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La metamorfosi
 
La metamorfosi 2020-05-01 16:52:44 Mian88
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
3.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    01 Mag, 2020
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Gregor e la solitudine umana

Tutto ha inizio in una mattina come tante in cui Gregor Samsa, al suo risveglio, non avrebbe dovuto far altro che prendere un treno per recarsi in una destinazione per ragioni di lavoro. Tuttavia, qualcosa va storto perché al suo destarsi quel corpo umano, a cui è abituato, sembra essere scomparso per essere sostituito da quello di un insetto di proporzioni smisurate e dubbia piacevolezza. Ad una prima reazione di stordimento segue una sempre maggiore consapevolezza, circostanza, questa, dettata anche dalla famiglia che, una volta resasi conto dell’accaduto, lo blinda in camera. Mentre i pensieri del ragazzo si rivolgono ai propri cari e si interrogano sul come poterli aiutare ora che economicamente non può più mantenerli, quelli di questi ultimi sono nettamente più negazionisti ed egoisti nonché refrattari alla presenza di quello scarafaggio in cui il giovane si è tramutato. Il loro unico pensiero sembra essere quello di tenerlo nascosto il più a lungo possibile. Gli stessi gesti della sorella che all’inizio sembrano essere dediti al prendersene cura si trasformano, con il passare dei giorni, arrivando ad una vera e propria negazione di qualsivoglia rapporto o legame con lui. L’effetto è destabilizzante sul lettore che assiste inesorabile a questo abbandono e a questo istinto refrattario senza nulla poter fare. L’epilogo è a sua volta molto forte e ha un gusto amaro che permane anche successivamente alla lettura.
Kafka, con questo breve racconto, tocca molteplici tematiche che vanno dall’alienazione e spersonalizzazione dell’individuo all’egoismo e all’ingratitudine passando per i rapporti familiari tra padre-figlio, il senso di angoscia, l’ambiguità, lo spiazzamento, lo sconforto innanzi all’impossibilità. Nel tutto spiccano anche l’allegoria e la metafora che vengono usate per evidenziare la loro ambivalenza e la loro enigmaticità.
A far da padrone è ancora il comportamento umano. Questo viene descritto in una accezione non positiva rimarcando il proprio significato sul come spesso i legami, gli affetti, i rapporti, siano di fatto dettati da ragioni di convenienza. Gregor nel suo piccolo ne è una riprova: nel momento in cui da uomo che lavora e che sostiene la famiglia diventa un peso, da quest’ultima viene disprezzato. La sua dipartita, non a caso, viene vissuta come un sollievo, quale una possibilità di rinascita per quegli individui che per mesi hanno dovuto a causa sua lavorare, dare a pensione la propria abitazione ma soprattutto convivere con quella bestia orrenda.
L’allegoria prevalente risiede, infine, nell’emarginazione del diverso che viene evidenziata attraverso la ripugnanza suscitata dal protagonista e dall’incapacità degli umani che lo circondano di instaurare un rapporto con lui. Questa, almeno, è stata l’interpretazione principale data al testo anche in considerazione dello stesso rapporto conflittuale vissuto dal letterato con il proprio nucleo affettivo per quella tendenza di questi a soffocare l’indole artistica che gli era propria. Altra successiva interpretazione si radica nella definizione della metamorfosi quale una rappresentazione dell’etica e della lucidità che trasforma l’uomo in una bestia.
A prescindere dall’interpretazione data, “La metamorfosi” è un testo che suscita molteplici riflessioni in prima lettura e in caso (come questo) di rilettura. Uno scritto breve sul quale interrogarsi e con il quale interrogarsi.

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Commenti

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Valerio91
02 Mag, 2020
Ultimo aggiornamento:
02 Mag, 2020
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Ciao Maria,
bella recensione come sempre.
Ho letto e sentito diverse volte che "La metamorfosi" è una di quelle opere che va lette più di una volta nella vita, ché se ne traggono diverse sensazioni e interpretazioni in base all'età che si sta vivendo. Io lo avrò letto tre volte, e ho effettivamente riscontrato questa differenza.
Ne discutemmo al circolo di lettura e ho notato che in molti empatizzano con i familiari di Gregor. Io sinceramente li ho trovati insopportabili e ingrati, come dici tu. Gregor se ne sta recluso, in disparte, non si fa mai vedere e cerca di non recare disturbo, e quando alla prima occasione si fa vedere (senza peraltro esserne cosciente) viene addirittura detto da quella megera della sorella che "vuole cacciarli di casa".
Lì mi è montato l'odio più profondo, quasi "kareniniano" :D
Un libro che dunque si presta a innumerevoli interpretazioni... e secondo me la sua forza sta proprio in questo.
Brava Maria, una rilettura che dovrei fare anche io. Si perde sempre qualcosa per strada quando si leggono libri così, non basta mai una volta, né due. Bella argomentazione
Come sempre, una bella presentazione, Maria.
Il racconto mi pare letterariamente molto apprezzabile, raggelante. Ma penso di averlo compreso molto meglio dopo aver letto la "Lettera al padre" : lì l'autore esplicita tutto il suo disagio verso la figura del proprio genitore.
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Mian88
03 Mag, 2020
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Ciao Valerio, per me è stata la seconda rilettura ma mi trovi totalmente d'accordo. E' un testo che ogni volta suscita effetti diversi e così è stato anche per me. Ma, ti dico la verità, opinione che è stata confermata è la non empatia con i familiari. Anzi. Nuovamente hanno suscitato in me un moto forte di disapprovazione e di amarezza. Mi hanno fatto riflettere sul profondo e diffuso egoismo e sulla profonda e diffusa ingratitudine. Lascia un'amarezza non indifferente.
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Mian88
03 Mag, 2020
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Grazie Marianna! E' vero, nella prima lettura sfugge sempre qualcosa, anche nei libri che amiamo di più e che sembrano esserci arrivati completamente. Sarà perché questa volta ero più grande ma ho provato una forte empatia con Gregor e una rinnovata distanza dai familiari. Amplificata, rispetto alla prima volta. Ma ho notato e riflettuto anche su dettagli sui quali precedentemente non avevo posto sufficientemente l'attenzione. Ne è valsa davvero la pena. :-)
In risposta ad un precedente commento
Mian88
03 Mag, 2020
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Emilio, quanto hai ragione! E indovina? Mi hai fatto venire voglia di rileggere anche "Lettera al padre". Mi manca "il processo", invece. Devo recuperare :-)
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