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L'uomo senza qualità
 
L'uomo senza qualità 2020-08-31 11:06:20 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    31 Agosto, 2020
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Dalla libido all'eros, viaggio in paradiso

Spoiler attenzione!

L’uomo senza qualità è un romanzo che ricorda i pensieri di Pessoa, infatti la trama è quasi assente e il pensiero ne è il protagonista. Più che il ragionamento come farebbe un filosofo, Musil sembra inseguire le idee e le parole nel loro concatenarsi letterario. Questo comporta delle evoluzioni spiraliformi del pensiero che a volte si contraddice o si avvita su se stesso senza arrivare in nessun luogo dando la sensazione dell’inutilità della ragion pura e di una ipertrofia dell’individuo, cosa tra l’altro presente nel retroterra culturale dell’epoca nietzschiano e razionalista.
Al centro del romanzo è il protagonista Ulrich, matematico e letterato come Musil, uomo intelligente e apprezzato nei salotti e dalle donne.
In pratica il romanzo presenta tutta una serie di donne che hanno relazioni con il protagonista e allo stesso tempo con altri uomini per cui la relazione con ogni donna diviene motivo di schermaglie verbali a non finire. In un certo senso Musil costruisce una scala graduata della donna che va dalla sua amante Bonadea, la ninfomane, alla giovane Gerda con la quale c’è un rapporto di forte attrazione fisica (da parte di lei) che ostacola i sentimenti di lui, a Clarisse l’amica artista, a Diotima, la cugina intellettuale che è al centro dell’azione parallela e della vita sociale austriaca e infine alla sorella Agata, la gemella dell’anima.
Anche negli uomini c’è una specie di scala. Agli estremi della scala ci sono i due “figli di falegname”, il pazzo omicida maniaco Moonsbruger che apre il libro e Gesù Cristo. Nelle posizioni intermedie ci sono Walter che è l’amico marito di Clarisse, Arnheim l’amante o aspirante tale di Diotima, Hans l’amico amante di Gerda e il pedante marito della sorella Agatha. Con tutti gli uomini elencati Ulrich ha un rapporto di rivalità sentimentale in quanto conduce con le rispettive consorti, relazioni parallele salottiere, spesso solo virtuali, per cui con ogni donna si comporta come se volesse conquistarla anche intellettualmente, e con i rivali come se dovesse vincerli in un duello utilizzando la ragion pura al posto della spada. In realtà, non traspare una gran considerazione di Ulrich per le donne nominate, con l’eccezione della sorella.
La più intellettuale di queste, Diotima, organizza nel suo salotto una specie di brain storming dei migliori cervelli austriaci (potenziati da quello del prussiano di Arnheim), nonostante i dubbi rapporti tra Austria e Prussia che rendono discutibile la presenza di Arnehim nel salotto: lo scopo è trovare una idea che esprima al meglio la volontà del popolo austriaco attraverso i suoi naturali e più nobili rappresentanti. Il tutto dovrebbe sfociare in una nobile “azione parallela” volta a promuovere l’Austria. Tutto quello che concerne l’azione parallela è descritto con pregevole ironia nella sua inutilità, vacuità e vanità. Vanità intesa in senso biblico, cioè nel senso di fare del vuoto un tintinnante sonaglio. In questo Diotima e Arnheim sono maestri. Diotima, in