Grandi speranze Grandi speranze

Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
17 risultati - visualizzati 1 - 17
Ordina 
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Chiara77 Opinione inserita da Chiara77    10 Marzo, 2023
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Oh fortuna...

L’orfano Pip vive in un villaggio nelle paludi alla foce del Tamigi. È stato allevato dall’unica sorella rimasta viva, di circa vent’anni più grande di lui e dal marito di lei, il semplice fabbro dall’animo gentile, Joe Gargery. Un giorno, mentre Pip si aggira nel cimitero a contemplare le tombe dei genitori e degli altri fratelli morti, la sua esistenza di bambino viene sconvolta dall’incontro con un forzato evaso dalla nave carcere. L’uomo gli chiede del cibo e una lima per liberarsi dai ferri alle caviglie; in realtà, più che una richiesta è una minaccia.

Si apre così una narrazione ampia e sapientemente costruita dal grande scrittore Charles Dickens, che ci accompagnerà, nel corso di più di cinquecento pagine, nel percorso di formazione e maturazione di Pip. Un percorso fortemente influenzato dagli avvenimenti, e dagli incontri, molti dei quali inconsueti e straordinari, che porteranno Pip lontano dal destino che lui stesso immaginava per sé e che getteranno una luce nuova, ma anche inquietante e misteriosa, sulla sua vita.

Pip sarà quindi segnato per sempre da ciò che la sorte gli ha riservato: l’incontro con la signorina Havisham e con Estella, l’improvviso e inaspettato cambiamento di status sociale ed economico. Il personaggio di Pip non è statico e con una psicologia definita ma è un ragazzo in crescita, profondamente influenzato dai repentini avvenimenti che gli capitano ma anche coerente con se stesso, con la sua educazione e i suoi affetti familiari. Possiamo quindi seguirlo con partecipazione in mezzo alle vicissitudini che gli accadono in gran quantità.

La scrittura di Dickens è vivida e densa; l’autore sa rendere con una forza straordinaria le immagini e le scene che vuole rappresentare e il lettore è quasi portato a vedere e a partecipare a queste scene grazie alla potenza di questa narrazione. Seguire le avventure di Pip sarà quindi davvero piacevole, commovente ed avvincente. Buona lettura.

«Fu quella una data memorabile per me, poiché portò a molti mutamenti in me stesso. Avviene la medesima cosa in ogni esistenza. Immaginate un dato giorno distaccato da tutti gli altri, e pensate come avrebbe potuto esserne differente tutto il corso. Fermati, tu che leggi, e rifletti per un istante sulla lunga catena di ferro od oro, di spini o fiori, che non ti avrebbe mai avvinto, se non si fosse formato il primo anello in quell’unica memorabile giornata.»

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
80
Segnala questa recensione ad un moderatore
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    13 Giugno, 2021
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Andata e ritorno

"Ora torniamo a questo giovanotto. La comunicazione che devo fargli è che ha delle Grandi Speranze".

Pip, orfano di entrambi i genitori, vive con la sorella, "allevato con le sue mani", e col cognato Joe anch'egli come Pip succube di questa donna "di mano dura e pesante".
"Nel piccolo mondo in cui i bimbi vivono (...) nulla è mai tanto percepito e sentito quanto l'ingiustizia".
Pip, bambino sensibile, trova nel cognato quell'appoggio di amorevole bontà di cui ha bisogno, con l'aggiunta della basilare saggezza del buon senso comune: "se non potrai uscire dall'ordinario seguendo la retta via, non ci arriverai mai seguendo la storta".

Intanto il giovane protagonista cresce, e il seguito del romanzo riserva molte sorprese. Fin troppe, secondo me.
Evidentemente, penso di non essere affatto il lettore ideale di uno scrittore come Dickens.
Gli innumerevoli colpi di scena, i personaggi talvolta estremi o quasi grotteschi, le rappresentazioni grandiosamente terribili di stampo preromantico, elementi atti a impressionare l'immaginazione, mi son parsi caratteri tipici del romanzo d'appendice ottocentesco, da non riuscire ad avere il mio pieno apprezzamento.
Eppure il libro poggia su una struttura abbastanza solida, la possente scrittura delinea figure che facilmente s'imprimono nella mente e tiene desta l'attenzione del lettore.
Un libro retto, poi, dalle migliori intenzioni, chiaramente d'intento edificante e d'impronta educativa, tanto da sembrare consona lettura per ragazzi.
Chi, come il sottoscritto, ama la levità di narrazione con atmosfere più rarefatte e suggestioni meno eclatanti, anela pertanto a letture non a tinte così marcate.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...

letteratura a colpi di scena.
Trovi utile questa opinione? 
150
Segnala questa recensione ad un moderatore
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    09 Mag, 2019
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Questa sera a LIVE: Cosa trova Pip in Estella?

“Grandi speranze” è uno tra i romanzi maggiormente noti del prolifico autore britannico. Come molte opere dickensiane, si configura come un romanzo di formazione sul personaggio di un giovane orfano che approda nella metropoli londinese sperando in un'ascesa sociale.
La narrazione di focalizza quindi sulla vita ricca di inattese speranze e, al contempo, grandi sofferenze, di Philip Pirrip da tutti chiamato Pip. Il suo personaggio ricalca inizialmente uno schema caratteristico di Dickens, essendo appunto un orfano di umili origini che gli adulti trattano sempre con modi bruschi, arrivando sovente a vera e propria violenza fisica.

