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La seconda possibilità
Pubblicato postumo nel 1818, un anno dopo la morte dell’Autrice, “Persuasione” racconta la seconda possibilità data ad Anne Elliot per essere felice.
Otto anni prima infatti aveva rifiutato di sposare l’unico uomo che avrebbe mai potuto amare, Frederick Wentworth, giovane bello e volitivo, ma in quel momento senza posizione sociale né patrimonio. L’uomo era entrato in marina e, dopo pochi anni, era diventato il valoroso e più che rispettabile capitano Wentorth. Anne invece era rimasta a vivere con un padre e una sorella oltremodo superficiali e vanitosi, che non l’amavano né la rispettavano particolarmente, rifiutando ogni altra proposta di matrimonio.
Poiché questa non è la dura e noiosa realtà ma un romanzo di Jane Austen, Anne e il capitano Wentworth avranno una nuova opportunità per coronare il loro sogno d’amore. Il padre e la sorella di Anne infatti si trovano in difficoltà economiche e sono costretti ad affittare la loro proprietà di Kellynch Hall… E a chi la affittano? Ma a un certo ammiraglio Croft, la cui moglie è proprio la sorella del capitano Wentworth!
Da questo momento la trama si smuove, non avvengono fatti molto eclatanti ma si sussegue la vita quotidiana e sociale delle persone di quel periodo e di quel determinato ambiente. L’Autrice come al solito delinea perfettamente il carattere dei personaggi e della sua protagonista, Anne, una donna in cui la lucida intelligenza si coniuga alla dolcezza del carattere e ai modi miti e gentili. Forse in passato Anne si è fatta convincere a fare qualcosa che non avrebbe mai voluto fare, solo per assecondare con i suoi modi accoglienti i consigli troppo invadenti di amici e parenti, ma adesso è cambiata, è maturata, è una donna adulta che sa e può decidere per se stessa.
Un altro romanzo di Austen perfettamente riuscito, piacevole da leggere, che trasporta il lettore in atmosfere romantiche e indaga a fondo nei sentimenti e nelle relazioni tra persone a partire non da fatti particolarmente strani o eccezionali ma a partire da situazioni che –nonostante gli oltre duecento anni che ci separano- potremmo ritrovare tranquillamente nelle nostre normali esistenze.