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La mia paura è la mia essenza
Emergono dalla lettura di queste dolorose pagine dei punti fissi, come labili stelle in un cupo cielo notturno. Per prima la paura, che fin dalle prime righe predomina in timide frasi in negativo (“Non sostengo naturalmente di essere divenuto quello che sono soltanto per la tua influenza”), contraddizioni intimorite che dominano il testo, accuse che vorrebbero colpire il bersaglio e che invece si ripiegano su se stesse in una colpa senza nome, né accusato. Di tale colpa, che pervade l’animo di un figlio che ha riposto la stima di sé nelle mani del padre, rimangono i resti nel suo fragile cuore, incapace di portare a termine ogni scopo di vita, abbagliato dall’onnipresente confronto con il padre.
Kafka delinea la figura di un uomo burbero, austero, ostile al prossimo eppure “misura di tutte le cose”, margine di paragone di ogni impresa, destinatario di ogni successo. E da questa lacerazione, nasce un animo tormentato, dominato dal timore che diviene elemento costitutivo del nostro fragile scrittore.
“La mia paura è la mia essenza, e probabilmente la parte migliore di me stesso”.
Ma questa paura è incompresa dal padre e anche quando egli ne domanda le cause, le parole si assopiscono di fronte all’innumerevole lista di motivi, di fronte al timore che impedisce di trovare giustificazione di sé stesso.
La lotta padre-figlio che viene a crearsi non è però combattuta l’uno di fronte all’altro, ma in lontani sguardi di disapprovazione, mancate parole di conforto che si annidano nel cuore del nostro scrittore.
Leggendo quest’opera, mi sono chiesta più volte fino a che punto avessi diritto di entrare nell’intimità del nostro Kafka, che poco prima di morire invitò il suo amico Max Brod a bruciare ogni suo scritto, quanto potessi permettermi di entrare nei meandri della sua fragilità. Non mi sono ancora data risposta; ciò nonostante, sono giunta alla conclusione che innumerevoli di quelle paure non erano solo di Kafka, ma di tutti noi, e il poter condividere con un libro i nostri dolori, è per il lettore sempre motivo di conforto.
C’è da dire poi, che questa lettera è sicuramente il punto d’incontro e il fondamento di molte altre sue opere: dal “Processo” alla ben nota “La metamorfosi”
Lettura caldamente consigliata come si può percepire dalle mie parole!
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