Dettagli Recensione
Una piccola perla imperdibile
Sorelle Bunner" è un racconto lungo di Edith Wharton, scrittrice che ci ha lasciato nel 1937, famosissima perché è stata la prima donna americana a vincere il premio Pulitzer con il romanzo "L'età dell'innocenza".
In Italia l'unica edizione che ho trovato è stata la Flower-ed del 2018, una casa editrice che presenta delle copertine vintage e colorate molto carine.
La scrittura di Edith Wharton lascia sempre piacevolmente sorpresi: c'è uno scavo psicologico dai grandi affondi, permeati di sofisticata sensibilità e delicatezza.
Un ritratto delicato e e insieme spietato dell'animo femminile, che viene scandagliato e questo stile riesce a portare sulla pagina il dolore, la solitudine più profonda, la disperazione, ma anche la gioia di scoprire di essere amati, riuscendo sempre a creare nel lettore la sensazione di smarrimento, di vuoto o di gioia inaspettata. È, dunque, una scrittura ben riuscita. Il libro mi è piaciuto moltissimo, ho cominciato a leggerlo per curiosità o poi sono stata presa dalla lettura e non sono più riuscita a staccarmi dalle pagine.
C'è da segnalare la pregevolezza, la cura con cui la casa editrice ha presentato quest'opera, nonché la traduzione impeccabile.
Un libro che consiglio anche a chi non abbia ancora letto opere di questa grande scrittrice, famosa per l'amicizia con Henry James l'autore de "Il giro di vite".
"Sorelle Bunner" è un racconto narrato in terza persona, quindi con un narratore onnisciente che racconta le vicende di due sorelle ricamatrici, molto povere ma che conducono, nonostante il disagio economico, una vita dignitosa. Ann Eliza, la sorella maggiore ed Evelina, più giovane di qualche anno, vivono da sole e si mantengono eseguendo piccoli lavori di cucito e decorazioni; in particolare, Evelina è specializzata nella creazione di fiori finti in tessuto per decorare e per abbellire cappellini, cuffiette e abiti . L'una è l'unica compagnia dell'altra; le altre figure che girano attorno a loro sono personaggi estremamente secondari. L'azione vera e propria comincerà a partire dalla seconda parte del racconto. Più che azione narrativa e dinamismo, ciò che rende corposo questo racconto è lo scavo psicologico che segue una climax progressiva nell'animo della sorella maggiore, Ann Eliza. Costei non esiterà a rinunciare alla propria felicità per il bene di Evelina: rinuncerà all’occasione più preziosa per una donna sola, povera e non più giovane, il matrimonio con il signor Remy, l’orologiaio tanto colto quanto solo, che aveva cominciato a diventare amico e confidente delle due sorelle.
“Mai prima di allora si era sentita tanto vecchia, disperata ed umile. Sapeva di star svolgendo, con ogni probabilità, un incarico amoroso da parte di Evelina e questa certezza prosciugò l’ultima goccia di sangue giovane dalle sue vene”.
“Per un momento Ann Eliza non riuscì a trovare le parole. Fu solo quando seppe di aver perso la propria occasione che si rese conto di quante speranze avesse nutrito a tal proposito (...) ella era ben allenata all’arte della rinuncia(...)”
Posso lasciare solo un assaggio della sua scrittura, poiché essendo un racconto non mi permetto di anticipare di più, quindi lascio al lettore la curiosità di leggere le vicende di queste due donne e di riflettere su quanto il matrimonio, allora come oggi, spesso è solo un modo per sfuggire dalla solitudine e prescinde dall’amore e dalla passione.
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A parte la forma, le intenzioni erano e sono chiare: mi piace molto la Wharton, il suo stile, ciò che scrive e vi invito alla leggerla!
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