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L'umanità riflessa in un mostruoso specchio
Come specificato nell'appendice dal traduttore di questo classico, "I viaggi di Gulliver" è spesso classificato come un romanzo per ragazzi. A essere sincero, per molti anni avevo creduto fosse proprio così e forse inconsciamente ne ho rimandato la lettura proprio per questo motivo. Mi sbagliavo così come si sbagliano le masse: quello di Swift è un romanzo feroce e dalla fortissima impronta satirica, di cui l'autore era un vero e proprio maestro. La satira di Swift ha come bersaglio l'umanità tutta, e i viaggi del suo protagonista in mezzo a popolazioni strambe, sproporzionate e impensabili non sono altro che un espediente per poter mettere in risalto quelli che sono i nostri difetti, i nostri vizi, le deformità nostre e della società che ci siamo costruiti.
Questo, di certo un ragazzo non può arrivare a capirlo sebbene possa godersi il percorso e ridere di tutte le stramberie che il protagonista si ritroverà davanti.
Quando si pensa a Gulliver si pensa in maniera automatica a Lilliput e ai suoi abitanti, ma questo è solo uno dei diversi viaggi in cui il protagonista si troverà coinvolto, ognuno dei quali ci mostrerà società diverse e principalmente utopiche, sebbene ognuna, anche la più perfetta, presenti i suoi lati oscuri. Le virtù desiderabili di queste popolazioni, tuttavia, sono un metro di paragone spietato per giudicare e mettere in risalto le controversie e i problemi di quella che era l'Inghilterra del Settecento (e come aveva già fatto Thomas More nel suo "Utopia") ma in fondo dell'Umanità tutta: una razza che fa del vizio una virtù, che sparge sangue per motivi futili, attratta da cose senza valore e incapace di mettere a frutto quel pizzico di Ragione che la Natura gli ha donato, anzi, l'adopera per essere ancora più spietato e insensato. Eppure, almeno fino a un certo punto, Gulliver sembrerà il più accorato difensore della sua razza, dipingendo di fronte a sovrani stranieri un'immagine idilliaca dell'essere umano in maniera assolutamente candida. Queste bugie inconsapevoli, tuttavia, saranno viste sia dagli interlocutori sia dallo stesso lettore come qualcosa di straniero, come una bugia talmente grossa da portare la realtà a galla in maniera molto più forte: per mezzo di questo paradosso, per mezzo di una bugia, per mezzo di un'immagine positiva, l'essere umano emerge in tutta la sua meschinità, ingordigia, malvagità. Davvero non si può negare la bravura di Swift, in questo senso, e come il lettore si rende gradualmente conto di qual è la verità, così se ne renderà conto lo stesso protagonista, arrivando a considerare i suoi simili come bestie selvagge e mal sopportando la presenza anche di sua moglie e dei suoi figli: rappresentanti di una specie lontanissima dalla virtù mostrata dall'ultima popolazione da lui visitata, quella degli Houyhnhnm, i cavalli senzienti.
Satira, rovesciamenti, paradossi: questo è "I viaggi di Gulliver" di Swift, un romanzo che può essere letto dai ragazzi ma può essere compreso appieno soltanto da adulti.
“Quanto a voi (proseguì il Re), che avete passato la maggior parte della vita a viaggiare, sono dispostissimo a credere che finora siate forse sfuggito a tanti vizi della vostra patria. Ma da quanto ho capito dal vostro racconto, e dalle risposte che con tanta fatica vi ho strappato ed estorto, non posso se non concludere che la massa dei vostri indigeni sia la più perniciosa razza di piccoli odiosi parassiti che la Natura abbia mai tollerato strisciasse sulla faccia della terra.”
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Commenti
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da adulti va assolutamente letta la versione completa, visto e considerato che, come osservi giustamente tu, l'opera di Swift ha un intento satirico che ne rappresenta l'anima più profonda e anche l'elemento. più importante e interessante. La faccenda dell'uovo è l'elemento più controverso della società di Lilliput, che ci appare tanto organizzata e razionale ma poi, per una questione così futile, ha discusso per anni e anni e addirittura perpetrato massacri.
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