Dettagli Recensione

 
Aspettando Godot
 
Aspettando Godot 2023-01-20 18:44:15 Valerio91
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    20 Gennaio, 2023
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Waiting for God-ot

Samuel Beckett è uno di quegli autori la cui produzione può lasciare spiazzati, e il suo "Aspettando Godot" non è certo da meno, oltre ad essere la sua opera più conosciuta. Riguardo alla rappresentazione scenica non so esprimermi (sebbene voglia al più presto vederne una), ma immagino che l'impressione disorientante generata dal testo aumenti in maniera esponenziale, tanto che risulta difficile capire cosa abbia generato a suo tempo un successo così clamoroso. Certo, parliamo del Teatro dell'Assurdo, ma le battute scambiate tra Vladimiro ed Estragone lasciano per la maggior parte del tempo perplessi e, in fondo, tutto quel che leggiamo ruota intorno a null'altro che alla fantomatica attesa di questo figuro del quale conosciamo solo il nome: Godot.
E' probabilmente la pluralità di interpretazioni che affascina e mette in moto il cervello degli spettatori, e l'impossibilità di centrarne una in particolare lascia lo spettatore-lettore in un vortice di perplessità; una perplessità particolarmente concentrata sulla figura di Godot. Viene da chiedersi: possibile che lo stesso Beckett non sapesse dargli un'identità? o è semplicemente un modo dell'autore di alimentare il suo stesso mistero? Forse "Aspettando Godot" è una di quelle opere per le quali il lettore deve solo accontentarsi della propria interpretazione. C'è tuttavia un aspetto che porta a riflettere: come mai Beckett, parlando di Godot, ha detto di non sapere chi sia ma di sapere per certo che non sia la personificazione di Dio? Ho l'impressione che la sua sia una negazione che sa di affermazione, sempre nel tentativo di allontanare i suoi spettatori da un'interpretazione definitiva. Indipendentemente dai richiami stessi presenti nel nome (God significa Dio in inglese), è impossibile non identificare nell'attesa dei due vagabondi un'attesa della venuta del Signore, della sua salvezza, della rivelazione del senso ultimo di una vita ormai vuota e particolarmente cupa, che emerge come visione beckettiana prevalente della società e del mondo contemporaneo.
Le figure di Pozzo e di Lucky sono una forte accusa alle ingiustizie causate dalla prevalenza del modello di società capitalistica, è tuttavia evidente che la sfiducia di Beckett nella vita vada oltre i sistemi che dominano il mondo, perché allo sparire dei due personaggi l'assurdità della vita e dell'attesa non scompaiono, si fanno anzi più intense non avendo nulla con cui tenersi occupati, diventando soltanto un'attesa vacua di qualcosa che, in fondo al cuore, si sa non arriverà mai. L'uomo (rappresentato da Vladimiro ed Estragone) non è tuttavia capace di smettere di attendere: vorrebbe farlo, vorrebbe finalmente ammettere a sé stesso quanto la sua presenza nel mondo sia priva di senso e priva di speranza, ma non è in grado di farlo. Vorrebbe agire, ma cosa mai dovrebbe fare? Vorrebbe andarsene, ma dove?
Non resta altro da fare che continuare ad attendere, sperando che la compagnia di altri sfortunati nostri simili possa alleviare il percorso di questa vita vuota verso il proprio esaurimento. Questo, ovviamente, nella visione pessimistica del mondo dipinta dall'autore irlandese. Condivisibile o meno che sia, è innegabile che il fascino di questa rappresentazione sia il prodotto di un autore geniale.

POZZO: “Non piange piú. (A Estragone) In un certo senso, l'ha sostituito lei. (Pensieroso) Le lacrime del mondo sono immutabili. Non appena qualcuno si mette a piangere, un altro, chi sa dove, smette. E cosí per il riso. (Ride) Non diciamo troppo male, perciò, della nostra epoca; non è piú disgraziata delle precedenti. Ma non diciamone neanche troppo bene. (Pausa). Non parliamone affatto. È vero, però, che la popolazione è aumentata.”

Trovi utile questa opinione? 
80
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'ora blu
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Malempin
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Morte in Alabama
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La città e le sue mura incerte
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Per sempre
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Lo spirito bambino
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Fumana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

L'attesa
Papà Gambalunga
I misteri di Udolpho
Guerra
Il violino del pazzo
In affitto
In tribunale
Bandito
La fattoria delle magre consolazioni
Il possidente
Le torri di Barchester
Deephaven
Racconti di pioggia e di luna
La casa grigia
Il villaggio di Stepancikovo e i suoi abitanti
L'uccello nero