sto lodando troppo, la smetto!
Liberamente tratto dal libro.
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La maschera e il volto
Scritto a fine Ottocento il romanzo contiene l'essenza dei principi propugnati dall'Estetismo incarnati sia nella bella figura di Dorian, il perfetto dandy che in quella di Basil e dell'ambiguo nobile che gli fa da mecenate. Il Decadentismo, altro movimento letterario del periodo è visibile nella languida compiacenza con cui Dorian si abbandona successivamente a un piacere non solamente dannunziano ma in cui non mancano elementi del decadimento e del Male.
Dorian, novello Faust,vende la sua anima per mantenere la beltà del suo viso che ammirazione e invaghimento aveva suscitato nel pittore Basil tanto da impedirgli di mettere in vendita il quadro che ritraeva Gray.
Il romanzo è anche un monito ( e qui Wilde, pur fautore dell'art pour l'art scevra da ogni intendimento moralistico ricade nell'intento didattico tipico degli scrittori a lui contemporanei) ma anche un feroce rimprovero verso la classe alto-borghese che mantenendo le apparenze nascondeva i suoi scheletri negli armadi. Cade inoltre l'adagio kalos kairos che vuol buono ciò che bello appare.
Scrittura scorrevole, in terza persona con uso di dialoghi e , com'è tipico in Wilde, molta ironia sottesa o evidenziata. Lo scrittore abbonda nelle descrizioni degli ambienti ( a sottolineare le sue conoscenze estetiche) dando al lettore la possibilità di "vedere", di "toccare" ma anche di "sentire" ( si pensi all'accurata descrizione del giardino attiguo allo studio di Basil al primo capitolo). Scrittura quindi "sensoriale" decisamente moderna e all'avanguardia.
Romanzo da leggere e conservare. Si consiglia ove possibile la lettura in lingua originale che è tuttavia poco ostica per non perdere l'origintà stilistica di Wilde.
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si va poco lontano con i pregiudizi!
Attuale, scorrevole, inquietante e meraviglioso.
Non credevo che avrei trovato queste caratteristiche in un libro di O. Wilde.
Non perchè non lo credessi degno bensì perchè lo credevo noioso, prolisso e pesante da leggere.
Mi è stato aperto un mondo che ignoravo causa pregiudizi che mi porto dagli anni delle superiori e che ho sfatato solo adesso.
Meglio tardi che mai!
Bellissima storia, affascinante e brillante.
Un finale che ti porta finalmente a respirare dopo più di 200 pagine tra ansia, rabbia, dubbio, incertezza e anche inquetudine.
Una scrittura moderna che ti lascia senza fiato.
Bellissimi i personaggi con descrizioni minime ma assolutamente ricercate.
Le descrizioni della natura circostante sono talmente belle che arrivi a sentire il profumo dei fiori e il rumore delle api.
Io sono senza parole, non avrei mai detto che un giorno avrei letto O. Wilde riuscendo ad apprezzare la sua scrittura.
Lo consiglio a chi non lo ha ancora letto.
E' un classico che non si può perdere!
