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L’apparenza inganna
Quando il cielo promette l'ennesima giornata uggiosa di battistiana memoria e non si sa proprio più a cosa aggrapparsi per rinfrancare lo spirito, ecco che viene in soccorso Oscar Wilde con una delle sue spumeggianti commedie teatrali. Ci si può allora accomodare in poltrona, sorseggiando un’inglesissima tazza di tè o un più italiano bicchiere di buon vino, e gustarsi tutto il piacere di una scrittura brillante, ironica e raffinata.
Protagoniste della scena sono due donne. La giovane e candida Lady Windermere, interprete dei rigidi dettami dell’epoca vittoriana, irreprensibile nel comportamento ed inflessibile nel giudizio, e l’esperta e furba Mrs Erlynne, emarginata dalla buona società per il suo passato oscuro e la sua condotta chiacchierata. Ma è davvero così facile tagliare in due il mondo in giusto e sbagliato, puro e torbido? Un semplice ventaglio e una serie di frizzanti malintesi mostreranno invece come può essere semplice, perfino per la creatura più cristallina, cadere nello scandalo, vittima del pettegolezzo, della tentazione, dell’equivoco. E che la grandezza morale nulla ha a che vedere con le regole sociali.
“La storia è semplicemente pettegolezzo. Ma lo scandalo è pettegolezzo reso noioso dalla moralità”
Il copione sembrerebbe banale, l’ennesima rappresentazione di frivolezze e ipocrisie della puritana aristocrazia britannica. Ciò che rende irresistibile e gustosa la lettura è però la confezione, la forma. Battute veloci e corrosive, conversazioni fatue e spassosissime, geniali nonsense. È questa miscela perfetta di umorismo ed eleganza a rendere la lettura ancora oggi piacevolissima e capace di regalarci un inatteso sorriso.
“Secondo me la vita è una cosa troppo complessa per risolverla con queste regole dure e inflessibili”.
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Grazie.
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