Dettagli Recensione
Interessante e piacevole
Un libro che mi ha fatto compagnia per molte settimane, più di ottocento pagine, letto con vero piacere e sincero interesse. Conoscevo il nome, George Eliot, sapevo che si trattasse di uno pseudonimo e che la penna fosse di una donna, Mary Ann Evans, poiché da ragazza ero rimasta affascinata dal libro “Il mulino sulla Floss”, che aveva toccato profondamente le mie corde mi ero riproposta più e più volte di affrontare un altro libro della scrittrice.
Sono felice quindi di aver trovato il momento giusto per assaporare pagina dopo pagina le storie, lo stile, la tempra di George Eliot e l’ho fatto con il suo romanzo più famoso in Inghilterra, con il NOVEL inglese per eccellenza, vittoriano DOC.
L’opera è voluminosa, come ho subito precisato, quindi la consiglio vivamente a chi ama i romanzi incentrati su più storie che coinvolgono più personaggi e rispettive famiglie, in un medesimo, piccolo borgo di provincia, una comunità-cuscinetto in mezzo a due contee, un Middlemarch, appunto, come precisa Antonia Byatt di cui l’edizione BUR riporta un bellissimo e illuminante saggio.
Se amate il novel, cioè il romanzo, vittoriano, non romantico, questo titolo è il capolavoro del genere! Alcuni passaggi sono lenti, richiedono pazienza,ma se siete motivati troverete il libro meraviglioso ed avrete difficoltà a staccarvi dai personaggi.
Come recita il sottotitolo è “uno studio della vita di provincia”, quindi immaginatevi tante tematiche: vita di provincia implica il pettegolezzo, nascite, morti,matrimoni ben contratti, matrimoni infelici e frettolosi, famiglie rispettabili, qualche personaggio dal passato oscuro che cerca di redimersi, un piccolo campionario di figure femminili dalla psicologia ben delineata. Storie che si intrecciano ad altre, tutte legate all’ambiente di Middlemarch. Storia di un microcosmo locale e universale insieme, i cui personaggi principali sono due: Dorothea Brooke, fanciulla che desidera fare qualcosa di grande nella vita, sposando un uomo colto, dalla mente speculativa come quella di Locke, anche se più anziano di lei di oltre ventisei anni e il dottor Tertius Lydgate, accalappiato dalla vacua e vanesia Rosamund Vincy, che sposerà e che lo porterà in un mare di debiti, abituata com’è a vivere nel lusso, non concepisce come possano i soldi finire da un momento all’altro. Due personaggi accomunati da un medesimo destino: vittime di scelte sbagliate, matrimoni frettolosi.
No, non si sposeranno, nè si innamoreranno, troppo scontato...scopritelo voi.
La voce narrante onnisciente, l’impianto è quello di un perfetto entrelacement: storie che cominciano, vengono sospese, ne partono altre, sospese anch’esse e il lettore si trova nelle mani più fili che poi riprende ad intrecciare agli altri e poi sospende, per poi intrecciare: alla fine, quando avrà riannodato tutti i capi,si troverà tra le mani un bellissimo arazzo.
A me ha colpito tantissimo l’ironia quando si parla della presunta “inferiorità femminile” che impedisce alle donne di valore e ispirazione, come tante Terese d’Avila, di “appuntarsi su qualche azione memorabile”.
“ si esigeva che le donne avessero delle opinioni poco salde, ma il grande baluardo della società e della vita domestica era che non si agiva in base a quelle opinioni. La gente sana di mente si comportava allo stesso modo dei propri simili, cosicché se qualche pazzo era in libertà si poteva riconoscerlo e starne alla larga”.
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Il libro è lì che attende lettura.
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Alcuni giorni fa mi sono stati regalati dei libri fra cui questo poderoso volume. Pertanto conto di leggerlo senza lasciar trascorrere tanto tempo. Amo la letteratura vittoriana, mi ha fatto piacere che tu abbia posto questo libro ai vertici di essa.