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Un libro assai 'costruito'
Unamuno, filosofo e scrittore spagnolo, pubblicò "Nebbia" nel 1914.
Coevo di Freud, T. Mann, Proust e Bergson, quindi. E di Pirandello, benché i famosi drammi di quest'ultimo siano soprattutto databili dopo la Grande Guerra.
'Pirandelliano' prima di Pirandello, azzardo. E pure anticipatore dell'Esistenzialismo che si diffuse qualche decennio dopo.
Unamuno tuttavia ha radici profonde nella tradizione letteraria spagnola a cominciare da Cervantes, e non solo.
Qui il protagonista è un giovane ricco di famiglia che vive da solo col proprio cane, un domestico e la cuoca.
S'innamora, e pensa: "Quella donna (...) non mi ama" ; però "per lei ho saputo che vi sono altre donne e che qualcuna potrebbe amarmi ..." .
Emerge un gran bagaglio di speculazione filosofica in questo romanzo; anzi è un testo nel quale la narrazione è subalterna alla concezione filosofica dell'autore.
Un libro, pertanto, molto 'costruito', con una scrittura d'effetto, teatrale.
A mio avviso, una storia sospinta da troppa ideologia, direi anche strumentalizzata da essa, com'era accaduto per tanta narrativa del Settecento illuminista.
Non è questa la letteratura che mi piace.
Indicazioni utili
a chi non disdegna libri scritti con tesi precostituita
Commenti
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Grazie a te, Enrico, per avermi letto.
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