realtà si chiama Erminia Tuzzi, il nome Diotima gli è stato appioppato dal protagonista con evidente ironia. Diotima parla spesso (come vuole il nome che porta) di amore spirituale con Ulrich e con Arnheim, l’uomo di mondo, ricchissimo uomo d’affari prussiano, ma i due sono contabili dello spirito e incarnano tutte le qualità che deve avere l’uomo o la donna secondo Goethe e dunque secondo la società. L’ambiente descritto è stagnante e ogni velleità d’azione conduce a una ipertrofia dell’ego, e a un narcisismo che si rispecchia nei dialoghi che spesso si attorcigliano e si rincorrono senza portare a una conclusione socratica ma arrivando in diverse occasioni a contraddirsi.
In questo immobilismo, procede la ricerca sentimentale di Ulrich, passando da una donna all'altra nella scala che dicevo. Il vertice della scala è la sorella gemella Agata. La presenza della sorella porta all'esigenza di un sentimento che si basi su fondamenta meno volatili dell’ umore umano, che ha una radice di falsità. Parlando dell’amore del protagonista per la sorella, Musil non vuole arrivare a descrivere un incesto ma un rapporto d’amore perfetto completamente distaccato dal desiderio cioè dalla libido, un rapporto fatto di eros cioè di tenerezza descritto come fusione spirituale, con le parole dei mistici contrapposto al sentimento mondano di cui parla per pagine e pagine la cugina a proposito della sua relazione con Arneheim.
“Non so dove sono, né mi cerco, né voglio saperlo, né averne notizia. Sono così immersa nella fonte del suo amore come se fossi sott’acqua nel mare e da nessun lato potessi vedere o sentire altro che acqua.”
In un certo senso è come se l’uomo diventasse quello che è in relazione alla donna. Perciò man mano che questa relazione passa dalla libido all’eros l’uomo procede nella scala da Moonsbrugher verso l’estremo opposto. Il finale del libro, forse perché non esiste o non è ben definito o dipende dalle scelte editoriali di inserire o meno alcune pagine, non fa capire bene se l’autore voglia avvicinarsi all’idea dell’esistenza di Dio o piuttosto voglia vivere lui stesso l’amore descritto dai mistici in un rapporto umano elevandosi alla grandezza di Dio prendendone il posto in questo tipo di rapporto. Probabilmente sono presenti entrambi i desideri. Come dicevo Musil non ha la mente limpida del filosofo e procede nel suo ragionare e meditare avviluppandosi nelle idee e a volte sembra perdere di vista il punto d’arrivo del suo ragionare.
In ogni caso il titolo l’uomo senza qualità è spiegato in una delle pagine della terza parte del romanzo, quella fatta di bozze. L’uomo con qualità è l’uomo che ghermisce il successo, l’uomo passionale che si prende ciò che desidera. Invece l’uomo senza qualità è sempre un uomo passionale ma ha vinto le passioni nell’ascetismo, per cui è un grande idealista ma non è un grand’uomo nel senso più mondano e goethiano del termine, cioè non è certo il tipo Arnheim che ha successo in società.
Lo stile del romanzo, la capacità di scrittura di Musil sono incredibili, ci sono mille idee interessanti, squarci sulla mentalità del tempo, ma il tutto risulta un po’ pesante proprio per la difficoltà di seguire il ragionamento fino in fondo per così tante pagine. Musil non manca però di ironia che rende la lettura più piacevole.

