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Undisclosed desires
Questo breve romanzo della scrittrice americana Edith Wharton è stato pubblicato nel 1911 ed è stato ingiustamente oscurato dal ben più noto “L’età dell’innocenza”.
Rispetto a quest’ultimo cambiano i personaggi, la loro estrazione sociale, l’ambientazione, le tematiche, ma rimane la profonda, spietata e negativa visione della vita. Il dolore, i desideri insoddisfatti affliggono tutte le classi sociali e tutti i sessi.
L’amore, il bisogno di sentirsi accesi e vivi, la necessità di stare vicino a chi ci fa provare queste sensazioni al di là delle convenzioni sociali, dei matrimoni infelici contratti frettolosamente solo per necessità o per dovere come nel caso di Ethan Frome, accomunano molte persone su questa terra. Ed è per questo che questo romanzo, breve, ma intenso, è così umano e così vicino.
Un uomo nel vigore degli anni, con pochi mezzi, che si trova sposato ad una donna più anziana di lui di sette anni, che si ammala subito dopo le nozze, di una ipocondria che la invecchia in poco tempo, rendendo infelice e infruttuoso un matrimonio azzardato e contratto solo per gratitudine.
Quando la giovane e fresca Mattie, parente della moglie, arriva per prendersi cura della casa, il cuore di Ethan riprende a battere e si risveglia alla insperata luce di un sole sconosciuto.
È straordinario come la Wharton, così come l’amico scrittore Henri James, che ho potuto conoscere in “Il giro di vite”, sappia rendere in pochi tratti e con una tecnica infallibile, tutte la tensione narrativa e seminare in poche righe la forza, come una tenaglia, dei sospetti non detti, non rivelati, della moglie malata Zeena, ben nascosti dietro i suoi atteggiamenti serafici.
La figura esile, invecchiata della moglie è ossimoricamente sostenuta da un carattere forte, tirannico, che viene da quell’egoismo tipico degli ipocondriaci.
“Tutta la tristezza del suo passato di frustrazioni, di una giovinezza fatta di fallimenti, di sacrifici e sforzi inutili, gli risorse nell’anima con amarezza e sembrò prendere forma dinanzi a lui nella donna che lo aveva sempre ostacolato. Gli aveva portato via tutto quello che aveva, e adesso era intenzionata a togliergli quell’unica cosa che avrebbe potuto compensare tutte le altre”.
Alla fine del libro però il lettore prova compassione per tutti i personaggi, anche per Zeena, perché un destino avverso colpisce tutti in questa vita.
È straordinaria la delicatezza con cui la Wharton descrive lo sbocciare di quest’amore, travolgente, eppur casto che si accontenta di pochi gesti semplici e di semplici parole.
Semplicità è la parola magica che connota Ethan, la sua vita e il suo amore per Mattie, semplicità connota la struttura di questo breve romanzo. E, come si suol dire, i diamanti splendono soprattutto se incastonati su una montatura semplice.