«Ero sempre stato trattato come se avessi insistito per nascere, in opposizione ai dettami della ragione, della religione e della morale, e contro gli argomenti più dissuasivi dei miei amici.»

A differenza di Oliver Twist ci troviamo però di fronte ad un protagonista maggiormente complesso, che lascia ben presto l'innocenza e la genuinità dell'infanzia per evolversi in una persona non certo integerrima ma sfaccettata e realistica.
Pip vive inizialmente con la sorella e il marito di questa, Joe, fabbro nel loro piccolo villaggio. L'esistenza del ragazzino sembra già segnata: diventerà apprendista del cognato, poi forse suo socio e sposerà una ragazza del paese; delle grandi speranze giungono però a variare il corso di un'altrimenti placida esistenza. Prima c'è l'invito a presentarsi presso la dimora di Miss Havisham, ricca possidente della zona in cerca in una sorta di valletto per assisterla e giocare con la sua figlia adottiva, Estella. Successivamente, Pip sarà nominato protetto di un misterioso benefattore che lo fa giungere a Londra, dove dovrà studiare per diventare un perfetto gentiluomo.
Questi eventi traviano il carattere e l'indole di Pip, facendogli desiderare di migliorare sia nell'aspetto sia nella condizione della sua famiglia, che ora gli appare mortalmente inadeguata, specie in confronto con la superbia della bella Estella.

«-Invece [...] guarda come mi ritrovo. Insoddisfatto e irrequieto e... che mi importerebbe di essere rozzo e ordinario, se nessuno me lo avesse detto.»

Dopo anni di vita infruttuosa e dissoluta, l'incontro con il suo mecenate e le avventure e le scoperte che ne conseguono avviano nel protagonista un lento processo di rinnovamento interiore: consapevole ora dei propri sbagli, Pip può finalmente riportare la sua vita sul binario della rettitudine, riscoprendo il valore delle amicizie sincere.
Accanto ad un protagonista tanto caratterizzato, si potrebbe pensare che i personaggi secondari spariscano; l'abilità maggiore di Dickens sta invece nel delineare degli eccellenti comprimari, specie quelli con una natura più controversa e borderline. Tra tutti spicca certamente la figura quasi spettrale di Miss Havisham, responsabile della sua stessa clausura in una villa ormai decadente

«Fu allora che iniziai a capire che ogni cosa in quella stanza si era fermata, come l'orologio e la pendola, molto tempo prima. Notai che Miss Havisham rimetteva il gioiello esattamente nel punto da cui lo aveva preso.»

e circondata da parenti bramosi soltanto di appropriarsi della sua eredità. La grande colpa della donna è però l'aver voluto allevare Estella come una sua creazione, una persona privata della capacità di amare ed esprimere i propri sentimenti.

«-Ti sembra di averla [Estella] persa?
C'era una gioia tanto maligna nel modo in cui pronunciò queste ultime parole, e poi scoppiò in una risata tanto sgradevole, che non seppi cosa dire.»

Altro personaggio decisamente ambiguo, ma dall'innegabile fascino per l'abilità con cui esercita l'altrettanto ambigua professione di avvocato, è Jaggers. Per il giusto compenso non c'è nulla che sia restio a fare, come ben si capisce in questo scambio di battute con un uomo che deve fornirgli un testimone di comodo:

«-Che cosa è disposto a giurare?
-Be', signor Jaggers-, disse Mike pulendosi il naso, stavolta col cappello di pelo; -in generale, qualsiasi cosa.»

la sua caratterizzazione si dimostra però più articolata verso il finale, dove riusciamo a vedere un suo lato più umano e capace di provare una genuina empatia, senza perdere comunque la sua natura pratica.
Tra i miei preferiti posso annoverare anche alcuni personaggi positivi, soprattutto l'amabile Joe, colpevole di avermi fatto versare parecchie lacrime, e l'intraprendete Herbert, che in un primo momento il protagonista valuta come persona mediocre

«Da tutto il suo [di Herbert] aspetto, in generale, emanava un senso di meravigliosa fiducia, e al tempo stesso qualche che mi suggeriva che non sarebbe mai stato un uomo molto ricco o di gran successo. Non so perché fosse così.»

arrivando a fine romanzo ad ammettere che:

«Dovevamo talmente tanto all'allegra prontezza e all'ingegnosità di Herbert, che mi chiedevo spesso come mi fossi formato quella vecchia idea della sua inettitudine, finché un giorno mi illuminò la riflessione che forse l'inettitudine non era mai stata di lui, bensì di me.»

Ovviamente non ho nulla da eccepire sullo stile di Dickens, sempre arguto e ricco di ironia, con cui smaschera le contraddizioni dei suoi personaggi ed, infine, dello stesso narratore.



