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Una favola tra mondo greco e latino
Ricordo di aver letto ai tempi del liceo, e forse anche tradotto dal latino, qualche brano tratto da questa favola contenuta ne "Le metamorfosi o l'asino d'oro" di Lucio Apuleio, autore di lingua latina nato e morto in Africa tra i territoti delle attuali Algeria e Tunisia nel corso del II secolo d. C.
Si tratta di una favola a tutti gli effetti, tradotta e celebre nel mondo, che offre una lettura molto piacevole e scorrevole; sono felice di averla finalmente letta nella sua interezza. Le peripezie della povera Psiche, la cui vicenda sottolinea quanto possa essere pericolosa per i mortali la proverbiale invidia degli dei, risultano coinvolgenti, mentre non stona la scrittura spesso squisitamente ironica di Apuleio, il quale non manca, man mano che procede la narrazione, di riportare osservazioni che appunto strappano un sorriso pur nella drammaticità degli eventi in cui precipita la bellissima ma ingenua protagonista; così come sparsi qua e là nel testo, nonostante la chiara ambientazione greca, compaiono riferimenti alla realtà giuridica del mondo romano (si veda, per esempio, il richiamo alla legge che a Roma vietava di dare accoglienza agli schiavi fuggiti dai loro padroni o alla ben nota Lex Iulia sull'adulterio), curiosamente applicata a un mondo di immortali con le virtù e soprattutto tutti i vizi di quello degli uomini.
Epilogo, dunque, che non poteva tradire le aspettative, con il trionfo dell'amore che ha superato qualsiasi infelice prova e la benedizione ufficiale da parte degli inquilini del sacro Olimpo riuniti al gran completo! Voto complessivo: quattro stelle!
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