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Eros e Thanatos
“ Lo amo perché lui è me, più di quanto lo sia io. Le nostre anime sono uguali. Io sono Heathcliff.”
L’ unico romanzo di Emily Brontë ( 1847 ), intriso di realismo, passione, misticismo, elementi psicologici, individualismo all’ interno di atmosfere gotiche, ma anche espressione e capovolgimento dei classici ideali romantici, in questa ottima nuova traduzione di Monica Pareschi, svela significati enigmatici e rivoluzionari all’ interno di un’ essenza cangiante, creatura viva e pulsante, che scruta e restituisce i recessi della condizione umana tra abissi di malvagità e portentosi slanci amorosi, essenze atemporali ove spazio e carne divengono respiro, vita, sentimento.
Una grande storia d’ amore quella tra Heathcliff e Catherine, sconfinata nella vendetta più cieca per legittimare un desiderio inevaso che supera il contingente per farsi archetipo e simbolo, materia di un senso estremizzato.
Più voci, cambi di rotta, un’ alternanza di luoghi, inalterati, connessi, speculari, ( Wuthering Heights e Thrushcross Grange ), sbalzi temporali, personaggi che si rincorrono, persi, ritrovati, esitanti, estinti, sopravvissuti a rabbia e violenza, anche alla memoria e da esse calati in un racconto che vive di passato, presente e futuro, frammezzato e nebuloso.
La signora Dean racconta, Mr Lockwood ascolta, riflette, si assenta, ritorna, vive di solitudine, afferrato da una storia che stenta a capire e cerca di ricostruire, che gli stessi protagonisti inscenano, restituiscono e paiono rigettare e trasfondere, o meglio porzioni di storie rappresentate laddove il presente nasce da lontano.
Catherine da sempre ha nutrito un esagerato amore per Heathcliff, sin dall’ infanzia è stata un fiume in piena, una monellaccia scatenata, una piccola tiranna, manesca, spadroneggiante, crescendo Heathcliff si è fatto alto, atletico, ben fatto, con tratti decisi, un viso intelligente e modi cerimoniosi con una ferocia primitiva sopita solo a metà dall’ educazione.
Questo diavolo adirato con il mondo vivrà d’ ira e per lei non sarà più il giovane appartenutole, che continuerà ad amare ed a portare con se’, nella sua anima.
Catherine lo avrebbe tanto voluto per se’ in qualunque forma, senza essere abbandonata nell’ abisso di un non luogo, privata della sua vita e della sua anima, ma e’ preferibile esserne odiati che amati.
C’è chi ha scelto la disperazione ( Hindley ), chi vive come un eremita ma si concederà alla speranza ( Edgar ), chi compie gli anni il giorno della morte della propria madre ( Cathy ), e chi ritorna dal padre, unico parente rimastogli ( Hareton ), ciascuno all’ inseguimento del proprio destino.
Di certo c’è la scelleratezza di un animo capace di coltivare in segreto la vendetta e mettere freddamente in atto i propri disegni senza l’ ombra di un rimorso ( Heathcliff ).
Indubbiamente un animo non amato, e l’ infelicita’ delle sue vittime sarà vendicata dal pensiero di una crudelta’ nata da un’ infelicita’ più grande, la propria, un uomo solo ed invidioso come il demonio, la cui morte non sarà compianta ne’ la vita invidiata.
Heathcliff si confronterà con un’ intimità cresciuta rapidamente ( Hareton e Cathy ) che mira allo stesso scopo, due anime che amano e vogliono essere amate, facce animate dall’ entusiasmo dei bambini, un equilibrio ed una crescita sfociate in un’ unione faticosamente raggiunta.
E scoprirà che il mondo intero è una terribile raccolta di testimonianze di un’ esistenza perduta ( Catherine ), che tutto si lega a lei, e c’è chi sembra l’ esatta personificazione della propria giovinezza ( Hareton ), ovunque circondati dalla sua immagine mentre le facce più insignificanti, persino la propria, continuano ad assumere i suoi tratti.
Il mondo intero è una terribile raccolta di testimonianze che lei è esistita e che la si è perduta, che per tanti anni si è stati sue vittime inconsapevoli, senza tregua e rimorso, e ci si specchia in Hareton, spettro del proprio amore immortale, degli sforzi disperati per affermare il proprio diritto, degrado, orgoglio, felicità, angoscia finendo con il riconoscere, senza speranza alcuna, che l’ odio e’ lo specchio di se’, che la vendetta continuerà ad inseguire i fantasmi del proprio passato e che niente restituirà un amore fino al ricongiungimento definitivo con esso, in una vita ormai insopportabile e senza senso imbrattata di solitudine.
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Però non mi ha lasciato niente di più della sensazione della lettura piacevole.
Devo rileggerlo!
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