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Martire della stupidità umana
Ci sono autori verso i quali ci si accosta con una sorta di "timore reverenziale”; autori di cui c'è un'opera particolare di cui abbiamo paura, anche solo all'idea di tirarla fuori dalla nostra libreria. Non ci sentiamo pronti, né abbastanza padroni della conoscenza dell'autore. Penso a Steinbeck e al suo “Furore"; a Proust e alla sua "Recherche"; a Mann e alla sua "Montagna incantata". Allora cosa si fa, soprattutto se non si è mai letto nulla dell'autore? Si prova il contatto con qualcosa di più leggero. È stato così per me anche con Céline e il suo "Voyage”, e "Il dottor Semmelweiss” è stato il primo contatto che ho scelto per accostarmi all'autore e alla sua opera più importante.
Inutile soffermarsi troppo sulla grandezza (nota a tutti) di Céline: si riconosce subito, e quest'opera ci dà subito un assaggio del suo stile non certo semplice, ma molto potente. Questo romanzo mette in risalto il dramma di Ignazio Filippo Semmelweiss, medico ungherese realmente esistito e al quale l'umanità deve moltissimo, per i progressi da lui portati nell'antisepsi (sterilizzazione in ambito medico). Ai suoi tempi, tantissime donne soccombevano al parto per infezioni. Perché? Perché medici e ostetrici non disinfettavano le mani prima degli interventi; mani che spesso, poco prima, avevano anche effettuato autopsie. Banale? Non ai tempi di Semmelweiss. Miracoloso? Sì, eppure l'ignoranza dell'uomo ignorò quella scoperta illuminante, rigettò essa e il suo creatore in nome dell'orgoglio, dell'invidia, dell'indolenza. È mostruoso vedere come gli uomini possano essere crudeli. Semmelweiss porta con sè una benedizione eppure non solo lo maledicono, ma si accaniscono contro di lui per distruggerlo poco a poco: nella mente e nel corpo. È come se noi oggi mettessimo al palo un uomo che ci offra una cura per il cancro. Assurdo? Lo credevo anch'io. Mi sbagliavo; ma la cosa più assurda è che questa ostilità è guidata da chi, più di tutti, avrebbe dovuto capire Semmelweiss: i suoi colleghi. Sono loro a ripudiarlo, a torturarlo più di tutti.
Céline, che era stato studente di medicina e aveva fatto una tesi dedicata allo stesso Semmelweiss, è l'uomo perfetto per descrivere il dramma di questo benefattore morto pazzo a causa degli uomini che voleva salvare; nella sua vicenda ci immergiamo così profondamente da farci male, perché tocchiamo con mano la nostra stessa stupidità, che purtroppo sembra avere numerosissime sfaccettature. Semmelweiss è un martire della stupidità umana e la sua opera verrà apprezzata quando troppe vite saranno già state sprecate, compresa la sua. A certi geni viene resa giustizia solo da morti, e Céline è solo uno dei tanti che ne hanno portato il nome dove merita d'essere: nella Memoria del mondo.
Un passo verso il "Viaggio al termine della notte" è fatto: e che passo!
"La Musica, la Bellezza sono in noi e in nessun altro luogo nel mondo insensibile che ci circonda. Le grandi opere sono quelle che risvegliano il nostro genio, i grandi uomini coloro che sanno dargli una forma."
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Commenti
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grazie!
Sei stata più coraggiosa di me :D Io ormai ho preso l'abitudine di accostarmi a determinati autori gradualmente, e nella maggior parte dei casi mi sono trovato bene.
Collegandomi a quello che dici tu, ci sono moltissimi scrittori straordinari che non hanno la fama che meriterebbero; scrittori che oltre a essere snobbati dalla massa (che a volte ti guarda strano anche se citi mostri come Dickens o Dostoevskij) sono poco conosciuti anche dai lettori forti. Penso a Remarque o Ayn Rand, giusto per citare due esponenti di una vasta cerchia...
Vale.
in effetti, per Proust la faccenda si fa complessa :) Avevo dato per scontato avesse scritto altro, non so per quale motivo. Vedremo in seguito, perché la Recherche mi spaventa non poco, e la leggerò quando mi sentirò DAVVERO maturo, sia a livello mentale che letterario. Per quanto riguarda "Il gattopardo", non era un'opera che mi intimoriva moltissimo e infatti l'ho già letta, pur non essendone rimasto folgorato.
Piacere mio averti segnalato un'opera degna di nota!
Vale.
sono contento di averlo portato alla tua attenzione!
Vale.
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