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"Primo atto di una commedia famigliare"
All’apparenza potrebbe sembrare un romanzetto adolescenziale; e forse per questa ragione, questo romanzo ha dovuto attendere i miei vent’anni per essere letto. Meg, Jo, Beth e Amy, invece, ci accompagnano in una storia di avventure fanciullesche, sentimenti, speranze, scoperta di sé e grande desiderio di indipendenza.
Ciò che mi ha colpito di più della storia di queste quattro ragazze (Ma non solo: come dimenticare la leziosa e tanto buona mamma March, il birbante e fedele Laurie e il caro signor Lorence, dal cuore d’oro?) è il tenero accostarsi tra i più nobili e semplici valori cristiani (L’amore fraterno, la solidarietà oltre ogni futile ira, l’apprezzamento di ciò che si ha, accogliendo i frutti della povertà, il rifiuto del peccato e il continuo lavoro interiore su di sé per combatterlo) ai più rivoluzionari desideri di quattro donne, quasi “proto-femministe” che lottano per “fare qualcosa per il proprio mantenimento” ed essere economicamente indipendenti dalla loro famiglia, che coltivano con determinazione i proprio interessi e sognano un gaio futuro di successo (Chi disegnando, chi scrivendo, chi suonando, chi governando una lussuosa casa...).
Questi tratti ben si esemplificano nella ribelle Jo, che ama riferirsi a sé con il maschile e guarda con desiderio, seppur senza invidia, la posizione di Laurie e non vede che può essere ciò che è: determinata, risoluta, decisa, senza la necessità di essere un uomo.P
Altro tratto non meno importante è il lavoro, valore primordiale per le sorelle March, oltre le fatiche quotidiane spesso lamentate. Proprio il lavoro diventa simbolo dell’indipendenza, del sapersi prendere cura di sé.
Non si può dire che questo romanzo tutto al femminile non presenti dei piccoli tratti rivoluzionari!
Ma, Piccole Donne, è anche un romanzo di formazione che parla dell’inaspettata maturazione di quattro fanciulle che si apprestano a diventare donne, lottando con i propri vizi e accogliendo le sfide che la vita propone.
Avvertendo di un piccolo spoiler, mi permetto di dire che la conclusione con l’attesa di un matrimonio ormai deciso mi ha lasciata con le stesse sensazioni di Jo. Ma, forse, è pretendere troppo, chiedere ad un’autrice di uscire dal suo tempo. E questo certo non rovina questo romanzo di cui avevo poche aspettative e che ha saputo stupirmi!