NB: Libro letto nell'edizione Newton Compton

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
130
Segnala questa recensione ad un moderatore
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
the boy who read Opinione inserita da the boy who read    03 Settembre, 2016
Top 500 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

grandi speranze nell'ancor più grande realtà

Grandi speranze è il libro "capolavoro" di Dickens e proprio per questa sua caratteristica che l ho letto. In questo libro vi dovete dimenticare di tutti gli Oliver Twist, di tutti i David Copperfield... insomma dimenticatevi il Dickens che conoscevate perchè qui ne vedrete all'opera uno totalmente diverso.
Iniziamo con la trama che tratta il percorso di crescita del giovane Pip; difatti il libro è etichettato come romanzo di formazione. Le vicende di Pip si incrociano con svariati personaggi, tutti con caratteristiche diverse e tutti caratterizzati meravigliosamente.
Il personaggio è diverso da tutti i personaggi Dickensiani difatti non é il solito bimbo eroe anzi dove esso è portatore unicamente di virtùin un mondo di vizi; qui invece il protagonista all'inizio è portatore di virtù ma con l'andare avanti della trama esse vengono sostituite con vizi quali il desiderio di arrichirsi, il desiderio di ribalta sociale..... personaggio chiave nella trasformazione del giovane Pip sarà Estella, che a mio dire é il simbolo delle sue speranze. La ragazza in questione è insensibile e spezza tutti i sentimenti di Pip sul nascere e il protagonista proprio per avere qualche speranza con lei decide di diventare un gentiluomo(certo qui verrà anche aiutato dal fato). Questo suo percorso verrà circondato da ambiente al contempo meravigliosi ma ricchi di malinconia.
Lo stile del libro è sublime con alcune similitudini che toccano picchi di stile altissimo, inoltre lo scrivere dell'autore è pregno di ironia e il che è solo un bene per il libro.
Ora vorrei analizzare un altro elemento in questa storia ovvero l'assenza del cattivo, infatti all'inizio il cattivo potrà sembrare Magwitch ma poi si scoprirà l'animo nobile che esso era, poi potrà sembrare il sign. Pumblechook ma esso a mio modo di vedere è solo lo specchio della società in cui vive, é il simbolo dell ipocrisia e dell'opportunismo. Infine la cattiva potrà sembrare la sig. Havisham ma essa compie le sue malefatte solo perché il mondo le aveva tolto molto e come per uno scambio equivalente essa voleva dare al mondo ciò che esso ha dato a lei. Alla fine comunque compierà un atto di redenzione,che magari non cancellerà il male causato ma la fa ricordare come un personaggio capace di ammettere i propri errori e capace in qualche modo di rimediare..... questa mancanza del cattivo fa vedere come il libro sia molto umano infatti ogni personaggio in sè ha un pò di luce e un pò di ombra..... eccezzionale.
Insomma questo libro è il più strettamenre realistico tra i libri scritti dall'autore ed é denso anche di un senso di disillusione che alla fine riesce anche a far colare qualche lacrima dai vostri occhi. CAPOLAVORO

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
110
Segnala questa recensione ad un moderatore
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    08 Gennaio, 2016
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Grandi speranze senza speranza

Caro Dickens, mi hai spezzato il cuore.
Eppure lo hai fatto con una tristezza così dolce, che non oserei mai fartene una colpa. Come hai fatto, mi chiedo, a scrivere una storia che sia così meravigliosa nella sua malinconia? Tu, che sempre ti sei mostrato così ricco di vere grandi speranze, nell'opera che nel suo titolo più avrebbe potuto rispecchiarle, risiedono le parole che più duramente le stroncano.
Giuro, mai nessuna opera prima d'ora mi aveva travolto in un tale turbine di emozioni, né mi aveva stretto il cuore fino a renderlo un piccolo tessuto organico deforme e striminzito.
Ci vuole un cuore forte nel leggerti in questa tua grande fatica, venuta fuori nella tua vecchiaia, ma beato quel cuore ardito e nobile che ne regge il fardello!

Pip non è che un componente del mondo composto dai tanti personaggi meravigliosi di "Grandi speranze", tutti diversi e così memorabili.
Pip, spinto come ogni uomo a cercare quello che non ha per amore di una donna crudele, insegue le sue grandi speranze abbandonando le sole cose che avrebbero potuto renderlo felice per davvero. Eppure l'essere umano non fa altro che questo, cercare quello che non ha seppure quel che già possiede sia tutto quel che desidera realmente. L'abbandonerà, e lo rimpiangerà soltanto quando sara troppo tardi per averlo indietro.
Vi è un cinismo brutale in tutto questo, e la cosa peggiore è che esso è così spaventosamente reale…
Pip non è affatto un eroe, seppure di buon cuore, i suoi errori di giudizio e le sue azioni "sbagliate" avranno un effetto devastante sulla sua vita, alle cui basi ha messo soltanto le sue speranze, per le quali ha sacrificato delle solidissime fondamenta di granito, nella speranza di costruire una casa ornata d'oro.
Anche nel buio più totale però, vi è un sottile barlume di speranza, che tuttavia non potrà mai portare a un pieno lieto fine; perché siamo sinceri, questo esiste solo nelle favole e la vita non lo è, almeno non del tutto.
Caro Charles, questo tuo libro lo amo e lo odio lo stesso tempo, l'ho sentito bruciare tra le mie mani, e mi è entrato nell'anima. Grazie per questo regalo che ci hai fatto, che per quanto inusuale, io ho apprezzato con tutto il cuore. Avrei voluto conoscerti, davvero.
Imperdibile.

