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UN CLASSICO CHE NON MI HA CONQUISTATA
Questo romanzo è stato scritto da Alexander Dumas figlio nel 1848 e racconta dell'amore tra Marguerite Gautier e Armand Duval. Lei è una cortigiana, la più ambita della città di Parigi e lui è un giovane di buona famiglia, immaturo e viziato.
Marguerite è una donna giovane, elegante e affascinante che vive negli agi e nella dissolutezza, la prima volta che incontra Armand, lo trova ingenuo e inesperto e si prende gioco di lui.
Ma dopo alcuni anni i due si rincontrano e si innamorano e la protagonista cerca di vivere la loro storia, di cambiare per l'amore che sente per l'uomo, però incontrerà moltissimi ostacoli.
A fine lettura ho trovato molti punti interessanti su cui riflettere però questo libro è un romance scritto nell'Ottocento e ho trovato la narrazione fin troppo sdolcinata e melensa.
L'autore sceglie di raccontare la storia attraverso ricordi e lettere da parte di un narratore che ha conosciuto solo di vista Marguerite.
Quello che ho apprezzato di meno di questo libro è la costruzione dei personaggi, quasi tutti risultano antipatici e l'autore racconta questa storia con semplicità, la narrazione risulta molto scorrevole anche se la trama è molto essenziale.
La protagonista Marguerite non mi ha colpito e mi ha lasciato perplessa, ha sicuramente bisogno d'amore ma lo nasconde, dietro una maschera di donna cinica e superficiale. Anche se cerca nel corso della storia di cambiare non ci riesce mai del tutto rimanendo attaccata alla sua frivolezza, al suo bisogno di denaro. In realtà vorrebbe tornare ad essere la fanciulla ingenua, sincera e semplice che era da piccola.
Marguerite, in alcuni punti sembra cambiare, però non lo fa mai davvero rimane sempre una cortigiana dedita ai vizi e alla vita dissoluta; è una donna complessa, sembra forte ma non lo è, mi sono chiesta anche se fosse veramente innamorata dell'uomo.
Armand, è un uomo ipocrita, debole, immaturo che fa parte della borghesia del tempo e lo considero il peggior personaggio dell'opera. E' un uomo infantile, la gelosia lo porta a fare delle stupide ripicche, è insipido e alcune volte il suo comportamento non ha alcun senso.
Il padre di Armand non è da meno, è un finto puritano che accetta e chiude un occhio davanti ai vizi degli uomini dell'epoca, seppur tutto avvenga con discrezione. Giustifica il figlio e condanna la protagonista.
Il tema principale del romanzo è la donna perduta, l'autore non esprime un giudizio morale, descrive la società dell'epoca, ma c'è una sorta di compassione verso quelle donne che comunque sono degli esseri umani.
Marguerite è un personaggio che nonostante io non sia riuscita a capire del tutto, è così potente e interessante che da sola regge l'intera storia.
Non ho mai creduto a questa storia d'amore, per Armand è sicuramente una passione passeggiera, un capriccio, l'uomo è talmente egoista, immaturo e privo di coraggio che non sa amare un'altra persona e pensa solo a se stessa e alla propria immagine. Si sente ferito nel suo ego maschile e non pensa mai a una volta a cosa provi Marguerite.
Questo libro insegna anche come gli uomini non possono cambiare in nessun caso e per nessun motivo.
Una storia che non mi ha colpito particolarmente, durante la lettura non ho apprezzato questo "finto" amore raccontato con fin troppa dolcezza.