Dettagli Recensione
Arte demoniaca
Questo libro mi perseguita da una vita. Ogni tanto, ad anni di distanza, riaffiora il desiderio di rileggerlo ed ogni volta è un’impresa, appagante anche se non esente da sofferenza. Già perché la lettura di questo affascinante, complesso e corposo romanzo, riletto da poco, non è facile: la prosa non è scorrevole, i temi affrontati sono ostici, il flusso narrativo è a tratti frastagliato e non lineare. Ma credetemi: ne vale la pena. E’ la storia tragica di un compositore, alter ego di Arnold Schönberg e della sua arte estrema e visionaria. Ogni capitolo è un mondo, un laboratorio di idee e stimoli. Magistrali quelli che narrano le lezioni di Kretzschmar su Beethoven e la fuga e sulla sonata op.111, o sulla musica "troppo insolita e troppo capricciosa e strana" di Ephrata nata all'interno della setta degli anabattisti tedeschi in Pennsylvania nel XVIII secolo, e le lezioni sul concetto del libero arbitrio e sul rapporto di bene e male nella religione cristiana di Schleppfuss ad Halle durante i corsi universitari in teologia. E che dire del capitolo (il XXV) in cui Adrian racconta dell’incontro con il demonio, dove il linguaggio raggiunge vette vertiginose o di quello (il XLVII) incentrato sulla straziante confessione alla cerchia di suoi amici ed ammiratori del patto scellerato che lo ha portato alla gloria ma che gli ha anche assicurato la dannazione eterna, anticipata dalla decadenza mortificante dei suoi ultimi anni di vita.
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