Dettagli Recensione
Non giudicare
Questo romanzo mette il dito sulla tentazione tutta umana, dell'uomo mediocre, di ergersi a giudice morale del suo simile, trattandolo tanto più duramente quanto maggiore è il suo grado di evoluzione spirituale, per una sorta di inconscia rivincita e compensazione. Sven Elversson, svedese educato e adottato da una facoltosa famiglia inglese, torna a casa dai suoi genitori naturali dopo che la sua spedizione rimasta bloccata nei ghiacci polari è stata salvata. Ai festeggiamenti iniziali segue infatti la gogna mediatica, dato che si scopre che i membri della spedizione si sono macchiati di necrofagia, cioè per sopravvivere hanno mangiato il braccio di un compagno morto. Sven torna in Svezia dove viene bandito moralmente anche da quella comunità e è costretto a isolarsi sempre di più. Nemmeno le cose che fa per gli altri sono gradite. L'unica persona che mostra di tollerare la sua compagnia è Sigrum, giovane moglie del parroco. Il parroco rappresenta simbolicamente la comunità. Di lui si scopre che la sua famiglia ha una specie di maledizione da scontare, di peccato originale. La maledizione del parroco si cancellerà quando anche lui diventerà meno rigido e severo con gli altri e più esigente con se stesso. Il suo cambiamento gli ridirà la pace. L'amore poi è qualcosa di molto vicino alla pace e alla gioia del cuore e molto lontano dal possesso fisico. Perciò il suo cambiamento avvicinerà il parroco anche all'amore che prima non conosceva, anche se era sposato con l'oggetto dei suoi desideri. Ma l'amore vero si nutre soprattutto della libertà e della felicità dell'altro e non è cosa materiale.
Le storie di questa autrice sono belle perché sono buone e leggendola ci si rende conto che ci sono molto pochi libri buoni. La maggior parte dei romanzi che escono oggi sono dedicati al corpo che non è nè buono nè cattivo ma se diventa un protagonista assoluto il libro ha spesso qualcosa di inappagante.
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L'autrice ormai è nella cerchia dei miei scrittori preferiti. Un antidoto contro la banalità, un Nobel ben meritato.
Hai ragione; leggendo autori come lei si comprende che cos'è la letteratura.