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Ecco perchè l'ho uccisa
LA SONATA A KREUTZER è un breve romanzo a tesi del 1889 di LEV TOLSTOI (1828-1910), che fin dalle due citazioni in esergo, tratte dal Vangelo di Matteo relative alla sessualità, esplicita il suo tema. Attraverso il racconto in prima persona di un uxoricida e la “Postilla dell’autore”, l’autore consegna il frutto delle sue riflessioni sulla sessualità dopo la crisi spirituale che lo porta a una religiosità evangelica del tutto personale, indipendente da qualsiasi istituzione ecclesiastica e da qualsiasi teologia precostituita, e perciò avversata dalle chiese, certo, ma anche dal potere civile, sempre ostile a chi antepone Dio, e quindi la propria coscienza, a qualsiasi autorità, da qui le censure e le condanne.
Il pensiero di Tolstoi posso sintetizzarlo così:
“bisogna smettere di pensare che l’amore carnale sia qualcosa di particolarmente elevato, e bisogna invece capire che (...) l’innamoramento e il congiungimento con l’oggetto dell’amore (…) non rende mai più agevole il raggiungimento di un fine degno dell’uomo (ha nominato “la dedizione all’umanità, alla patria, alla scienza o all’arte, senza poi parlare della dedizione a Dio”), bensì più difficile”(p. 130 dell’ed. Univ. Econ. Feltrinelli). Non bisogna temere che l’umanità si estingua, perché anche se tutti riconoscessero che “la continenza è migliore della depravazione” (p. 131) (e per “depravazione” Tolstoi intende il sesso non finalizzato alla procreazione, bensì - per lui tertium non datur - al piacere), non tutti sarebbero in grado di accettarne le conseguenze, ma anche se ciò fosse e tutti rinunciassero all’unione carnale perseguendo la perfezione (io la chiamerei “santità”), non sarebbe di per sé un male che l’umanità si estinguesse, poiché d’altra parte la scomparsa degli uomini è nei disegni di Dio.
Come si vede, è un pensiero radicale. Lontanissimo da quello di Freud, che intanto ha teorizzato l’importanza “fondativa” della sessualità per la persona.
È chiaro che il punto di vista di Tolstoi è lontano anni luce da noi, cittadini delle società occidentali del 21° secolo. E però ... Anche l’illuminista Diderot aveva affrontato il tema della sessualità, anzi, più precisamente della “morale sessuale”, nel dialogo filosofico intitolato “Supplemento al viaggio di Bougainville o Dialogo tra A e B su … (attenzione!) l’inappropriatezza di applicare idee morali a certe azioni fisiche che non ne comportano”, operetta scritta nel 1772 e pubblicata nel 1796, in cui i Tahitiani apprendono con stupore che il Dio dei loro visitatori europei permette la sessualità solo nell’ambito del matrimonio, benchè non impedisca che essa sia praticata anche al di fuori di esso, con gravi sofferenze per “il peccatore” e il corpo sociale. Ora, lo stupore dei Tahitiani serviva a Diderot per mostrare che anche su materie così importanti come la nozione di Dio e la “morale sessuale” non c’è una verità, ma punti di vista. Cosa voglio dire con questo? Voglio dire che non si tratta tanto di stabilire se il punto di vista di Tolstoi sia giusto o no, come nel caso dell’opera di Diderot non è questione di stabilire se hanno ragione “i selvaggi” o gli europei, bensì si tratta di capire se l’“altro” punto di vista sia sostenuto da una sua logica interna oppure no e porsi in posizione dialettica rispetto ad esso. E a me sembra che il punto di vista illustrato da Tolstoi sia ben argomentato e che valga perciò la pena di lasciarsi da esso interrogare.
