Dettagli Recensione
Mi aspettavo di più
Ecco che finalmente sono riuscita a leggere il famoso romanzo di Virginia Woolf, "Gita al faro". Talmente famoso che molti tendono a iniziare proprio da esso e sono contenta di non averlo fatto e questo perché, a mio gusto personale, non rientra tra i migliori che ho letto. Mi ha lasciata una sensazione di incompletezza con un messaggio che non sono riuscita a captare nel suo insieme. Tra le tre parti che compone l'opera ho amato la parte centrale in cui fa da personaggio la natura, che si impossessa del tempo e della materia, natura viva e piuttosto ostile ma immensamente bella. Questa parte l'ho trovata molto poetica e anche godibile come lettura. Ciò che ho apprezzato meno in essa è come l'autrice ha gestito l'inserimento dei fatti avvenuti nel tempo come per esempio la morte della signora Ramsay o di Prue, che vengono intercalati tra una descrizione e altra tra parentesi quadre. Ora non so se è una scelta editoriale della mia edizione o il volere della Woolf ma personalmente l'ho trovato poco armonico. Magistrale il flusso di coscienza della prima parte ricco di dettagli che l'autrice riesce a portare avanti, tuttavia un flusso di coscienza abbastanza "elementare" a mio avviso- infatti si seguono tranquillamente i pensieri intercalati dei vari personaggi. Molto bella anche la terza parte, con un finale che sa di un cambio di prospettiva e molto simbolico per come l'ho interpretato, sembra quasi che l'intera storia sia il quadro finalmente finito di Lilly Briscoe ma anche l'atto creativo dell'opera in sè.
I temi trattati sono molti, quello che più mi ha colpita e che l'ho trovato molto incisivo e ben descritto è quello della nostra vita interiore, c'è un bellissimo passaggio in cui si parla della signora Ramsay, figura misteriosa per questa sua duplice vita interiore ed esteriore, in cui si dice che siamo immersi in pozzo oscuro, profondo ma ogni tanto saliamo in superficie e questo rappresenta ciò che gli altri sanno di noi. Anche il romanzo stesso gioca non tanto sui fatti veri e proprio, essendo esente quasi di trama e nemmeno su dialoghi ma su profondi monologhi interiori. Ha anche una sottile vena macabra, crudele, con James che in più occasioni ha pensieri omicidi sul padre, pensieri piuttosto violenti. Lascia un senso di tristezza e nostalgia.
Riassumendo, mi è piaciuto molto ma non moltissimo, me lo aspettavo più armonioso e a tal proposito non posso non nominare "Le Onde", scritto qualche anno dopo dove regna l'armonia perfetta, poesia vibrante e un flusso di coscienza davvero magistrale.
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Altro che Edith Wharton, La Mia scrittrice preferita è Virginia Woolf. Letto, approvato e sottoscritto.
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