Dettagli Recensione
La bassezza della società
SPOILER
Il romanzo narra le disavventure di Cicikov, un uomo che è, essenzialmente, ossessionato dal guadagno al punto da agire sempre in base ad esso, trascurando i sentimenti suoi e delle altre persone. Seguiamo il nostro "eroe" (come viene più volte chiamato ironicamente dal narratore) nella sua ascesa nell'alta società di una piccola cittadina. Appena arrivato, si informa su coloro che ritiene essere gli uomini più ricchi e più importanti, e, presentatosi da loro, con false lusinghe e modi simulati ne ottiene la benevolenza. Questo è possibile grazie alla sua immensa abilità nel fingere: sa perfettamente destreggiarsi in ogni discorso e dare agli altri l'impressione di essere una persona buona e, addirittura, notevole, pur nascondendo in realtà una totale freddezza e mancanza di affetti. Così visita numerose persone altolocate dimostrandosi affabile e gentile, e, una volta sicuro di essere di loro gradimento, mette in atto il suo astuto piano: si offre di badare alle spese che gravano sul suo interlocutore (che è proprietario di numerose anime, che nella Russia dell'epoca corrispondono fondamentalmente ai servi della gleba) per tutti i contadini che, pur essendo in pratica morti, sono, agli occhi della legge, ancora vivi e vegeti. Cicikov vuole dunque acquistare tutte quelle anime morte, così da dare alla legge l'impressione di essere un grande proprietario terriero che possiede numerosi contadini, onde ricavare un ampio guadagno.
Il romanzo, tuttavia, non è semplicemente la cronaca delle vicende di Cicikov, ma una durissima parodia contro tutta la società russa dell'epoca, scritta con uno stile ironico e satirico, che comunque è ricco di interventi seri a sfondo filosofico. Sono tanti i personaggi caricaturali che incontriamo nel corso dell'opera: Nozdrev, un uomo devoto al gioco e all'inganno, forse il personaggio più divertente di tutto il romanzo; Pjuskin, un vecchio avaro e uggioso che vive in completa solitudine pur essendo propietario di quasi mille anime; Petrucka, uno dei servitori di Cicikov, passa il suo tempo a leggere senza capire niente di ciò che legge ecc...
Il piano di Cicikov fallirà miseramente dopo che si verrà a sapere in società molto vagamente di certe "anime morte". È in questa sezione che l'autore si sbizzarrisce ed usa magistralmente le sue capacità comiche, tratteggiando una realtà ristretta (l'alta società della cittadina in cui Cicikov soggiorna) che, con pochissimi indizi sul conto del protagonista, crea una serie di mirabolanti teorie sull'avvenire e giunge, infine, a credere a un imminente rapimento della figlia del governatore. Questa scoperta sconvolge la città e il procuratore, in quello che è senza dubbio l'episodio più esilarante della vicenda, muore sforzandosi di cavarne qualcosa da tutti questi pettegolezzi e di attingere alla verità. Allora Cicikov è costretto a fuggire, e qui il narratore inserisce la storia della sua vita: Il povero Cicikov, nato da una famiglia benestante, subisce l'enorme influenza del padre, che, quando ancora il nostro eroe è un infante, gli insegna che l'unica cosa che conta, in questo mondo, è il denaro. Quindi indirizza il figlio verso una vita che non conosce la purezza dei sentimenti e trasfigura tutto in funzione dei soldi. Cicikov ottiene grandi risultati nella sua vita semplicemente grazie al suo zelo: rispettando i professori e adulandoli ottiene il massimo dei voti in tutte le materie; lavorando assiduamente e alacremente come doganiere ottiene una posizione più alta. Cicikov impara, insomma, che l'unico modo per salire in alto nella vita è mostrare di impegnarsi e avere la benevolenza dei superiori.
La condanna dell'autore, quindi, non è rivolta banalmente a Cicikov, ma alla società che permette la nascita di un individuo come Cicikov, la società che, essendo dominata dalle apparenze ed essendo incapace di leggere nella realtà delle cose, non solo non si accorge del vero carattere di Cicikov, ma lo esalta e lo celebra.
Gogol mette quindi a nudo tutta l'ipocrisia della società che lo circonda, e, ben conscio delle critiche che gli sarebbero state rivolte (e che lo indussero a non continuare la sua opera), lamenta, in un intervento nel romanzo, come gli scrittori più acclamati siano quelli che rappresentano una realtà impossibile o rarissima, che puntualmente viene creduta essere la più fedele rappresentazione della realtà, e come gli scrittori che, invece, faticano per mostrare la verità, vengano sempre denigrati e non abbastanza considerati. L'autore chiude con un'ulteriore critica alla sua società, che, pur conoscendo i mali che l'affliggono, non muove un dito per risolverli, e a tutti quei signori altolocati che sono parodizzati nell'opera, che farebbero tranquillamente il male se nessuno lo venisse a sapere, poiché l'importante non è non compiere il male, l'importante è che non si sappia che si compie il male. Ciò esprime accuratamente come la società sia governata solo dall'apparenza, mai dalla sincerità e dall'onestà, e come solo in una società "malata" e folle un individuo come Cicikov può occupare una posizione importante.
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Bella e interessante recensione.
D'accordo : un libro notevole.