"Tutti i più grandi imbroglioni della terra non valgono nulla in confronto a colui che imbroglia sé stesso, e con questo pretesto io m'ingannavo. Strano fatto davvero! Che io candidamente accettassi per buona una mezza corona coniata da un falsario, sarebbe stato comprensibile; ma che io coscientemente prendessi per buona la moneta falsa coniata da me stesso! Uno sconosciuto troppo premuroso, con la scusa di piegare con cura i miei biglietti di banca in modo che non rischi di perderli per strada, può sfilare i biglietti e sostituirli con dei gusci di noce; ma cos'è mai il suo gioco di prestigio in confronto al mio, quando piego con cura i miei gusci di noce e li rifilo a me stesso, come se fossero banconote!"

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
260
Segnala questa recensione ad un moderatore
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    15 Marzo, 2015
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Magia, disincanto e amicizia

Per Pip il mondo è davvero piccolo. Un focolare, una fucina, una palude tetra e nebbiosa sulla foce del Tamigi, un cimitero desolato e coperto di ortiche, una scuola serale dove non si impara niente, una sorella violenta che lo tira su a legnate. Poche persone, per lo più ostili, e un trattamento da giovane criminale irriconoscente nei confronti di chi lo ha cresciuto con le proprie mani. Gli unici veri amici sono la dolce Biddy, nipote della sua pseudo insegnante e il cognato Joe, fabbro dalla mole imponente ma dall'animo mite e generoso, che tratta Pip come un suo pari e che progetta di assumerlo come apprendista. A sconvolgere l'esistenza del protagonista, entrano in scena alcuni singolari personaggi. Il galeotto Magwitch, che Pip salva da morte certa procurandogli del cibo trafugato dalla dispensa di casa. La ricca e misteriosa Miss Havisham, che ingaggia il giovane come palliativo alla sua ombrosa solitudine. La bella e inaccessibile Estella, che lo sconvolge facendolo ammalare del più incurabile dei mali: l'amore. Infine il cinico avvocato Jaggers, che comunica al ragazzo una notizia sconvolgente: un misterioso benefattore ha deciso di prenderlo sotto la sua ala protettrice e di farne un gran signore. Grandi speranze appaiono all'orizzonte. Pip abbandona la sua malagiata esistenza e si trasferisce a Londra dove in pochi anni diventa un uomo colto ed elegante, tagliando con il passato al punto da dimenticare non solo la palude, la nebbia e la fucina, ma perfino chi, come Joe e Biddy, non ha mai smesso di pensarlo e di volergli bene. Le prospettive sono rosee, tutto sembra bello e facile, perfino in amore le sue speranze sembrano potersi concretizzare. Ma la vita, si sa, riserva spesso subdole sorprese. Dickens racconta la crescita e la maturazione del protagonista in un incalzante intreccio di dramma e umorismo in cui non mancano di certo coinvolgimento e suspense. Ad uno stile di prim’odine l’autore accompagna una profonda e ben articolata introspezione psicologica dei personaggi, che appaiono vari, originali, appassionanti. All’intenso alone di magia e di pathos che permeano l’opera, fanno da contrasto il disincanto e la disillusione che scaturiscono delle varie situazioni in cui Pip e i suoi compagni d’avventura si vengono continuamente a trovare e che appaiono emblematiche della precarietà della condizione umana e dell’ineluttabilità del destino. Motivo di fondo dell’intera vicenda e unica ancora di salvezza nell’impetuoso mare della vita sembra essere l’amicizia: quella che va oltre le differenze economiche e di classe, che dà senza pretendere nulla in cambio, che sopravvive alla lontananza, all’irriconoscenza, all’oblio, che non viene a mancare nel momento del bisogno. “E la cosa più bella è che mi sei stato molto più vicino da quando sono sotto una fosca nube, di quando il sole sfolgorava. Questa è decisamente la cosa più bella”.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
240
Segnala questa recensione ad un moderatore
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    02 Gennaio, 2015
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Ilusione, disincanto e realtà.

