Dettagli Recensione
Bello e impossibile
“Cyrano de Bergerac” non è un romanzo, ma una commedia, ma più di ogni altra cosa è una bella storia, anche ben raccontata; è una celebre commedia teatrale del 1897 dal poeta e drammaturgo francese Edmond Rostand.
Cyrano è lo stereotipo di un uomo comune, e di come diviene, e come sa divenire, quando è completamente “falling in love”, e di converso come diveniamo noi tutti quando siamo innamorati. Innamorati davvero, sul serio, da adulti e non da timidi adolescenti, con pienezza di sé, con logica frammista al sentimento, e non da solo impulso emotivo ed ormonale, letteralmente cotti, presi nella spirale di amorosi sensi.
Un uomo comune, non proprio qualunque, perché è ricco di qualità, prima di ogni cosa è una brava persona, ha un animo delizioso, sensibile, romantico, è letteralmente un poeta, d’indole e di fatto.
Non è neanche uno smidollato, tutt'altro, come talora può accadere a un uomo di sole lettere, è un uomo direi completo di testa, cuore e fisico.
È un valente spadaccino, pressoché invincibile, cosa che non guasta data l’epoca alquanto piena di pericoli imprevisti, ma non solo si fa valere nella tecnica di spada e fioretto, è un uomo di coraggio e valore non comune.
Per di più anche empatico e solidale, un guascone, forse, ma un amico vero, una persona preziosa, con valori e di valore, fidato e di cui fidarsi.
Una bella persona, anche disponibile: bello e possibile, quindi.
A rendersi impossibile, ci mette del suo.
Innamorato pazzo, e capace di fare sciogliere perfino il cuore della donna più fredda ed insensibile della terra, con le sue sole poesie.
Il sogno di ogni inguaribile romantica, ricevere versi in rima grondanti parole dolci e tenerezze varie. Per di più, ad una sola donna, la cugina Rosanna, a lei solo si dedica e è devoto corpo e anima, è quindi anche un innamorato fedele e dedito ad una sola donna, il che lo rende anche affidabile. Insomma, un amante ideale, da amare e da farsi amare.
Cyrano de Bergerac, tuttavia, come tutti i veri innamorati, è fragile e vulnerabile in amore.
La paura, il timore assurdo ma atavico di non essere all’altezza dell’amato bene, lo invade e lo devasta, lo possiede e lo annichilisce, lo immobilizza e gli amputa le gambe.
Succede a tutti, confessiamolo. Quando ci tieni davvero a un amore, hai il terrore di perderlo.
Per un motivo o per un altro, più spesso per cause inesistenti, reali solo nel proprio immaginario, ed evidenti solo a se stesso, qualsiasi cosa per quanto assurda può irresistibilmente divenire pretesto perché la paura di perdere il tuo amore o che consideri un altro ti prenda, ti terrorizzi, ti annienti.
Cyrano il prode, lo spadaccino temerario, il poeta incantevole, non ce la fa proprio a vincere la sua paura e la sua timidezza, e dichiararsi alla bella Rossana, poiché bloccato dalla paura di non piacere.
Una paura indotta dal suo aspetto esteriore, reso non gradevole dalle insolite dimensioni del suo naso. Proprio così: il suo tallone di Achille è un naso spropositato, niente che un intervento di chirurgia estetica oggi non saprebbe rimediare. Oggi, appunto.
All’epoca, Cyrano veste i panni del brutto ma innamorato, che odia il mondo in cui vive.
Un mondo in cui ciò che appare vale tanto, troppo di più, di ciò che invece è realmente.
Un mondo, in ultima analisi, come quello in cui viviamo noi oggi.
In cui apparire vale molto più dell’essere.
Capite quindi la modernità della commedia?
Cyrano è senz’ombra di dubbio un personaggio moderno, la cui situazione ha ispirato notevolmente la letteratura, la musica, il cinema e la televisione.
Basti pensare al telefilm statunitense "Ugly Betty" (La Brutta Betty), che tratta della vita di una ragazza goffa, bruttina e sovrappeso che viene per caso impiegata nel mondo della moda, dove è ben noto, l’apparenza è tutto.
O il distopico romanzo "Brutti" di Scott Westerfeld, che immagina un mondo dove la bruttezza è stata riconosciuta come il peggiore di tutti i mali, e per tanto la popolazione mondiale tutta è obbligata a sottoporsi all’età di dodici anni a una serie di dolorose operazioni estetiche pur di guadagnarsi un posto nella parte “giusta”del mondo.
Celeberrima è poi la sofferente vita del poeta romantico Giacomo Leopardi, innamorato della bella Silvia, cui continua a dedicare poesie pur sapendo che lei non lo contraccambierà mai a causa del suo aspetto, la cui biografia è notoriamente affine alla descrizione di Cyrano.
Quest’ultimo sfortunato personaggio è celebrato inoltre da Francesco Guccini, il celebre cantautore italiano, nel suo pezzo “Cyrano” tratto dall’album "Di morte, di amore e di altre sciocchezze", rilevando per l’appunto, il vuoto e l’effimero di un mondo, dove non c’è spazio per chi non è bello e perfetto.
La soluzione ultima, che pare banale, è il consiglio “non giudicare il libro dalla copertina”, ma tentare di andare oltre, di non fermarsi all’involucro, ma di scavare nell’animo delle persone.
Anche perché in fondo, se in più di duemila anni di storia non siamo stati capaci di dare una risposta univoca alla domanda di Socrate “cos'è la bellezza?”, non siamo forse tutti dei Cyrano?
Invece, ognuno di noi è bello perchè unico. Ognuno di noi è bello e impossibile. Basta crederci.
Indicazioni utili
Commenti
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La mia esperienza però è quella di teatri pieni. Ultimamente purtroppo ho constatato un sensibile taglio alle scenografie e un risparmio sugli attori. E talvolta è preferibile la lettura che la rappresentazione delle opere a teatro.
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Un grande classico, che non ho letto. Ormai di questo personaggio si è parlato così tanto che sembra di conoscerlo.
Mi sorprende che questa commedia nei tempi recenti sia così poco rappresentata nei nostri teatri.