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Matrimoni male assortiti
“The Woodlanders” è stato pubblicato in tre volumi nel marzo 1887 ed ha come tematica i conflitti all’interno di un matrimonio, come lo stesso autore ricorda nella prefazione. È ambientato in un piccolo villaggio immaginario, chiamato Little Hintock, simile a tanti villaggi che era possibile trovare nell’Inghilterra occidentale, circondati da fitti boschi e abitati da gente dedita ad un mestiere divenuto raro già a fine Ottocento e cioè la concia del legname.
Gli abitanti di Little Hintock sono infatti tutti braccianti, produttori di sidro, taglialegna, artigiani del legno e commercianti.
Come per gli altri romanzi di Hardy finora letti, ne confermo lo stile impeccabile: una prosa chiara, sontuosa, lineare senza salti temporali che strizza l’occhio a colte citazioni bibliche e letterarie, ma anche alle ballate popolari, più consone agli ambienti umili che fanno da sfondo alla storia.
Immancabili le descrizioni, essenziali e mai lunghe, degli edifici, dei particolari architettonici (Hardy era un architetto) e, meravigliose, quelle naturalistiche:
“Le foglie erano deformi, mostruosa la curva del tronco, e la crescita atrofizzata; il lichene divorava il fusto un tempo vigoroso, e l’edera strangolava a morte ogni tenero virgulto. Si addentrarono tra i faggi, sotto ai quali nulla era cresciuto: i ramoscelli più giovani ancora trattenevano le foglie tisiche che stormivano metalliche con l’aria, come quelle di lamiera nel bosco incantato di Jarnvid”
Il personaggio femminile principale è, come al solito, una dolce, delicata fanciulla: nella fattispecie Grace Melbury, unica figlia ed orgoglio del commerciante di legname di Hintock, che ha frequentato le prestigiose scuole cittadine. Grace è promessa sin da bambina, per tacito accordo -consuetudine presso le famiglie di questi piccoli villaggi- al giovane bracciante squattrinato Giles Winterborne, di cui è timidamente innamorata da anni, poiché sono cresciuti insieme prima che gli studi di lei li separassero.
Succede però che un giovane dottore, di belle speranze e appassionato di filosofia, Mr Fitzpiers, viene ad abitare in quel borgo e, colpito dalla bellezza e dalla grazia dell’unica ragazza elegante del posto, la chiede frettolosamente in sposa. Con una riluttanza mista ad una strana attrazione che questi esercita su di lei in maniera paurosa, la giovane ed inesperta fanciulla, per compiacere anche il padre che la vorrebbe adesso sistemata come si converrebbe alla sua istruzione, spezza la promessa e sposa il dottore.
Ma la vita a Little Hintock non è mai noiosa. Di lì a pochi mesi si sistemerà nell’antica Villa del borgo una misteriosa, fascinosa maliarda, dall’oscuro passato, tale Lady Charmond, che sconvolgerà quel matrimonio contratto tanto frettolosamente.
Vi ho raccontato solo la metà, proseguite voi nella lettura. Non potrei mai togliervi il gusto di scoprire una serie di imprevisti che porteranno verso un finale piuttosto insolito, che mai mi sarei aspettata da Hardy.
La piacevolezza, secondo la mia modesta opinione, risente di una dilatazione eccessiva della vicenda, che in un paio di capitoli prima del finale mi ha sfiancata e angosciata. Non posso rivelare nient’altro: quei passaggi hanno una certa necessità all’interno dell’economia della storia, ma quest’ultima avrebbe potuto essere accorciata ed alleggerita. Ho trovato inoltre inverosimile la purezza dell’amore tra Giles e di Grace: tale stridore con la realtà in cui viviamo si annulla, è vero, quando il lettore accorto contestualizza i personaggi, ma rimangono comunque poco affascinanti se paragonati a Mr Fitzpiers, vera rivelazione della storia.
Ho detto troppo.
Il finale imprevisto ed imprevedibile ha reso la storia degna di considerazione, per cui vi consiglio il libro.