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La bellezza ed il piacere
Chi non vorrebbe avere una bellezza fuori dal comune e la possibilità di conservarla negli anni trasferendo i segni dell’ invecchiamento ad un ritratto su tela? E se questo dipinto, oltre agli effetti dell’ età sul nostro corpo, ci mostrasse anche i segni della corruzione e della decadenza morale della nostra anima come reagiremmo? Saremmo in grado di guardarlo e sostenerne il confronto? Riusciremmo a riconoscerci in lui, così diverso dall’ immagine esteriore di noi che ci regala uno specchio o che scopriamo riflessa negli occhi di chi ci guarda? Quando Dorian Gray si rende conto di aver stretto quasi inconsapevolmente un patto di questo genere col diavolo è sconvolto ma contento di poter mantenere la sua straordinaria bellezza a discapito del ritratto dipinto per lui dal suo grande amico Basil Hallward. Così, a lungo andare, a causa di un’ esistenza discinta e corrotta, davanti alla sua pessima condotta nei confronti degli altri e in seguito a diverse morti causate direttamente o indirettamente da lui, il quadro comincerà a restituirgli un’ immagine inquietante e ripugnante, con occhi cattivi, un ghigno perfido e ipocrita e le mani insanguinate. Allora Dorian sarà costretto a fare i conti con le sue colpe e con i suoi peccati e a cercare una tardiva redenzione. Con una prosa che spesso può definirsi pura poesia Oscar Wilde ci racconta una storia tanto surreale nei fatti narrati quanto altamente realistica nel suo significato. Il libro infatti evidenzia fortemente i vizi e i difetti della società inglese di fine ‘800, troppo frivola, superficiale ed egoista, in cui le apparenze contano più della sostanza e la ricerca del piacere e l’ appagamento del proprio senso estetico sembrano essere le uniche cose per cui vale la pena di affannarsi. Questi concetti sono ribaditi per lo più attraverso le parole e i comportamenti di Lord Henry Wotton, un personaggio dedito ad una vita dissoluta e che ostenta continuamente idee ciniche e amorali, che diventa una sorta di guida spirituale in negativo per Dorian Gray, in contrapposizione al pittore Basil che invece cerca ripetutamente di svegliare la coscienza morale del protagonista. Questo libro è un vero capolavoro, immortale e sempre attualissimo, in cui Wilde senza ipocrisia e senza moralismi ostenta il suo estetismo, la sua passione per il bello mettendo però il lettore in guardia: va bene amare la bellezza pur di non fermarsi a quella puramente esteriore, va bene ricercare il piacere a patto che ciò non vada a discapito degli altri.
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Uno stile che non muore mai
A mio parere di studente, la scelta di un autore straniero è la migliore che un lettore inesperto possa fare, poiché la traduzione permette di evitare il linguaggio ostico di una lettura in lingua originale.
Se non si ha una conoscenza dell'inglese che ne consenta pienamente la comprensione, è un peccato perdersi tra le righe. Ci si può benissimo accontentare della traduzione, come ho fatto io.
Il personaggio è estremamente interessante e la focalizzazione zero usata da Wilde esprime efficacemente i cambiamenti del protagonista nel corso della storia. Non ci si può annoiare, non con un intreccio del genere.
Io l'ho letto questa estate e lo consiglio dai quattordici in su. Piuttosto di non comprenderlo appieno, meglio comunque aspettare qualche anno in più.
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Pura poesia
La storia - riscritta, trascritta, sfruttata, citata - la conosciamo tutti.
La modernitá del suo messaggio rimane incontrastata, la complessitá del personaggio di Dorian Grey ineguagliata.
Ma quello che mi preme di dire é che questo romanzo non é solo contenuto: é forma perfetta di armonia letteraria. E' pura poesia.
Parole come musica.
Per chi puó, si goda il testo inglese originale (anche se a mio parere la traduzione mondadori non é male).
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Inquietante e magnifico
Inquietante e magnifico sono le prime parole che mi vengono in mente quando penso a Il ritratto di Dorian Gray. E' un romanzo così attuale da mettere i brividi, attuale come solo Wilde è capace di essere. Oltre al suo stile di scrittura che io trovo divino, consiglio la lettura per il tema sempre affascinante dell' immortalità, della ricerca dell' eterno..
Il personaggio di Dorian è stupendamente contorto: man mano inizia a vivere nella dissolutezza e nella cattiveria, nell'egoismo. In un vortice che lo inghiotte sempre di più, e dal quale diventa impossibile uscire, fino a riconoscerlo come unico modo di vivere. Così il protagonista è costretto a fuggire dall'unica cosa da cui non può fuggire: se stesso. E quando si rende conto di non esserne più in grado, di non poter più sostenere il degrado del suo animo, Dorian è costretto a guardarlo in faccia quell'animo.. Fino al triste epilogo.
Capolavoro a mio parere, di una delle più grandi personalità dell' 800.
