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La ricerca dell'abisso
Forse il più grande scrittore della storia. Sicuramente uno dei geni assoluti dell'umanità.
Una esistenza intera a porre domande a se stesso e conseguentemente al lettore.
Una ricerca spasmodica per comprendere quali siano i veri valori della società. la morale che spinge le persone a compiere le azioni quotidiane. La ricerca del bene nel male e viceversa.
Essendo una persona con un anima e un pensiero fuori dall'ordinario, la vita di questo immenso scrittore è stata di certo non facile, con attacchi di depressione, domande senza risposta, amori tormentati, gioco d'azzardo e comportamenti ambigui.
Egli aveva eletto come gesto autodistruttivo il gioco d'azzardo e vi si era applicato così bene e così tenacemente da scriverci questo libro che è una sorta di auto confessione, uno sfogo, un urlo verso l'infame vizio del gioco.
Ogni persona affetta da ludopatia (e sembra che l'Italia sia uno dei paesi maggiormente afflitti da questo vizio) dovrebbe leggere questo breve romanzo che prende il lettore per mano e lo fa sprofondare nell'incubo del vizio a cui pare non vi sia rimedio.
Ogni cosa, interesse, aspirazione, gioia è barattata in cambio dell'ebrezza del gioco.
Non è importante vincere o perdere, l'importante è giocare, scommettere e gettare la propria anima sul tavolo da gioco.
Dostoevskij come ogni giocatore accanito è stato spesso vicino alla bancarotta. Ha provato la vergogna di chiedere denari in prestito, di barattare il proprio talento per avere le somme da sacrificare al casinò.
Nel libro, attraverso una profonda introspezione del protagonista, ci troviamo pure noi davanti al circo del gioco, alle persone rovinate, alle speranze bruciate, agli stipendi di un mese volatilizzati nell'arco di un ora, al limbo nero della perdita che può portare a estreme conseguenze come al suicidio.
Come ogni opera di questo genio assoluto, ci si immedesima nei personaggi, si vivono i loro pensieri, le loro angosce, la loro affannosa e spesso inutile ricerca della felicità e poi della redenzione.
Nel libro si evoca il sentimento di una persona disperata, vittima di se stesso e delle proprie debolezze.
Quasi ne prova gioia a perdere il denaro, a umiliarsi per trovarne altro con cui continuare a alimentare il suo vizio, la sua autodistruzione.
I propri demoni interiori hanno la meglio sulla capacità di conservazione della persona, non gli danno scampo. Lui lo sa, ma preferisce giocare e poi ancora giocare. Come una grande roulette che non smette mai il suo giro, con la pallina che rimbalza impazzita da un numero a un altro, da un colore a un altro.....in quel folle girovagare lungo la ruota della casualità, questa piccola pallina bianca ha la capacità di determinare per sempre i destini delle persone, di procurare loro o gioie infinite o disperazioni senza uscita. E' li l'adrenalina, non è nel vincere o nel perdere, è solo nel gioco.
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