Dettagli Recensione
Una delusione cocente
Questo libro mi ha totalmente disorientato, per diversi motivi.
In primis c'è la delusione, perché personalmente amo moltissimo Antoine de Saint-Exupéry: “ll piccolo principe" e “Volo di notte" sono due titoli che mi sono rimasti nel cuore e che hanno uno stile tra i più belli, evocativi e profondi che abbia mai letto. Mi ero quindi approcciato a questo libro carico di aspettative che, mi duole ammetterlo, sono state profondamente disattese.
In secondo luogo è proprio lo stile in sé a essere confuso in maniera improponibile: non si riesce a capire chi sia il narratore; non si riesce a tenere il filo degli eventi e quelle riflessioni che normalmente sono il punto di forza dell'autore francese sono spesso incomprensibili o addirittura fuori contesto (o almeno così mi è sembrato).
L'impressione che ho avuto è quella di un'opera immatura (si tratta infatti della prima pubblicazione dell’autore) in cui la frenesia di voler scrivere e di voler trasmettere qualcosa ha preso il sopravvento, rendendo tutto frettoloso e inefficace. Antoine De Saint-Exupéry di cose da dire ne aveva parecchie, ma sembra quasi che volesse dircele tutte insieme e che quella di “Corriere del Sud” fosse l’unica occasione che avesse per farlo. A dirla tutta, pare quasi una primissima bozza di “Volo di notte", priva di errori ortografici ma disorganizzata; un ammasso di appunti messi insieme alla rinfusa. È dura accettare che una delle poche opere pubblicate da un autore importante - che oltretutto ci ha lasciati molto giovane - si riveli una profonda delusione.
Ma a parte i giudizi, di cosa parlano "Corriere del Sud" e “L’aviatore"? Difficile da dire. Riguardo a “Corriere del Sud”, quel che è certo è che, come “Volo di notte", sia stato ispirato dall'esperienza dell'autore come pilota aeropostale. Anche i temi sono simili e ne emerge un forte senso di alienazione: il pilota infatti si eleva sugli uomini e sulla Terra, sia letteralmente che metaforicamente. Egli si sente lontano dalle cose da appartengono alla superficie, in un modo anche difficile da spiegare. Il tutto è contornato da una curiosa storia d'amore immaturo di cui non si scorge capo né coda e che dunque non suscita emozioni.
“L’aviatore”, invece, è un racconto molto simile al romanzo che lo precede: anzi, direi che in realtà sia proprio il racconto che ha ispirato “Corriere del Sud” e dal quale sono stati copiati anche interi paragrafi. A meno che io non sia impazzito e soffra di deja-vù letterari, è così.
Bene, Valerio, nella tua vita hai stroncato Antoine de Saint-Exupéry: lo avresti mai detto?
P.S. La citazione che segue è di una bellezza incredibile, e il fatto che sia stata inserita in un contesto così confusionario mi fa rosicare il doppio. Quanto potenziale sprecato!
“Voi, generazione dei laboratori, avete integrato il cammino della stella e non lo riconoscete più. È un segno nel vostro libro, ma non è più luce: ne sapete meno di un bambino. Voi avete scoperto persino le leggi che governano l’amore umano, ma l’amore sfugge ai vostri segni: ne sapete meno di una ragazza! Ebbene, venite a me. Quella dolcezza della luce, quella luce dell’amore, io ve le restituisco. Io non vi faccio schiavi: vi salvo. Io vi libero dall’uomo che per primo calcolò la caduta di un frutto e vi chiuse in questa prigione.”
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