Pubblicato per la prima volta a puntate settimanali tra il dicembre 1860 e l’agosto 1861 con l’originale titolo “Great Expectations”, l’opera si è affermata come uno dei più sofisticati romanzi d’autore inglese nonché uno dei più popolari classici della letteratura Vittoriana. Interamente scritto in prima persona (è la seconda dopo David Copperfield ad avere questa peculiarità tra i componimenti dell’autore), Grandi Speranze si struttura seguendo le vicende dell'orfano Philip Pirrip, detto "Pip" sin dalla primissima infanzia per poi ripercorrere quelle difficoltà atte a raggiungere la piena maturità: per tutto il romanzo infatti, il giovane cercherà di diventare un gentiluomo.
Come in molte altre opere di Dickens, la storia presenta dei caratteri semi-autobiografici, una tra tante è riscontrabile nel fatto che l’intreccio ha inizio alla vigilia di Natale del 1812, anno di nascita dello scrittore.
Pip ha circa 7 anni quando le vicende prendono campo, vive con la manesca sorella più grande e suo marito. I rapporti non sono dei migliori poiché questa ha la tendenza a picchiarlo con il bastone ogni qualvolta che ne sussista la possibilità, viceversa buono è il legame con il cognato fabbro Joe Gargery. Quando alla vigilia di Natale il giovane si reca in visita alle tombe dei familiari tutto si sarebbe aspettato tranne che incontrare un evaso di nome Magwitch. Questo lo obbliga a portargli del cibo e una lima per segare le catene che lo avvincono. Il bambino è terrorizzato dal criminale e al tempo stesso dalle conseguenze che sarebbero scaturite nel momento in cui la sorella si sarebbe resa conto del “furto” ma come può un infante di 7 anni uscire da una situazione del genere? Non può. In seguito ad altre vicissitudini il ragazzo entra sotto la protezione della zitella nobile del luogo ed incontra Estella: adottata dalla signora e da questa cresciuta come una figlia è irraggiungibile per il ragazzo, ma l’innamoramento è inevitabile. Assunto e retribuito per essere il “compagno di giochi” dell’anziana donna Pip si sente a disagio nella abitazione perennemente e volontariamente buia. Si scoprirà successivamente che la nobile è stata abbandonata dal promesso sposo proprio il giorno delle nozze, questo le comunicò di essere fuggito con un’altra tramite missiva e la donna, sopraffatta dal dolore decise da un lato di lasciare tutto così com’era all’atto del tradimento e successivamente di adottare e crescere una ragazza bellissima che sarebbe stata da tutti desiderata ma mai concessa. La sua vendetta sarebbe stata parziale ma efficace. Ed è da qui che l’intreccio letterario e la grande maestria di Dickens si mostrano con tutta la loro forza. Pip ama Estella che però è stata educata a non legarsi mai davvero a qualcuno bensì ad avvicinare e poi riallontanare ogni persona che la brama.
A differenza di altri romanzi di Dickens questo è privo della classica ingenuità riscontrabile in essi, è caratterizzato da un tono palesemente disincantato e malinconico attorniato da atmosfere belle ma al tempo stesse misteriose e talvolta cupe. I personaggi sono più elaborati, la stessa Miss Haysham non è il consueto cattivo di “turno”. La sua disperazione è il fulcro del suo essere, ella non è terribile perché avida bensì perché disillusa. I sentimenti sono la chiave dell’opera. Non sono semplici da trattare poiché si mixano con le illusioni e la bellezza dei sogni. Ben affrontata anche l’evoluzione dei protagonisti. Di alto livello lo stile e le caratterizzazioni adottati.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
200
Segnala questa recensione ad un moderatore
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Giovannino Opinione inserita da Giovannino    05 Settembre, 2014
Top 100 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Grandi Aspettative

Con questo romanzo di Dickens torno alla scuola media, infatti l'ultimo e unico (ahimè) che avevo letto era "Le avventure di Oliver Twist", romanzo di formazione e, come sarà capitato spesso a molti di noi, anche compito per le vacanze della scuola media superiore. Prima di tutto però vorrei spendere due parole sul formato di questo libro e sull'edizione. Lo ho trovato infatti all'ingresso della libreria e sono rimasto subito colpito, non solo dal prezzo ma anche dal formato. L' editore è Newton Compton e la collana è i Mammut, hanno tutti una copertina rigida e sono tutte versioni integrali dei grandi classici. Li riconoscete facilmente perché in copertina hanno una caricatura dell'autore o del protagonista del romanzo. Inoltre il prezzo è veramente fantastico, solo 3,90 euro per un libro che non a nulla da invidiare agli omonimi più costosi (anzi, a mio avviso sono anche meglio). Il romanzo, come saprete, è stato scritto nel 1860 e cioè in piena epoca vittoriana, la borghesia ed il rapporto tra questa e le altre classi la fa da padrone nel romanzo (che è praticamente incentrato su questo) e anche qui il protagonista, come nelle avventure di Oliver Twist e David Copperfield, è un bambino. Il protagonista è il giovane Pip, orfano fin da piccolo e così allevato dalla sorella, donna severa e dai modi non molto teneri che lo tira su "con le mani". Il marito di Mrs. Gargery, il fabbro Joe, è invece l'opposto della moglie, buono e comprensivo con il giovane Pip e possiamo definirlo forse il suo primo vero amico. Pip cresce in un paesino di provincia e le sue aspettative non sono granché, finché un giorno non viene invitato da una vecchia e ricca signora a trascorrere del tempo nel suo castello. Qui Pip conosce Miss Havisham, ma soprattutto conosce Estella, una giovane della sua età ma più istruita e altolocata. La conoscenza (e l'innamoramento) di Estella hanno su Pip un effetto devastante, il nostro protagonista decide infatti che dovrà elevare la sua condizione sociale per poter ambire non solo a Estella ma anche ad una vita da gentiluomo, per fare questo ha però bisogno di una ingente somma di denaro. E la somma di denaro arriva. Arriva sotto forma di una grossa eredità lasciatagli da una persona sconosciuta, e veicolata a lui tramite la procura dell'attento avvocato Mr. Jaggers. Iniziano così le "grandi speranze" del nostro Pip, anche se onestamente avrei tradotto con "grandi aspettative". Pip si trasferisce a Londra da un suo coetaneo indicatogli da Mr. Jaggers, Herbert, ragazzo che già in precedenza Pip aveva conosciuto nella tenuta di Miss Havisham. Pip ed Herbert diventano subito grandi amici e tutto sembra andare a gonfie vele, Pip è lanciato verso il successo, finché un giorno non arriva l'imprevisto e questo imprevisto ho un nome Magwitch. Magwitch è un latitante ricercato dalla polizia che 15 anni prima Pip aveva aiutato a fuggire. Magwitch chiede aiuto a Pip e Pip anche se inizialmente cerca di rifiutare alla fine non riesce a tirarsi indietro, soprattutto quando il vecchio gli rivela che deve a lui la sua fortuna. Ed è qui che le grandi aspettative di Pip vengono puntualmente disattese, qui inizia un lento ritorno a casa e alle umili origine durante le quali, tra vari colpi di scena, fughe tentate ma non riuscite, tentati omicidi e disavventure varie, il nostro Pip scoprirà che alla fine il vero tesoro non sono i soldi o i beni materiali ma i legami affettivi con le persone che lo hanno sempre amato. Forse il finale è un pò scontato (bada bene, ce ne sono due, uno originale e uno revisionato, in questa edizione c'è il revisionato) lo stesso però non si può dire della storia e soprattutto dei legami di parentela che vengono fuori mano mano che si avanza con il racconto (che poi sono i veri colpi di scena). Un romanzo la cui storia di base (la ricerca dei beni materiali e della ricchezza che poi viene puntualmente disattesa contro la ricchezza dei sentimenti) è forse vista e rivista ai giorni nostri, era invece sicuramente originale nel 1860, inoltre la scrittura semplice e lineare e le trame intricate del romanzo lo rendono senza dubbio un grande classico degno di essere letto e riletto. Veramente un capolavoro.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
90
Segnala questa recensione ad un moderatore
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
lucrezia_ Opinione inserita da lucrezia_    26 Mag, 2013
Top 1000 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

