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La danzatrice di Izu
 
La danzatrice di Izu 2020-01-10 00:50:26 DanySanny
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
DanySanny Opinione inserita da DanySanny    10 Gennaio, 2020
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Una quieta bellezza

Credo che l’essenza di questo racconto di Yasunari Kawabata sia ben espresso da una splendida poesia di Ungaretti, intitolata “Stasera”:

Balaustrata di brezza
per appoggiare stasera
la mia malinconia

È la malinconia di una bellezza perduta e da ritrovare, la nostalgia di una pienezza evanescente quella che il giovane protagonista della storia tenta di ritrovare, nel suo viaggio verso la penisola di Izu. Un viaggio di formazione tanto archetipico quanto insolito, perché il segreto da scoprire non è per una volta nelle profondità dell’animo del protagonista, nelle spirali occidentali e fangose dell’animo umano, ma anzi nella natura e nella sua semplice armonia. Anzi, crescere è proprio questo: imparare a vedere la bellezza delle piccole cose, la raffinata perfezione di un istante, la capacità di scorgere nell’esterno la forza pacificante della letizia. Non è un caso, in effetti, che la forma più emblematica dell’arte letteraria giapponese sia l’haiku, un componimento fulminante di 5-7-5 sillabe, che ha sempre un riferimento alla natura e, che nella più classiche delle struttura, non affonda mai nel torbido, ma sempre illumina un’immagine delicata, una “quiete accesa”. Non è un caso neppure che la poesia di Ungaretti con cui ho aperto sia un haiku, genere nel quale il suo ermetismo ha trovato plastica e cristallina consistenza. Per apprezzare a pieno la poetica orientale di Kawabata, anche il lettore è chiamato a una sorta di educazione, a un percorso di crescita, aiutato da due conferenze dello stesso autore in appendice al racconto. In una di queste, l’autore, in vacanza alle Hawaii, scova uno spettacolo di insolita bellezza nella rifrazione dei raggi del sole sui bicchieri scintillanti della colazione e segue per qualche minuto i giochi di luce e di ombre che si alternano con naturale fluidità. Ecco, la bellezza per Kawabata è l’istante miracoloso, un hic et nunc che non potrebbe darsi in altro tempo se non allora, in altro luogo se non lì.

“La danzatrice di Izu” è oggi, in Giappone, un testo nazionale, letto nelle scuole, citato da molti, travolto da un merchandising che illumina (e confonde) la storia d’amore tra il protagonista e la giovane danzatrice di una compagnia itinerante che incontra lungo la strada. In realtà quello del ragazzo non è amore, non brucia di fiamma e passione, e non è neppure un innamoramento; piuttosto è un’infatuazione, dove proprio l’essere fatuo risponde alla natura del libro. Il giovane ama amare, ma è un amore che prescinde dalla persona, dalla giovane danzatrice, tanto che è quasi sollevato quando scopre che è tanto piccola da non poter costituire nemmeno la tentazione di una realizzazione pratica del desiderio. È in questo dire l’essenza senza mai sfiorarla che sta l’arte di Kawabata: forse il protagonista è perfino omosessuale, come lascerebbe intendere il suo pianto finale sul grembo di un uomo, ma questo non interessa a nessuno, perché tutto il bello è nell’incantesimo di un attimo, nell’irripetibile gesto di una bambina in cui si rispecchia la divina perfezione dell’essere.

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Commenti

10 risultati - visualizzati 1 - 10
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siti
10 Gennaio, 2020
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Ritrovo temi e atmosfere del grande scrittore, in particolare Il paese delle nevi.
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DanySanny
10 Gennaio, 2020
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Non ho letto altro di lui, ma la poetica in effetti è chiara. Lo approfondirò in futuro.
I versi riportati di Ungaretti mi paiono ben rispecchiare le atmosfere di vari testi di Kawabata, uno dei miei autori preferiti. Mi manca però questo libro, già inserito fra i desiderata.
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DanySanny
10 Gennaio, 2020
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Sì Emilio, mi sembrava proprio calzante. Se ti piace l'autore, te lo consiglio, anche per entrare ancora di più nella sua poetica.
Io adoro la letteratura giapponese, quella raffinata e toccante e Kawabata è uno di quelli che venero! Ho in casa un suo libro di racconti che ho preso insieme ad una antologia di haiku da Bashō fino all’Ottocento. Pura poetica Eleganza! Invece Oē per quanto profondo, dallo stile ben meditato, l’ho trovato un po’ ostico!
Bellissimo confronto Ungaretti- Haiku, l’immediatezza dell’immagine poetica e la prepotenza dell’analogia!
Magnifico,devo procurarmelo.
Chissà perchè l'ho saltato.
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DanySanny
13 Gennaio, 2020
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Sì, penso lo leggerò ancora pure io! Magari un romanzo più corposo. Amo molto gli occhi diversi della cultura giapponese. Sa mettere pace e ordine dove c'è caos. E almeno il primo Ungaretti riesci a afre la stessa cosa, dare forma al caos della guerra nel più essenziale dei modi.
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DanySanny
13 Gennaio, 2020
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Vai Cub, ho visto che la letteratura giapponese ti piace, mi sembra perfetto per te!
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C.U.B.
17 Gennaio, 2020
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Preso! :-)
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DanySanny
17 Gennaio, 2020
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Aspetto la tua bella recensione ;)
10 risultati - visualizzati 1 - 10

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