Dettagli Recensione
Un chirurgo dell'anima
Il genio Gogol aveva una grande passione: prendere per i fondelli, rendere zimbelli i pomposi personaggi che si aggiravano per le lande russe, che poi non sono altro che gli stessi personaggi che incontriamo quotidianamente in tutti i giorni della nostra vita (quarantena permettendo.....).
Difatti il grande scrittore russo, aveva l'abitudine, attraverso un meraviglioso gioco di parole, aggettivi e superlativi di mettere alla berlina i vari gradi sociali, per poi gettarli in un unico calderone fatto di falsità, meschinità, astuzie, povertà di animo. disperazioni, tutte celate dietro l'apparenza di un titolo di studio, di una posizione lavorativa o di uno stato di disoccupazione e povertà.
Non si salva nessuno. Il ricco come il povero, il bello come l'odioso, il furbo, come il fesso.
La grandiosità della letteratura russa è in questo immenso, inarrivabile talento di saper scavare nell'animo umano, di portare a nudo il vero "io" delle persone, il loro essere.
Gogol è un "chirurgo dell'anima", la indaga, la opera, la seziona e ne estrae il male, il morbo e lo getta in faccia al mondo, con ironia ma anche spietatezza.
Sotto la sua apparente comicità e leggiadria, se si legge tra le righe dei suoi romanzi o meglio ancora dei sui brevi racconti, ne escono fuori tutte le atrocità e le bassezze che ispirano l'agire umano.
Mors tua vita mea
Nei racconti di Pietroburgo, in queste brevi meravigliose, impareggiabili storie di vita quotidiana, siamo davanti a un compendio completo di sociologia e psicologia umana.
Basta leggere un pagina e sfogliarne un altra e si è catapultati in una realtà allucinata, di personaggi e ambienti dove tutto sembra talmente reale da poterlo avvertire nella propria stanza, accanto al proprio divano dove si sta leggendo.
Possono essere il nostro vicino di casa, il nostro sottoposto al lavoro, il nostro capo, il medico da cui andiamo per farci dare un'aspirina, può essere lo sconosciuto che incrociamo mentre andiamo a fare la fila al supermercato e chissà per quale motivo, lo giudichiamo o per come è vestito o magari (in questi tempi ancora più cupi) da che colore ha la mascherina che cela il suo volto......
Come ha detto il genio assoluto della letteratura mondiale Feodor Dostoevsij: "siamo tutti usciti dal cappotto di Gogol" per citare appunto il racconto forse più famoso di questa raccolta dedicata a San Pietroburgo, la meravigliosa.
Il ventre fecondo di Santa Madre Russia.