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Quadro, quadro delle mie brame...
Un quadro, un ritratto in particolare.
E’ nello studio di Basil Hallward che ha inizio la vicenda di Dorian Gray. Viene presentato come un uomo debole e ingenuo che per la sua bellezza divina si guadagna da vivere posando come modello. Ma dal momento della stesura del dipinto inizia il suo vero cambiamento.
Spinto dal cinismo e dalle teorie di lord Herny, Dorian cambierà e porrà alla sua vita un unico obiettivo: essere bello sempre.
La sua ansia nei confronti di questo argomento lo farà schiavo della sua immagine: non solo quella che gli si presenta davanti allo specchio, ma anche quella impressa con i colori sulla tela …
Da personaggio umile e invidiato dalla società per il suo aspetto, si trasformerà in un uomo crudele, inseguito dall’incombenza della fine.
E sarà da quel momento che i paesaggi descritti prima alla luce del giorno e ricchi di odori impregnati di flagranze particolari, si trasformeranno in luoghi cupi, dove la notte sembra l’unico arco di tempo in cui descriverli per l’oscurità nei pensieri …
Il romanzo, capolavoro di Oscar Wilde, presenta dunque una narrazione “dinamica”: dalla luce al buio dei luoghi dove si svolgono i fatti, dalla felicità ai problemi esistenziali dei personaggi, dalla vita alla morte …
Nonostante la prima pubblicazione del libro si sia avuta nel 1890 su un giornale inglese, l’opera letteraria si presenta attuale più che mai.
Il dilemma adolescenziale (e non solo) sulla bellezza, di chi fa di tutto per essere bello sempre (tinture, ricostruzioni, operazioni chirurgiche volte a imbottire il seno, le labbra o gli zigomi), fa dello stesso complesso una scusa per la schiavitù eterna dell’essere umano. Perché tutto questo? Per cercare di vincere la forza del tempo che, instancabile continua a scorrere.
“Il ritratto di Dorian Gray” un avvertimento, affinchè non ci facciamo “abbindolare” dal possibile raggiungimento di un obiettivo irraggiungibile per natura.
Un libro da comprare, da leggere, da rifletterci sù.
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Il ritratto di Dorian Gray: capolavoro
Il ritratto di Dorian Gray è senza alcuna ombra di dubbio un capolavoro scritto nello stile raffinato, ma nello stesso tempo beffardo di Oscar Wilde. Una mente oscura quella di Dorian, che anela all'immortalità e per questo vende se stesso. Vive nella dissoluzione e nel peccato (dalla lussuria all'omicidio) spinto dall'egoismo e da cattive compagnie. Così il perfetto Dorian dell'inizio romanzo si trasforma in un essere che fugge da se stesso per non vedere la più spietata denuncia di lui stesso: la sua anima. Geniale l'idea dell'autore di utilizzare un dipinto come specchio del proprio "io" interiore, dei gesti che compiamo e che apparentemente non lasciano segni sul corpo, ma al contrario incido profonde cicatrici nella nostra anima. L'autore descrive efficacemente il protagonista attraverso le sue azioni e grazie al continuo confronto tra l'aspetto esteriore e la degradazione dell'anima. Fino a che Dorian capisce di non poter più sfuggire ed affronta la prova più grande: vedere il VERO io, ma la sua mente non riesce a sostenere la sua anima e il protagonista affronterà drammaticamente il suo castigo. Wilde scrive un libro profondo, di indiscutibile bellezza. Ho apprezzato molto la sua critica alla società borghese, una critica quasi spietata, ma nello stesso tempo sublime. Splendidi, inoltre, i riferimenti letterari del libro e i bellissimi aforismi, intensi e talvolta ironici. La visione della società che traspare dal libro, è cinica ma nello stesso tempo ironica (anche se , a mio avviso eccessivamente dura). Unico difetto, forse, alcune parti del libro abbastanza pesanti che descrivono minuziosamente oggetti, fino all'esasperazione. Escludendo queste parti, che comunque forniscono uno splendido ritratto della società vittoriana, il libro è abbastanza scorrevole, con frasi da ricordare, purché siate disposti a sentirvi dire che siete un po' cinici. Il ritratto di Dorian Gray è un romanzo unico, spietato, sublime e beffardo scritto con la splendida grammatica dei raffinati pensieri di Oscar Wilde. Consigliatissimo anche se un po' pesante..
