Dettagli Recensione
Top 100 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
LA SEMPLICITÀ DI UN BUON LIBRO
La capanna dello zio Tom è un classico non particolarmente famoso è descritto come lettura per ragazzi e concordo su questa etichetta poiché dovrebbero leggerlo tutti i giovani per trarne insegnamento.
Il linguaggio è molto semplice, per alcuni versi anche troppo, ma in effetti una volta terminato capiamo che questo romanzo non aveva grandi pretese, voleva solo raccontarci le vicende di alcuni schiavi di colore alle prese con i loro guai.
L’autrice, da come ho capito una delle prime dell’epoca a denunciare il trattamento degli schiavi in America, ci presenta la situazione: ogni uomo bianco che acquisti uno schiavo di colore ne è proprietario e può disporne a piacimento.
Tom è un uomo ostinatamente buono, aggettivo semplicistico per le sue tante qualità che fanno capolino tra le pagine del romanzo, ed è anche molto religioso e con l’aiuto della sua fede affronta il cambiamento tra padroni onesti e corretti o malvagi e crudeli.
L’uomo è circondato da tanti altri schiavi come Eliza che per non perdere il figlio venduto dal padrone ad un altro uomo, fugge e viene continuamente braccata come un animale.
La tenacia di entrambi i protagonisti li porterà a due diverse conclusioni e le loro storie toccheranno cuori che decideranno di mettere in moto la liberazione della schiavitù nello Stato.
Il racconto per quanto semplice è toccante ma forse un po’ troppo buonista, l’autrice fa ricorso di continuo alla fede cristiana e alla fiducia verso il prossimo per risolvere le situazioni scomode.
Sicuramente ci sono romanzi che parlando del razzismo e della diseguaglianza in modo più profondo e acculturato, ma io devo dire che la capanna dello zio Tom è talmente scorrevole che si passa sopra alle leggerezze della scrittrice.
Lo consiglio sicuramente!
Indicazioni utili
Commenti
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |
Ordina
|
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |
Il romanzo, famosissimo ed emblematico (una volta almeno) fu tacciato di essere troppo morbido. Definire una persona di colore uno "Zio Tom" significava tacciarlo di eccessiva sudditanza verso i bianchi, ma in quel periodo storico fu quasi rivoluzionario.
Se leggi "Le avventure di Huckleberry Finn", vedrai che neppure Mark Twain, che scriveva oltre 30 anni dopo, a schiavismo abolito, osò andare molto più oltre...