Dettagli Recensione
UNA MORALE LAICA
E’ generalmente riconosciuto come la peste descritta da Camus rimandi metaforicamente al flagello nazista dilagante in Europa durante gli anni della stesura del romanzo. Allo stesso modo, al drappello di uomini che combattono strenuamente l’implacabile malattia, si associano il movimento partigiano e la lotta di Resistenza.
Eppure, mi pare innegabile che il messaggio morale del libro abbia valenza universale e vada ben al di là della contingenza storica.
Qui è l’eterna lotta tra Bene e Male ad andare in scena in una rappresentazione scarna tratteggiata a tinte forti e prive di sfumature.
La Peste è male assoluto, violento, sozzo, irrazionale, atroce ed implacabile. Sordidi topi emergenti dalle viscere della terra annunciano l’arrivo del flagello rantolando di lì a poco enfiati e deformati dalla orribile malattia. Un’umanità stordita li osserva accumularsi stecchiti ai bordi della strada senza coglierne la minaccia perché “tutti stentiamo a credere ai flagelli quando ci piombano addosso”.
Ed il Male dilaga senza far preferenze, strazia il potente come il reietto, il vecchio come il bambino, il saggio come lo stolto.
Forzatamente rinchiusi e separati dal resto del mondo i cittadini di Orano vagano come fantasmi: chi in preda a cupa disperazione, chi terrorizzato dalla paura della morte, chi lacerato dal dolore della perdita dei propri cari.
Eppure il Bene esiste e poco importa se non trionfa. Il dottor Rieux ed i volontari che attorno a lui si raccolgono, paiono obbedire ad un imperativo categorico che rende la buona azione necessaria ed inevitabile. Chi professa questo credo laico ha un intima esigenza di combattere il Male pur consapevole che la lotta è impari e le proprie forze inconsistenti.
“Essenziale era fare bene il proprio lavoro”, afferma il dottore. Ed ancora: “Si tratta di onestà … il solo modo di lottare contro la Peste è l’onestà”. Non c’è nulla di eroico in questo ne’ tantomeno di salvifico.
A ben vedere quello di Camus è un grido di speranza e di fiducia nell’uomo.
In fondo i Santi non hanno bisogno di Dio.
Indicazioni utili
Commenti
3 risultati - visualizzati 1 - 3 |
Ordina
|
anche io lo lessi da ragazzo e non mi entusiasmo'.
Recentemente ho letto "Lo straniero" che mi ha stupito per il contenuto davvero originale. Cosi' ho deciso di rileggere la Peste. Non e' un capolavoro assoluto (a mio avviso e' inferiore allo "Straniero") ma e' ricco di riflessioni non scontate. Secondo me e' uno scrittore onesto che non cerca di compiacere il lettore.
3 risultati - visualizzati 1 - 3 |
Un libro che ho letto in gioventù. Ne apprezzai formalmente la scrittura ma come lettura non mi piacque.