Devo dire che quando ho cominciato a leggerlo mi chiedevo: “Ma come ha fatto il mio amico X a dirmi che è modernissimo?”, perché lo trovavo pedissequamente moralistico e anche vecchio per quei ripetuti attacchi a “i dottori”, in quanto secondo Tolstoi questi antepongono la salute del corpo alla salute dell’anima e alla volontà di Dio (chi ha letto La peste di Camus non potrà non ripensare alla scelta di Padre Paneloux di non curarsi). Poi, a pag. 70 circa (!) Tolstoi comincia ad analizzare l’evoluzione delle relazioni tra i coniugi fino all’uxoricidio per gelosia - la forma più frequente che l’odio assume nei rapporti di coppia - e lo fa con tali verosimiglianza ed acutezza da dare l’impressione netta di un vissuto autentico - e infatti il matrimonio di Tolstoi fu infelice-, e a quel punto, sentendomi infine coinvolta nella narrazione, mi sono aperta alla comprensione delle idee che l’autore vi sostiene e le ho trovate assolutamente sostenibili, sempre dalla posizione del cristiano che voglia regolarsi sulla parola di Gesù quale i Vangeli la tramandano.
Come tutti sappiamo, l’amore sensuale, insomma l’attrazione tra un femminile e un maschile - e molto più spesso quello infelice che quello felice - ha in moltissime epoche ispirato innumerevoli opere in Occidente (vedi il saggio di Denis de Rougemont), ma lo studio delL’AMORE NEL MATRIMONIO diventa oggetto di interesse per scrittori ed artisti nell’800, quando all’edonismo gioioso del ‘700 (ri-vedi per esempio lo scritto di Diderot citato sopra) subentrano l’esaltazione romantica dell’amore (unico, puro e purificante) e però anche un’etica borghese che vorrebbe conciliare amore romantico e matrimonio cioè famiglia. Con che successo, già Flaubert lo racconta magistralmente in “Madame Bovary”. E che il binomio matrimonio/famiglia stia sempre peggio in salute ce lo dicono il numero crescente di divorzi e il crollo delle nascite, indici entrambi di una minore attrattività del progetto famigliare, perché se l’amore (che Flaubert nell’Educazione sentimentale mostra molto bene essere una favola romantica, così come Proust anche solo nel brevissimo ma folgorante cap. VI di “Fantasticherie color del tempo”) è concepito e vissuto come “complicità” e intesa sessuale, difficilmente può dar forza sufficiente per sostenere i tanti sacrifici e sforzi di varia natura che comporta avere una famiglia. Questo giusto per dire che vale la pena di interrogarsi sul tema “matrimonio/famiglia e amore” all’epoca di Youporn.
Qualche nota a margine: 1. Il tema della sessualità e dell’identità sessuale, legato al tema del diritto individuale alla felicità, viene affrontato in modo molto moderno e coraggioso da André Gide fin dai primi anni del ‘900; 2. Il tema del potere della musica su “i nervi”, da sempre ben noto, altrimenti Orfeo non avrebbe con essa persino incantato gli animali, è particolarmente frequente nella letteratura di fine ’800- inizio ‘900 e dice come essa “intenerisca”, cioè indebolisca la volontà a vantaggio della sensibilità o dei sensi, che dir si voglia. Come accade per esempio nella novella “Tristan” di Thomas Mann del 1902.
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Ieri sera ho letto le prime pagine di "Non luogo a procedere" di Magris (primo libro di lui che leggo), ma dopo Il sergente nella neve" che è di una bellezza immediata- questo si annuncia impegnativo: ciá, vediamo se ce la faccio
Ciao . E buone letture!
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Una recensione colta e interessante. Non sapevo dell'opera di Diderot di cui parli.
Non ho letto questo famoso libro (Di tanto in tanto ascolto il celebre brano musicale che porta questo titolo).
Penso che l'attualità di un libro vada visto proprio nella distanza dagli stereotipi di moda della nostra società e nel farci immaginare una realtà diversa su cui soffermarsi, su cui accostarsi 'con occhi nuovi' , che ci aiuti a comprendere la superficiale ottusità di quella culturetta che si diffonde come le erbe matte.