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Bene e male
“I libri che il mondo chiama immorali sono quelli che rivelano al mondo la sua vergogna. Tutto qui.”
E’ abbastanza difficile scrivere un commento su questo celeberrimo classico: chiunque conosce il romanzo, chiunque conosce la trama, anche se magari non ha letto il libro; chiunque ha già letto e scritto recensioni su recensioni. Comunque, proviamoci lo stesso.
Dorian è un ragazzo bellissimo e ingenuo, ha vissuto fino a quel momento un’esistenza pura e innocente, inconsapevole del bene e del male. Ha incontrato un pittore, Basil Hallward, che si è innamorato perdutamente di lui: Dorian è diventato ciò che può dare vita e splendore all’arte di Basil, la sua fonte di ispirazione, tanto che il pittore ha iniziato a ritrarlo in uno splendido ritratto. Un giorno, nello studio di Basil, Dorian incontra Lord Henry Wotton, un giovane aristocratico che vive una vita dissoluta e completamente sganciata dalle convenzioni sociali, delle quali si disinteressa con ostentata fierezza. Dorian rimane immediatamente affascinato da Lord Henry, si lascia sedurre senza opporre alcuna resistenza dalle sue idee riguardo al ritenersi superiori alle regole morali.
Il giovane protagonista scopre così improvvisamente il lato oscuro che si cela dentro ogni essere umano. Si rende conto della dualità che caratterizza ogni persona: il bene e il male, l’apparenza e la sostanza, l’esteriorità e l’interiorità, l’aspetto fisico e l’anima, la giovinezza e la vecchiaia. Nel testo questa scissione si materializza appunto in Dorian e nel suo ritratto, che rappresentano fisicamente i due aspetti opposti di una realtà unica, quella della personalità del protagonista.
L’autore voleva porre l’accento su questo aspetto: l’essere umano non è unico e inscindibile ma è –almeno- formato dalla sua parte luminosa e dall’altra sua parte in ombra. Entrambe formano e danno vita ad ogni persona, nessuno è un unico ma si scinde fra bene e male. La lettura di quest’opera mi ha più volte fatto ripensare ad un altro romanzo inglese pubblicato all’incirca nello stesso periodo (ultimi anni del XIX secolo), ossia “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” di Robert Louis Stevenson. La letteratura successivamente è andata oltre questo dualismo, presentandoci gli esseri umani non scissi in sole due parti ma frammentati in molteplici maschere e mossi da innumerevoli pulsioni ed istinti diversi.
Il contrasto che sconvolge la vita di Dorian Gray non si esaurisce in quello fra bellezza e gioventù contro bruttezza e vecchiaia ma sicuramente riguarda anche un conflitto morale ed etico fra una persona pura ed innocente ed un’altra cattiva e perversa.
Oscar Wilde voleva ammonire il lettore rispetto all’ipocrisia dilagante nella società vittoriana del suo tempo e puntare il riflettore sugli aspetti oscuri, ma reali, presenti in ogni persona, anche quella che esteriormente si presenta come la più lontana possibile dal male.
Un classico sicuramente imprescindibile, un romanzo che costituisce una pietra miliare nella letteratura e non può mancare nel bagaglio culturale di ogni lettore.
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