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Tra luce e ombra
"L’unico modo di liberarsi di una tentazione è abbandonarvisi."
A grandi linee tutti conosciamo la storia. Un ragazzo bellissimo che non invecchia mai e un dipinto maledetto che ogni giorno diventa sempre più mostruoso.
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Una trama originale, ben congegnata con un tocco dark e macabro che a mio parere non guasta mai. Ho amato l’ambientazione nella vecchia Londra vittoriana, con i suoi teatri dove la bella élite mostrava il suo lato migliore e artificiale, e i luridi sobborghi malfamati dove gli stessi borghesucci potevano calare la maschera e sfogare i loro impulsi più deplorevoli e i vizi più condannabili.
Un perfetto affresco della società perbenista e contraddittoria dell’Inghilterra del diciannovesimo secolo.
Un’opera ricca di riflessioni esistenziali che riesce a cogliere le profondità dell'animo umano trattando un tema che ha come radici la vanità e l'ambizione dell'uomo. Chi non ha mai immaginato quanto sarebbe meraviglioso poter restare per sempre giovani e belli?!
Una vera e propria celebrazione del culto della bellezza. La vita, per Wilde, si configura infatti come un'opera d'arte. Un'esperienza, quella estetica, che non sempre si rivela giusta e retta. La visione della vita come arte implica infatti da un lato la ricerca del piacere dall'altro uno stile di vita disinibito e dissoluto che porta allo sfacelo morale e, nel caso di Dorian Gray, al crimine.
Wilde non è uno scrittore a noi contemporaneo e perciò il ritmo della narrazione non appare sempre leggero. Verso la metà la lettura rallenta. Questa è stata la parte più dura a mio parere. Ci sono capitoli dedicati a particolari dettagli della vita di Dorian, uno è dedicato interamente ai suoi passatempi, per farvi un esempio. Superati questi si giunge al gran finale. Aumenta l'intensità della narrazione e le pagine si caricano di suspense ed eccitazione.
A quel punto il capolavoro di Wilde è compiuto e non si può che restarne ammaliati.
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Del Decadentismo nordico ti segnalo il danese Bang , con "La casa bianca" e "La casa grigia" .