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Arsène Lupin, borsaiolo simp
Dopo il grande successo della serie TV Netflix in cui la figura del celebre ladro viene trasposta nel mondo contemporaneo, poteva l'editoria italiana non sfruttare il rinnovato successo della creatura di Leblanc per sfornare copie su copie dei suoi libri? ovviamente no, e tra queste c’è la nuova edizione di Feltrinelli, proposta in acquisto combinato ad un ottimo prezzo. Da buona vittima del marketing, la sottoscritta non si è lasciata scappare l'occasione; ed ecco come sono approdata alla lettura di "Arsène Lupin, ladro gentiluomo".
Il volume si presenta come una raccolta composta dai primi nove racconti scritti dal caro Maurice, e inizialmente pubblicati singolarmente sulla rivista Je sais tout. Nonostante venga rispettato l'ordine di pubblicazione, le storie non seguono alcuna cronologia, tanto che nella prima narrazione Lupin viene già menzionato come una figura ben nota alle autorità francesi; solo più avanti nella lettura vengono forniti al lettore dettagli sulle sue origini ed i primi colpi, nonché su come l'anonimo narratore sia entrato tanto in confidenza con il noto ladro da trasformarsi nel suo biografo ufficiale. Logicamente, non troviamo neppure un epilogo, perché i volumi dedicati alla figura di Lupin -ad opera di Leblanc, ma non solo- sono moltissimi.
E posso ben capirne il motivo: Lupin è un personaggio estremamente carismatico, che riesce con poche battute ad accattivarsi l'affetto del lettore a dispetto della sua professione, o forse proprio per merito di questa. La sua caratterizzazione è senza dubbio l'aspetto di questa lettura che più mi ha colpita in positivo; ho adorato leggere le sue sbruffonate, la passione che mette nelle sue imprese e l'astuzia con cui riesce ad avere la meglio sia ottenendo un buon bottino sia dando prova della sua grande dialettica.
L'altro indubbio punto di forza del titolo sono le risoluzioni dei diversi misteri, ad opera delle forze dell'ordine ma più spesso dello stesso Lupin, che non può proprio resistere all'idea di far sfoggio una volta in più del suo acume. Personalmente continuo a ritenere più soddisfacenti le spiegazioni date da Poirot o Miss Marple, ma anche gli intrecci creati da Leblanc sono affascinanti. Come non citare poi l'atmosfera della Belle Époche che permea tutti i racconti, trasportando i lettori in un mondo diviso tra due realtà: dove ancora ci si sposta a cavallo, ma già la tecnologia permette ad un ladro intraprendente di mettere a segno furti impossibili sulla carta.
Purtroppo questa lettura non è stata tutta vaccini contro la rabbia e turbine a vapore. Per quanto il caro Arsène mi abbia convinto, non posso dire lo stesso per il resto del cast che in gran parte è composto da caratteri appena abbozzati; neppure Justin Ganimard ed Herlock Sholmes, che sulla carta dovrebbero rappresentare le nemesi del celebre ladro, hanno dei tratti particolarmente memorabili. Rimanendo in tema personaggi, non ho apprezzato per nulla la figura di miss Nelly Underdown: trovo incomprensibile la sua azione alla fine de "L'arresto di Arsène Lupin" e inconcludente il suo contributo in uno dei racconti successivi.
Per quanto poi la sospensione dell'incredulità sia d'obbligo in una storia di fantasia, la risoluzione presentata ne "La Collana della regina" è dir poco inverosimile; l'ho trovata fastidiosa soprattutto perché vorrebbe portare un messaggio di denuncia sociale, che però si perde del tutto di fronte all'assurdità della vicenda raccontata.
Nonostante questi difetti, rimane un titolo molto godibile e divertente, inoltre questa edizione di Feltrinelli ha una valida traduzione e diversi appendici in cui vengono forniti un buon quadro sulla vita di Leblanc e sulla genesi del geniale ladro che lo rese famoso.
NB: Libro letto nell'edizione Feltrinelli