IL LIBRO DIVERSO

ATTENZIONE, IN QUESTO TESTO VI SONO INFORMAZIONI SUL FINALE DEL LIBRO, QUINDI SPOILER.

Che scena adorabile! Fin da piccola mi sono appassionata al modo di scrivere di Charles Dickens! Mi ricordo ancora quando mi mettevo sulla sedia della cucina accanto al caminetto e leggevo fino a scoppiare. Il mio primo libro di Dickens fu Canto di Natale, che lessi all'età di soli 10 anni appena compiuti. Presi un abitudine: se non ero abbastanza grande, leggevo i libri meno malinconici. Per questo mi fu consigliato di leggere Grandi Speranze, che all'epoca fu considerato il libro più allegro di Charles. Nel libro la voce in capitolo è Pip. Il libro comincia con le vicende della sua infanzia ed arriva all'incontro con Estella, che lo lega per sempre a lei. Estella è bellissima, acida, infrange i cuori di tutti. Non a caso, è stata cresciuta da Miss Havisham che, rifiutata dall'uomo che amava, insegna ad Estella ad attrarre e poi ad infrangere cuori. La mia figura di Estella è quella di una donna buona che ha troppa paura di amare perchè è così che Miss Havisham le ha insegnato e Miss Havisham ha sempre amato Estella. Ogni suo rifiuto nell'amare è il suo grido nel chiedere aiuto perchè Estella ha bisogno di essere amata e di amare allo stesso tempo. Pip, secondo me, tenta di comprendere Estella ma invano, Estella è un mistero, per tutti gli uomini. Pip, è la bontà. Ama così tanto Estella che, malgrado fu più volte rifiutato da ella, continua a sperare che ella impari ad amarlo. Per alcuni lettori, questa storia ha un finale deludente, per me è il momento in cui Pip ed Estella imparano a capire di più se stessi. Estella e Pip diventano amici. Estella, in un certo senso, ha sempre provato ad amare e quando nell'ultima pagina di questo libro chiede a Pip di dirle che fossero amici ci riesce. Estella impara ad amare Pip, non come fidanzato, ma come amico. Questo libro fa risvegliare un altro aspetto dell'amore: L'AMICIZIA. Libro eccezionale, scrittura fantastica, non può che essere uno dei miei libri preferiti!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
classici di Charles Dickens
Trovi utile questa opinione? 
120
Segnala questa recensione ad un moderatore
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    15 Marzo, 2013
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

In controtendenza

Classico della letteratura inglese, che mi sento molto a disagio nel recensire, nel senso che tutti lo elogiano come capolavoro, però io, pur amando moltissimo i classici, non l'ho apprezzato, così come credo in effetti meriti. Lo stile è molto piacevole, nella lettura sembra proprio di essere catapultati in un altro tempo come linguaggio, come modo di porsi, come scambio di dialoghi. La storia non mi ha colpito e quindi ho fatto molta fatica ad entrare nel libro ed a farmi prendere, mi sono proprio persa nelle vicissitudini di questo benedetto Pip. Ho assorbito però un insegnamento, bello ed importante: è impossibile stabilire fin dove l'influsso di un uomo dolce, onesto, fedele al suo dovere, giunga nel mondo, ma è possibile stabilire quanto abbia agito su di noi nel nostro cammino. Lo consiglio comunque, e consiglio anche a me stessa di rileggerlo in un altro periodo.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
210
Segnala questa recensione ad un moderatore
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Coyotek Opinione inserita da Coyotek    02 Marzo, 2013
  -   Guarda tutte le mie opinioni