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Tra cinismo e immortalità
Devo dire che Wilde, conosciuto in tutto il mondo per le sue opere nonchè le sue celebri frasi e la sua vita, non mi ha delusa. Spesso i libri che godono di una fama così grande e vasta poi risultano non essere all' altezza ma in questo caso la fama equivale alla piacevolezza del libro. Il giovane Dorian, baciato dalla fortuna e ricco di tutto ciò che si può desiderare, un' incredibile bellezza ma anche intelligenza e molto denaro, accortosi che ogni giorno che passa lo avvicina alla morte e, prima ancora, alla vecchiaia e al decadimento fisico, augura di poter rimanere eternamento bello e giovane e il suo desiderio si avvera magicamente. Al suo posto sarà un suo ritratto, dipinto dal caro amico Basil, a subire i segni del tempo e dei peccati commessi dal ragazzo. Così Dorian si sentirà invincibile ma, come tale, presto perderà il controllo della situazione cadendo in eccessi e finendo per formulare pensieri e compiere gesti che, lentamente ma inesorabilmente, lo porteranno all' autodistruzione. La sua incredibile voglia di apparire e possedere rovinerà anche chi gli sta intorno. Una bella lezione di vita. Un libro scritto bene, pieno di ciniscmo, ironia e belle frasi da ricordare. Unica pecca a parer mio la parte dove dedica quattro intere pagine alla descrizione di vari oggetti. Non ce l' ho fatta ed ho saltato quella piccola parte, era una sfida di pazienza troppo grande. Però lo consiglio.
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L'essenza.
Questo libro va oltre le apparenze. Se ci pensiamo Oscar WIlde nel 1891 pubblica il libro, E nel secolo dopo succede ciò che lui aveva scritto. una visione profetica allucinante.
Oltre a ciò,per le prime 10\20 pagine (e sicuramente anche alla fine) nel lungo della conversazione non riuscivo a smettere di sottolineare le frasi e annotarmele. E' sicuramente una lettura impegnativa,ma ne vala davvero la pena! Evitate di vedere il film prima di aver letto il libro,anche perchè non merita affatto(almeno così la penso io...)
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Bellissima...la trama!
Allora, riguardo questo libro ho due cose precise da dire.
La trama è favolosa, qualcosa di nuovo e di alternativo.
Lo stile utilizzato da Wilde è l'esatto contrario.
Non si può scrivere 4 pagine per descrivere i diversi tipi di pietre preziose. E' qualcosa di allucinante!
L'ho classificato in modo alquanto negativo, purtroppo, sebbene la storia sia favolosa! Ormai ho un brutta impressione di Dorian G. anche se la sua vita da dandy è interessante!
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L'essenza di Wilde
In questo libro c'e' tutto Wilde. Molti dei suoi celeberrimi aforismi, la continua ricerca di se stessi, il conflitto tra il bene ed il male che è in ognuno di noi. Il libro si dipana fra i tre protagonisti: L'artista, Basil Hallward, che il luogo comune vuole stravagante ed un po' pazzo, nel libro è il più equilibrato; il nobile aristocratico Lord Henry, che dovrebbe essere detentore del vivere a modo e del conservatorismo, adora la vita sregolata e cinica, senza mai interpretarla veramente; ed al centro Dorian Gray, che racchiude in se gli altri due in una miscela a dir poco esplosiva. Crudele, cinico, ma allo stesso tempo bellissimo, educato, innamorato dell'amore, "il principe gentile". Che dire ... non dovrebbe mancare nella vostra libreria privata.
