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La trasfigurazione del mondo
Che il Demian si sarebbe rivelata una lettura particolare era un qualcosa che in fondo mi aspettavo: Herman Hesse è già di per sé un autore piuttosto peculiare da affrontare, infuso di misticismo, di elementi sensoriali e spirituali, di razionale e irrazionale, di apollineo e dionisiaco. Demian è forse il romanzo che con più fatica ho apprezzato, ma nel quale più degli altri si avverte il contesto storico e sociale che Hesse e tutta l’Europa - la Germania in particolare - si trovavano ad affrontare durante e in seguito alla Prima Guerra Mondiale, in un secolo in cui le certezze vengono a mancare e regna sovrano il Relativismo; un secolo in cui l’uomo si confonde nelle masse e non riesce più a trovare sé stesso. Il fatto che Nietzsche sia apertamente citato nelle pagine del “Demian” non stupirà affatto chi conosce anche un minimo il filosofo in questione: con le sue idee “esplosive” aveva messo in evidenza come gli esseri umani fossero stati per secoli vittima delle illusioni della morale, mettendo in risalto la necessità di trovare nuove certezze che dovessero trascenderla e mettere da parte quel pilastro che era la religione, nient’altro che un’accozzaglia di dogmi che offrono all’uomo certezze illusorie e gli impediscono di “esaltare la vita”: vera soluzione al pessimismo ed essenza del nichilismo. Solo coloro che si sarebbero rivelati capaci di andare “al di là del bene e del male”, i cosiddetti Oltreuomini, sarebbero stati i pilastri sui quali una nuova società umana avrebbe potuto formarsi.
E chi sono Demian e Sinclair, se non dei potenziali Oltreuomini?
Potenziali perché in loro (soprattutto in Sinclair) questo ideale non s’è ancora realizzato e nella sua psiche si fa spazio quelli che sono i dubbi e le angosce dell’uomo moderno, che è incapace di muoversi in un mondo che sta profondamente cambiando e ha bisogno di una guida. La guida, per Sinclair, è Max Demian: compagno di scuola che rappresenterà per lui un punto di riferimento costante anche nei momenti di distacco; un ragazzo che sembra vecchio e giovane insieme, che sembra aver trasceso il tempo ed essere entrato in una dimensione tutta nuova.
Lo spauracchio della guerra è ancora vivo e così il sentimento che un profondo mutamento, nel mondo, fosse prossimo ad avvenire. Per cambiare, il mondo doveva frantumarsi, e dai suoi cocci solo quegli uomini in grado di sopravvivere all’urto avrebbero potuto determinarne il futuro.
Un romanzo che ingloba le angosce, le ansie, le sensazioni di un cambiamento imminente, le filosofie e anche le scoperte scientifiche - il romanzo è infatti infuso delle nuove scoperte freudiane che hanno al centro i sogni e l’inconscio - di un secolo che, probabilmente, è stato il più importante e assurdo della storia dell’umanità: il Novecento.
“Pensare: una comunità tutta di uomini paurosi dell'ignoto che hanno dentro! Tutti sentono che le loro leggi di vita non sono più giuste, che vivono secondo antiche tavole, che le loro religioni, la loro moralità, nulla insomma è adeguato a ciò che ci occorre. […] Questi uomini che si associano così timidamente sono pieni di paura e di cattiveria, e non c'è uno che si fidi dell'altro. Stanno attaccati a ideali che non lo sono più e lapidano chiunque ne eriga uno nuovo. So che si fanno discussioni. Verranno, credi a me, verranno presto. S'intende che non "miglioreranno" il mondo. Sia che i lavoratori ammazzino gli industriali, sia che Russia e Germania sparino l'una contro l'altra, si tratta soltanto d'un cambio di proprietario. Ma non sarà stato invano. Ciò mostrerà quanto poco valore abbiano gli ideali odierni e servirà a spazzar via gli dèi dell'età della pietra. Il mondo com'è oggi vuol perire e perirà.”
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Commenti
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Ci offri sempre recensioni molto interessanti.
In gioventù ho letto parecchi libri dell'autore. Probabilmente qualche rilettura non sarebbe affatto male.
Hesse è un autore importantissimo, per quanto mi riguarda, ma che spesso divide: c’è chi lo ama e chi lo ritiene sopravvalutato. Io credo di appartenere ai primi, pur ammettendo che alcune sue opere non siano capolavori assoluti.
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