LE GRANDI SPERANZE DELLA VITA

Il libro narra della vita di Pip e della sua graduale maturazione. I personaggi sono definiti fantasticamente e hanno una loro evoluzione interna, primi tra tutti la signorina Havisham. Il linguaggio è molto appropriato anche se nella parte centrale del libro a volte risulta meno scorrevole dell'inizio ma si riscatta con i geniali colpi di scena finali. Un libro consigliato perchè utile a capire meglio sè stessi e quello che si sta vivendo.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
01
Segnala questa recensione ad un moderatore
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
*Monica* Opinione inserita da *Monica*    12 Febbraio, 2013
Top 500 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

GRANDI SPERANZE

Protagonista del libro è Pip, un orfano di umili origini cresciuto dalla sorella e dal marito di lei, che riceve "grandi speranze" da un misterioso benefattore. La cospicua fortuna gli permette di trasferirsi a Londra e diventare un signore. Preso dalla sua nuova vita, si dimentica delle persone che gli vogliono bene e che ora considera inferiori a lui. Le sue grandi speranze sono però destinate a durare poco...

All'inizio il libro non mi ha preso molto, poi però la storia si è fatta avvincente e non sono mancati i colpi di scena. I personaggi sono descritti molto bene. Bello e profondo il messaggio che Dickens affida al libro: le vere speranze vanno riposte negli affetti e non nel denaro. Una lettura piacevole e a tratti divertente che consiglio.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
51
Segnala questa recensione ad un moderatore
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    06 Febbraio, 2013
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Grandi illusioni

Questo è il romanzo di Dickens che preferisco in assoluto. E' bellissimo e molto diverso dalla sua produzione solita. Gli manca un bel po' d'ingenuità. Il tono è disincantato e malinconico. Le atmosfere sono bellissime e riesce a mettere un po' di mistero ovunque. Certi personaggi come Miss Havisham sono più elaborati del solito cattivo con l'etichetta cattivo scritta in fronte. Miss Havisham è più disperata che terribile o terribile per disperazione e non per avidità. Il mondo descritto è affascinante. I sentimenti del ragazzo non semplici, non tutti i sogni si avverano. Ma i sogni che restano tali e le illusioni hanno la bellezza dei miraggi. Ho letto quasi tutto di Dickens, ma questo è il libro che non mi stancherei di rileggere. Secondo me ha qualcosa in più di tutti gli altri.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Cheever, Buzzati
Trovi utile questa opinione? 
160
Segnala questa recensione ad un moderatore
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Araba fenice Opinione inserita da Araba fenice    08 Gennaio, 2013
Top 1000 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Grande Romanzo

Consiglierei questo romanzo a chi vuole imparare a scrivere e a chi vuole imparare a leggere. Perché contiene l'abc della scrittura. L'intreccio è accattivante, le descrizioni di uomini e ambienti talmente icastiche da restarti impresse nel profondo, la scrittura insieme densa e leggera. Poi c'è quella speciale capacità, che forse solo gli inglesi posseggono, di alleggerire con lo humor le situazioni esistenziali più "pesanti". Non è certamente questo un romanzo realistico, ma una cavalcata nel magico della realtà, sia esso positivo o negativo: non a caso il protagonista è per lungo tratto un bambino e, come sappiamo, è quella l'età della magia. Adesso speriamo che il cinema non abbia ridotto tutto questo a un informe pasticcio, come a volte capita con i grandi romanzi. Un'ultima notazione: la traduzione dall'inglese mi è sermbrata non esente da pecche, fino ad estremi di incompresibilità in alcuni momenti. Secondo me non sono stati compresi o resi giochi di parole o sottigliezze verbali della lingua inglese. Questo mi conferma nella mia convinzione che la traduzione sia sempre in qualche modo un tradimento, specie se non ineccepibile.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
70
Segnala questa recensione ad un moderatore
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Sara S. Opinione inserita da Sara S.    18 Novembre, 2012
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Grandi speranze

Come da titolo, che più azzeccato di così non poteva essere, in questo libro troviamo davvero tante, tantissime grandi speranze che entrano nella vita del giovane protagonista Pip e che come un uragano lo travolgono e lo portano ad allontanarsi da i suoi affetti più sinceri alla ricerca di una felicità tanto sognata quanto irragiungibile. Ma mai quanto delle grandi speranze possono portare a grandi illusioni! E' questo il messaggio che si prefigge di trasmettere Charles Dickens in questo romanzo, e ci riesce molto bene, con l'ausilio della sua scrittura introspettiva e malinconica, a volte sarcastica, a volte piena di buoni sentimenti, e con l'ausilio di una trama ben congeniata e ricca di colpi di scena.
Ma se devo trovare un difetto dico che nelle retrovie di questo lavoro dickensiano ci sono un po' troppe coincidenze studiate a tavolino, che, come ingranaggi, coincidono tra loro in maniera tanto perfetta quanto difficile da credere realisticamente possibile, e che vengono svelate a poco a poco durante la lettura in modo da tenere viva l'attenzione del lettore. Ma ciò nonostante, è un libro che mi è piaciuto molto e che mi ha lasciato un ottimo ricordo, uno di quei romanzi che rileggerei molto volentieri!!!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Consigliato a tutti coloro che amano la letteratura di prima qualità, quella senza tempo e dai contenuti sempre attuali, intramontabili!
Trovi utile questa opinione? 
100
Segnala questa recensione ad un moderatore
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Skippy Opinione inserita da Skippy    05 Novembre, 2012
Top 500 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Un Dickens che non mi aspettavo