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Un classico di tutti i tempi
Non può certamente mettersi in dubbio la "classicità" di questo libro, ancora oggi studiato a scuola e preso a modello, quanto a stile, tecniche e contenuto da molti scrittori fino ad oggi. La trama incuriosisce molto. E' entusiasmante cercare di capire come Wilde tracci molto bene quella linea che separa la realtà dalla fantasia, o meglio come l'interiore venga esteriorizzato. Wilde riesce a giocare con gli stati d'animo dei personaggi in un ambiente londinese ottocentesco ben ricostruito che certamente influenza notevolmente i personaggi ma che è a sua volta influenzato dagli stessi!! Tra l'altro grande colpo di scena proprio nelle ultimissime righe del racconto. Tutto questo differenzia questo classico, così affascinante e stuzzicante, da molti altri classici che, nonostante la loro grandezza, annoiano.
Il problema è che, non essendo un "letterato", spesso ci si perde tra i monologhi "filosofici" dei personaggi lasciandomi l'amaro in bocca per non aver bene afferrato il concetto. Ecco perché sono contento di averlo letto ma non lo rileggerei.
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- no
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Il classico artistico
Personalmente io non amo i classici e quindi cercherò di rendere la mia opinione più oggettiva possibile.
Il libro è senza alcun dubbio un capolavoro: la scrittura raffinata, dove il significato delle parole dev'essere ricercato e lo stile da studioso contribuiscono a renderlo una lettura -almeno per questo- degna di ogni libreria.
Inoltre gli ambienti, i fatti e le caratteristiche dell'800 vengono descritti in modo minuzioso tantochè personaggi e situazioni possono essere facilmente incastrati nei vari contesti.
Originale l'idea di Wilde: lo specchio dell'anima, in questo caso un ritratto, che mostra il "cuore" e non il corpo. E da questo contrasto, che si va a definire via via, si riesce a fare un'idea piuttosto precisa di sentimenti e dei caratteri del protagonista e dei suoi rapporti con gli altri e con la sua vita dissoluta.
Dorian sceglie la sua strada dopo un evento doloroso: i cattivi consigli e l'egoismo lo condurrano alla perdizione, finché non deciderà di affrontare sé stesso e accettare il suo castigo.
Il tutto si svolge nelle corti e nelle mentalità ottocentesche, dove l'arte e la raffinatezza regnano sovrane.
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Un'opera eccezionale
Siamo di fronte ad un capovoloro di proporzioni tali da rendere ogni elogio scontato e banale.
Il libro è davvero eccezionale, all'altezza della sua fama, soprattutto riletto in chiave moderna e rapportato al nostro tempo.
A distanza di 120 anni il mondo non sembra essere cambiato granchè, se non nei costumi e nelle abitudini. Mai come in questo periodo i personaggi e le vicende narrate nel libro risultano lo specchio di una società marcia, corrotta, che maschera uno squallore di fondo con una maniacale cura dell'apparenza.
Affascinante il personaggio di Lord Henry Wotton, che da voce ai peggiori pensieri che ognuno di noi porta con se. Il suo ostentato cinismo, l'ironia con la quale si fa beffe della società danno vita ad un personaggio indimenticabile della letteratura moderna.
E infine, a mio gudizio, inevitabile il parallelo tra l'immagine pulita di Dorian Gray e il suo ritratto, tenuto nascosto, che mette in mostra tutte le brutture della sua anima, e l'attuale classe politica dalla facciata pulita e dall'animo corrotto.
L'abbondanza di contenuti si fonde con uno stile elegante e aristocratico che rende la lettura piacevole. Un romanzo da leggere, anche più volte, distillando goccia a goccia ogni frase, ogni dialogo, con l'attenzione e la perizia che questo libro indubbiamente merita.
Oscar Wilde disse: Basil Hallward è quello che credo di essere, Henry Wotton è come il mondo mi dipinge e Dorian Gray è quello che mi piacerebbe essere.
