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Alice nel paese delle meraviglie
 
Alice nel paese delle meraviglie 2020-02-04 21:37:56 standupeight
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
standupeight Opinione inserita da standupeight    04 Febbraio, 2020
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Un viaggio meraviglioso

La storia ci accompagna dolcemente al “Meriggio d'Oro” di un tiepido 4 Maggio, giorno del compleanno di Alice (quella vera, figlia del grecista H. G. Liddell, amico di Carroll) a cui la vicenda è ispirata. La bimba si trova in un giardino bellissimo quando, spinta dalla curiosità, finisce dentro a una tana di coniglio apparentemente senza fine – lo stesso che vede sfrecciarsi davanti al naso, un istante prima di inseguirlo. Il Bianconiglio è l'elemento scatenante, la “trappola” utilizzata per catturare la ragazzina e strapparla alla realtà, attirandola in una dimensione onirica e misteriosa, quella del Paese delle Meraviglie. E' una terra stravagante, priva di ordine e di regole - come l'inconscio - un "nessundove" raggiungibile da una buca nel terreno o dalla superficie riflettente di uno specchio.
Alice è un personaggio fortemente deciso a restare bambino, a non varcare mai la soglia dell'età adulta – “rovinata” da divieti e imposizioni – ma che, al contempo, rivela una dote straordinaria: quella di reagire coraggiosamente alle prove di una landa bizzarra di cui ci sfugge la logica dato che, in essa, tutte le leggi sono sovvertite. Eppure, il Paese delle Meraviglie ne possiede molta, di logica, ed è ferrea.
Si ha come l'impressione che sia suddiviso in quadranti di un'enorme scacchiera, e che ci si possa spostare solo con le mosse corrette. Di fatto, interpretando un pedone, Alice muove i suoi passi rispettando le regole del suddetto gioco. Ogni quadrante è un “piccolo universo” che non sembra avere alcun tipo di contatto con gli altri vicini, popolati da pedine (Re e Regine, Alfieri e Cavalli, ma anche creature “di contorno” quali Pecore, Rane e Uova antropomorfe) concepite come esseri senzienti in grado di parlare e pensare in autonomia.
Durante l'avventura, Alice cambia forma e dimensione innumerevoli volte, ora mangiando un biscotto, ora bevendo da una bottiglia magica, ora addentando il turgido cappello di un fungo. Muta e matura progressivamente, appellandosi alla sua coscienza “parlante” nei momenti difficili. Non sempre, però, l'ascolta, e questo le causa una serie infinita di guai.
Nella seconda parte del racconto, “Attraverso lo Specchio”, sarà il fantomatico Micino del Cheshire a farle da guida, l'estro incarnato in sembianze a lei familiari e tanto amate (quelle “gattesche”, per l'appunto). L'immaginazione diventa una fedele compagna di viaggio, un viaggio che si concluderà con un brusco risveglio. Del mondo che l'ha voluta e resa protagonista rimarrà solo un confuso ricordo e la consapevolezza che, per scansare la banalità quotidiana, bisognerebbe sempre concedersi una “caduta” nella tana del Bianconiglio; soprattutto, da adulti, non bisognerebbe mai dimenticare come si faccia a entrarci.
Lo stile è scorrevole, fresco e ricco di metafore. Frequenti sono i giochi di parole dal doppio significato, i rompicapi e le poesie (es. l'emblematica “Il Tricheco e il Carpentiere”, proposta anche nella versione animata), scelte narrative che, assieme alla passione per gli scacchi e per le carte da gioco, rimandano alla mente matematica dell'autore. Indimenticabili le figure della Regina di Cuori – e la sua abitudine compulsiva di tagliar teste –, del Cappellaio Matto e del Brucaliffo, permaloso fumatore di Narghilè. Il libro è corredato da graziose immagini a china realizzate da Tenniel, che ha aperto la strada a una raffigurazione della bambina bionda arcinota ai disegnatori della Disney e a molti altri illustratori. Per concludere, credo sia uno dei testi più belli e sognanti che abbia mai letto, in grado di stimolare quella parte fanciulla, sovrastata dall'incombere della maturità, che ognuno di noi ha nascosto, ma che, in fondo, non si è mai sopita del tutto.

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