Dickens mi piaceva già dal liceo e un suo libro che avevo letto interamente era David Copperfield. Devo dire però che se facessero conoscere tra i banchi di scuola questa opera, secondo me piacerebbe di più a molte persone.
Immaginandomi già una trama modellata alla Dickens, con un bambino dall'infanzia difficile, il suo percorso di crescita e un finale a lieto fine, mi sono invece scontrata con una racconto imprevedibile, divertente e, perchè no, anche molto attuale.
Pip, ragazzino con un destino già segnato come apprendista dello zio fabbro, si ritrova improvvisamente ricco e con la possibilità di crescere e studiare come un signore. La sua sorte sembra legata proprio alla stravagante Miss Havisham, una donna la cui vita si è fermata il mattino delle sue nozze aspettando il futuro sposo che non sarebbe mai arrivato e che ha cresciuto la bellissima orfana Estella, insegnandole ad odiare gli uomini e a rubargli il cuore.
Pip cresce amando disperatamente Estella e credendo infine di poterla sposare, grazie alle sue grandi speranze date da questo misterioso benefattore.
Il finale in realtà sconvolgerà totalmente tutte le sue aspettative e anche quelle del lettore.

Quello che mi è piaciuto è come sono trattati molti temi quali l'amore mal riposto e il dimenticare le persone veramente care quando si pensa di essere ricchi e indipendenti, ma, soprattutto quello che mi ha colpito di questo romanzo è il finale non scontato. In molti libri di Dickens il protagonista redento torna sui suoi passi, si riconciglia con le persone care e scopre che l'amore si trovava proprio nell'amica di infanzia trattata male quando si pensava di avere migliori alternative. Qui Pip invece si scontrerà con la dura realtà, facendosi perdonare, ma capendo che purtroppo non sempre si può tornare indietro dimenticando il male fatto e pretendendo che le persone siano state ad aspettare in silenzio il momento in cui una persona si rende conto che in fondo i veri valori sono altri rispetto ai soldi e alla fama.
Questo libro lo consiglio caldamente. E' lungo, ma le parti "noiose" sono davvero poche e non rendono affatto pesante il romanzo.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
100
Segnala questa recensione ad un moderatore
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
LittleDorrit Opinione inserita da LittleDorrit    17 Giugno, 2012
Top 100 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Fermare il tempo

Il romanzo è un piccolo baule di suggestioni e atmosfere gotiche. Immaginatevi di entrare in una vecchia casa trascurata, lasciata in balìa del tempo; attraversare un corridoio buio accompagnati solo dalla fioca luce di una candela; salire una scala e trovarsi davanti ad una porta chiusa.
Le porte chiuse sono affascinanti; incutono timore, sorpresa, eccitazione....in fondo non sappiamo mai quello che può esserci al di là.
Improvvisamente davanti quella porta sono tornata ad avere 8 anni e in compagnia del piccolo protagonista Pip ho aperto.
Tutto mi sarei aspettata tranne la scena che mi si è presentata davanti. Una stanza grande illuminata da candele di cera, un tavolo coperto da un drappo, una toilette da signora e al centro della stanza una poltrona con Miss Havisham seduta sopra.
Miss Havisham.....vestita da sposa.
Ma c'era qualcosa di strano....il vestito , le scarpe , i gioielli....tutto quel bianco che la circonda improvvisamente ingiallisce, diventa vecchio, usurato dal tempo; tutto si fa opaco, sbiadito e miss Havisham non è più una sposina fresca....è ingiallita, vecchia e usurata...sembra quasi uno spettro di cera vivente. In realtà il cuore della donna in questione è morto anni prima, quando il giorno delle nozze ricevette la notizia dell'abbandono del promesso sposo;da lì inizia il suo declino; da allora tutto nella stanza è rimasto fermo e intatto....la torta nuziale sul tavolo, i fiori, le lancette dell'orologio....un perfetto paesaggio decadente.
La descrizione minuziosa riportata da Dickens e lo stato d'animo di sgomento e timore del protagonista invogliano il lettore a terminare il romanzo il più velocemente possibile. Un Dickens insolito...gotico, grottesco e enigmatico. Una storia antica descritta come una favola moderna e con un finale inaspettato. Ho preferito introdurvi questo personaggio secondario perchè gestisce il meccanismo su cui si regge lo schema narrativo. Una lettura immancabile per gli amanti dei classici moderni ma con qualcosa in più.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
240
Segnala questa recensione ad un moderatore
17 risultati - visualizzati 1 - 17
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'ora blu
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Malempin
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Morte in Alabama
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La città e le sue mura incerte
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Per sempre
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Lo spirito bambino
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

L'attesa
Papà Gambalunga
I misteri di Udolpho
Guerra
Il violino del pazzo
In affitto
In tribunale
Bandito
La fattoria delle magre consolazioni
Il possidente
Le torri di Barchester
Deephaven
Racconti di pioggia e di luna
La casa grigia
Il villaggio di Stepancikovo e i suoi abitanti
L'uccello nero