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Consigliato a tutti
Il romanzo è ambientato nella Londra Vittoriana, il pittore Basilio Hallward ritrae un ragazzo di straordinaria bellezza: Dorian Gray, insieme a lui c'è Lord Henry Wotton, un uomo che attraverso i suoi aforismi mira solo a colpire le persone con il proprio cinismo.
Lord Henry affascina il giovane a tal punto che questo colpito dalla bellezza della propria immagine decide di fare un patto con il diavolo: sarà l'immagine dipinta sul quadro ad invecchiare al suo posto. Dorian si dà alla bella vita e si innamora, ma la storia finisce e la ragazza si uccide lasciando un segno profondo in Dorian che si lascia andare sempre più ad una vita dissoluta. Nel frattempo il suo ritratto invecchia e mostra i segni delle sue bravate, mentre lui rimane con il volto di un adolescente, pulito e ingenuo. Per Oscar Wilde la vita imita l'arte, non viceversa, tutto ciò porta alla ricerca spasmodica del piacere e quindi ad uno stile di vita dissoluto che nel caso di Dorian Gray conduce anche al crimine.
LO stile di Wilde è impeccapile, il linguaggio utilizzato risulta essere semplice e scorrevole. Consiglio vivamente questo romanzo,per gli aforismi di Wotton e per l'attualità del tema trattato.
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simbiosi masochista
Da sempre sopravvalutato, e', comunque, a parer mio un piacevolissimo racconto, dallo stile moderno ed elegante. Descrive in modo impeccabile il dandy Dorian, e la sua vita alla ricerca del piacere fino alla dissolutezza ed al crimine, ed il suo Suggeritore (Enrico). Personalmente ci vedo la coppia Wilde-Douglas, sbaglio?. Libro in prima posizione nella letteratura omosessuale, amato anche da molte babbione attempate di citta', contiene anche un ottimo spunto narrativo con il ritratto che cambia al posto del protagonista, ma solo esteticamente, fino ad un bel finale per nulla scontato. Il Dandy si fa beffe della societa' vittoriana, puritana e razionalista dei tempi, ed in questo sta il suo fascino; ma e' in simbiosi con quel tipo di societa', che se non ci fosse, la sua esistenza non avrebbe senso. La sua e' una cultura da epitaffio, delle belle frasi per far colpo in salotto, e poche volte va al di la' di questo. Io salvo la grande battaglia che Oscar Wilde fece in vita contro le discriminazioni verso gli omosessuali, battaglia che lo vide anche in carcere. Il Ritratto di Dorian Gray? Leggetelo, piacevolissimo, poi regalatelo alla vicina sessantenne con calze a rete e top leopardato, lo terra' sul comodino per molti anni, e vi fara' l'occhiolino ogni volta che la incrocerete per le scale....
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un capolavoro rovinato da un film
Un annetto fa è uscito al cinema, come in molti saprete, DORIAN GRAY, un film ispirato al dorian raccontato da Wilde.
Ho sentito parlare molto di questo film e nel maggiore dei casi l'aspetto che è passato di più è l'atteggiamento "libertino" del protagonista. ciò mi ha incuriosita perchè tra me e me mi sono chiesta: ma come è possibile che Wilde abbia dato origine ad un simile personaggio? allora per trovare una risposta ho preso il libro.
La lettura la consiglio vivamente perchè è un libro molto bello; alcune parti sono un pò noiose e troppo descrittive (però anche daniel pennac lo dice che è lecito saltare qualche pagina), però la storia è molto avvicente e sopprattutto Wilde ha saputo tramandare bene il messaggio contenuto nella vicenda di Dorian Gray.
Poi per curiosità ho visto anche il film.. ed è nulla di paragonabile al film, quasi un'altra storia! Mi trovo daccordo con la critica, ovvero che il film è molto discordante dal libro!
Ma siccome questo è un sito di libri, termino la mia relazione incoraggiandovi a leggere questo libro perchè di sicuro è da aggiungere ai libri d'obbligo che bisogna avere in casa!
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