P.s. Per quanto riguarda la terza parte, apprezzo la scelta fatta dall'editore della mia vecchia copia cartacea che ha inserito solo quelle pagine che completano in qualche modo il testo, cioè in particolare Viaggio in paradiso.

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Commenti

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Ciao Mario, complimenti per la lettura e per il commento. Io invece in Arnheim non ho trovato un rivale a livello passionale in quanto Ulrich non mi ha mai dato l'impressione di nutrire il minimo interesse per la cugina Diotima, magari la osservava ma non ho mai trovato qualche suo comportamento equivoco. Reputo invece Arnheim l'uomo con le qualità, colui che sa un po' di tutto, mondano e attivo. Alta definizione che Musil da all'uomo senza qualità- che ovviamente è Ulrich- è quella di un attivo passivo, colui che aspetta che si presenti la migliore occasione per agire, valutando e meditando ogni possibilità che si presenta. Buffo poi quale sarà il riepilogo dell'Azione Parallela, hanno tanto parlato di pace che alla fine decidono per il riarmo del paese. Ho molto apprezzato la delicatezza e l'intelligenza con la quale descrive il rapporto tra i due fratelli, dove ciò che prevale è l'aspetto intellettuale della questione, questo raggiungimento della perfetta simbiosi, a tal punto che il lettore dimentica persino il fatto incestuoso. A tal proposito avrei aggiunto l'avvertenza spoiler al tuo commento, forse è l'unico colpo di scena del romanzo. Ricordo con piacere la descrizione di Urich che osserva la città dalle finestre di casa sua, il suo sguardo penetra fin dentro il corpo delle persone che passano sul marciapiede riuscendo a percepire il loro sforzo fisico interno per camminare, come se fosse una zoomata e un rallentamento dei ritmi per osservare meglio l'atto di camminare e lo sforzo del corpo per non farsi investire da qualche macchina in quella Vienna tumultuosa.
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Mario Inisi
31 Agosto, 2020
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Ciao Molli. grazie del tuo intervento. Per quanto riguarda la cugina, a me Ulrich ha dato l'impressione di nutrire interesse per qualunque donna, per lei in particolare. Nel romanzo è descritto un momento in cui i due cugini si appartano nelle stanze della cameriera, oppure il viaggio in carrozza con Diotima dove i vestiti si sovrappongono e la tensione sessuale è piuttosto evidente anche se poi non succede nulla di particolare. In un'altra pagina i due cugini si tengono per mano in camera di Diotima e la cameriera entra (gelosa) interrompendo il momento magico e evitando che sfoci in altro. Invece il fatto incestuoso con la sorella secondo me non c'è stato. C'è una parte in cui è descritto un rapporto spirituale molto simile all'esperienza dei mistici, ma non si tratta di un rapporto carnale vero e proprio anche se potrei sbagliarmi. I due cugini si fondono con ogni parte del corpo come se non avessero un corpo ma solo uno spirito.
Per quanto riguarda l'azione parallela concordo con te, ha una conclusione molto buffa, degna di tante degne menti e piuttosto inevitabile.
p.s. Ho seguito il tuo consiglio e ho aggiunto l'allerta spoiler.
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Molly Bloom
31 Agosto, 2020
Ultimo aggiornamento:
31 Agosto, 2020
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Bhé si, ora che mi ricordi queste scene, effettivamente forse qualche attrazione sottile c'era tra loro. Grazie della rispolverata! Povera Diotima, viveva in un mondo di illusioni e idee per nulla reale. Se non erro, quando Ulrich incontra Diotima nella sua camera lei era già infatuata di Arnheim, quel amore platonico, la cameriera invece ha una relazione con il maggiordomo di Arnheim. Ricordo anche il povero e frustrato Walter, geloso di Ulrich, che suonava Wagner fino a far saltellare i mobili in camera ahahah, era la sua valvola di sfogo.
Io l'ho letto in formato ebook ma mi piacerebbe molto acquistare anche il cartaceo e magari con l'occasione rileggerlo, chissà...
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Mario Inisi
31 Agosto, 2020
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Io ho un vecchissimo cartaceo ma ho preso tra le mani anche l'ebook. Il rapporto tra Diotima e Ulrich contiene una tensione molto poco spirituale, che rende la grande spiritualità del rapporto con Arnheim un po' ridicola. Probabilmente fa parte dell'ironia di Musil ridicolizzare i personaggi più pomposi. Una immagine in particolare descrive bene la cugina: la grossa gallina bianca che sta per beccare il verme. Non mi pare che Ulrich abbia troppa simpatia per lei e nemmeno per tutte le altre donne. Unica eccezione Agata. A me è sembrato un pochino misogino.
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Molly Bloom
31 Agosto, 2020
Ultimo aggiornamento:
31 Agosto, 2020
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Si vero, un po' misogino anche per me, se non ricordo male, seppur abbia trattato bene la sorella, lei comunque è quella che ci rimane male, delusa della marcia indietro del fratello. Ulrich abbastanza egoista. Peccato per gli ultimi capitoli scritti da terzi su appunti di Musil, e in cui si cerca di assegnare una sorta di fine al romanzo, si percepisce la differenza abissale. A proposito della misoginia di Ulrich: ma il capitolo in cui Bonadea gli parla mentre si veste e lui pensa a tutt'altro, lasciandola blaterale nel suo brodo?! E lei che si incavola come una iena, se non sbagli è anche il momento in cui la loro storia finisce.
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Mario Inisi
31 Agosto, 2020
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Bonadea, il nome dice tutto, poverina! Ma da buon misogino Musil non ha molto rispetto per le donne leggere, forse ne ha un po' per Clarisse perchè è pazza e comunque è moglie di un vecchio amico.
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